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Autore: The queen of darkness    30/01/2013    4 recensioni
Ricordatevi: gli uomini di plastilina sono ovunque.
Anzi, potreste esserlo voi stessi.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo di plastilina non ha un opinione propria.
Quando gli si fa una domanda, si guarda intorno, aspetta, si modella ai passanti, alle loro idee, prende spunto dai cartelloni pubblicitari; e poi risponde.
Se lo vedete ridere, sappiate che non sta ridendo sul serio, ma lo fa solo perché ridere è normale, e non vuole che quell’orribile barzelletta venga ripetuta ancora.
Se lo vedete chiedere informazioni, sappiate che in realtà quello è un tragitto che fa tutti i giorni, e non ha bisogno di spiegazioni, ma crede che così facendo riuscirà a strappare una chiacchierata da una vita monotona, anche se sa che non succede mai.
Se lo vedete chiedere “Come stai?”, ad un’altra persona, sappiate che non gli interessa sul serio, è solo un modo per essere confuso con tutti gli altri che lo chiedono.
Sappiate che a lui non importa nulla delle vostre mogli, dei vostri figli, dei vostri parenti, di voi.
Lui chiede solo perché chiedere è umano.
Se lo vedete indossare capi scuri, sappiate che lo fa solo per celare la fredda e modellabile plastilina di cui è fatto.
Riuscirete facilmente a metterlo in crisi.
“Fai come vuoi”.
“Tu cosa proponi?”.
L’uomo di plastilina, non avendo nemmeno una vaga idea di ciò che vuole, a quel punto sarebbe completamente spiazzato; guarderebbe intorno, fuggirebbe dal vostro sguardo, prenderebbe tempo.
Naturalmente voi gli chiederete: “Tutto a posto?”. E lui, sollevato da una domanda di cui conosce la risposta, sorriderebbe come sempre ha visto fare e vi di dirà di sì. Il discorso cadrà allora su un’altra parte, e vi dimenticherete della domanda.
Finisce sempre così, con gli uomini di plastilina.
Comunque, se lo vedrete uscire dal suo ufficio, in giacca e cravatta, dopo aver mentito e osservato e copiato, sicuramente salirà sulla sua macchina nel parcheggio a lui riservato.
Tutti gli uomini di plastilina hanno successo nella carriera, perché dicono sempre agli altri quello che vogliono sentirsi dire, sono uomini che non vanno mai a fondo perché non sanno come si fa. Perché non hanno un fondo.
Se la sua ricchezza vi da fastidio, cullatevi nel pensiero che quella vita è vuota: sta salendo su una macchina che non lo soddisfa.
Ne vorrebbe una rossa, che sfiora il suolo e che va più veloce delle altre, ma una comune macchina scura si conforma meglio di una sportiva e luccicante.
Così mette in moto e parte per il suo tragitto abituale (immaginate la meta: casa bianca, steccato verniciato di fresco, giardino curato, moglie bionda con un cardigan rosa confetto, un figlio maschio e una ragazzina).
Ci sarà però un momento nella vita di ogni uomo di plastilina che risulterà devastante.
Piano piano l’asfalto conosciuto in ogni piccola crepa sembrerà per la prima volta troppo banale. La strada davanti ai suoi occhi sempre uguale. La strada dietro di lui troppo poco gratificante.
Perché fingere, dovete sapere, è un’arte faticosa; assorbe chiunque la pratica, ed esso non si accorge che nel frattempo si è del tutto logorato dentro.
E questo accade ad ogni uomo di plastilina.
Quindi, premerà al massimo l’acceleratore come mai aveva fatto, come se si trovasse su una macchina sportiva sul serio, e al primo muro, casa, dirupo, burrone, pozzanghera che sia, le sue mani rimarranno inchiodate al volante, i suoi occhi fissi su quel cambio fatale di tragitto, ancora increduli.
Non preoccupatevi per lui, non sta soffrendo, ha da tempo dimenticato cosa voglia dire.
Siate invece felici.
È la prima e l’ultima volta che un uomo di plastilina scopre finalmente il concetto di senso: quello che sta per fare riempirà di significato tutto quanto.
Mentre cadrà avrà un sorriso unico e quasi emozionato.
Un sorriso che non si può sfoggiare all’altare.
Un sorriso che non si fa davanti ai primi passi dei figli.
Un sorriso che non è adatto  alle promozioni al lavoro.
Un  sorriso che non sboccia sentendosi amati.
Fidatevi, amici miei, non dovete avere paura di ciò che quell’uomo di plastilina sta facendo.
Sarà il primo e l’ultimo atto spontaneo di tutta la sua esistenza.
 
  
  
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