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Autore: KatSparda    28/01/2013    0 recensioni
Lei è una ragazza. Lei è finalmente in Corea. Lei stravolgerà, tutto.
Lui è un ragazzo. Lui è da sempre in Corea. Lui non è totalmente d'accordo sullo stravolgere la vita dei suoi coinquilini.
Loro pensano di essere etero. Loro hanno delle ragazze. Loro si accorgono di persone che gli stanno accanto troppo tardi, e capiscono di essere attratti da loro.
Lei è una ragazza. Lei è arrivata troppo tardi. Gli SHINee sono 5, uno, due, due. Lei conoscerà Kai.
Loro sono un gruppo. Loro non c'entrano niente. Noi li mettiamo lo stesso.
Lui è un ragazzino vizziato. Lui è allergico a tutta la frutta tranne che al cocco. Lui è testardo!
Loro sono ossessionati l'uno dall'altro. Loro hanno sempre nuovi tagli di capelli. Loro si completano.
Due italiane, un pollo maniaco, quattro ragazzi che credono di essere etero, sei idols arrivati direttamente dal pianeta MATO, un demente che crede di essere Dio, un gruppo di fama mondiale che ha molti scheletri nell'armadio.
Riusciranno le italiane a cambiare la vita di questi ragazzi?
{JongKey - 2Min - BangZelo - DaeJae - HimUp - GTOP}
{B.A.P - Kai (EXO-K) - Big Bang - (un po' tutti i personaggi principali del K-PoP.}
{Slash - Het}
{Romantico - Sentimentale - Comico - Triste - Fluff}
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shadow.
We are a crazy family!


Seduta all’ultimo posto dell’aereo, se ne stava in disparte la viaggiatrice italiana con gli occhi fissi sul libro che stringeva tra le mani e i pensieri probabilmente altrove, la musica a palla nelle orecchie le stava fracassando i timpani, ma come ho già detto la sua mente era a viaggiare per le strade di Seul.
 
Non era una ragazza sognatrice, anzi, molto rigida e realista, comunque era da tanto che voleva visitare la capitale della Corea del sud e tra poche ore non avrebbe dovuto più raggiungere l’infinito con il pensiero, ma avrebbe dovuto semplicemente percorrere le vere strade di Seul.
 
Avrebbe fatto una tappa, anche se più breve, in corea del Nord ma la meta era ancora un punto di domanda, forse la capitale? O qualche paesino culturoso? Si sarebbe visto più il la, forse.
 
La voce elettronica annunciò ai passeggieri che erano vicino a destinazione, anche se con tutto quel casino che c’era in quell’aereo era difficile sentire cosa dicesse la signorina nell’altra stanza.
 
-Sei arrivata?- Lesse sul messaggio che le aveva mandato pochi secondi prima la sua amica più fidata, non aveva risposto subito, lo avrebbe fatto solo dopo aver posato sul territorio asiatico, a quel punto avrebbe avvertito l’amica.
 
Dopo una, abbastanza lunga, manciata di minuti i passeggeri si diressero tutti verso l’uscita senza un minimo di contegno, Federica, sbuffò annoiata e aspettò che tutti potessero scendere per poi passare indisturbata e senza essere spinta, cosa che la innervosiva e la infastidiva come niente.
 
Scesi gli scalini, con lo zaino Converse in spalla, un’ondata accecante di luce le perforò la vista, se vogliamo metterla così, tanto da abbagliarla così forte che per pochi secondi non ci vide più, e sul punto di imprecare qualcuno le sfiorò la spalla. “Do you speak English, lady?”
 
Yah, why?
 
“Le devo chiedere di allontanarsi, signorina.”
 
Oh.. yah, I’m sorry.” Quando i loro sguardi furono lontani, gonfiò le guance e sbuffò pesantemente, non ce l’aveva con quel ragazzo dagli occhi a mandorla, i capelli neri e i tratti forti, solo che non le andava a genio che qualcuno potesse, anche se non direttamente, rimproverarla.
 
Fece una lunga corsa verso la porta trasparente che la separava dall’interno e cercò di raggiungere la folla che si era allontanata mentre seguiva la guida. Ah, al diavolo. Hanno fatto finta di dimenticarmi? Stupidi coreani. Va bene che sono silenziosa, ma voi non siete gentili di natura? Pensò irritata mentre rimetteva sulla spalla lo zaino che continuava a cadere innervosendola ulteriormente.
 
Raggiunto il gruppo, fu come se non fosse successo niente. Il fatto che fosse silenziosa.. beh, la rendeva un ombra, e non la consideravano, se vogliamo metterla così.
 
“Tra pochi minuti entreremo.” Disse la signorina in blu, indicando la porta d’avanti a se.
 
Entrati, ovviamente tutti ammassati lasciando per ultima Federica, sparirono nel nulla, anche se avesse memorizzato i volti dei passeggeri, sicuramente non ne avrebbe visto nessuno: tutti erano andati per la loro strada.
 
Abbassò le palpebre e distese il viso. Seul era li, si sarebbe goduta le sue vacanze in meritato riposo, forse non troppo.. però pensare in positivo, anche se le veniva abbastanza difficile, era la cosa più importante da fare in quel momento. Nessuno sapeva che sarebbe andata in Corea, nessuno sapeva dove fosse, quando fosse partita, e come avesse fatto.
 
-Sono arrivata.- Digitò velocemente sulla tastiera del Samsung. –Non iniziare a tartassarmi di messaggi, Alice.-
 
-Una si preoccupa per te, e tu? Sei un ingrata.-
 
-Me ne farò una ragione. Ad ogni modo, che dovrei fare adesso?-
 
-Visitare la tua tanto amata capitale?-
 
-Ma va? È solo che non so come raggiungere la strada per l’hotel. Parlo coreano, ma non ricordo come si chiama la via…-
 
-PUAHAHAHAHAHA, GODO! Come si chiama l’hotel? In fondo sono la tua eroaH, quindi ti salverò.-
 
-Sssi.. comunque.. se non mi sbaglio si chiama ‘Cristal’.-
 
Aspettò 5 minuti.
 
-Ma sei scema? Sai quanti posti ci sono chiamati così?!-
 
-No?-
 
-Dovrai chiedere aiuto a qualcuno, non posso salvarti, my lady.-
 
-Sei inutile come il pene degli uccelli.-
 
-L’HO CAPITA! PAUAAHA.-
 
-Non era una battuta.-
 
Vide un ragazzo dai capelli rossi aggirarsi in modo sospetto, nascondendosi dietro le colonne e dietro le piante per non farsi vedere, senza pensare che oltre a quella parte c’era un’altra corsia, anche se in quella corsia.. c’era solo l’italiana.
 
“Amh.. Scusa?” Chiese un po’ rigida, parlando in coreano. “Potresti darmi una.. mano?”
 
Lui si girò di scatto. “N-Non sono chi pensi che tu sia!”
 
“Ok.. chi penso che tu sia?”
 
“Onew, non è ovvio? Non si vede che sono Onew degli SHINee?”
 
“Davvero? Ciao Jinki.” Rispose tutta tranquilla.
 
“Allora mi conoscevi!”
 
“Certo che ti conosco, sono una shawol.”
 
“Amh.. non mi salti addosso?”
 
“Dovrei saltarti addosso?”
 
“Si, dovresti.”
 
“Perché?”
 
“Perché sei una shawol?”
 
“Si, ma io ascolto la vostra musica, non per forza devo sbavare.”
 
“Ma.. stai bene?”
 
“Sto benissimo.”
 
“Mi fai vedere la foto del tuo telefono?”
 
Sfilò il telefono di tasca e gli mostrò lo schermo, molto ampio, del cellulare. “Conosci?”
 
“Chi, L?”
 
“Si, L.”
 
“Certo.. però mi aspettavo ci fosse il tuo bias nel telefono.”
 
Lasciò scivolare il dito sullo schermo per sbloccarlo. “Ho tutti gli SHINee. Comunque il mio bias sei tu.”
 
“Ma.. tu sei strana, lo sai?”
 
“Continui a dirmi che sono strana. Se insisti, Lee Jinki, vuoi prendere me, Federica, come tua legittima sposa per servirmi e amarmi per il resto della tua vita?”
 
“Uno, non è così che si dice, due, non voglio servirti. Dovresti servirmi tu.”
 
“Cos’è questa discriminazione? Io sono molto più maschio di te.”
 
“Pff, stupidaggini. Io sono virile e sexy.”
 
“Non ti facevo così.. ‘Key’.”
 
“Key ha detto che devo recuperare un po’ di autostima.”
 
“Lo stai facendo molto male, Lee Jinki, leader degli SHINee. Ma potresti darmi qualche indicazione?”
 
NOTE: Diciamo che è un rebout o come si scrive di una storia che non è continuata.. mi sembra si chiamasse “tutto per una fanfiction”, diciamo che ho chiesto all’autrice di poter usare il suo personaggio e.. circa la sua storia per continuarla perché lei l’ha.. tolta. Beh, che dire, spero vi piaccia.. e.. i prossimi capitoli saranno più.. consistenti, questo è solo un prologo.

  
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