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Autore: The_Silent_Wave    30/01/2013    3 recensioni
CrissColfer ispirata alla serata dei SAG Awards.
Allert: Angst, angst e angst a profusione anche nel finale.
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Chris si avvicinò a lui con cautela come se non volesse rompere le poche sensazioni felici rimaste.
« Per me sei sempre stato di più del ragazzo di Youtube o di Harry Freakin' Potter. »

Gli disse asciugando le lacrime sul volto di Darren con dolcezza, quella che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto. 

« Eri l’artista più talentuoso di tutti, l’artista che era riuscito, per primo, a fare palpitare il mio cuore.»
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'CrissColfer: between fiction and reality '
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Now eccomi con una OS angst CrissColfer.
Oramai io e l’angst siamo una cosa sola; forse non riuscirei a scrivere nulla senza un pizzico di angst.
Avvertimenti per la lettura: non è per i cuori deboli.
Io personalmente coi recenti avvenimenti sono stato investito da tutti i feels CrissColfer, che mi hanno fatto deprimere un bel po’.
So ho riversato tutta la mia depressione in questa OS.
L’ambientazione è la famosa serata dei SAG.
Una mia visione sulla serata.
Una mia visione angst da morire.
Anche il finale lo è: NO happy ending, ma con un piccolo spiraglio.
Enjoy it!
 

Glass Barriers



 
 
 
Ogni cosa ha un inizio e una fine. 

Ma a volte il margine su cui si estendono è così sfocato che non si ricorda l’istante esatto in cui, per la prima volta, hai visto veramente ogni singola sfumatura degli occhi dell’altro o, allo stesso modo, come quelli occhi che prima erano specchi cristallini ora sono diventati barriere di vetro indecifrabili…
 
 
 
Darren osservava attentamente i presentatori quella sera, dopo aver finito lo spettacolo, scendere dalle scalette laterali per sedersi ai primi tavoli. 

Avrebbe fissato qualsiasi cosa per evitare di puntare il suo sguardo davanti a lui, davanti a quella sedia, occupata da Chris Colfer.
Era egoista, lo sapeva bene, ma non poteva vederlo sorridere, sapendo che quel sorriso non l’aveva causato lui, ma bensì Will. 

Ebbene sì: Chris non era solo quella notte, aveva un accompagnatore, un ragazzo, un ragazzo che lo rendeva felice. Darren capiva perfettamente quando Chris era felice, perché un tempo era lui la ragione per cui lo era. 

 
Si bloccò a fissare quella sedia, mentre il suo cervello non poté non ripercorrere i ricordi più belli, i momenti in cui si amavano, in cui non si domandavano del domani, perché frastornati dal travolgente sentimento che ognuno provava verso l’altro.
Il momento in cui, di sorpresa, lo baciò a Dublino.
Il momento in cui fecero l'amore per la prima volta, in cui il cuore di entrambi sembrava per scoppiargli nel petto, il respiro mozzato naturalmente in gola, il respiro che solo l’altro riesce a restituirti. 

Il momento in cui si nascondevano nella roulotte per stare anche solo per poco insieme, lontano da occhi indiscreti.
 
Ma poi tutto cambiò senza che neanche potessero rendersene conto. 

Cambiò troppo in fretta, ma il tempo trascorre troppo in fretta, quando si ama in quel modo.
 
 
Una relazione, di qualunque natura, attraversa sempre mille ostacoli. 
Potrà essere la più semplice o la più complicata, ma chi la intraprende dovrà sempre lottare per la sua sopravvivenza.
 
Darren era conscio di tutte le difficoltà contro le quali lui e Chris avevano dovuto imbattersi, ma in quella frazione di secondo, vendendolo insieme ad un altro, gli sembrò che forse loro due si erano arresi, per davvero.
 
 
Per quanto provasse ad essere allegro davanti alle telecamere, ad ogni finto sorriso dentro di sé moriva, perché il suo mondo si era ormai sgretolato.
Perché la sua anima gemella aveva un altro. 

Perché il loro amore non aveva resistito alle intemperie del mondo.
 
Si voltò, spiegando debolmente le labbra in un ennesimo finto sorriso verso Joey, il suo accompagnatore, nonché migliore amico. 

Paradossalmente quella sera non c’era Mia. 

Quella sera c’era solo Will. 

 

***
 

Darren si alzò bruscamente; talmente era preso dai suoi nebulosi pensieri che non si accorse di aver fatto trasalire Joey con rumore della sedia e non notò neanche che Chris non era al suo posto.
 
 
Percorse con passi sempre più pesanti il corridoio, come se volesse spaccare quel pesante marmo sotto i piedi. 

 
Spinse rabbiosamente la porta del bagno, mantenendo sempre uno sguardo basso da cucciolo bastonato e deluso, tale che non gli permise di vedere chi si trovò davanti. 

 
Non poteva immaginare che si sarebbe imbattuto nella persona che aveva evitato tutta la sera.
 
Appena il suo sguardo incrociò quello di Chris una scossa elettrica attraversò velocemente la sua spina dorsale. 
Sentì internamente una strana sensazione: come se il cuore esanime fosse sprofondato in qualche posto dove non poteva più sentirlo battere.
E l’unica cosa che fu in grado di fare fu un sospiro. 

« Oh…»
 
 
Si morse le labbra prepotentemente, sperando di riacquistare un briciolo di forza, quella che gli sembrava che gli avessero misteriosamente risucchiato.
 
Se un tempo Chris lo faceva sentire vivo, ora alla sua vista moriva.
 
« Scusa, non volevo. Tornerò dopo…» si girò per poi immobilizzarsi di scatto.
 
« Non puoi evitarmi per sempre. »

Chris pronunciò quelle parole quasi con freddezza, che fecero raggelare Darren come una doccia ghiacciata.
 
« Potremmo comportarci come due colleghi. O…non so...anche semplicemente come due amici, perché lo siamo, in fin dei conti. »
 
« Colleghi, amici… Bene. È questo che siamo secondo te? » 

Gli rispose il moro scuotendo la testa con amarezza.
« Lo siamo mai stati, Chris? Non mentirmi. »

Cominciò ad incedere con le domande con un tono che gradualmente diventava sempre più deciso.
 
« Ti prego…non ora. »
 
« Non puoi evitarlo per sempre. » 

Ribatté con fermezza, fissandolo. 


« Siamo mai stati dei semplici colleghi di lavoro? Eh? »

Ora sì che il tono era diventato deciso.
« Siamo mai stati solo amici? »

Avrebbe voluto continuare a parlare, ma qualche -tragica- forza sovrannaturale gli aveva bloccato le corde vocali. 

Si prese un minuto, fece un respiro profondo e continuò.
« Eravamo solo amici quando m’invitasti a cena per la prima volta? 

Eravamo solo colleghi quando ci siamo baciati sul set per la prima volta? Quando tremasti non appena i nostri visi si sfiorarono?

Eravamo solo colleghi quando ti ho baciato a Dublino su quel dannato palco?

Eravamo solo amici quando l’abbiamo fatto nei camerini di notte e ci siamo svegliati sudati l’uno avvinghiato all’altro? 
Non mentirmi: non lo hai mai fatto con me…»
 
 
Già le gote del soprano si erano inumidite dei timidi rivoli di lacrime, che sgorgavano incessantemente dai suoi occhi chiari.
 
« Non l’ho mai fatto con te, perché tu eri il primo a capirlo, quando lo facevo con gli altri, quando mi nascondevo dietro la maschera del ragazzo forte. Hai sempre letto i miei occhi come nessun
 altro sapeva fare.»
 
« Già…» rispose trattenendo le lacrime dalle palpebre. 

« Occhi che ora mi sembrano indecifrabili. »

E lì non poteva fare a meno di piangere. Non poté più trattenersi.
 
« Chi l’avrebbe mai detto che saremmo arrivati a questo? »

Stavolta fu Chris a porgere malinconicamente una domanda, mentre con un fazzoletto si asciugava malamente le lacrime.
 
« Chiunque. »
Rispose di getto spiazzandolo.
 
« Forse siamo stati degli illusi ad intraprendere questa…relazione. »
 
Esitò un attimo, che sembrò un’eternità.
Un attimo carico di silenzio, un silenzio che rombava come un urlo straziante.
 
« Il ragazzo di Youtube con il grande attore di Glee, divertente no? »
Emise una flebile, ma sarcastica, risata.
 
Chris si avvicinò a lui con cautela come se non volesse rompere le poche sensazioni felici rimaste.
 
« Per me sei sempre stato di più del ragazzo di Youtube o di Harry Freakin' Potter. »

Gli disse asciugando le lacrime sul volto di Darren con dolcezza, quella che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto. 

« Eri l’artista più talentuoso di tutti, l’artista che è riuscito, per primo, a fare palpitare il mio cuore. »
 
« Sai –singhiozzò- credevo che avessi visto qualche video su Youtube per farmi contento. Chi si immagina che eri davvero un mio fan. »

« Beffardo il destino, non trovi? »
 
« Ci ha fatto innamorare…»
 
« E poi ci vuole divisi. »

« È così ingiusto. »

Costatò il moro scrollando la testa, mentre il pianto, invece di smettere, sembrò aumentare.
 
« Ma è meglio per entrambi, per le nostre carriere, per tutto il resto. Farebbe molto male se…»
 
« Fa già male. » 

I lori sguardi collisero, come un tempo erano soliti fare, solo che adesso quella collisione aveva portato solo distruzione.
 
« Lo so, amore. Fa tremendamente male…» 

Lo consolò Chris, accarezzandogli il volto per rassicurarlo, per poi abbracciarlo.
 

Ma non c’erano nulla che poteva rassicurare Darren in quel momento, neanche il petto di Chris a contatto col suo. Perché sapeva che da quella notte non sarebbe più andato a casa sua, che non l’avrebbe stretto tra le sue braccia, che non avrebbero fatto più l’amore, che non si sarebbe risvegliato al mattino sentendo il suo profumo sulla pelle. 
 
Percepì l’anello-ciondolo, che custodiva solo la camicia -un regalo di Chris a Dublino, dopo la prima volta- comprimergli il torace.
Non se ne separava mai.
 
« Hai ancora l’anello? »


« Non cammino mai senza, dovresti saperlo bene. »

E Chris lo sapeva bene, perché ogni volta che facevano l’amore era lui a sfilarglielo dal collo.
 
Rimase visibilmente shockato: non credeva che Darren lo tenesse gelosamente come un tempo.
 
« Promettimi solo cosa. »

Slegandosi dall’abbraccio, si rivolse a Chris.
 
« Che sarai sempre felice. Non mi interessa con chi, l’importante è che tu sia felice. Perché sarà l’unica che potrà consolarmi, quando guarderò l’anello, quando penserò a te… »
 
« Non farmi piangere ancora. Dai…»

Accennandogli un tenero sorriso.
 
 
Darren si distanziò da lui, diventando freddo ed esordì con la domanda più terrificante di tutte: 

« Con lui...sei felice? »
 
« Ti prego…n-»
 
« Ti ho fatto una domanda. »
Lo interruppe.
Di primo acchito quel tono inflessibile poteva dare l’impressione che fosse una persona forte, ma sapeva a pieno che quella risposta lo avrebbe rotto in un milione pezzi talmente piccoli, che sarebbero stato impossibile rimetterli insieme.
 
« Sì. »

Secca, incisiva, quella risposta tagliava maggiormente della lama più affilata.
 
Darren non poteva stare più in quella stanza o si sarebbe davvero frantumato.
 
Avrebbero voluto entrambi un bacio d’addio, quei baci che riscaldano ogni fibra del corpo.
 
Ma non aveva la forza per respirare la stessa aria di Chris, non poteva più condividere niente con lui o tutti quei ricordi, quelle sensazioni passate lo avrebbero sommerso, lo avrebbero soffocato come solo il passato sa fare.
 
Chris non ebbe il coraggio di trattenerlo, di prenderlo per il braccio- come fece la prima volta che litigarono- per baciarlo. 

Perché ora era tutto diverso. 

Non era un semplice litigio. 

Era la fine.
 

***

 

« Darren, per tutta la serata sei stato strano, c’è qualcosa che non va? » 

Gli domandò Joey, seriamente preoccupato per l’aspetto dell’amico. 

« No, niente, davvero. Saliamo in macchina su, o ci faranno problemi. »

Joey annuì.
Sperava che almeno a casa si sarebbe aperto un po’: lo uccideva vederlo così.
 
Si infilarono di corsa nella macchina.
 
Darren si girò verso il finestrino, costatando che, dopo 5 minuti, ancora la fila di macchine non permetteva loro muoversi. 


Poi notò, girando la testa, che davanti alla sua macchina erano arrivati Chris e Will, insieme.

Probabilmente stavano aspettando un mezzo per poter andare a casa.
 
Chris, dopo una risata e l’altra, cambiò di colpo espressione, quando si accorse di Darren nella macchina e, divenuto serio, in un passo quasi ieratico si approssimò ad essa. 

 
E quando fu abbastanza vicino senza dire una parola- non ne aveva bisogno- mentre Darren rimase attonito, posò delicatamente la mano destra sul finestrino.
Non appena ogni fibra delle dita di Chris aderì col vetro, Darren fece lo stesso. 

Le loro dita, nonostante fossero profondamente diverse, combaciarono alla perfezione come due tessere di un puzzle.
 
 
In quei quattro anni erano stati sempre vicino -fisicamente e spiritualmente- nulla li aveva mai separati.
Si erano amati così tanto. 

Avevano una connessione così profonda, eppure ora non riuscivano più a sentirla, non più come un tempo. 


 
Ora erano vicini -le loro mani erano a pochi millimetri di distanza- ma non lo erano abbastanza per percepire il calore dell’altro permeare da un’epidermide all’altra.
Perché c’era sempre qualcosa a dividerli: da un finestrino a quegli occhi color ghiaccio, barriere impetrabili, un tempo scrigni la cui chiave veniva custodita gelosamente da una persona, che riusciva a scrutarci dentro, a decifrare ogni singola sfumatura.
 
« Ti amerò per sempre…»
Chris mosse solo se le labbra, non avrebbe potuto per mille ragioni far uscire anche solo un filo di voce, anche perché non ne avrebbe avuto la forza.
 
Darren ricambiò con un solo e semplice sussurro. 

« Anche io…»
 
Improvvisamente la macchina partì e Chris dovette staccare quella mano dal quel maledetto finestrino, si dovette staccare da Darren. 

Solo un’impronta indefinita rimase sul vetro, impressa come un marchio a fuoco, incisa con la falce più aguzza come i resti della loro storia nella mente. 

Un’impronta che col tempo avrebbero svanita.
 
La macchina se ne andò moderata nella sua corsa.
Darren osservò la figura Chris, che man mano si sfocava: un po’ per la distanza e il buio, un po’ per le lacrime che gli velavano gli occhi. 

La persona che amava di più stava scomparendo lentamente, proprio come aveva fatto nella sua vita.
Si toccò il petto per allentarsi la camicia, quando sfiorò inavvertitamente l’anello-ciondolo, il loro pegno d’amore.
Avrebbe voluto strapparlo via e gettarlo, ma non poteva, non voleva.
Non avrebbe potuto farlo, perché era l’unica cosa positiva rimasta, l’unico cosa che valesse la pena conservare. 
L’unica cosa che gli bloccasse il pianto.
 
Chris guardava attentamente quella macchina allontanarsi.

Vedeva Darren andare via da lui. 

 
Realizzò, in quei minuti contenenti una vita, che lo aveva amato così tanto, così profondamente e che era sicuro di amarlo ancora.

Ma al contempo realizzò che ormai era finita.
Il loro amore aveva sofferto troppo, dopo tutti colpi ricevuti non era stato più in grado di rialzarsi. Non era morto, si era arenato. 

Chissà se uno giorno si sarebbe rialzato e se quel giorno avrebbe avuto ancora senso scoprirlo.
 

 
 
*
 
 

N/A
Okay, sono un sadico bastardo, ne sono coscio. :(((((
Ma capitemi avevo bisogno di sfogare di tutti i miei feelssssss.
Se siete arrivati sin qui, grazie e complimenti per il coraggio. :’)
Btw se vi fosse piaciuta(?) mi farebbe un piacere immenso una vostra recensione. Insomma sclererò con una vostra recensione, mi farebbe passare anche la depressione da CC * puppy eyes*
Io torno nel mio santuario CrissColfer. Yay.
 
Gaybye! <3

 
 

   
 
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