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Autore: Amelie5397    30/01/2013    1 recensioni
A tutti è capito di chiedere ai genitori "Mamma, papà, come vi siete conosciuti?" Ed anche qui la piccola Elisabeth viene accontentata. Nancy racconta alla figlia dell'amore nato tra i due.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Indietro nel tempo.

Da meno di due ore avevo lasciato la mia amata Firenze ed ero atterrata nella piovosa ed umida Londra che a mio parere è una città meravigliosa. Ero stata trasferita lì per un servizio fotografico, per lanciare la nuova collezione di uno stilista emergente di cui non conoscevo nemmeno il nome e a quanto pare sembra che sia stato proprio lui a cercare di me. Non ero sola, insieme a me vi erano la parrucchiera e la truccatrice, Gemma  e Loris. Ci tengo davvero tanto alla loro collaborazione e mi seguono ovunque.
Alla stazione arrivò un auto che ci portò, prima al nostro albergo per darci una rinfrescata e subito dopo sul set fotografico per incontrare questo stilista. L’autista si fermò davanti ad un enorme palazzo bianco con un altrettanto enorme scritta  “Ross”. Questo nome suonava familiare alle mie orecchie ma ancora non ricordavo bene a cosa potesse essere collegato o quanto meno non ci avevo nemmeno provato a pensarci. Dopo essere entrate si apriva dinnanzi a noi un grande atrio, gente che correva a destra ed a sinistra, sarte che ultimavano alcuni ritocchi negli abiti, altri con fogli in mano e via dicendo…
C’era davvero un grande trambusto. Intanto, percorremmo quel lungo tratto scansando di tanto in tanto qualcuno un po’ frettoloso che non guardava dove metteva i piedi. Si fermò proprio davanti a noi una donna in tailleur nero che ci accolse nel suo studio.
-Lei dev’essere la signorina De la Rose, giusto?- chiese.
-Sì, sono appena arrivata da Firenze. Loro sono la mia parrucchiera e la mia truccatrice.- risposi, presentando le mie amiche e colleghe.
-Bene, vi prego di seguirmi nell’ufficio del signor Ross. Sembra che sia stato lui a scegliervi come indossatrice di punta dei suoi abiti.-
-A quanto pare, mi avevo detto una cosa del genere e sinceramente ne sono rimasta colpita che uno stilista emergente scelga una modella di bassa portata come me, infondo non sono molto famosa nel capo, o quanto meno non ancora.- risi, riferendomi alla mia carriera in piena salita e allo stupore della notizia che mi era stata riferita pochi giorni prima.
-Beh signorina, il signor Ross ha un gusto molto raffinato e credo che ci sia una ragione ben precisa se abbia scelto voi, perché sottovalutarvi così? Non è il caso.-
Arrivammo al piano più alto di quell’immenso palazzo e la donna ci accompagnò all’entrata dell’ufficio di questo stilista. Quando quella porta si aprì spalancai gli occhi e non so davvero come descrivere la sensazione che provai in quel momento. Quello non era il signor Ross, quello era Alexander Ross. Lo incontrai per la prima volta cinque anni fa, in Francia, il mio pese natio. Avevo pressappoco diciotto anni ed ero all’inizio della mia carriera di modella mentre lui, un ventenne Americano, di bell’aspetto  venuto in Francia per affinare le sue tecniche di stilista. Tra di noi era in corso un piccolo flirt, ma nulla di che a causa del poco tempo per frequentarci, tra lavoro e altre situazione che non giovarono alla nostra pseudo-relazione; ci ritrovammo poi sei mesi dopo, io a Firenze e lui credevo fosse tornato in America ma a quanto pare si era fermato in Inghilterra a gestire una sua linea di abbigliamento.
Entrai, ancora un po’ scossa, e mi fermai davanti alla sua scrivania. Aveva sempre stampato sul viso quel suo sorriso malizioso, come se tutto andasse a modo suo.
-Buongiorno signorina De la Rose.- disse, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso di me.
-B-Buongiorno Al—Signor Ross.-
Ok, stavo per chiamarlo per nome, ma guardandolo negli occhi e dire “Signor” mi sembrava davvero ridicolo, ma le persone lì dentro non potevano sapere quindi continuai come se nulla fosse.
-La ringrazio per aver accolto gentilmente la mia richiesta. Giulienne, per favore, porta le due signorine alla loro postazione e spiegagli come funziona qui. Alla signorina De la Rose ci penso io.-
-Certamente! Signore, se volete seguirmi.-
La porta si chiuse e rimanemmo solo io e lui a fissarci come se fossimo due amici di vecchia data che stentavano nel riconoscersi dopo i tanti anni passati. Inizialmente, infatti, credevo che si fosse dimenticato di me e che la storia della scelta della modella fosse stata tutta una coincidenza. Intanto Alexander mi fece accomodare e lui, dall’altra parte della scrivania, continuava a firmare e controllare alcuni documenti.
-Sorpresa?-disse, ghignando con quel suo solito fare da stronzo che purtroppo mia aveva sempre attirato.
-Ah, mi sembrava strano che ti fossi dimenticato di me e che mi avessi scelta per pura coincidenza. Sono difficile da dimenticare, io!- dissi, ridendo appena.
-Ma vedo che nemmeno tu mi hai dimenticato quindi siamo pari, no?-
-E spiegami, come mai mi hai scelta come modella di punta? Potevi avere le ragazze più belle di tutta Londra!- esclamai, la cosa ancora non mi quadrava. Perché io, dopo tutto questo tempo?
-Semplice. Prima di aprire la mia agenzia, avevo deciso che tu saresti stata la mia modella di punta. La tua bellezza non è paragonabile a quella delle più belle londinesi, francesi, tedesche o altre, cherì.-
-Ricordi ancora il francese..-feci finta di non aver sentito tutte quelle belle parole, erano come una cassetta bloccata, tutti a dire le stesse cose.
-Abbastanza. E dimmi, dopo di me, c’è stato qualche altro uomo o c’è..?-
Odiavo queste domandine curiose e soprattutto poste con quel sorrisetto ebete. Però, maledizione, non era cambiato per nulla, sempre lo stesso Alexander. Bello e impossibile! Ma io non ero da meno, o perlomeno non ero una delle solite donnine che gli cadevano ai piedi con un solo sguardo e sicuramente non gliel’avrei data vinta, anche perché sapevo i suoi punti deboli. Uno, per esempio, era la gelosia.
Ricordo perfettamente l’odio che provava ogni qual volta gli dicevo che avevo conosciuto altri uomini. Mi divertivo tantissimo a vederlo rodere.
-Sì Alexander, dopo quel flirt con te, se così si può chiamare, c’è stato Francisco, siamo stati insieme per due anni e ho fatto le cose più belle che una donna possa desiderare, purtroppo però lui dovette partire per l’America e per lavoro ed io dovevo continuare la mia carriera a Firenze, così ci separammo. Comunque preferirei non pensarci e cambiare discorso, per favore.-
Questa fu la risposta che gli diedi, cimentandomi quindi nel ruolo di attrice poiché tutta quella storia era un’invenzione del momento.
-Ok, scusami. Vieni che ti porto sul set.-
Avevo fatto una bella interpretazione della donna disperata per aver abbandonato il suo amato considerando la faccia che aveva fatto Alexander.
-Al, aspetta. Non credevo che saltassi così, non ti credevo così ingenuo. Stavo scherzando, eh.-
Dissi, ridacchiando.
-Ah sì? E tu credi davvero che io ci abbia creduto? Ti ricordo, cherì, che tutto ciò che una donna possa desiderare lo otterrai dal sottoscritto.-
-Vedo che le convinzioni di cinque anni fa sono rimaste intatte.-
-Sempre e comunque!-
Ci avviammo verso il fotografo intento a cercare l’angolazione giusta per scattare la foto alla modella che si trovava di fronte. Alexander si avvicina a lui  e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Il fotografo si diresse in una stanza e ne uscì con in mano una lingerie nera di pizzo, una dei capi disegnati da Alexander.
Sembra che la mia apparizione con indosso quei cosi era stata programmata prima del mio arrivo. Non sembrava per niente una cosa fatta su due piedi. Andai nel camerino e mi cambiai velocemente con quello straccetto che mi copriva si e no i capezzoli e un quarto di sedere. Mi sentivo gli occhi puntati addosso ma quello era il mio lavoro ed il mio dovere. Stilista ordina modella esegue, funzionava così. Il fotografo mi fece alcuni scatti di prova ma subito Alexander mi lanciò un accappatoio per coprirmi e mi disse di rivestirmi e di andare nel suo ufficio. Inizialmente non avevo capito il motivo di quella reazione e decisi di rimanere in lingerie, misi solo l’accappatoio indosso e lo seguì.
-Alex, perché mi hai convocato nel tuo ufficio?-
-Niente, ti volevo dire che tu sarai la modella per gli abiti da giorno, l’intimo non fa per te.-
-Mhh, cosa c’è che non va in me?- Risposi, facendo scivolare l’accappatoio per terra e ritornando alla lingerie nera, ferma dinnanzi a lui.
-Cosa c’è che non ti piace?-
Il suo volto aveva preso un’espressione sconcertata, per circa cinque minuti rimase immobile a fissarmi, poi invece con uno scatto prese il cappotto e me lo appoggiò sulle spalle ordinando di coprirmi.
 -Non mi va che il tuo bel culetto appaia in miliardi di riviste, ok? E’ soddisfacente come spiegazione?-
-E la professionalità dov’è? Non hai voce in capitolo riguardo la mia persona, ok?-
Forse ero stata un po’ brusca con lui ma mi aveva fatto incazzare. Non eravamo nessuno l’un per l’altro. Nonostante in questi cinque anni io non avessi avuti altri rapporti poiché il suo pensiero fisso mi torturava il cervello avevo deciso di chiudere la parentesi e ricominciare ed adesso quella scenata non ci stava proprio.
-Perché, mi chiedi? Perché…-
Non ebbi il tempo nemmeno di aprir bocca che vidi il suo volto praticamente incollato al mio. Forse quello che abbiamo avuto in passato non era stato un semplice flirt, come ho cercato di auto-convincermi negli anni. Anche perché dopo quel giorno lo seguì praticamente dappertutto: sfilate, convegni con altri stilisti, ero la sua modella di punta. Ed un giorno poi distruggemmo la camera di un hotel, la stanza 523 precisamente, e poi, nove mesi dopo, è nata la cosa più bella che la vita possa avermi donato.

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-Papà, ed io sono bella come la mamma?-
-Amore, sei mia figlia, una Ross, è ovvio che sei bellissima. Nancy, smettila di raccontare stupidaggini alla bambina e vieni a preparare la cena!-
-La modestia è sempre stata il tuo forte, vero?-



ANGOLO DELL'AUTRICE: Ok, questa è la prima volta che pubblico una storia su EFP. Mi sono praticamente iscritta pochi giorni fa. Questa è una storia che avevo scritto un po' di tempo fa e l'ho rivista adesso per poter vedere cosa la gente ne pensasse. Non sono una cima nella scrittura ma spero che vi piaccia. Grazie mille. :)

  
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