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Autore: laragazzache_amascrivere    29/01/2013    1 recensioni
Non restava più niente del piccolo, squallido e triste vecchio Distretto 12. Ma non restava più niente nemmeno della sua infanzia, della sua adolescenza, il posto dov'era cresciuto, maturato, fatto uomo. Il posto che gli aveva insegnato, ad ogni modo, a vivere. Per un attimo sentì quasi le gambe cedere. Dov'era finito ciò che era stato di quel posto? Dov'era finito quel che era stato di lui? Daphne notò l'improvviso sbiancamento del marito, e lo prese per un braccio. Gale sembrò ricordarsi solo allora di lei e Dot. Sorrise, e avanzò, portandosi dietro moglie e figlia. Ma era disorientato. Da che parte doveva andare per raggiungere la sua famiglia? Daphne stava giusto per chiedergli se si fosse perso, quando una voce li chiamò. O meglio, chiamò Gale. Lui non conosceva quella voce, o forse erano solo troppi anni che non la sentiva.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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*Spazio autrice*

Salve a tutti. Prima di iniziare a leggere vorrei rubarvi poche righe per dirvi che,se aveste letto al storia pochi giorni fa,avreste notato che era scritta in prima persona,mentre adesso l'ho passata in terza persona. Questa modifica mi è stata necessaria perchè,andando avanti con il racconto,aggiungerò dei capitoli in cui il personaggio di Daphne non è presente,pur sempre rimanendo la protagonista. Detto questo,vi auguro buona lettura.

 

 

Daphne si alzò a fatica dal letto,e nel momento stesso in cui guardò fuori dalla finestra,seppe che quella sarebbe stata una giornata alquanto stressante. Il cielo era oscurato da una cappa pesante di nuvole,e gocce lievi di pioggia martellavano insistenti sui tetti delle case. Questo rendeva le strade fangose e scivolose,più di quanto non lo fossero già in giornate normali. Si lavò e si vestì con la tenuta da lavoro,che per essere una divisa,non era per niente sgradevole,e scese al piano inferiore. Nel camino ardeva già un bel fuoco,segno che Sheila doveva essersi svegliata molto prima di lei. La trovò infatti in cucina,alle prese con la colazione:biascicò un "buongiorno"poco convinto,visto che dubitava fortemente della bontà di quella giornata. Sheila,come sempre di buonumore,si aprì in un sorriso smagliante.

-Allora,oggi ti assegnano un nuovo compagno,non è così?-chiese,versandole nella tazza del latto caldo con il miele. Questo bastò a far rabbuiare Daphne. Come aveva potuto dimenticarsene? Quel giorno le avrebbero presentato un nuovo collega. Da quando lavorava alla Fabbrica(così si chiamava il posto dove passava le sue giornate) aveva sempre avuto come partner Cristhine,una donna sulla trentina,simpatica e gioviale. Due settimane prima,però,Cristhine aveva deciso di sposarsi,e di fare la vita della perfetta casalinga. Si era quindi licenziata,e adesso l'avrebbero sostituita 'con qualcuno di più qualificato',queste erano state le parole di Martin,il suo supervisore. Ma se c'era una cosa che Daphne odiava più della pioggia e del fango,era avere a che fare con persone estranee che non conosceva minimamente. Si sentiva subito a disagio,non sapeva cosa dire per fare conversazione,e il più delle volte non ricordava neanche il nome della persona con cui stava parlando. Purtroppo,però,doveva tacere,e rassegnarsi,perchè se si fosse lamentata l'avrebbero licenziata su due piedi,e quella era una cosa che lei non voleva assolutamente. Portare del denaro a casa era l'unica cosa che la facesse sntire ben accetta,lì dentro. La guerra aveva portato molti cambiamenti,nella sua vita,tra cui anche la perdita dei suoi genitori. Erano due tagliapietre,lì nel Distretto 2,e la loro condizione non era delle migliori. I ribelli continuavano a invitarli a far parte della resistenza,ma loro avevano sempre rifiutato,a causa di uno dei fratelli maggiori di Daphne,Loder,che era un pacificatore nelle truppe di Capitol City. Se loro avessero accettato le proposte dei ribelli,Capitol City avrebbe ucciso il loro figlio,e loro di certo non desideravano una cosa del genere. Quello che però non sapevano,era che Loder era già morto,in un bombardamento nel Distretto 8. Quando la notizia era giunta fino a loro,non avevano esitato,e si erano presentati dal capo dei ribelli la mattina dopo. Li avevano ingaggiati come spie,per entrare nell'Osso e raccogliere quante più informazioni possibili,riguardo a ciò che il governo stava architettando per sconfiggerli. La fortuna,però,non era stata affatto dalla loro parte,perchè,proprio quella mattina,delle bombe si erano abbattute sulla motagna,facendo franare i suoi fianchi,e quella che poco prima era il luogo di una missione,era diventata la loro tomba. Erano rimasti solo Daphne e Caio,il suo fratello maggiore. Lui aveva aiutato i ribelli a prendersi il Distretto,e il giorno dopo,tutto era finito. Le truppe di Capitol City si erano rititrate,il distretti era libero,e Caio non sarebbe partito per la guerra. Il resto lo avevano fatto gli altri:gli altri si erano assicurati che Snow crollasse una volta per tutte,gli altri si erano preoccupati di come organizzare un nuovo governo. Lei e suo fratello erano rimasti lì,a cercare di ricostruire la loro vita,senza Hunger Games e senza guerra. Era questa la cosa più difficile,in effetti; riprendere i cocci della propria vita e cercare di unirli di nuovo. Andare avanti,proseguire,senza quelle persone che per lei erano stati i suoi unici punti di riferimento. Caio si era sposato all'incirca due mesi prima,con Sheila,e secondo lui sua sorella avrebbe dovuto almeno finire gli studi,ma non c'era stato verso di convincerla. Un'altra cosa che detestava,era fare la bambolina di casa. Era stata con le mani in mano per tanto di quel tempo,che non poteva più continuare così. Daphne salutò Sheila,ed uscì. Le strade erano piene di fanghiglia,impossibile evitarla. Arrivava fin sopra le caviglie,sporcando tutte le scarpe. Quando arrivò alla Fabbrica lasciò un sacco di pedate qua e là,e fu rimproverata dall'addetto alle pulizie. Lo ignorò,e proseguì il suo tragitto fino al reparto in cui lavorava;era un grande stanzone,spazioso e luminoso,pieno di tavoli e disegni. Lì si occupavano di progettare case,moderne e confortevoli,ma anche altre cose,che potevano andare dalle armi a i pezzi più pregiati dell'arredamento. Tutto sommato,era divertente. Un' uomo sulla cinquantina,con i capelli brizzolati e un paio di occhialetti dorati sul naso,le fece cenno di avvicinarsi; era Martin,il capo-settore.

-Buongiorno Daphne.-la salutò.

-Buongiorno Martin.-rispose lei,educata.

-Ho una buona notizia per te.-disse il capo,mentre un sorriso compiaciuto gli increspava le labbra.Daphne si incuriosì,ma aspettò che parlasse lui per primo.

-Oggi ti postano in nuovo settore!-annuciò.Daphne rimase interdetta. Un'altro settore?Ma che combinavano?

-Dove?-chiese.

-In realtà,non è un vero e proprio settore. Il tuo compito sarà molto semplice:dovrai disegnare i modelli che ti descriverà il tuo nuovo partner.

-Il mio nuovo partner? E chi sarebbe?-chiese,di nuovo in preda all'ansia. Gli occhi di Martin guizzarono dalla porta a lei.

-Meglio conoscerlo direttamente,non ti pare?-le disse,facendo l'occhiolino. Le fece cenno di seguirlo,e la guidò fino alla porta principale del settore.

-Ecco,Daphne,lui è il tuo nuovo collega!-esclamò.-E' una persona molto importante.

Si fece da parte,e finalmente lei potè vedere la persona tanto attesa. Il fiato le si mozzò in gola. Era un ragazzo,di circa un anno più grande di lei. Le braccia magre e muscolose,sotto la maglietta,ochhi grigi e il viso ovale e perfetto. Le rivolse un sorriso disarmante,che la fece arrossire e portare gli occhi a terra. Poi le porse una mano,che lei trovò calda e forte:

-Gale Hawthorne.-si presentò. Lei sorrise timidamente.

-Daphne Mirage.- Alzò lo sguardo da terra,e in quel momento fece un errore madornale,un errore per cui mai ci sarebbe stato rimedio: incrociò i suoi occhi,quegli occhi che erano una trappola. Una trappola vivente per qualsiasi essere umano di genere femminile sensibile alla sua bellezza.

 

 

  
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