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Autore: SmartieMiz    28/01/2013    3 recensioni
Trentasei sono i ragazzi, i W.A.R.B.L.E.R.S., che sono riusciti a sfuggire al terribile regime della Dalton Academy, spaventoso riformatorio infestato da fantasmi e demoni.
Sei di loro, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Nick Duval, Jeff Sterling, Blaine Anderson e Trent Nixon, sono gli unici Warblers ad essere dotati di poteri sovrannaturali.
Sebastian può vedere i demoni.
Thad può parlare con i morti.
Nick e Jeff possono prevedere il futuro, il primo tramite i sogni, il secondo mediante visioni.
Blaine può percepire i fantasmi.
Trent può spostare gli oggetti con la forza del pensiero.
È la particolarità di ognuno a renderlo unico e vulnerabile.
I demoni non si sono dimenticati di loro.
Ecco a voi il sequel di “Welcome to Dalton Academy, Sebastian Smythe”.
Sebastian, addolorato, contemplò il suo ragazzo morente: le labbra incurvate in un’espressione di dolore, gli occhi vitrei, le lacrime amare che bagnavano il suo volto.
«Non piangere, Sebastian…», gli sussurrò il ragazzo con fatica.
«Non… non posso averti davvero fatto del male», mormorò l’altro singhiozzando: «È tutta colpa mia… sono un mostro!».
«Non è colpa tua… è sua».
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Welcome to the hell, W.A.R.B.L.E.R.S.'
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16 – Presentimento

Trent cercava invano di calmare Sebastian.
«Tranquillo… ora Thad è nelle mani dei medici»
«Tranquillo?! L’ho ucciso!», mormorò l’altro singhiozzando.
«Non è colpa tua», Trent gli mise una mano sulla spalla: «Mi ha capito, Sebastian? È colpa di David Karofksy, l’ha fatto apposta per farti avere i tormenti di qualcosa che in realtà non volevi fare. Chiaro?».
Sebastian non rispose. Si limitò a nascondere il proprio volto con le mani e a piangere sommessamente.
 
Erano stati momentaneamente chiusi nelle segrete della Dalton.
In tutti quegli anni, nessuno studente era mai andato in prigione.
I ragazzi si erano illusi: credevano di essere sfuggiti al regime della Dalton.
E invece stava rinascendo, più terribile di prima.
Cadde un silenzio angosciante. Nessuno aveva la forza né la voglia di dire qualcosa.
«Vorrei tanto sapere come sta Thad», fu Nick a rompere il silenzio.
«Speriamo riesca a cavarsela…», concordò Jeff preoccupato.
 
«Quindi, in un certo senso, è stato tuo padre a farci tornare in vita?», chiese il signor Fulton stupito.
«Sì. Era il capo dei demoni ed è morto. In questo modo ha spezzato la maledizione e sì, in un certo senso dovete essergli tutti grati», rispose Peter secco.
«Infatti lo saremo con te. Ammiriamo il sacrificio di tuo padre», rispose la professoressa Crane.
«Non si è sacrificato. È stato ucciso».
«Da chi?», domandò Fulton.
«Da Sebastian Smythe», rispose Peter deciso.
La professoressa Crane lo guardò incredulo: «Il francese?».
«Sì, il francesino», rispose Peter sprezzante.
«Non è possibile… chiunque, ma non lui», parlò la Crane sorpresa: «Duval e Harwood, forse, ma non il signor Smythe…».
«È stato Sebastian Smythe, mi creda», protestò Peter.
«Che cosa vuole che facciamo per vendicare il torto subito, signor Kingson?», gli chiese il preside Fulton serio.
«Oh, niente. Me la vedo io», rispose Peter risoluto.
 
Quinn era in pensiero per Trent e per tutti gli altri.
«Tranquilla, amica mia, si sistemerà tutto», cercò di rassicurarla Wes.
La ragazza annuì leggermente. Ad un tratto un gruppo di sconosciuti spalancò le porte della villa e Quinn li guardò scandalizzata.
«C-che cosa volete?», Wes, confuso e anche sdegnato, riconobbe in loro alcuni docenti della Dalton.
«Siamo venuti per salvarvi», rispose sprezzante un uomo, poi si rivolse a tutti i ragazzi: «Se ci seguite senza crearci problemi, non sarete sanzionati atrocemente».
Wes lo guardò indignato: «Scordatelo».
«Che modi, signor Montgomery!», commentò una donna accigliata.
«Allora? Nessuno vuole seguirci?», li sfidò l’uomo.
Flint Wilson, un Warbler, si avvicinò ai docenti.
«Flint?», fece David Thompson sconvolto da quel gesto.
A Flint si unirono altri Warblers.
«Davvero fareste questo?! Non dovete aver paura! Non fatevi sottomettere!», disse loro Wes.
«Sarà peggio se non ci arrendiamo…», cercò di spiegargli Nicholas Hudson pieno di buonsenso.
«Sebastian, Thad e gli altri non avrebbero mai fatto questo. Questo vi sembra il modo di ringraziarli?», disse loro Wes autoritario.
«Mi dispiace, Wes, ma non vogliamo rischiare», parlò Flint.
«Credete pure alle quattro frottole che vi raccontano?!», protestò Wes sbalordito.
«Signor Montgomery, faccia poche storie e venga con noi», tagliò corto un professore.
«No», rispose David al posto suo: «Mai».
«Questo lo vedremo, signor Thompson».
 
«Signor Smythe», lo richiamò il medico.
Sebastian si alzò in piedi di scatto: «Come sta?».
«È in coma», rivelò l’uomo freddo.
Sebastian sentì il mondo crollargli addosso. Trent spalancò gli occhi.
«Ne è sicuro?», chiese scioccamente il francese.
«Sì».
«Si riprenderà?», chiese infine Trent.
«Abbiamo medicato tutte le sue ferite, ma la situazione ci sembra abbastanza grave. Faremo di tutto, signor Smythe», cercò di tranquillizzarlo il medico.
«P-posso vederlo?», singhiozzò Sebastian disperato.
«Certamente», rispose il medico.
«Trent, vuoi venire?», gli chiese gentilmente il francese tra una lacrima e l’altra.
Trent pensò fosse meglio lasciarlo da solo: «Non preoccuparti… verrò dopo».  
Sebastian annuì debolmente e seguì il medico. Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Lo vide, bellissimo come sempre e spaventosamente pallido. Sebastian si inginocchiò e gli prese la mano gelida con estrema delicatezza: «Se dovesse finire male, giuro che ti raggiungo».
La voce di Sebastian era improvvisamente diventata seria e decisa.
«Sono un essere infame… non merito di vivere…», continuò il francese.
Thad sbatté leggermente le palpebre e Sebastian credette di trovarsi in un sogno.
«Non dire questo, Sebastian…», sussurrò debolmente l’altro.
«Thad?!», Sebastian sgranò gli occhi scattando in piedi e gli strinse più forte la mano: «Santo Cielo, sei vivo!».
«Non ti libererai facilmente di me, neanche se Karofsky ci prova scaraventandomi contro il vetro», Thad sdrammatizzò la situazione sorridendogli leggermente.
Sebastian, ancora scosso ed agitato, non ci trovò niente di divertente nelle sue parole, ma sapeva che lo faceva per calmarlo e rassicurarlo.
«Thad… credevo non ci fosse nient’altro da fare… credevo di averti perso per sempre», confessò Sebastian continuando a piangere: «Mi sento tremendamente in colpa… è tutta colpa mia, tu stai male a causa mia, tu sei quasi morto a causa mia!».
Thad gli strinse la mano cercando di infondergli un po’ di forza: «Sto bene, Sebastian, e non è affatto colpa tua».
«Capisco se mi odierai e se non vorrai più stare con me. Farai bene, rispetterò qualsiasi scelta tu decida di prendere», disse il francese risoluto.
«Sei folle se pensi questo… ormai non riesco più a pensare ad un’esistenza senza di te», disse l’altro: «Non sono arrabbiato con te, Sebastian. Tu non hai colpe».
Sebastian gli accarezzò leggermente la guancia, come per assicurarsi che tutto quello fosse reale: «Non è possibile… il medico mi ha detto che eri in coma e che la situazione era grave…».
«Non ero in coma… avevo perso conoscenza perché ho avuto un contatto con i miei genitori», spiegò l’altro con un timido sorriso.
«Cosa? Davvero?», gli chiese Sebastian sorpreso.
«Sì… è la seconda volta… mi hanno contattato anche prima nelle segrete», rispose l’altro.
«Thad, ma è una bellissima notizia», ammise Sebastian sincero con un sorriso.
«Mi hanno detto di non perderci mai di coraggio. Dobbiamo tornare alla Dalton, Sebastian. Ho un brutto presentimento…».
«Cos’è successo?».
«Non ne ho idea… dobbiamo soltanto tornare e affrontare la situazione», spiegò Thad.
«Ora non sei nelle condizioni adatte, Thad», protestò Sebastian.
«Spero di riprendermi in fretta perché sono sicuro che gli altri abbiano bisogno di aiuto», rispose l’ispanico: «Ce la faremo, Seb…».
Sebastian annuì leggermente, anche se nessuno dei due sembrava molto convinto di quelle parole. 



Angolo Autrice


Buona settimana a tutti! :)
Ed ecco che Thad si riprende! ♥ :') Non potevo farlo morire!
Prevedo guai fino al collo anche per Wes e David D: E per Sebastian, Thad, Nick e tutti gli altri, ovviamente. D:
Credo che manchi soltanto un capitolo alla fine di questa ff D:, e poi l'ultimo sequel (:
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono, al prossimo capitolo! :D 

   
 
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