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Autore: DreamFever    27/01/2013    0 recensioni
Questo diario non dovrà mai andare in mani sbagliate e il non corretto uso può provocare gravi danni morali e fisici.
Ho appena ricevuto fra le mani questo diario dalla copertina rigida marroncina e le pagine ingiallite dal tempo trascorso. Chissà dove lo avrà trovato mia madre. Nelle pagine si possono scorgere delle piegature,addirittura in alcune ci sono dei piccoli simboli. Non so esattamente a cosa servano,ma comunque sono carini!
Mi chiamo Maria, ho 10 anni e vivo in una bella cittadina il suo nome è Greenwich. Vivo in un bel palazzo di cinque piani. Al primo piano si trova il salotto con grandi e lunghi divani ricchi di decorazioni e con la spalliera che è imbottita e tappezzata come la seduta. E’ ricamato e nel poggia braccio ci sono scolpiti dei simboli. Alcuni li posso riconoscere perché sono presenti anche nel mio diario! Mi chiedo cosa significhino. Ho provato a chiedere a mia madre Caterina ma si è rifiutata di rispondere. Non ne vedo la motivazione. D’altronde sono solo dei simboli senza senso. I divani sono poggiati in un tappeto rosso dove al centro c’è un tavolino di vetro. Mia madre tiene molto a quel tavolino. Passa i pomeriggi
Genere: Avventura, Comico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Era una mattina di Agosto quando sentii suonare il campanello. Svelta svelta mi misi le ciabattine e scesi di corsa dalle scale. Mia madre ancora dormiva,e mio padre era a lavorare. Avevo ancora 9 anni e non sapevo bene cosa dovessi fare in presenza di uno sconosciuto. Arrivata alla grande porta di ingresso alzai lo sguardo,e la maniglia era troppo alta. Sbuffai,come diavolo avrei fatto ad aprirla? Saltai stando attenta a non fare molto rumore e cercai di aggrapparla. Lo sforzo fu’ inutile. Presi uno sgabellino che era poggiato al lato destro di un tavolino nel salotto e lo portai fino alla porta. Ci salii su’ e tirai giu’ la maniglia tirandomi sulle punte dato che non arrivavo ancora ad afferrarla. Poi saltai giù dalla seduta e la levai velocemente per fare passare l’individuo/a. Alzai lo sguardo e vidi una signora molto alta con un impermeabile nero e un ombrello altrettanto nero nella mano destra. Doveva essere davvero una donna allegra. Lei mi guardò dritta negli occhi senza mostrare un minimo di tenerezza verso le mie guanciotte e il mio pigiamino azzurrino.

<< la sig.na D’Aragona?>> chiese la donna. Mi misi un dito in bocca per riflettere sul da farsi e arrivai alla conclusione di dirle la verità.<< mia mamma stà dormendo signora,inoltre non posso parlare con lei perché è una sconosciuta!>> ribattei.
<> rispose lei. La guardai bene,lei la nuova cameriera? Si sarà di sicuro sbagliata. Il cimitero era distante da casa sua. Sosprirai e la feci accomodare in salotto. Mentre corsi dalla mamma a spiegarle la situazione. Lei veloce si mise le ciabattine roselline e scese velocemente giu’ mentre si legava la cintura alla vita per unire i due lembi della giacca da camera. Ancora in testa aveva i bigodini che tenevano i suoi lunghi capelli biondi. Sembrava davvero una principessa, la ammiravo molto a mia madre.Il suo carattere allegro,il suo senso dell’umorismo facevano di lei una donna forte e sicura di sé. Piano piano e aggrappata alla ringhiera delle scale, appoggiando il mio gracile corpicino sulla ringhiera in legno della scala, scendo piano i gradini fin troppo alti per una bambina di media altezza come me.
<< Salve,lei deve essere la nuova governante della casa! Come vede questa è una casa molto grande con molti mobili antichi. Mio marito ed io abbiamo speso un intero capitale per poterla costruire e dare alla nostra figlioletta..>> mia madre mi cercò con lo sguardo per vedere dove fossi, ma io ero ancora intenta a scendere giù per la scalinata. Realizzando della mia non presenza mia madre rivolse cortese lo sguardo nuovamente alla donna che rigida si poggiava con entrambi i palmi delle mani all’ombrello nero con le  finiture bianche. Era l’unico dettaglio che rendeva la donna colorata.<> disse ancora mia madre in tono solenne.
<< Mi stà per caso prendendo per ladra? >> disse la donna chinando il capo leggermente verso destra e con le mani stringere il pomello dell’ombrello.
<< Non sto’ mica dicendo questo>> ribatte’ mia madre. <>
<< sarà fatto! Non si preoccupi, ho avuto il padre molto rigido su queste regole, e non intendo infrangerle, soprattuto in casa della mia padrona! >> la donna fece un sorrisetto ruffiano solo per prendere fiducia di mia mamma. Dopo un po’ finalmente arrivai in salotto e subito corsi ad aggrapparmi alla gonna di mamma.
<> fece una pausa avvicinandosi di pochi passi alla signora per poterle stringere la mano.
<> la donna in nero abbassò lo sguardo verso di me e si inginocchiò successivamente. << tu chi sei?>> disse rivolgendosi a me.
Educatamente mi staccai dalla gonna di mia madre e feci un piccolo inchino << io sono Maria! >> sorrisi sorniona. Quella donna non mi piaceva affatto, secondo me nascondeva qualcosa.
<< Maria…è un bel nome Maria!>> affermò fra se e se. <> affermò dandosi un aria importante.
<<è un piacere averla tra di noi, prego, le mostro la sua camera! >> disse mia mamma  sorridendo e inclinando la testa verso destra e con passo felpato prese a percorrere i lunghi e freddi corridoi stando attenta che la signorina Mc.Grenit la seguisse.
Quando mia mamma lasciò il salotto accompagnata dalla donna mi sedetti sul divano incrociando le gambe e riflettei. Quella donna non mi assicurava nulla di buono, era una strega? Cosa voleva fare alla nostra famiglia? Perché di tante cameriere proprio lei? Un nuovo mistero era entrato nella mia testa. Eh si, era mio dovere risolverlo, anche a costo della vita.
   
 
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