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Autore: Demolition    27/01/2013    2 recensioni
Per l'Huntbastian Week.
● Firsts
● School Days: professor!sebastian / student!hunter
● Genderswap : Hanna Clarington / Sebastienne Smythe
Genere: Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il primo incontro.
 
Non gli piaceva quella scuola, di quello Hunter Clarington era sicuro. L’eleganza dei mobili in legno, l’imponenza dell’edificio, la pomposità delle divise che gli studenti erano costretti ad indossare: ogni cosa gli ricordava quanto lui fosse diverso. Fuori luogo.
I suoi capelli erano cresciuti durante l’estate ed ora, ogni mattina, Hunter era solito lottare con il gel affinché i ciuffi ribelli non gli ricadessero mollemente sul viso.
Il suo antico taglio da militare era solo un ricordo.
«Sei il nuovo ragazzo, giusto?» gli chiese il preside della Dalton, indicandogli una sedia dall’altro lato della scrivania.
«Hunter Clarington» disse il ragazzo, sedendosi ed osservando meglio il viso dell’uomo.
Un volto ordinario, un taglio di capelli banale, una cravatta allacciata rigorosamente su una camicia bianca, una giacca scura. Prese in mano alcuni fogli, consultandoli febbrilmente e inumidendosi le labbra ad intervalli regolari.
«Dunque Hunter, vieni dall’Accademia Militare e ti sei trasferito qui per aiutare gli Usignoli a vincere, giusto?» chiese il preside sbirciando il viso del ragazzo, sopra i numerosi fogli che teneva in mano. «Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di uno come te, in questo momento» aggiunse, senza aspettare una risposta.
«Sissignore» esclamò Hunter, muovendosi a disagio sulla sua sedia.
«Spero che ti comporterai meglio di Sebastian Smythe, ad ogni modo» borbottò il preside, posando i fogli sulla scrivania e osservando ansiosamente Hunter.
«Sebastian chi?» chiese il ragazzo, sollevando un sopracciglio.
«L’ex leader degli… oh, ecco, deve essere lui» esclamò, quando qualcuno bussò alla porta dell’ufficio «Avanti!»
Occhi verdi, mani eleganti, naso appuntito. La divisa della Dalton stropicciata e la cravatta allentata gli conferivano un aspetto intrigante, anziché sciatto.
«Mi ha fatto chiamare, signore?» chiese distrattamente Sebastian, affacciandosi alla porta e lasciando cadere il suo sguardo su Hunter. Le sue labbra rosse si incresparono in un ghigno che irritò profondamente sia il preside sia il nuovo arrivato.
«Volevo presentarti il ragazzo che ti sostituirà alla guida degli Usignoli, Clarington» spiegò il preside, indicandolo con un gesto della mano.
Il sorriso sul volto di Sebastian sparì, anche se il ragazzo strinse comunque la mano che Hunter gli porgeva.
«Sebastian Smythe» sibilò, guardandolo negli occhi.
«Hunter Clarington» rispose, stringendo la presa come se stesse tentando di spezzargli le dita.
 
 
 
Il primo litigio.
 
«Non lo farò» ribadì Sebastian per la terza volta, osservando nervosamente la quantità di boccette che Hunter teneva sul comodino.
«Tu lo farai o sarai fuori» disse il Capitano in tono perentorio, preparando una siringa e iniettandola lentamente sul suo braccio.  
«Non lo farò, Clarington, non prenderò quei dannati ormoni» esclamò il francese, sbattendo nervosamente una mano sul comodino.
Hunter non batté ciglio e non lo degnò di uno sguardo. Continuò ad armeggiare tra siringhe e farmaci, senza dire nulla. Sapeva che, alla fine, avrebbe ceduto. Tutti cedevano, alla fine.
«Gli altri saranno qui tra poco e tu dirai loro che questa idea è una puttanata e che non se ne farà nulla» continuò ad urlare Sebastian, senza riuscire a calmarsi.
«Non pensavo ti fossi così rammollito. Ti piace seguire le regole ora? Ti piace fare il bravo ragazzo?» lo schernì Hunter, ridendo di lui.
«Questa roba ci farà male, cazzo» urlò l’altro, afferrando il compagno di stanza per un lembo del blazer.
«Lasciami» gli intimò questo con voce sorprendentemente calma.
Sebastian ubbidì: era sempre difficile non ubbidirgli.
«Vuoi che dica al preside della granita col sale che ha quasi accecato Blaine Anderson? Vuoi farti espellere, Seb?» lo canzonò, mordendosi un labbro e guardandolo finalmente negli occhi.
La rabbia che fino a quel momento aveva regnato sul viso del francese lasciò il posto ad un’espressione di puro terrore.
«Come fai a saperlo?» sibilò, arrossendo vistosamente.
«Tutti abbiamo dei segreti, Sebastian. E c’è sempre qualcuno pronto a rivelarli» sussurrò Hunter, sorridendo maliziosamente.
 
 
Il primo bacio.
 
«Odio la matematica» urlò Sebastian, lanciando un quaderno contro il muro con forza.
«D’accordo» lo assecondò Hunter, seduto sul suo letto con le spalle appoggiate alla parete, senza sollevare gli occhi dal libro che stava leggendo.
Era abituato a quegli scoppi di rabbia, rabbia da steroidi.
«E odio il modo in cui mi parli, cazzo» continuò l’altro, afferrando un libro particolarmente voluminoso e lanciandolo contro la porta. Con un rumore tremendo il tomo si ruppe a metà e atterrò a terra.
«Lo so» ghignò Hunter, facendo spallucce.
«E odio il modo in cui mangi, è così disgustoso» esclamò Sebastian, cercando con gli occhi qualcosa da lanciare.
«Non provare a distruggere nessuno dei miei libri o te li farò mangiare uno ad uno. Sai che ne sarei capace» lo avvertì il Capitano, guardandolo con un misto di pena e disprezzo.
«Odio i tuoi capelli e il modo stupido in cui li sistemi col gel» urlò il francese, percorrendo con lunghi passi tutta la stanza.
«Ma ti sei mai visto allo specchio, Timon?» rimbeccò Hunter, tornando a dedicarsi alla sua lettura.
«Odio anche la tua bocca larga e i tuoi denti perfetti… ecco, i tuoi denti perfetti vorrei spaccarteli tutti» urlò Sebastian con rabbia, montando sul letto di Hunter senza troppi complimenti.
«Perfetti?» gli fece il verso questo, ridacchiando sommessamente.
«Odio quando mi prendi in giro» ringhiò Sebastian, serrando i pugni e avvicinandosi al viso di Hunter.
«Io lo amo» lo provocò questo, sfiorando il naso di Sebastian col suo.
«Odio le tue labbra. Soprattutto le tue labbra… quelle te le bacerei in continuazione» sussurrò, a pochi millimetri di distanza dal viso dell’altro.
«Nessuno ti vieta di farlo» lo provocò Hunter, con un ghigno malizioso.
Sapeva benissimo che Sebastian non avrebbe avuto bisogno di farselo ripetere una seconda volta.
Rabbia da steroidi, quanto la amava.
 
 
Il primo appuntamento.
 
«Non potresti semplicemente rilassarti?» si informò Sebastian, alzando un sopracciglio.
«Ti sembro nervoso?» rimbeccò Hunter, tormentandosi le mani e scuotendo la testa in continuazione come per controllare che fossero soli.
«Stiamo solo camminando. Non ci stiamo dando neanche la mano, cazzo» borbottò il francese, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, come per rassicurare l’altro.
«A me non interessa cosa pensano gli altri» mentì Hunter, mordendosi nervosamente un labbro e continuando a camminare senza guardare Sebastian.
«Oh no che non ti interessa, ecco perché non sei voluto entrare in quel bar, ecco perché cammini a un metro di distanza da me, ecco perché neanche mi guardi» ribatté il ragazzo ironicamente.
Il loro primo appuntamento si stava rivelando un disastro, ecco tutto.
Cosa si era aspettato? Di trascorrere il pomeriggio più bello delle loro vite? Di passare le loro ore di libertà baciandosi tra la folla? Di camminare per le strade mano per la mano?
«Mi spiace, Bas… è solo che non posso, ancora…» cercò di scusarsi Hunter, lanciando un’occhiata all’altro.
Ma Sebastian non lo guardava, Sebastian era davanti a lui e camminava, camminava come se fosse solo e come se quello non fosse il loro primo appuntamento. Come se fossero estranei, come se non si piacessero. Come se entrambi non desiderassero intrecciare le loro dita in quell’istante.

 
La prima cena insieme.
 
Da: Bas
17.15
Vuoi venire a cena con me, stasera?
 
Da: Clarington
17.17
Sono improvvisamente diventato cieco e non posso leggere nulla di ciò che mi stai scrivendo.
 
Da: Bas
17.18
Alle sette al Bel Grissino, ciao.
 
Da: Clarington
17.19
Immagino che non ho scelta.
 
17.23
Sebastian?
 
17.32
Non ho scelta, ok. Vestito elegante?
 
Da: Bas
17.34
Tanto ti spoglierò comunque, a fine serata.
 
Da: Clarington
17.38
Sono di nuovo diventato cieco.
 
Da: Bas
17.41
Non da fastidio a me, se non da fastidio a te.
 

Il primo coming out.
 
«Ragazzi, sono gay e sto con Sebastian» esclamò Hunter, con un sorriso ebete in viso.
Lo specchio della sua camera rifletté la sua espressione stupida.
«No, ok, riproviamo» borbottò il ragazzo, sistemandosi la cravatta e osservando sé stesso. «Usignoli, volevo dirvi che io e Seb ci diamo dentro e… no, cazzo, sono un imbecille» esclamò, colpendosi la testa con una mano.
Lo specchio continuò a riflettere i suoi maldestri tentativi di coming out per almeno altri quindici minuti, fino a quando Sebastian non ebbe il buonsenso di intromettersi.
«Dovresti essere naturale, fare tutte queste prove non ti aiuterà» gli consigliò posandogli un bacio sulla tempia.
«Oh, certo, una cosa tranquilla e spontanea» esclamò ironicamente l’altro, posizionandosi nuovamente di fronte allo specchio. «Hey ragazzi avete sentito di quel film che uscirà al cinema la settimana prossima? No? Beh, io e Seb ci andremo, sapete ho scoperto di essere un fan delle zucchine, che ne dite?»
Sebastian scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
«Non sei obbligato a farlo… a me non importa se non lo fai.»
«No?» mormorò Hunter, passandogli una mano sul fianco e attirandolo a sé.
«No» ribadì Sebastian con un sorriso, prima di baciarlo. «No, perché per lo meno lo hai ammesso a te stesso, ora.»
«E’ questo che importa?» chiese timidamente Hunter, temendo di ferirlo.
«E’ questo che importa» confermò il francese, tornando a baciarlo delicatamente.
 

Il primo ti amo.
 
«Mi piace molto quando andiamo insieme a prendere il caffè» mormorò Hunter, posando dolcemente il capo sul petto di Sebastian.
«Io amo quando la smetti di fare l’ex militare mafioso e sei così dolce» ribatté il francese, accarezzando i capelli dell’altro.
«Amo anche quando dormiamo insieme sul tuo letto» rise Hunter, stringendosi all’amante.
«Tipo ora?» chiese Sebastian in un sussurro, cercando di non ridere per il solletico che i capelli di Hunter gli provocavano.
«Tipo ora» confermò Hunter, cercando la mano di Sebastian con la sua.
Le loro dita si intrecciarono sotto le lenzuola e i due ragazzi rimasero un po’ in silenzio, ascoltando i loro respiri profondi, aspettando di addormentarsi abbracciati.
«Stai dormendo?» chiese Sebastian ad un certo punto, alzando appena la testa per riuscire a lasciargli un bacio sulla guancia.
Ma il respiro ritmato del ragazzo non lasciava dubbi: Hunter si era addormentato da un po’.
Sebastian si prese alcuni secondi per osservare la sua figura nella penombra della stanza, il profilo regolare del viso appoggiato al suo petto, le braccia muscolose che lo cingevano.
«Ti amo, Hunt» sussurrò Sebastian, arrossendo nel buio della stanza.
«Lo so» ribatté il ragazzo con una risatina, aprendo gli occhi all’improvviso e alzandosi per guardare l’espressione sconvolta del suo ragazzo.
«Che stronzo, non dormivi» esclamò Sebastian, afferrando un cuscino e lanciandolo all’altro.
Hunter lo schivò per un pelo e si fiondò sul francese, abbracciandolo con forza e ridendo a crepapelle. Sebastian lottò per un po’ contro quella stretta, prima di lasciarsi andare e ricambiare l’abbraccio, anche se rigidamente.
«Perdonami, eri troppo dolce» ridacchiò Hunter, posandogli un bacio sul collo.
«Sì, beh, tu sei comunque stronzo» ribadì Sebastian, imbronciato.
«Quindi ti rimangi tutto?» si informò Hunter con un sorriso sincero, appoggiando la testa sulla spalla dell’altro.
Sebastian non rispose; per qualche secondo si limitò ad assaporare il profumo di Hunter accanto a lui, a bearsi del tocco leggero delle sue ciglia che, chiudendosi, gli solleticavano le spalla.
«No» rispose infine, arrossendo appena e benedicendo il buio della stanza.
«Benissimo, perché ti amo anche io» sorrise Hunter, stringendolo un po’ di più.
 
  
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