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Autore: GoodnightLynne    31/01/2013    5 recensioni
Se volete dare un'occhiata alla mia fanfiction, fatelo a vostro rischio e pericolo!
In questa fic parlerò della figlia di Ranma e Akane e delle sue (dis)avventure. ♥
[STORIA INTERROTTA (PER ORA!), NON SO QUANDO LA CONTINUERO'.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sala d'aspetto dell'ospedale dove si erano tutti riuniti era deserta, se non fosse stato per la loro presenza ed eccitazione e il continuo schiamazzare di amici e co.

 

Ranma e Akane si erano finalmente sposati e i due padri non potevano che essere strafelicissimi di questo: Akane era incinta, aspettava un piccolo ed innocente Saotome dentro e di questo anche lei era felice.
C'erano proprio tutti: Ukyo, Shampoo, Kuno, Kodachi... e... no, non proprio tutti. Mancava solamente quel ritardatario di Ryoga!

Il corvino col codino camminava avanti e indietro per la sala, molto preoccupato e soprattutto in ansia per sua moglie e per quello che sarebbe stato suo figlio. Non capita certo tutti i giorni di diventare padre, eh!

 

Secondo voi sarà un maschio o una femmina?” disse ingenuamente Kasumi, ridacchiando educatamente.
“Ovvio, sarà un maschio ed assomiglierà anima e corpo al nonno paterno!” esclamò Genma, riferendosi a se stesso, annuendo, braccia conserte e convinto di quello che aveva appena detto; anzi, era più che sicuro.
“E chi ti dice che sarà un maschio, amico mio?” ribatté Soun sarcasticamente, fissando l'amico, che per tutta risposta lo fissò di rimando. Alla fine i due scoppiarono in una grossa e sonora risata, pattandosi le spalle a vicenda. “In qualunque caso questo è il frutto dei nostri sacrifici, amico mio!”

Hai ragione! Siamo stati ripagati per quello che abbiamo fatto per loro in tutti questi anni!” una lacrima di gioia comparve sui loro volti, mentre tra le loro mani libere sventolavano dei piccoli ventagli con su scritto ''felicità''. Sembrava quasi che l'avessero fatto loro il bambino!
Ma in ogni modo, Nabiki aveva già aperto le scommesse sul sesso del pargolo.

Ranma sospirò e si sedette noncurante vicino a Kodachi, che anche sapendo che si era sposato, non mollava la presa dal codinato.
Ukyo e Shampoo avevano smesso di assillarlo, avevano capito l'antifona e non volevano immischiarsi, ora meno di prima dato il ''lieto evento''. (Anche se su Shampoo c'era qualche dubbio...)
La rosa nera, dal suo canto, sembrava più determinata di prima, la cosa l'aveva fatta infuriare, detestare quella sempliciotta di Akane Tendo, che ora poteva vantarsi di aver portato in grembo il figlio del suo adorato Ranma.
Questo non lo sopportava. Era oltraggioso!
Ma non lo dava a vedere, sapeva recitare cosi bene dar far invidia. Cercò di poggiare una mano sulla spalla del corvino col codino, ma egli si alzò subito, raggiungendo il dottore che si stava avvicinando. Aveva un grande sorriso in volto, uno di quelli contagiosi.
Ma Kodachi sbuffò stizzita lo stesso.

Tutta la famiglia Tendo/Saotome raggiunse Ranma e il dottore, con il fiato sospeso. “Ci dica!” esclamarono tutti insieme. Il ragazzo in questione non disse niente, restò impalato ad attendere la risposta del dottore.

L'uomo di mezza età sospirò e si portò le braccia dietro la schiena, annuendo solennemente. “E' una bellissima bambina, congratulazioni.” affermò, aprendo di nuovo quel sorriso contagioso di prima, che stavolta prese tutti i presenti (Tranne Kodachi per ovvi motivi), compreso Ranma, che non vedeva l'ora di rivedere sua moglie e di conoscere la sua bambina.
“Può andare da loro.” disse il dottore, facendo un cenno col capo verso il ragazzo, che non se lo fece ripetere due volte.

Corse a perdifiato ma, alla fine, raggiunse la stanza dove era già stata messa a ricoverare la moglie. La porta era già aperta, ma non se ne curò minimamente e si avvicinò frettolosamente ad Akane, ma senza fare il minimo rumore, per paura che la corvina si svegliasse.
Akane, avendo sentito entrare dei passi aprì gli occhi e spostò lo sguardo sul marito. “Ranma...” gli sorrise e lui fece lo stesso. Poi la ragazza spostò lo sguardo sulla culla affianco a lei, dove stava dormendo la piccola Saotome.

Il corvino s'avvicinò piano, molto piano alla culla, sperando di non spaventare il neonato che c'era al suo interno. Ma non ci fu pericolo: una volta che chinò leggermente la schiena per vederla, notò con gran gioia che la bimba stava dormendo beatamente.
Aveva un faccino cosi paffuto e sereno che il padre si addolcì subito nel vedere quella splendida creatura.

Il codinato avvicinò un dito alla piccola guancia della bambina e con attenzione gliela sfiorò.
La neonata emise un piccolo mugolio e Ranma ritirò subitissimamente la mano. Ora la paura di romperla era salita a dismisura. Però... non riusciva a levarle gli occhi di dosso: Il viso era cicciotto, molto chiara e quei pochi capelli che aveva in testa erano neri.
Gli occhi, purtroppo erano chiusi, quindi, per ora il nuovo padre si sarebbe accontentato.
“Ciao, piccolina... sono papà.” sorrise all'addormentata.
Alzò lo sguardo verso la moglie e aspettò qualche secondo, come se stesse aspettando un consenso da parte sua. Infatti Akane annuì col capo, sorridendo, anche se debolmente.
Allora Ranma riportò lo sguardo sulla culla e con voce decisa disse: “Benvenuta, Tori Saotome.”


_______

16 anni dopo...

La sveglia suonò insistentemente, ma ancora niente. Sembrava che nessuno avesse voglia di spegnere quel frastuono. O semplicemente non ne aveva proprio voglia, o molto più probabilmente aveva cercato di farlo, ma era caduta come una pera cotta sul pavimento.
L'ultima era la risposta esatta!
Infatti, possiamo notare una esile e bassa (molto bassa) figura con la faccia contro il gelido pavimento.
La figura in questione era una ragazza che, non appena si fu alzata, si massaggiò piagnucolando il naso, accompagnato dal dolore del fondoschiena.

La ragazza spostò lo sguardo sulla sveglia e sgranò gli occhi, disperata. “Sarò di nuovo in ritardo, lo sento!!” esclamò forte, alzandosi velocemente poiché doveva sbrigarsi o avrebbero chiuso i cancelli della scuola.

Corse in bagno, si lavò e uscì in men che non si dica, sotto lo sguardo perplesso del proprio padre.

Tori?”

Ma la ragazza non l'aveva sentito e si era barricata nella sua stanza per cambiarsi. Dopo aver messo l'uniforme e aversi sistemato come al suo solito frettoloso e tutto fuorché in modo ordinato, i capelli, uscì dalla stanza e corse al piano di sotto, dove l'aspettava sua madre, che l'accolse con un enorme sorriso.
“Oh, buongiorno Tori! Dormito bene?” domandò la madre, mentre era intenta a preparare la colazione...

Tori, conoscendo la cucina della madre deglutì e prese l'occasione al volo.

“No, scusami tanto mamma! Sarà per un'altra volta, io devo andare!” rispose tutto d'un fiato la figlia che si apprestava ad uscire di casa.
Non appena fu all'entrata di casa, dopo essersi infilata le scarpe, uscì, urlando a gran voce:
“Non preoccuparti! Comprerò qualcosa fuori!” e si volatilizzò.

Akane sospirò
“Avrei dovuto avvertirla che oggi è domenica?” e poi guardò la colazione che aveva preparato con tanto impegno e amore...
“Raaaanmaaa~” chiamò il marito, che stava cercando di svignarsela.
“Siiii, caaara?” il codinato non ne sarebbe uscito illeso, se lo sentiva.

---

Intanto Tori era sulla via per andare a scuola, inciampando ogni tre secondi sui suoi stessi passi.

Tori era una ragazza da una personalità alquanto strana: A volte era solare e gioiosa, a volte antipatica e scontrosa e altre volte impacciata e timida. Il tutto avveniva casualmente, a seconda del momento.
Si, soffriva di doppia personalità, con l'aggiunta di manie di protagonismo.
Ma non era l'unica cosa strana di lei: Aveva la mania di pensare ad alta voce e di accendere fiammiferi quando stava in ansia. Per questo ne portava sempre una piccola scatola con sé!

I capelli corti li portava fino alle spalle e la frangetta era sostenuta da un piccolo elastico rosso, a fontanella.
Preferiva tingersi, per questo da corvina si era ritrovata una simpatica chioma rosea. A lei piaceva, diceva che la faceva sentire ''se stessa''. Gli occhi, invece, erano chiari, proprio come quelli di suo padre.

Arrivò sana e salva davanti alla scuola, ma sfortunatamente per lei, era chiusa.

“PERCHE'!? DITEMI PERCHE'!? Oh, 20 yen... MIEI!”

Si, sarebbe stata una lunga giornata.




 

 

***




 

Note dell'autrice:

 

Spero vi piaccia come “presentazione” del tutto. ùù/ 

  
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