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Autore: Nilsson    29/01/2013    1 recensioni
Una ragazza di diciott'anni, ha sempre affrontato ogni mietitura senza paura, in totale indifferenza.
Inosservata e con la testa sulle spalle, nascosta dalla sua caparbietà, non ha mai suscitato l'interesse di nessuno...La sua vita tranquilla verrà completamente ribaltata nel giro di quindici minuti.
Che i Cinquantaduesimi Hunger Games abbiano inizio !
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Mi aspettavo un volontario - 


Qui non si vive così male, a quanto pare siamo fortunati rispetto agli altri distretti.
Fortunati per non aver preso parte alla rivolta? Già sono fuori posto...
Ho diciott'anni compiuti, tra un anno mi sbarazzerò della mia attuale classe e andrò finalmente a lavorare, un solo anno, felicità! Non vedo l'ora di concludere gli studi per non vedere più le solite facce, i soliti sguardi, le solite smorfie. Quegli occhi che a guardali fanno solo paura, non incutono nient'altro, che tristezza. 
Eppure sono tutti miei coetanei, siamo così giovani! Sono coetanei che hanno passato la loro vita tra allenamenti ed armi, coetanei così incomprensibili ai miei occhi...Vengo dal distretto uno, non mi piace uccidere ed amo la musica.
Ed oggi - per me - è l'ultima mietitura; dopo i diciott'anni finiscono le possibilità di ritrovarmi pedina dei loro giochi. 
 
Mia madre mi sveglia con un bacio sulla fronte e mi dice - come ogni anno - "Eleonore, buona fortuna".
Io, mi metto a sedere sul letto sorridendole con fermezza; "E' l'ultima volta" le dico sottovoce per non svegliare Peter,  il mio minuscolo incosciente fratellino biondo di sei anni.
Mi vesto velocemente, con pantaloni scuri larghi e una maglietta sciatta grigia, in testa ho una coda di cavallo nero pece e in faccia due occhi nocciola  impenetrabili...Mi avvio lentamente verso il centro, con mia madre al fianco.
Poi, lei rimane dietro ed io mi metto infila con i miei coetanei che oggi sembrano più felici di ieri. Arrivo dai pacificatori ed offro loro il mio indice con malavoglia, loro lo pungono e me lo premono su un misero foglio, continuo a camminare fino ad arrivare nel mio settore e, una volta lì, mi rifugio nei miei pensieri evitando di ascoltare lo stupido filmato. Rosalie Better, senza troppe scene - nonostante i capelli verdi e la pelle tirata fino alle orecchie - estrae inizialmente il nome maschile: tanto per cambiare, afferma.
Si tratta di uno studente della mia scuola che rifiuta di essere sostituito da uno dei cinque volontari che si offrono al suo posto, pronti a combattere con denti e unghie per tornare a casa da vincitori. Infatti, è già dello stesso genere. Si chiama Benjamin Croft, o almeno mi sembra di aver capito così! 
Tre della nostra moltitudine di vincitori si apprestano ad accoglierlo con entusiasmo, abbracciandolo e complimentandosi con egli per la sua "Fortuna".
Poi viene il nostro turno, il turno di estrarre il tributo femminile, il tributo combattivo femminile del distretto uno. Non mi chiameranno quest'anno come non mi hanno chiamato nei sei anni precedenti e, al contrario delle mie coetanee, sono felice come una Pasqua di questo; un po' come tutte le normali ragazze dal distretto 3 in poi che ogni hanno pregano solo di non essere la pover'anima resa partecipe della carneficina che sono gli Hunger Games. Comunque aspetto la fine della mietitura senza dare molta attenzione al secondo nome che pronuncia la Better; infatti, prima di rendermi conto che è il mio le tocca ripeterlo due volte:
"Eleonore Stenford è il nostro secondo tributo". 
Spiazzata e sconvolta, mi avvicino sempre di più al palco per poi ritrovarmici sopra...Benjamin mi squadra dall'alto in basso e le migliaia di persone di fronte a me mi guardano con diffidenza. Dopo una trentina di secondi realizzo di essere in un distretto favorito ed aspetto il farsi avanti delle volontarie pronte a morire al mio posto, ma il silenzio che segue non viene colmato da nessuna voce stridula e sicura di sé. Ed anche i minuti che seguono confermano la situazione, parteciperò ai giochi.
Rosalie parla; ma io vedo solo gli occhi di mia madre riempirsi di lacrime ed abbandonarsi ad un futuro inevitabile.
  
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