Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Ofelia20    29/01/2013    5 recensioni
E se Emma dovesse dividere un appartamento con tre uomini? E se questi tre uomini fossero August, Jefferson e Kilian?
One-Shot basata sulla prima puntata del telefilm "New Girl" (ma può essere letta anche se non lo si conosce)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: August W. Booth/ Pinocchio, Emma Swan, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Nonsense, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Negli horror c'è sempre. C'è sempre una ragazza che dice: Oh mio Dio, nello scantinato c'è qualcuno ora scendo a vedere che succede in reggiseno e mutandine e senza accendere la luce e tu pensi, qual è il tuo problema?* Poi una musica incalzante, il buio, urla, uno bello schizzo di sangue invade lo schermo e tanti cari saluti alla ragazza in intimo. Bè la mia vita è così!”

Emma Swan se ne stava seduta su un divanetto di pelle marrone che odorava di dopobarba e popcorn bruciati a raccontare con una delle metafore che le venivano spesso in mente la mattina mentre si lavava i denti la sua vita a due completi sconosciuti, che seduti sulla poltrona di fronte la guardavano senza saper bene cosa rispondere.

Mhm” il ragazzo dai capelli neri decise per primo di smorzare quel soffocante imbarazzo che si era creato nella stanza, ma impiegò diversi secondo a trovare qualcosa da dire.

 “Non ci siamo ancora presentati. Io sono August.” Optò per la scoperta del nome di quella ragazza così strana che adesso occupava la sua adorata poltrona, quella su cui tutti i venerdì sera quando tutti erano andati a dormire, con il portatile sulle ginocchia per lavorare.

“Già, io sono Emma Swan!” la donna strinse calorosamente la mano dell’uomo soffermandosi un istante sui suoi brillanti occhi blu, poi si rivolse all’altro. L’uomo non aveva ancora avuto il coraggio di dire una parola, se ne stava ancora con la bocca semiaperta, gli occhi verdi socchiusi a cercare di capire il significato  delle parole di Emma. La mano della donna lo sciolse dall’intricato nodo dei suoi pensieri e ricambiando la stretta decise di presentarsi:

“Io sono Jefferson!”

Tra i tre piombò di nuovo il silenzio. Gli occhi di Emma passavano in rassegna prima il volto di August poi quello di Jefferson, mentre il primo si fissava la punta delle scarpe cercando di trovare qualcosa da dire e gli occhi dell’altro si erano rivolti verso la finestra.

“Allora… Sei interessata all’appartamento giusto?” fu di nuovo August a parlare per primo.

“Certo, sono qui per questo!” rispose la donna sorridendo.

“Bene! Dai pure un’occhiata alla casa e …” la invitò gentilmente l’uomo facendole cenno di seguirlo verso le camere così da mostrargliele.

“Siete tutti uomini qui, giusto?” chiese Emma mentre osservava la cucina.

“Si” rispose l’altro accigliandosi.

“Bè quando ho letto il vostro annuncio su internet avrei scommesso che fosse stato scritto da una donna…” la donna si affrettò a spiegare il motivo della sua domanda.

“Ehi ho scritto io quell’annuncio!” esclamò piccato August.

“Saranno state le parole che hai usato a farmi pensare male. Come “la luce traspare delle ampie finestre” oppure “le pareti dell’appartamento sono state dipinte di un tenue color beige ce riscalda l’ambiente”  Emma era piuttosto divertita dalla reazione dell’uomo.

“Si dà il caso che io sia uno scrittore, quindi ho voluto usare parole piuttosto forbite” August cominciò a darsi delle arie e persino il suo tono di voce si fece più rigido e formale. Jefferson, che era rimasto sul divano senza dire una parola, roteò platealmente gli occhi, sapeva che quando il suo coinquilino iniziava a vantarsi portava avanti quella farsa per molto molto tempo; ed in un certo senso era divertito dall’osservazione di Emma, in effetti, pensò, quell’articolo era eccessivo.

“Metto su un po’ di tè.” Annunciò poi alzandosi dal divano stiracchiandosi per poi dirigersi pigramente in cucina ed afferrare la teiera rossa dal ripiano. “Ne vuoi un po’ Emma?” chiese gentilmente alla donna mentre cominciava a riempirla d’acqua.

“Certo grazie!” annuì la ragazza mentre entrava nel corridoio che portava alle camere da letto.

“Jefferson fa il migliore tè che io abbia mai bevuto” si intromise August, riconoscendo stranamente all’amico un pregio. “Ma tornando al discorso di prima, come ti ho già detto, io sono uno scrittore e..”

“Uno scrittore?! Wow forte! E di quale genere ti occupi di preciso?”lo interruppe curiosa la ragazza mentre affacciava la testa in quella che sembrava una camera vuota, se avesse deciso di trasferirsi lì sarebbe diventata la sua.

“Scrivo libri per bambini. Mi sto occupando di una raccolta di fiabe che spero di riuscire a pubblicare per la fine dell’anno.” Rispose fiero l’uomo mentre la donna tratteneva a stento le risate, stando alle parole e alle arie che si dava l’uomo, si aspettava qualcosa di più delle favole.

Continuarono il loro viaggio nelle camere da letto, fino a quando arrivarono all’ultima, quella che sembrava essere la più grande. Emma appoggiò la mano sulla maniglia ma prontamente August la fermò.

È meglio non entrare in questa stanza!”

“Perché?” chiese la donna con un’espressione mista tra lo spaventato ed il curioso. Si vedeva già come in uno di quei telefilm in cui un gruppo di serial killer tiene delle donne segregate in una stanza della loro casa per torturarle a morte.

“Questa è la camera del nostro terzo coinquilino e, credimi,  lui è un tipo un po’ strano, potremmo trovare di tutto nella sua stanza.” Cercò di spiegarle mentre la donna velocemente si allontanava dalla porta per attraversare il corridoio e tornare in cucina.

“Ma dov’è adesso?” Domandò poi curiosa.

“Maledizione a lui! Giuro che subirà la mia vendetta! Maledetto!” un violento imprecare seguito dallo sbattere violento del portone rispose alla domanda di Emma, il terzo coinquilino aveva appena fatto ritorno.

“Oh mio Dio! Cosa ti è successo?” Jefferson fu il primo a vedere l’uomo rientrare a casa e strabuzzando gli occhi stupito gli si avvicinò per osservarlo meglio.

“Cosa mi è successo? E me lo chiedi pure? Un disastro ecco cosa è successo!” sbraitò l’altro mentre cercava in tutti i modi di sbottonare i bottoni del capotto che indossava.

“Ma si può sapere cos’hai da urlare tanto? Abbiamo degli…” anche August era entrato nella stanza seguito dalla donna che senza ancora aver capito bene la situazione rimase nascosta dietro di lui. Ma appena visto l’uomo da vicino le parole gli morirono sulle labbra “Ma cosa diavolo hai fatto?”

“Ti prego August non i ci mettere anche tu adesso! La mia vita è già diventata un inferno senza le vostre domanda stupide. Non si vede cosa mi è successo? La mia mano sinistra è dannatamente fratturata!” il tono della sua voce divenne sempre più alto mentre, arrendendosi con il cappotto, si sedette su uno degli sgabelli della cucina.

“Stai calmo! Ma possiamo sapere come è successo?” domandò ancora in tono calmo Jefferson.

“È stata tutta colpa di Gold, l’uomo di cui vi ho già parlato. Non so per quale dannato motivo ce l’ha con me! Ed è stato a causa sua che mi sono fratturato la mano. Scommetto l’altra mano che l’ha fatto apposta!” spiegò cercando di calmarsi, ma il solo pensare a quell’uomo lo riportò su tutte le furie.

“Bè io forse un’idea del perché ce l’ha con te ce l’avrei… Ti ha sorpreso a letto con una moglie!” disse ironico August.

“Ma è successo tanto tempo fa! E poi di certo questo non vale la mia mano! Poi mi ha chiesto anche scusa, ha finto persino di essere dispiaciuto. Lacrime di coccodrillo sono le sue, ecco cosa sono.”rispose battendo il pugno, quello della mano buona, sul bancone della cucina.

“Suvvia non possiamo accusarlo senza delle prove. Tranquillo la tua mano guarirà in fretta…” cercò di tirargli su il morale Jefferson.

“Hai idea di quanto stupido sia quello che stai dicendo? La frattura che quel idiota mi ha provocato, perché sono certo che l’abbia fatto apposta non ho bisogno di prove, si chiama frattura scomposta per compressione. E sai quanto tempo ci vuole perché le ossa tornino al loro posto? Quattro mesi se sarò fortunato! Altrimenti dovranno intervenire chirurgicamente e non è neanche sicuro che la mano ritornerà come prima!”  l’uomo guardò la sua mano ingessata con rabbia e maledì per l’ennesima volta il suo datore di lavoro causa del suo incidente.

Persino Emma che era rimasta in disparte a guardare la scena si lasciò scappare dalla bocca un sibilo immaginando il dolore che si provava nel fratturarsi la mano, e in quel momento tutti e tre si ricordarono o si accorsero della presenza della donna.

“Lei è Emma, è venuta qui per l’annuncio. Vorrebbe venire ad abitare qui con noi!” la presentò Jefferson mentre estraeva delle tazze dalla credenza.

“Emma, perdonami.” Esordì il ragazzo che sembrava essersi completamente dimenticato del suo infortunio “Ma nessuno mi ha detto che saresti venuta oggi” aggiunse avvicinandosi prima di lanciare un’occhiata in cagnesco agli altri due uomini. “Mi presento, sono Kilian Jones” così dicendo le prese gentilmente la mano e con fare teatrale le lascio un leggero bacio sul dorso. La donna rimase colpita ma allo stesso tempo anche divertita da quel gesto così inaspettato.

“Quindi adesso hai conosciuto tutti gli inquilini di questa casa.  Cosa ne pensi?” si intromise come al solito August avvicinando ai due.

“Posso parlarvi un attimo in privato ragazzi!” Kilian parlò prima che Emma potesse rispondere ed ancora più velocemente condusse gli altri due uomini in bagno chiudendosi la porta alle spalle. La donna rimase per un po’ ad osservare meglio il salotto, ma poi vinta dalla curiosità si avvicinò alla porta per origliare.

“August, non avevi detto che avresti scritto sull’annuncio che la nostra offerta era valida solo per gli uomini?” domandò un accigliato Kilian.

“Certo che l’ho fatto!” si difese, per quanto poco fosse possibile l’altro.

“No non l’hai fatto! Ma ci avevi detto di si!” lo accusò garbatamente Jefferson.

“Certo che non l’ha fatto. È un bugiardo patologico!” commentò caustico l’altro alzando anche la mano fratturata.

“Ragazzi lo so che non siamo abituati ad avere una donna in casa ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a pagare l’affitto e lei è l’unica che ha risposto all’annuncio!” spiegò leggermente affranto August.

“Sei fortunato solo perché è carina! E accetto di dividere la casa con lei. Tu cosa ne pensi Jefferson?”

“Per me va bene, mi abituerò a vivere con una donna”

Emma aveva ascoltato tutta la conversazione e sebbene avesse già deciso di trasferirsi in quella casa, dato che era l’unica che poteva permettersi e che la teneva abbastanza lontana dal suo passato, non riuscì a trattenere una gridolino di felicità nel sentire che i suoi ormai “nuovi coinquilini” l’avevo accettata. Sentendola i tre uomini aprirono la porta e la osservarono sorridere felice senza parlare.

“Vi assicuro che non ve ne pentirete! Allora quando posso iniziare a portare le mie cose?”

 

 

Buonasera a tutti! Ho scritto questa pazzia un po’ di mesi fa e questa sera mi sono convinta a pubblicarla. Adoro questo telefilm e adoro tutti e quattro questi personaggi! E davvero non so con chi shippare Emma, così ho scritto questa cosa in cui non escludo nessuno! ^_^

È scritto sulla falsa riga del primo episodio del telefilm “New Girl” (altro telefilm che adoro).

Bene spero che vi sia piaciuta, magari se la trovate una cosa carina potrei scriverci un long oppure una raccolta di One-Shot. Bacii a tutti e grazie per avermi letta fin qui! <3

*La frase fin qui è completamente ripresa dalla prima frase che Jess dice nella 1x1 di “New Girl”

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Ofelia20