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Autore: bewant    29/01/2013    1 recensioni
L’universo è proprio infinito come tutti dicono? Il Big Bang è stato un evento naturale? Forse non proprio tutto quello che è stato scritto nei libri di storia è ciò che è veramente accaduto. I protagonisti di questa storia scopriranno, loro malgrado, che la verità è un’altra. Vicende accadute nel lontano passato determineranno il futuro e la stessa sopravvivenza dell’intera razza umana. Potenti personaggi alieni cercheranno di modificare il passato della nostra civiltà per determinare un futuro diverso. Al centro di questi eventi “apocalittici” ci sono delle normali persone che si troveranno coinvolte, a loro insaputa, in vicende che andranno al di là della loro comprensione e del loro controllo.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Dove tutto ha inizio

 

Stava volando nell’alto dei cieli come faceva tutti i giorni da quando suo padre era morto e le aveva lasciato quella triste eredità.

Per anni aveva sperato che le cose sarebbero migliorate e Ramil sarebbe presto tornato a essere quello che era ma ormai la speranza era morta, morta come presto sarebbe morto Ramil se non avesse fatto niente per impedirlo. Lei aveva studiato, aveva letto tutto quello che c’era da leggere e aveva viaggiato. Ora sapeva cosa fare. Gli altri avevano sbagliato ed era ora di fermarli una volta per tutte. Sapeva che il suo intervento avrebbe procurato dolore e sofferenza anche a chi non aveva nulla a che fare con lei, con Ramil o con gli altri, ma era assolutamente necessario agire perché in caso contrario molti di più avrebbero sofferto.

 

Guardava il suo mondo, dall’alto sembrava così piccolo e remoto, da migliaia di anni era stato “fermato” come fosse una  vecchia fotografia fatta per ricordare un lieto evento e come una vecchia fotografia, ora stava ingiallendo e si stava consumando inesorabilmente. Era giunto il momento  che i colori tornassero a essere vividi. Era ora che la vita tornasse a scorrere.

 

E lei sapeva come fare.

 

***

 

Ora

 

Due persone, un uomo e una donna, probabilmente fidanzati, visto che lei lo bacia sul collo con precisione svizzera ogni 28 secondi.

I due sono seduti di fronte a me su un treno diretto chissà dove. Stanno programmando la loro vacanza a Cuba. Li osservo e li ascolto cercando di capire ciò che dicono e quale sarà il loro programma.

Ma perché mi interesso alla loro storia?

Sono qui seduto dentro un vagone di un treno di cui non conosco la destinazione ne il motivo per cui ci sono salito e invece di pensare, di ricordare e capire,  mi concentro su due estranei che non mi sono neanche simpatici. In fondo sono solo due figuranti che mi hanno incrociato e che non rivedrò più. Due comparse di cui non saprò più nulla e di cui mi dimenticherò. Invece sono qui a perdere tempo a chiedermi cosa staranno pensando di me, anche se probabilmente per loro non esisto neanche, non mi hanno mai dedicato uno sguardo, nulla.

La stessa cosa vale con gli altri strani personaggi del treno.

Si, sono strani perché oggi mi sembra tutto strano, tutto allucinante.

Le persone mi appaiono alienate, almeno, molto più del solito e anche io oggi sono diverso.

Cerco di guardare il mio riflesso nel finestrino e non riesco a vedermi.

Vedo i due “cubani”, quelli si, ma io non ci sono, proprio non riesco a vedermi.

Non è che sono diventato un vampiro, uno di quelli che non si riflettono negli specchi e che vanno in giro sempre con la bocca sporca di sangue fino a quando qualche animo gentile non glielo fa notare. No, io riesco a vedere una persona normale seduta dove sono seduto io ma non mi riconosco. Quello li non sono io. Nello specchio, cioè nel finestrino vedo uno sconosciuto.

Insomma, diciamoci la verità, sto impazzendo o sto perdendo la memoria. Mi rendo conto di non ricordarmi più le cose. Magari fra un attimo non saprò più neanche parlare e per comunicare dovrò fare dei versi simili a quelli di una scimmia e così via, fino a quando diventerò un vegetale inutile e scomodo, buono solo a concimare un campo di grano.

Via Pat, non esagerare, sarà solo un problema momentaneo. La mia parte ottimistica sta venendo fuori finalmente.

Allora … per tornare ai fatti concreti lasciando perdere le stupidate, che per quelle c’è sempre tempo, io non so perché sono qui, non mi riconosco e non ricordo neanche come mi chiamo.

Questi sono i fatti e non c’è da stare allegri, ma, magari fosse solo questo il mio problema.

Prima è passato il controllore per controllare i biglietti. Sembra assurdo sottolineare che un controllore possa controllare biglietti ma una delle cose che ancora ricordo è che i controllori su questo treno non controllano mai i biglietti, se ne stanno nel locomotore a chiacchierare tra loro. Tornando ai fatti, mi sono messo a cercarlo, il biglietto intendo, non il controllore, anche perché mi era venuto in mente che leggendolo avrei potuto capire quale fosse la mia destinazione (sono proprio un rimbambito).

Ho guardato ovunque ma chiaramente il biglietto non l’ho trovato o non l’ho mai avuto (tanto i controllori non passano mai).

Ero già pronto a una bella discussione anche perchè cercando il biglietto mi sono accorto di non avere neanche i soldi, carte di credito, assegni. Neanche un misero documento che possa dimostrare la mia identità.

Il bigliettaio mi ha semplicemente ignorato, come se non ci fossi,  come se fossi un fantasma.

 

 

 

Questi ricordi, queste immagini, pensieri e parole continuano a tornarmi in mente come se rivedessi il film di ciò che è accaduto.

In un primo tempo cercavo di evitare di ricordare quei momenti spiacevoli ma ora ho capito che solo rivivendo quei tragici attimi potrò capire e cercare  di trovare un indizio che mi permetta di comprendere perché tutto questo è accaduto e soprattutto il modo di venirne fuori.

 

Ho detto che ho perso la memoria, beh, non è proprio così altrimenti non riuscirei neanche a parlare con me stesso usando le regole grammaticali che ho imparato a scuola . Inoltre ricordo dei volti, di bambini o ragazzi e di una donna. So che sono importanti per me ma nulla di più. Forse dovrei concentrarmi su di loro per ricostruire l’intera vicenda.

Ma, un momento, i fidanzati dove sono finiti?  Davanti a me ci sono solo due posti vuoti. Non li ho scendere dal treno.

Anche  gli alienati sono nettamente diminuiti, qualcuno è ancora presente ma molti di meno rispetto a 5 minuti fa.

Cosa succede?

Adesso mi alzo e vado a parlare con il controllore,  gli dico che sto male, che non ricordo nulla. Si bella idea.  Se mi ricoverano in ospedale,  qualche parente o amico lo verrà a sapere e l’incubo potrà finalmente terminare.

 

Ho passato tre vagoni ma del controllore nessuna traccia.  Ho visto solo poca gente.

Ho chiesto ad una signora anziana se avesse visto il bigliettaio/controllore e lei, dopo avermi guardato per almeno un minuto, si è girata verso il finestrino e ha continuato a fissare quello che stava guardando prima del mio arrivo: il buio.

Proseguo la ricerca, un’altra porta divisoria tra vagoni.

La apro, dietro il nulla e soprattutto un silenzio che fa male. Mi giro per tornare nel mio adorato vagone ma non c’è più. Buio, silenzio e caos nella testa. Adesso ho paura e i brividi scuotono il mio corpo. Sono impazzito?  Nulla … Silenzio … buio.

 

 

 

***

 

 

La luce si stava affievolendo sempre più ma Glos era come sempre restio a rientrare.

Passava la maggior parte del tempo all’aperto ad osservare le creature di Madre Natura. Da loro continuava ad apprendere, ad ampliare sempre di più le sua già notevole conoscenza delle cose. I Nyrcos  gli facevano sempre compagnia. I, o le Nyrcos, erano creature affascinanti, degli esseri notevolmente piccoli rispetto a lui ma molto eleganti. Glos, pur frequentando quegli esseri da lungo tempo,  continuava ad esserne affascinato sia per la loro intelligenza collettiva, sia per le loro qualità individuali. Con loro discuteva di qualunque argomento e spesso arrivava alla conclusione che Madre Natura aveva dotato quelle creature di qualità superiori a qualsiasi creatura dell’universo.

 

Glos era un uomo imponente, di altezza superiore la media, spalle larghe e mani grosse come badili. La sua barba grigia, scendeva fluente a coprire parte del suo ampio petto. I suoi occhi erano chiari e denotavano una grande intelligenza.

 

Aba si avvicinò a Glos da dietro volando in maniera sublime, lui si accorse subito che qualcosa non andava a causa dell’improvviso silenzio di tutti i Nyrcos presenti. Grazie alla loro intelligenza collettiva erano già informati di quello che Aba era venuta a riferire a Glos.

 

– Glos, la Matrice si sta modificando in maniera anomala, vai subito a controllare, ti prego. –

 

Glos non perse tempo a rispondere e si recò immediatamente all’interno della Sala della Matrice. Gli bastò un’occhiata per capire cosa intendeva dire Aba.

 

 – Madre Natura perdonami. Quello che dall’inizio dei tempi temevo è accaduto. Tutto è perduto. –

 

Cadde al suolo e le lacrime presero a scorrere copiose sulle ampie guance.

Aba lo osservava in rispettoso silenzio e sembrava attendere che il Dominus si fosse ripreso, invece la sua mente era già in collegamento con una mente molto più grande, quella dei Nyrcos, per cercare,  grazie alla collettività, una soluzione per risolvere la gravissima situazione che si era creata.

 

– Glos, – disse Aba. – devi mandare un Filius a sistemare le cose, immediatamente,  prima che tutto diventi irreversibile. –

 

 

– Ho già fatto questo errore in passato, più volte purtroppo. E’ grazie a uno di questi errori  che ora siamo in questa situazione. Non lo farò di nuovo! –

 

 

Aba lo guardò intensamente, poi riprese a parlare.

 

 

–  L’errore lo hai fatto, su questo non ci possono essere dubbi, ora però, il fatto di non cercare di rimediare, sarebbe un errore ancora più grave, un’offesa alla stessa Madre Natura! –

 

 

Glos impallidì a quelle parole e dopo qualche istante la sua voce fece tremare le pareti.

 

 

–  Marvin! – gridò Ho di nuovo bisogno dei tuoi servigi. –

  
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