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Autore: Prue786    16/08/2007    2 recensioni
"È un’ingiustizia bella e buona… non mi fanno giocare solo perché sono una ragazza, chi l’ha detto che il calcio non è uno sport per femmine?"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Hola

Hola! Eccomi di nuovo qui a far danni… e va beh, capita… Casualmente mi sono ritrovata fra le mani una fanfic scritta moooolto tempo fa (oddio non proprio tanto, però…) e mi è venuta voglia di riprenderla. Ovviamente non sta a me decidere se è stata una buona idea o se è meglio che la ributti lì dov’era. Ok, bando alle ciance e buona lettura!

Baci baci Prue

 

Tengo a precisare che, nonostante li abbia presi, strapazzati e rimandati indietro (anche questa volta), i personaggi di Captain Tsubasa non sono miei ma del grande Yoichi Takahashi !

Grazie in anticipo per l’attenzione!

 

 

Sulle orme dei padri

 

CAPITOLO 1- Voglio giocare anch’io!

 

È una limpida giornata primaverile, gli uccelli cinguettano allegramente, la gente esce fuori a godere del tepore del sole e ovunque si respira tranquillità… tutti sembrano allegri… tutti tranne una ragazzina mora che, con il volto imbronciato, continua a sbuffare e a sospirare mentre i suoi occhi sono fissi su un gruppo di ragazzi che, approfittando di quella giornata così calda, si sono ritrovati in un piccolo campo da calcio e da più di un quarto d’ora giocano e si divertono.

La giovane è in piedi e con un dito continua a torturare una ciocca dei capelli castani, arrotolandola e srotolandola mentre brevi movimenti della testa cercano di allontanare dalla fronte la lunga frangia che la proprietaria non si è degnata di far accorciare e che, sempre più spesso, infastidisce la visuale. Ha l’aria triste e sconsolata e, dopo l’ennesimo sospiro, esclama, con aria imbronciata:“Uffa, però non è giusto! Perché non fanno giocare anche me? Mi annoio a morte mentre loro si divertono giocando a calcio! Uffi e arciuffi! È un’ingiustizia bella e buona… non mi fanno giocare solo perché sono una ragazza, chi l’ha detto che il calcio non è uno sport per femmine? Sono tutti degli sporchi maschilisti, e basta!”

Gli occhi neri  lampeggiano di sdegno ad una caduta buffa di un giocatore che viene accolta con uno scoppio di risa. La ragazza sferra un calcio al vuoto e si siede sugli spalti, sorreggendo il mento con le mani e continuando a fissare l’evolversi del gioco.

Un tiro maldestro le fa arricciare il naso mentre la palla schizza fuori dal campo, minacciando di finirle addosso. La sfera atterra qualche gradino più su rispetto a dove è seduta lei e comincia a rimbalzare sul posto per poi prendere a cadere.

Dal campo giunge un ululato di disapprovazione.

La giovane si alza sospirando ed afferra l’oggetto, fissandolo con malcelato interesse.

“Palla!”

 La ragazza alza lo sguardo e vede un giocatore dai capelli neri come la pece che si sta sbracciando a poca distanza dalle tribune; a quella distanza riesce a vedergli in faccia quell’odioso sorriso canzonatorio che la fa andare in bestia.

Una smorfia le compare sul viso e non accenna a muoversi.

“Dai, lanciala, non possiamo stare qui tutto il giorno!”

All’esclamazione, il ragazzo viene fulminato da un’occhiataccia della giovane, che sbuffa rumorosamente. L’altro, al gesto, non proprio carino, sorride e aprendo le braccia esclama: “Mi dispiace Miky, ma non puoi entrare in campo, lo sai che le ragazze non giocano a calcio!”

“Già, Robby ha ragione, non puoi giocare con noi… e poi credo che se il mister fosse qui, approverebbe in pieno le nostre ragioni!” Incalza subito un altro componente della squadra.

“È inutile che resti  qui… perché non vai  a casa a giocare con le bambole?!”

A quella frase tutti scoppiano in una sonora risata mentre Miky, offesa ed umiliata, fissa la palla con aria furiosa e urlando:“Io non gioco con le bambole!” la lascia cadere a terra e mentre rimbalza, cerca di colpirla con quanta più forza può.

Un fischio di ammirazione le giunge dal campo, mentre la sfera prende a scendere con aria quasi inoffensiva verso Robby. Il giovane è ancora intento a ridere, tenendosi la pancia con entrambe le mani, leggermente curvato all’indietro, e non si accorge dell’arrivo della sfera, che, colpendo in pieno, lo fa sbilanciare e cadere a terra.

Gli altri compagni si zittiscono, vedendo il ragazzo seduto sull’erba, ma qualcuno si lascia sfuggire una risatina, seguito a ruota da tutti i componenti della squadra… nessuno si accorge della giovane che, scura in volto, si allontana…

   
 
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