SB Corner: Buona sera a ogni santo che ha aperto questa fic. Innanzitutto: Grazie per averlo fatto. Non so esattamente cosa sia uscito dalla mia tastiera. Diciamo che non segue un filo logico... Ho semplicemente finito da poco di leggere Saiyuki Gaiden (meraviglioso) ed è venuto fuori questo... “coso”, che oso chiamare fic.

Qualche piccolo avvertimento per TE, caro lettore:

• Le parti in corsivo fanno inizialmente riferimento ad eventi passati.

• Le parti non in corsivo si riferiscono al presente della storia (ovvero quando Tenpo e Kenren hanno quella conversazione poco dopo aver contrattato con Ritoten la fuga nel Mondo Terrestre.)

Detto questo vi lascio alla lettura e vi invito (vi prego) a lasciarmi qualche vostro pensierino negativo e/o positivo.

:3

La

Bellezza di un Istante

I ciliegi fiorivano impazziti. I petali cadevano come gocce di pioggia sul suolo.

E avrebbero continuato a farlo. Per sempre.

Era curioso come qualcosa di così bello potesse essere reso noioso dall'eternità:

E' bello ciò che è fugace. Amiamo ciò che sappiamo potrebbe sfuggirci di mano da un momento all'altro. Proprio come il petalo di un fiore di ciliegio in un giorno di vento. Se ti scappa dalle dita chi lo ferma più?

Lui, là sotto gli alberi, ci passava delle giornate.

Non che al generale Kenren piacesse particolarmente quella fioritura continua ed estenuante. No. Anzi, piuttosto pensava di averci fatto l'abitudine. Era stato reso cieco da tutta quell'eterna magnificenza.

Faceva caso solamente alla lentezza con cui trascorrevano le giornate in quell'infernale paradiso.

Adesso però stava finendo tutto.

Barricato in quel palazzo guardava i ciliegi dall'esterno: li vedeva perdere i petali, come avevano sempre fatto. Loro erano completamente indifferenti a tutto il caos che stava sconvolgendo il Mondo Celeste.

Adesso il tempo cominciava a prendere forma, ad avere un peso che sembrava gravare sulle sue spalle e su quelle dei suoi tre compagni.

Adesso sapeva che tutto avrebbe presto avuto una fine. Lui compreso.

-Qualche rimpianto?-

La voce di Tenpo gli arrivò alle orecchie lontana ed indifferente come i ciliegi, delicata come i fiori che si posavano al suolo.

Quel giorno qualcosa era cambiato.

Non sapeva dire con esattezza cosa. Semplicemente si era smossa una lancetta in quell'enorme orologio qual'era il Mondo Celeste, e le giornate avevano cominciato a muoversi un po'.

Quel giorno aveva conosciuto Tenpo.

Quel giorno aveva capito che effettivamente ci si può sentire vivi solo se si è a conoscenza di dover finire prima o poi.

Adesso aveva capito.

Aveva capito cos'è che era cambiato quando aveva conosciuto Tenpo.

Egli gli aveva trasmesso la passione per la fine e l'indifferenza per l'eterno.

Si, perché quell'uomo era terribilmente disinteressato dall'eternità e terribilmente innamorato della Fine. E adesso anche Kenren capiva come potesse essere affascinante la fugacità.

Ciò che è fugace è unico e desiderabile.

Guardando quei ciliegi Kenren proprio non ci riusciva a provare rimpianto. Erano l'emblema dell'eternità.

-Mi stai forse chiedendo di pentirmi?-

L'arrivo di Goku, la conoscenza di Konzen (Ah! Che uomo annoiato quello lì!) e tutti i fatti che lo avevano portato a barricarsi in un palazzo, prendendo in ostaggio Ryuuo del Mare dell'ovest, suo superiore e a cercare di contrattare con Ritoten un qualche modo per farli uscire dal Mondo Celeste lo avevano fatto sentire vivo.

Dopo che aveva conosciuto Tenpo aveva finalmente capito che amare qualcuno significava amare la fine. E lui l'amava con tutto se stesso.

Il concetto di libertà non era poter vivere in eterno e fare ciò che si vuole, per sempre. No. Assolutamente no. Tutti coloro che lo pensavano erano degli inetti.

Lui voleva essere libero di finire. Quella era la vera libertà.

Guardò un attimo Tenpo, incorniciato dal cielo terso.

Anche lui sapeva che tra non molto sarebbe giunta la fine.

Qualunque cosa ci fosse tra loro era meravigliosa in quanto destinata ad appassire tra le spire dell'infinito, liberando da quel lurido concetto poche altre anime.

-No. Ovviamente so che non lo farai-

Tenpo rise, per poi alzare piano un dito.

-Guarda i ciliegi. Stanno sfiorendo. Brutto segno qui, no?-

Si. Quello era un brutto presagio. Eppure...

-Tu hai dei pentimenti?-

Chiese Kenren, ignorando le parole dell'altro.

La faccia di Tenpo si fece improvvisamente seria e allo stesso tempo spensierata. Scosse lentamente il capo.

-Liberi di fiorire. Liberi di appassire-

Quelle parole furono pronunciate con una naturalezza disarmante.

Quasi come fossero petali di ciliegio che cadevano al suolo da una vita.

Nessuno le aveva mai notate, eppure c'erano sempre state.

Quell'istante meraviglioso volò via dalle mani di Kenren fugacemente.

Proprio come avrebbe fatto un petalo di fiore in una giornata ventosa.

Non sarebbe più tornato indietro.

E mentre cominciava a vivere davvero,

il generale Kenren dell'armata dell'est, capì che finalmente era arrivata

la Fine.