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Autore: jex_b2st    27/01/2013    3 recensioni
...Quel giorno, il giorno in cui tutto mi apparve così chiaro, limpido come una giornata estiva…il giorno in cui scoprii d’amarti, lo ricordo ancora ed è un ricordo che custodisco nel cuore...
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Junhyung, Yoseob
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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…Quel giorno, il giorno in cui tutto mi apparve così chiaro, limpido come una giornata estiva…il giorno in cui scoprii d’amarti, lo ricordo ancora ed è un ricordo che custodisco nel cuore
Jun era seduto ad osservare quei fogli mentre la pioggia sbatteva contro la finestra…completamente solo in quella stanza, solo con le sue idee che però non riusciva ad esprimerle.
Non sapeva darsi un motivo, ma le giornate come quelle gli portavano sempre qualche ispirazione, rimanere con gli occhi chiusi e sentir quelle gocce infrangersi contro il vetro lo rilassava portandolo in un mondo tutto suo…un mondo dove creava le sue canzoni; ma niente, neanche con la pioggia riusciva a scrivere una frase di senso compiuto.
Guardava e riguardava quei fogli sparsi sul tavolo pieni di frasi e scarabocchi e non gli dicevano niente, non esprimevano ciò che sentiva dentro, aveva un blocco che lo costringeva ogni volta a strappare tutto e mandare a quel paese il suo lavoro…
Scrivere le canzoni, suonarle e poi poterle cantare su un palco davanti a milioni di spettatori insieme al suo gruppo era sempre stato il suo sogno, e dopo mille difficoltà finalmente era riuscito a farlo diventar realtà e per questo non poteva permettersi un solo errore.
Ma non riusciva a scrivere…si chiese il perché!
Era rimasto li seduto per troppo tempo a guardare  quei fogli, quelle parole, non poteva restare tutto il giorno li, rinchiuso, ed optò per una passeggiata…magari stare in mezzo alla gente l’avrebbe aiutato.
Uscì da quella stanza deciso in qualche modo a rientrare presto con qualche nuova idea, ma non poté mai immaginato tutto quello che sarebbe successo.
< Ragazzi, io esco. Ho bisogno di prender un po’ d’aria >
< Con questa pioggia? >
< Tranquillo DuJun, farò attenzione >
< Vengo con te Jun, devo uscire per comprare alcune cose > rispose YoSeob
Vederlo venir incontro gli provocò strane sensazioni, non riusciva a capire il perché…ma era felice, si felice.
< State attenti e non fate tardi > pronunciò DuJun
…Fu una semplice passeggiata, andammo un po’ in giro per la città, non era niente di che…ma allora perché dentro di me sentivo di stare in paradiso? Lo so era sciocco averlo pensato, era sciocco provare tutta quella gioia, eri il mio più caro amico e quella era una semplice uscita fra amici, ma anche se continuavo a ripetermelo…non riuscivo a togliermi quel sorriso stampato sul viso…
Camminarono tranquillamente tra la folla, senza farsi riconoscere, entrarono in un negozio che vendeva attrezzi per poter dipingere.
< Che siamo venuti a fare qui? >
< Come sai, amo l’arte…in tutte le sue sfumature. Adoro disegnare, mi servon fogli, matite, colori…un po’ di cose >
Jun osservava quel viso così raggiante nel vedere tutti quei oggetti esposti che per lui non erano niente di che, ma per YoSeob rappresentavano la fonte della sua allegria.
< Bene, possiamo andar a pagare >
Aveva riempito un intero cestino con diversi colori, matite, album, pennelli, e altre cose; Jun lo guardò un po’ stupito.
Uscirono da li con due sacchetti, YoSeob sembrava un bambino appena uscito da un negozio di dolciumi comprando i dolci preferiti.
< Non vedo l’ora di iniziare ad usare i miei nuovi colori! >
< Non pensi di esagerare un po’? >
< Esagerare? > domando rivolgendosi estremamente felice verso Jun
< Si. Tutta questa felicità solo perché hai comprato tutta questa roba? >
< Certo! Questa è la mia vita, la mia felicità! >
< EH?! Vita??  Felicità??>
< Quando sono un po’ giù, o quando sento l’ispirazione…inizio a disegnare la prima cosa che mi passa per la mente, è mi procura una bella sensazione…un po’ come quando scrivi le tue canzoni…. Non ti senti felice subito dopo aver completato l’opera? >
Jun osservava il suo volto, il suo sorriso. Più lo guardava, più sentiva una strana sensazione crescere dentro di se.
Si chiedeva cosa potesse essere, che cosa gli stava succedendo! Mai aveva provato quell’emozioni per una persona, figuriamoci verso un suo amico!
< Sta ancora piovendo – disse Seob camminando sotto il suo ombrellino – mi sa che non smetterà fino a stasera >
< E già…non vuol smettere un secondo >
< Che dici – disse voltandosi – mangiamo qualcosa a che siamo in giro? >
< Perché no! >
< Che vorresti mangiare? >
< Mmm, non saprei. Lascio decidere te! >
Seob pensò un po’ , infine decisero di andar a mangiare qualcosa in una bancarella. Presero la loro ordinazione e si sedettero in un tavolo li vicino riparato dalla pioggia.
< Era tutto squisito! > disse YoSeob portandosi le mani davanti lo stomaco con il suo sorriso
< Hai già finito? >
< SIIII! L’ho mangiato in un sol boccone! – notò che ancora Jun non aveva finito il suo piatto – Ma l’hai ancor li, non ti è piaciuto? >
< Si, non è niente male! >
< E dai! Fammi contento, di che ti piace! > disse sorridendo
< Ti ho risposto, ti ho detto che non è niente male! >
< Che ti prende ultimamente! Hai sempre quel muso lungo >
< Muso lungo?! >
< Si! Sei sempre rinchiuso in quella stanza a scrivere e scrivere…per poi alla fine strappare tutto! >
< Cerco di dar il meglio >
< Dar il meglio non significa però ridursi a non uscire per giorni e rimanere a fissare quel foglio ed infine strapparli! >
< Se le cose non mi piacciono è meglio sbarazzarmene >
< Vedi che a tutti gli artisti capita di non apprezzar le proprie opere, ma non significa che bisogna buttarle via! Si deve cercar di prenderli come punto di inizio per la nuova opera. Prova ad assemblar le parti…magari uscirà qualcosa di buono fra quelle frasi! >
Era rimasto colpito da quelle sue parole, forse tutto quello che gli serviva era semplicemente qualcuno che gli dava il suo supporto.
< Lo finisci quello? > chiese YoSeob guardando il piatto mettendosi l’indice della mano destra sulle labbra.
< Cosa?  > era stato colto di sorpresa, stava pensando a quello che il ragazzo aveva detto prima
< Lo finisci? > richiese questa volta rivolgendo gli occhi dolci
Un colpo al cuore, quell’espressione provocò in Jun una fitta…
< P-Prendi pure >
Avvicinò il suo piatto al ragazzo che senza farselo ripetere due volte, cominciò a mangiar con un’espressione gioiosa sul viso.
< Non ti credevo così mangione! >
< Ehy! Non sono mangione. Mi piacciono le buone cose! >
< Se fosse per te, mangeresti la qualsiasi >
< Ma non è vero! Sei cattivo a dire così! >
Jun sorrise nel veder il ragazzo mangiar con gusto il suo piatto.
Finito, notò come sul lato della bocca era rimasto un po’ di salsa.
< Oltre ad esser mangione, sei come un bambino! >
< Eh? >
< Lascia che ti asciughi. >
Jun prese un fazzoletto di carta, si avvicinò al volto del ragazzo e con cura pulì il suo viso.
< Ecco fatto. >
Alzò il suo sguardo, era a pochi centimetri, il suo cuore cominciò a batter fortissimo. Ebbe uno strano desiderio…quello di assaporar quelle sue morbide labbra.
< Grazie Jun! >
Sul volto di YoSeob vide il suo sorriso, quel sorriso che osservava e desiderava sempre ricevere solo per se…solo per lui.
< Di…niente. >
< Che dici, sarà meglio rientrare? >
Dopo essersi sistemati, ripresero i loro ombrelli e s’incamminarono per le vie della città rientrando nello studio.
< Finalmente – disse DongWoon – Che avete fatto tutto questo tempo? >
< Abbiamo pranzato fuori > rispose sorridendo YoSeob posando i due sacchetti sul tavolo
< Ma che avete svaligiato? > chiese stupito HyunSung
< Un negozio d’arte, mi stavo annoiando e per rimediare non c’è niente di meglio che disegnare, creare, colorare… >
< Vediamo se c’è qualcosa d’interessante in mezzo a tutte queste cose > disse DongWoon frugando nei sacchetti
< Ehi vedi che è tutto interessante! >
JunHyung osservava la scena dei cinque ragazzi intenti ad analizzare le varie cianfrusagne che aveva comprato YoSeob, li osservava ma in realtà il suo sguardo era rivolto esclusivamente su lui…
< Ragazzi – disse infine – io ritorno nella stanza, cerco di portar a termine il mio lavoro >
< Joker, mi raccomando non strappare come al tuo solito! > disse DunJun sorridendo
< Cercherò di evitarlo > disse chiudendo la porta alle sue spalle.
…Quella stanza ben arredata, piena di nostre foto...mi appariva così spoglia, così vuota…. In quella stanza mi sentivo solo, triste, vuoto…. Guardavo il mio riflesso nella finestra, fuori la pioggia non cessava di cader…sbatteva contro il vetro e bagnava tutto ciò che incontrava…. Aprii la finestra, misi fuori il braccio con il palmo della mano rivolto verso l’alto: le gocce pian piano cominciarono a posarsi sulla mia pelle fino a scivolar via. Rimasi a guardare quel mio braccio teso verso fuori per qualche minuto…poi molto lentamente finì di piovere…. Chiusi la mano in un pungo, era ancora bagnata…non so se era dovuto al braccio o al mio stato d’animo ma avvertivo un brivido di gelo percuotermi dentro, una sensazione che mai avevo provato. Rientrai il braccio avvicinandolo al petto e con l’altra mano cercai di riscaldarla, ma quel gelido freddo sembrava non volermi abbandonare…
< Jun? Jun ma che fai li davanti con la finestra aperta? Vuoi prenderti l’influenza? >
YoSeob entrò, vedendo il suo amico in quel modo si precipitò a chiudere la finestra.
< Vuoi ammalarti o cosa? >
< Stavo solo osservando >
< Osservando dici? – lo guardò attentamente – Bah, se cerchi  ispirazione la prossima volta prova a far altro…ma non metter a repentaglio la salute! Sai benissimo che non possiamo ammalarci…certo se capita non possiamo farci niente, siamo sempre esseri umani….ma cercarcele come hai fatto tu poco fa no! Quindi l’ispirazione per le canzoni cercale in altri modi! >
JunHyung non aveva degnato di uno sguardo il suo amico, aveva gli occhi puntati fuori, al di la della finestra a guardare quello scenario così malinconico, triste, silenzioso proprio come si sentiva lui.
Poco dopo, YoSeob si sedette in un tavolo vicino al suo, prese il suo album, la sua matita, la sua gomma e cominciò a tracciar dei segni, di tanto in tanto rivolgeva la sua attenzione alla figura eretta di JunHyung posizionata proprio davanti a lui; posò la matita, osservava il disegno che aveva fatto, si alzò mentre l’osservava i tutte le sue angolazioni. Si sedette e nuovamente prese la sua matita, questa volta sembrava stesse scarabocchiando su di esso; inclinava la matita, la temperava fino ad ottener una punta finissima, usava poco la gomma; distolse lo sguardo solo per recuperare un oggetto che aveva comprato quella stessa mattinata…infine si riposizionò nella sua posizione originaria.
Mentre faceva tutto questo, JunHyung riprese posto nel suo tavolo…osservava il foglio bianco davanti ai suoi occhi, provava ad immaginare cosa potesse scrivere, quali parole sentiva in quel momento…ma niente, non riusciva…
 Perché mi era divenuto impossibile poter prendere un foglio bianco e decorarlo con le mie creazioni come facevi tu quando iniziavi a disegnare?Eppure sapevo benissimo cosa potevo scrivere, che emozioni far uscire dalle mie canzoni…ma non potevo, forse era per questo che sentivo quel blocco interiormente che non mi permetteva di svolgere correttamente il mio lavoro. Il tempo passava…scrivevo e cancellavo…la stanza si riempiva di fogli pieni di frasi che tagliavo e buttavo via allontanandoli da me…
Un rumore debole ma quasi dolce, attirò l’attenzione di JunHyung fuori la finestra…aveva ricominciato a piovere.
Si voltò lentamente osservando il paesaggio che veniva avvolto dal quell’atmosfera così malinconica che la pioggia portava con se…
“ …che porta con se… ”
Quelle parole, le ripeteva in quasi tutti i foglio che poi buttava via, rimase li ad osservare la pioggia…
< Jun…- una voce in lontananza lo chiamava – Jun…sei ancora fra noi? >
Rivolse i suoi occhi verso l’alto incrociando due splendidi occhi marroni, quei occhi che adorava osservarli e nella quale voleva che si rispecchiassero solo i suoi…solo lui voleva osservarli da così vicino…
Un attimo, per un solo attimo nella sua mente ebbe l’impulso di avvicinarsi e baciarlo…ma non lo fece, scacciò via quell’idea assurda…si assurda, come poteva aver pensato quelle cose sul suo amico, come poteva…
Quella domanda era sempre presente in lui, da un paio di mesi si sentiva molto strano…certi comportamenti non erano da lui, ma non riusciva ad allontanare l’idea che qualcosa era cambiato dentro di se…doveva accertarlo, ma come?
Osservava quei occhi mentre YoSeob ricambiava sorridendo mostrandogli un foglio.
< Guardalo > disse improvvisamente, JunHyung spostò la sua attenzione sul foglio…rimase sorpreso nel veder che per tutto quel tempo lui…
< Spero ti piaccia…e ti possa sollevar il morale > chiuse gli occhi sorridendogli
< L’hai… l’hai fatto per me? Non dovevi > disse sorpreso nel veder la sua caricatura su quel foglio.
< Se ti serve per ridere un po’, ne faccio altri >
YoSeob si allontanò, lasciando JunHyung sorpreso più che mai…non si sarebbe mai aspettato un simile gesto. Un leggero sorriso comparve sulle sue labbra, un sorriso dettato non solo da quel buffo disegno ma anche dal gesto…
… Rivolsi lo sguardo nuovamente verso la finestra in quel momento il cielo si aprì lasciando passare qualche raggio di Sole, in alto sopra la città si era formato uno splendido arcobaleno…Mi voltai a guardarti mentre raccoglievi i miei foglio che avevo lanciato per tutta la stanza…ad uno ad uno me li riportasti sopra il tavolo dicendomi di volermi aiutare, che tra quei fogli ci doveva esser qualcosa…non poteva esser tutto da buttare… Avevi ragione, li non c’era niente che non andava, non c’era niente che doveva esser buttato via…ero solo io a non voler accettar i miei sentimenti…accettandoli, riportandoli su quei fogli significava che io ero diverso, che qualcosa in me era cambiato dal momento che nella mia vita eri entrato a farne parte, senza rendertene conto…
Rimasero li tutto il pomeriggio, rileggendo tutti quei fogli cercando di far uscir qualcosa…. Infine qualcosa venne fuori, rilessero quelle strofe, YoSeob era felice per il risultato che avevan raggiunto…mancavano solo alcune parti e il lavoro sarebbe stato completo, solo che...avevano lavorato così tanto che JunHyung non si rese conto di aver scritto da solo quasi tutta la notte.
Vide il corpo di YoSeob accanto al suo, aveva la testa china sul braccio sinistro mentre nella mano destra quasi dischiusa impugnava una matita, rise nel vederlo in quello stato…provava molta tenerezza.
Per tutta la notte non aveva fatto altro che piovere, senza smetter un secondo…incessantemente quel rumore gli fece compagnia nel scriver le ultime frasi della canzone.
Stava quasi completando quando si accorse che YoSeob aveva scritto qualcosa prima di addormentarsi…si avvicinò, spostò la sua mano…trattenne una risata.
Aveva disegnato loro sei mentre erano intenti ad esibirsi in uno dei loro concerti, lo trovò così divertente…
Prese il foglio che aveva sotto il braccio delicatamente, l’osservò portandolo vicino la finestra; osservava il disegno ma in realtà osservava il suo personaggio: dall’aria misteriosa ma con un sorriso appena accennato sulle labbra.
< …Jun… >
Colto si sorpresa, si voltò alle sue spalle. Era YoSeob che parlava nel sogno.
…Eri così tenero. Sembravi un cucciolo che aveva bisogno di carezze, di coccole. Mi avvicinai e rimasi li…li ad osservarti dormire mentre alcune ciocche dei capelli scivolarono sul tuo viso posandosi su quelle labbra appena dischiuse, morbide e umide…. È  stato proprio in quel momento.
Mentre il cuore che batteva forte, con la mia mano sopra la tua, avvicinandomi così tanto al tuo viso da sfiorare le tue labbra sentendo il tuo calore che non avevo più dubbi…. Mi ero innamorato di te…
Adesso, su questo palco, mentre cantiamo questa canzone io…io non posso far a meno di pensare a quella sera…
Quel tocco…
Dolce, soffice, lento, eppure…eppure fecero aprir gli occhi a YoSeob che nel vedersi JunHyung così vicino lo colse di sorpresa.
Spaventato ma anche stupito per quel gesto.
Si portò le dita sulla mano mentre JunHyung era rimasto seduto ad osservarlo; la sua mente pensava solo ad una cosa: Perché?
Già, YoSeob si chiedeva del perché il suo più caro amico aveva fatto quel gesto…ma non aveva risposte.
< Jun… >
< Non dir niente – si affrettò a rispondere JunHyung alzandosi dalla sedia – Non chiedermi niente…ho fatto solo un errore, scusami…non lo farò più >
Si diresse verso la porta chiudendola alle sue spalle, lasciandolo così senza risposte mentre l’alba di un nuovo giorno stava sorgendo illuminando il suo viso incredulo per quel bacio.
I giorni successivi JunHyung cercò sempre di evitar si stare a stretto contatto con YoSeob, affrontare quel discorso senza avere una che minima idea del perché l’avesse fatto lo mandava nel panico: già perché neanche lui aveva una risposta…o per lo meno, non poteva esser vero che si fosse innamorato proprio di lui.
Ma più i giorni passavano, più stava lontano da lui, più osservava quella pioggia scendere…più sentiva la sua mancanza. Era diventato un’ossessione, quell’immagine non riusciva a mandarla via.
Rimaneva fisso a guardare fuori dalla finestra di quella stanza ripensando a quel bacio, al suo viso, alle sua labbra…
Erano ormai trascorsi 10 giorni… 10 lunghissimi giorni che evitava il ragazzo rimanendo quasi rinchiuso in quella stanza cercando di scrivere altri pezzi ma era impossibile.
< Proprio come quella sera >
JunHyung fu colto alla sprovvista, si voltò osservando nella direzione della porta che era alle sue spalle e lo vide li…davanti l’ingresso con  i suoi splendidi capelli neri, i suoi occhi a mandarla scuri, maglietta bianca, jeans stretti neri… era proprio li appoggiato alla porta con le braccia conserte.
< Per quanto ancora hai intenzione di evitarmi? >
Ma JunHyung non rispose, spostò il suo sguardo su quei fogli di carta accorgendosi di avere sempre scritto il suo nome dappertutto.
Non avendo risposta, il ragazzo lentamente si avvicinò verso il tavolo dove JunHyung cercò di prendere tutti i fogli nascondendoli alla sua vista ma proprio quando mancò poco, uno di essi scivolò dalle sue mani cadendo proprio sotto il piede destro di YoSeob che abbassò la sua vista raccogliendolo.
Lo lesse…era colpito, su quel foglio di carta era inciso il suo nome.
< Da quanto? > chiese senza troppi giri di parole.
< … >
< Jun…da quanto – tolse il foglio che aveva davanti il viso in modo da porte osservare il suo atteggiamento – perché non rispondi? >
< Che dovrei dirti! – iniziò a sistemare quei fogli dentro un raccoglitore – Non so darti una risposta, perché neanch’io ne ho per me >
< Su certe cose…uno sa benissimo quando succedono >
< Io no! È stato una sorpresa anche per me… >
Prese il suo raccoglitore, stava per andarsene.
< Dove pensi di andartene > lo fermò per un braccio
< Ti ho risposto. Ti ho detto che non ho risposte alle tue domande >
< Resta con me e troviamole. Non puoi continuare a comportati in questo modo >
< Fingi che non sia successo niente >
< Fingere? No! Come posso fingere che un simile gesto possa essere frutto della mia mente >
< Stavi dormendo, no? Fingi che sia stato solo un incubo… >
< Prima mi baci e poi… - allentò la presa fino a quando il braccio non si posò lungo il suo il fianco – poi mi dici che è stato solo un errore… Vuoi dirmi che ti sei pentito? >
< Si…. È stata una debolezza, non dovevo. Mi dispiace. >
Ne rimase stupefatto.
Quelle parole entrarono dentro YoSeob fredde come quella pioggia che cadeva incessantemente e sbatteva su quella finestra dove qualche sera prima JunHyung l’aveva baciato.
Senza dire altro, il ragazzo si ritrovò solo nella stanza…JunHyung era andato via.
< Come hai potuto dirmi questo, Jun… Come hai potuto dirmi che è stato un errore quando io… - dai suoi occhi cominciarono a scendere alcune lacrime – quando anch’io provo i tuoi stessi sentimenti. Ero solamente sorpreso nel costatare che anche tu provavi quello che io sentivo quando stavo con te… adesso… - strinse i pugni mordendosi il labbro inferiore – adesso che mi resta da fare? >
YoSeob si sedette nella sedia, con entrambi i gomiti sul tavolo portò le mani fra i capelli cercando di poter smettere di piangere per quella delusione che portava nel cuore, mentre fuori dalla porta JunHyung assistette alla scena impotente nel andar verso il ragazzo stringendolo a se.
 Rimasi li ad osservanti dietro la porta, non ebbi il coraggio di venirti a stringere… anche se il mio cuore mi diceva di correre da te…la mia testa mi frenava nel farlo.
Non volevo accettare i miei sentimenti che provavo per te…
Adesso…solo adesso mi rendo conto di quanto sia stato stupido…
Solo ora, nel vederti sorridere di nuovo verso un nuovo amore…mi pento di non aver dato ascolto al mio cuore, perché adesso…le tue mani, le tua labbra, i tuoi occhi, il tuo cuore…toccano, guardano, amano una persona che non sono io.
Non mi resta che vederti da lontano, starti ad ascoltare senza che tu te ne accorga e reprimere i miei sentimenti…
Reprimerli perché quando inizia a piovere…mi viene in mente quella sera e non mi resta che rimanere a fissare la finestra mentre i ricordi passano davanti i miei occhi annebbiandosi dalle lacrime che scendono ogni volta che nella mia testa rimbombano quelle mie parole…parole che sono pugnali per il mio cuore…
E così non faccio che riascoltare quella canzone scritta nella sera in cui mi accorsi di amarti ma per il mio orgoglio ti persi…
“ Quando il mondo si oscura
e la pioggia scende silenziosamente, tutto è tranquillo.
Anche oggi, senza nessun dubbio
non riesco a venirne fuori.
Non riesco a smettere di pensarti.
Ora lo so questa è la fine,
lo so che è una stupidaggine…
ora lo so che non è vero.
Sono deluso da me stesso per
non essere stato in grato di abbracciarti a causa del mio orgoglio.
Nei giorni di pioggia mi vieni a trovarmi
tormentandomi tutta la notte.
Quando la pioggia cessa tu la segui.
Lentamente, piano piano anche tu sparisci.
Devo essere ubriaco, penso che dovrei smettere di bere.
Mi sento cadere come la pioggia che scende.
Beh, questo non significa che mi manchi…no, non vuol dire quello
Significa che il tempo che abbiamo passato insieme era più forte.
Questi tipi di giorni che ti piacevano risvegliano in me i tuoi ricordi
con la scusa che sono tutti ricordi, faccio un passo avanti.
Non ho nemmeno la forza per fuggire.
Ora…ho cancellato tutto di te.
Mi sono svuotato tutto di te.
Ma quando la pioggia scende di nuovo.
Tutti i tuoi ricordi che ho nascosto con fatica
riaffiorano, ti stanno cercando.
Nei giorni di pioggia mi vieni a trovarmi
tormentandomi tutta la notte.
Quando la pioggia cessa tu la segui.
Lentamente, piano piano anche tu sparisci.
Per te.
Ora non c’è nessuna speranza che tu torni da me
ma vedendo il tuo viso felice
cercherò di sorridere. Ero l’unico
che non aveva la forza di tenerti.
Nei giorni di pioggia mi vieni a trovarmi
tormentandomi tutta la notte.
Quando la pioggia cessa tu la segui.
Lentamente, piano piano anche tu sparisci.
Cosa posso fare per qualcosa che è già finito?
Poi lo rimpiangerò come uno stupido idiota.
La pioggia cade sempre quindi si ripeterà di nuovo.
La pioggia si fermerà quando i miei sentimenti svaniranno.
La pioggia cade sempre quindi si ripeterò di nuovo.
La pioggia si fermerò quando i miei sentimenti svaniranno…”
                                                                                                                                                                                       [ On Rainy Days ]
  
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