Ciao
a tutti, rieccomi qui! ^__^
Forse
molti di voi, reduci dalla lettura della mia ultima long-fic (“Alfred e la
Mirabolante Macchina dell’Ucronia”, per chi se l’è persa), saranno già saltati
di gioia nel rivedermi postare qualcosa XD
In
realtà non aspettatevi chissà che: al momento, dopo la serietà del progetto
appena finito, mi va di prendermela comoda e scrivere fic più brevi e più
sempliciotte, come questa qui… XD
Di
crossover tra Hetalia e le canzoni Disney ce ne sono tantissimi su You Tube, e
sono loro in questo caso la mia fonte d’ispirazione: certi abbinamenti
canzone-personaggio sono proprio azzeccati e stuzzicano parecchio la mia
fantasia sempre iperattiva! Giudicate voi cosa vi sembra di questo abbinamento
che vi propongo ^__^
Buona
lettura!
PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!
Casa
di Russia era parecchio grande, quindi per tenerla pulita e in ordine non si
restava mai con le mani in mano. I tre baltici, per la fortuna del padrone di
casa, erano dei lavoratori parecchio efficienti, e ognuno svolgeva i propri
compiti con tanta premura… Che forse non ti aspetteresti da persone con un
datore di lavoro tanto… difficile… Ma chissà, forse non era solo semplice zelo
personale il loro, forse dopo tanto tempo erano arrivati ad affezionarsi un po’
anche ad Ivan, anche se le sue momentanee crisi da << Non vedo l’ora che il mondo sia tutt’uno con
me >> avrebbero messo a dura prova chiunque!
Quel
giorno, Lettonia stava spolverando i mobili nel soggiorno; Estonia si occupava
dello studio, come metteva bene in ordine cartelle e fascicoli lui non ci
riusciva nessuno; Lituania infine era quello di cui Russia si fidava più, come
dimostrava la chiave dell’armadietto della vodka che custodiva al collo quando
lui era fuori per impegni, e quindi si occupava di simili incarichi importanti,
come smistare la posta in arrivo.
Mentre
gettava nel caminetto la pubblicità di un negozio di condizionatori, e una
lettera di Polonia in cui chiedeva a Russia di smetterla di spalare la neve nel
suo giardino, Toris guardò l’orologio: “Russia è via da molto ormai.”
“Dov’è
che è andato?” –domandò Eduard, finendo di mettere in ordine alfabetico i
soprammobili lungo la libreria.
“So
che oggi aveva un incontro di lavoro con Cina; ci stanno mettendo parecchio
comunque.”
La testolina di Ravis si affacciò nello studio: “Ragazzi, è una mia impressione
o il signor Russia ci mette sempre parecchio tempo ogni volta si incontra con
Cina?”
“Tu dici?” –fece Estonia, raddrizzando un quadro, e inclinando il ritratto di
un certo vecchio capo coi baffoni non molto simpatico…- “Beh, Russia e Cina si
sa che vanno molto d’accordo.”
Lettonia
ridacchiò: “Io credo sia soprattutto Russia ad << andare d’accordo >> con Cina, non so se mi spiego! Ih ih!”
“Dai,
non vorrai mica dire che…”
“Non
ti sei accorto che quando deve incontrarci con Cina sta prima dieci minuti
davanti lo specchio a riaggiustarsi la sciarpa, come se la volesse perfetta?
Non lo fa con nessun altro! Ditemi voi ora, ih ih!”
Estonia
sorrise a sua volta, e anche Lituania ci pensò su: forse avevano solo molto di
cui discutere visto che erano in rapporti molto stretti, non voleva dire per
forza che Russia avesse un qualche altro motivo per incontrarsi così spesso con
Cina.
D’altra
parte, se la posta di Polonia finiva quasi sempre nel camino, quella di Cina
aveva il suo spazioso cassetto personale!
Decidendo
di prendersi una pausa, i tre tornarono nel salone. Lituania volle affacciarsi
un attimo alla finestra…
“Ehi,
guardate! Ecco Russia! E c’è anche Cina con lui.”
Estonia,
e Lettonia in punta di piedi, incollarono il volto dietro il vetro, osservando
i due arrivare lungo la strada e imboccare il vialetto per la porta d’ingresso.
“Mhmm…”
–aguzzò la vista Estonia- “Sembrano di buon umore.”
“E
Russia ha addosso il suo cappotto migliore.” –notò Lettonia.
“E
quando è con lui sembra sempre un po’ nervoso, vero?” –ammiccò Lituania-
“Chissà, Lettonia, magari hai ragione tu.”
“Incredibile,
vederlo così… Quindi anche Russia ha un cuore!” –commentò l’occhialuto.
“A
quanto pare…”
“Sssh!
Sono dietro la porta, vediamo se riusciamo a sentire che dicono!”
“Sai,
Russia, per essere stato un incontro formale lo hai reso davvero piacevole! La
visita al cremlino è stata parecchio interessante, e grazie per i piroghi che
mi hai offerto, erano davvero buoni-aru!”
“Oh,
non c’è di che… Quindi…”
–mormorò con un buffo tono un po’ stentato-
“Ti sei
divertito?”
“Ai-ya!
Scherzi?” –col suo viso pulito e dai lineamenti poco marcati ogni volta
sorrideva Cina trasmetteva una gentilezza e una luce che erano a dir poco stordenti
per l’enorme Ivan, almeno ai suoi occhi- “Vorrei potermi rilassare così ogni
volta che devo incontrare per affari qualche altra nazione: sono stato
veramente bene!”
Yao
era ignaro dell’effetto che le sue parole e la sua espressione felice avevano
sull’altro, che peraltro era palese agli spianti occhietti dei tre baltici,
colpiti e divertiti dal colore che aveva assunto la faccia di Russia!
“Oh,
bene! Se tu sei stato bene allora… Ehm, sto bene anch’io, no?”
Nascostamente,
Ivan si diede un pizzico: va bene non avere molta esperienza ed essere timidi,
ma almeno poteva uscirsene con qualcosa di meglio!
Cina
però non riusciva a immaginare il perché Russia avesse cercato in tutti i modi
di trasformare il loro incontro d’agenda in quello che era un appuntamento
bello e buono; quindi, a differenza di lui, non sentiva quella strana
sensazione di poter stare lì e voler stare ancora lì, anche senza fare o dirsi
nulla, il più a lungo possibile. Era stato bello vero, ma adesso era finito,
quindi meglio togliere il disturbo.
“Aru!
Direi che è ora che torni a casa! Stammi bene, Russia!”
“V-vai via?”
“Oh?
Mi sono scordato qualcosa?”
Ivan
si morse la lingua: “N-no, puoi andare se vuoi… Beh, certo che vuoi, abbiamo
finito quindi… Ehm… Prego…”
Lituania,
Estonia e Lettonia, che da dentro avevano letto chiaramente il suo pensiero di
tirarsi un pugno da solo sulla zucca, scossero il capo.
Malgrado
l’incertezza però, era riuscito a far tornare Cina almeno un attimo sui suoi
passi, e questi prese ad osservarlo in viso, dicendosi che magari doveva
chiedersi il perché di quella strana espressione, e del nervosismo che sembrava
celarsi dietro di essa.
“Ai-ya…
Non ti ho salutato bene forse?” –tentò lui- “Che scortese scusa! Com’è che vi
salutate voi in Russia?”
Ivan
per un attimo fu tentato di dirgli dei tre baci sulle guance, ma ci ripensò.
“Beh,
in effetti non è molto carino andarsene così all’improvviso, specie dopo che mi
hai fatto passare una giornata così piacevole. Ti farò un regalo per
ringraziarti!”
“Ma
non è necessario!” –ribattè l’altro, non aspettandosi di vedersi offrire il
pupazzetto di Shinatty-chan che portava legato dietro la schiena.
“Prendilo
tu-aru!”
“M-ma
e tu?”
“Io ne ho tanti a casa-aru! Tu invece non hai ancora una Shinatty-chan, vero?”
“Beh, no…”
“Allora ti regalo questa! Così quando la incroci in giro per casa ti ricordi
del tuo amico Cina, ih ih!”
Russia
osservò un po’ la gattina, e poi le strizzò con le dita le guance, provandone
la morbidezza. Era pur sempre un regalo di Cina, il primo regalo fattogli da
Cina, gli sottolineo una vocina nella testa.
Sorrise
e carezzò quella capoccetta bianca: “Grazie allora! Sarà un piacere ricordarmi
di te!”
Cina
rise alla sua battuta, ancora una volta ignaro.
“Ciao
Russia, stammi bene!”
“Ciao Cina… Stammi bene anche tu…”
Non
entrò subito, aspettò che si allontanasse lui per primo, seguendolo con gli
occhi. Cina si girò un attimo e vedendosi osservato salutò di nuovo; Russia
allora, arrossendo per essere stato beccato, mosse la manina del pupazzo per
salutarlo di nuovo, decidendosi a rientrare con un sospiro.
Appena
entrato, poggiò Shinatty-chan su un mobiletto del corridoio.
“Eccolo!”
“Uh?”
I tre baltici sbucarono di corsa dal soggiorno e lo attorniarono come cagnolini
che hanno annusato una stuzzicante polpetta nella tasca del padrone appena
tornato: volevano a tutti i costi costringerlo a tirarla fuori!
“Dunque,
è stata una piacevole passeggiata?” –chiese Lituania, facendo intuire dal tono
che conosceva già la risposta.
“Cina
sembrava davvero colpito!” –si congratulò Ravis il tremolante.
“Eh
eh eh, molto bravo signor Russia!” –azzardò una pacchetta Estonia.
“Non
è carino origliare!” –protestò lui entrando in soggiorno e sperando di
lasciarseli dietro, ma quei tre avevano praticamente deciso di incollarglisi
addosso.
“Diteci,
vi piace molto?”
Russia
incrociò le braccia pensando di mettere le cose in chiaro: “Ma guarda che mi
tocca sentire! Vi ricordo che era un’uscita di lavoro voluta dai nostri
superiori.”
Su
suggerimento suo…
“E
di cosa avete discusso?” –lo punzecchiò Lituania.
“…
Top secret…” –guardò altrove Ivan.
Estonia
si aggiustò gli occhiali: “Uscita di lavoro… Forse per Cina lo era, ma per lei
era qualcosa in più, giusto?”
“Perché
non gli chiede di uscire sul serio la prossima volta? Un
appuntamento-appuntamento stavolta!” –suggerì Toris.
“Chiedergli
di uscire? Appuntamento-appuntamento?! Ma siete fuori di testa?!”
“Perché
no? È quello che si fa quando una persona ci piace!”
“S-se
mi permette signor Russia…” –fece dal basso Lettonia- “Io sarei molto contento
se lei e Cina vi metteste insieme! Così magari avrà meno tempo per spaventarci
e tormentarci!”
Quello
si che sarebbe stato molto positivo!
“Eh
eh eh, dicono che stare con qualcuno renda più felici, più belli e più in
salute!” –fece Estonia con aria da professore.
“Non
ti avevo mai visto pensare a qualcun altro in questi termini, Russia! Sono
davvero contento!” –seguì Lituania.
Sbuffando,
gli scagliò contro un’occhiataccia che lo zittì momentaneamente. Allungò una
mano, chiedendo indietro la chiave e con essa tirò fuori da un mobile bottiglia
e bicchierino.
Lituania
si mise sulla difensiva: “Non faccia così, siamo sinceri! Non la stiamo
prendendo in giro.”
“Vero!
Lei è la dimostrazione che l’amore arriva proprio per tutti!”
Ivan
posò la bottiglia e si voltò: ne sparavano di così grosse che aveva perso
persino la voglia di bere.
“Oh,
basta adesso! State andando troppo oltre, tutti e tre!”
I
baltici ricambiarono con delle facce da gatto: “Allora almeno ammette che le
piace Cina?”
“…
Sigh!”
“YEEE!”
–saltellarono quelli, contenti di aver riportato almeno mezza vittoria.
Russia
lasciò cascare le braccia: “Sentite voialtri, capisco che la cosa vi abbia
sovraeccitato, ma non illudiamoci inutilmente. Mi piace, e allora? Tanto la
cosa è senza futuro.”
“Lei è troppo pessimista…” –si rattristarono i tre.
“Invece
ho ragione…” –a testa bassa, si affacciò alla stessa finestra da cui l’avevano
spiato i baltici fino a poco prima- “Ci sarà un motivo se sembra così strano
pensare a me con qualcuno, no? Io sono grosso e spaventoso, lui è piccolo e con
quel faccino innocente… Lui è rispettato per la sua saggezza millenaria, la sua
cucina, i suoi pupazzi, io sono temuto a vista e la mia aura è così malvagia
che distrugge le sedie malvagie… Non starà mai con me.”
Lituania
allora si fece avanti con più energia: “Ma se prima ha detto chiaro e tondo che
è stato bene con te! Questo non dimostra che avete qualche speranza?”
“Si,
è vero, sprizzate malvagità da ogni poro, ma questo non vuol dire che…”
“Lettonia, lasci parlare me per favore?” –domandarono lui e il suo gocciolone
dietro la testa…
“Ecco…”
“Non
ti abbattere, Russia! Se vuoi puoi essere un bel tipo gentile che può piacere a
Cina! Non darti per vinto!”
Un
bel pensiero spalancò gli occhi di Russia per un secondo, prima che si
rioffuscassero.
“Credete
sul serio che l’amore arriverà anche per me?”
Con
un sorriso rassegnato, si girò alla finestra.
Ogniqualvolta io
Guardo fuori di qui
Vedo nazioni passeggiar…
Svezia
e Finlandia erano lì fuori, sul marciapiedi chiazzato di neve, che portavano a
spasso Hanatamago: Finlandia stava dicendo qualcosa, mentre Svezia restava
apparentemente impassibile. Quando Finlandia gli si strinse al braccio però,
anche lui dischiuse un piccolo sorriso, che suscitò la stessa reazione in
Russia.
Sembrano avvolte da un tepore
E il gelo non le può
sfiorar...
I
baltici emisero un lungo sospiro all’unisono: Russia cantava insospettabilmente
bene!
Ma
il tono della canzone, così l’espressione di chi la cantava, divennero da lì in
poi più aspri.
Ma quel calore io so
Che mai lo sentirò…
Né proverò l’amore mai
In questa fredda terra mia
Il cuore mio dovrà gelar…
Estonia
si punzecchiò gli angoli degli occhi con un fazzolettino.
Ma all’improvviso un angelo è
venuto a me!
Mi ha dato un micio ed è
fuggito via…
Lettonia
tornò di corsa dal corridoio, porgendogli il pupazzo di Shinatty-chan,
guardando il quale, Russia proseguì il suo canto, che si levava ora più alto e
sognante.
E ora m’illudo che
Possa pensare a me
Sarò anche freddo e mostro io
Ma intorno a me sembra ci sia
E
chiuse degnamente con un lungo acuto, cristallino come la sua gioia.
Un bel calor che non va
viaaa!
Naturalmente
l’applauso fu scrosciante!
“Bravo!
Bravo!” –fece Estonia sventolando il fazzolettino.
“Grazie,
mille, ragazzi. Spero che sia tutto vero.”
“Lo speriamo anche noi.”
A
quanto pareva Russia ce l’aveva sul serio un cuore, ed era bello vedere come quella
fantastica emozione che è l’amore era in grado di avere presa proprio su tutti.
Era riuscito persino a trasformare Ivan in un tenero e innamorato cantante; i
tre speravano sul serio che il suo sogno potesse avverarsi, e magari renderlo
una nazione migliore, più aperta, più dolce.
“Bene,
e adesso…”
L’istante
successivo, il suo volto era di nuovo sformato nel suo ombroso e sadico ghigno,
e la malvagità aveva ripreso a sprizzare!
“TORNATE SUBITO A LAVORO, LAVATIVI! E NON PROVATE MAI PIÙ A FARMI DA CUPIDI!
KOLKOLKOL!”
“EEEEEEEK! SU-SUBITO!”
Così
in salone dei tre non restarono che le nuvolette di polvere smosse dalla loro
precipitosa fuga!
“Eh
eh eh!” –rise Russia.
Poi,
come avesse pigiato un interruttore, interruppe la modalità malvagia. Non gli
andava che altri ficcassero il naso nei suoi affari privati: era tanto timido e
sensibile lui!
Però
al contempo li ringraziava: se anche alla fine si sarebbe rivelata tutta
un’illusione, almeno per il momento poteva godersi quel bel momento per fantasticare
un po’.
Lasciò
perdere il bicchiere di vodka rimasto mezzo pieno sul comodino e preferì
sedersi sulla sua poltrona, con Shinatty-chan tra le sue braccia.
Restò
lì a riposare un po’, carezzando quel pupazzo come avrebbe voluto fare con
Cina.
Il
riscaldamento era spento, ma la “coperta” che sentiva addosso era sufficiente.
Forse
questo Russia-Quasimodo potrebbe essere un po’ esagerato, ma sicuramente i tre
baltici erano tagliati per il ruolo di gargoyle! XD
Adoro
quel film X3 È uno dei miei classici Disney preferiti!
Dai
Russia, che forse ce la farai sul serio con Cina con una canzone bella come
questa… e con la malvagità sotto chiave! XD
Chiudo con un bonus per voi lettori!
Ecco
qui un video, da me realizzato e postato su you tube, basato sulla stessa idea
di questa fanfiction (ho usato la versione in russo della canzone per far
sembrare sia proprio Russia a cantarla, spero vi piaccia! ^__^) >>> http://www.youtube.com/watch?v=pUSMMe7ffJ4
Alla
prossima (se volete fatemi sapere anche del video nei commenti ^__^)!
PS:
GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!