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Autore: GirlOnFire    31/01/2013    1 recensioni
Quinn è in uno di quei moemnti in cui non sa più che fare della sua vita, l'unica cosa che la tiene in vita è lei, ma ha paura di perderla e così le scrive una mail.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutto si sgretola prima o poi, o si rompe di netto. Relazioni, amicizie, aspettative, sogni, speranze, cuori. Ma anche polmoni, respiro, cervello.
E' tutta una cosa astratta però, tutta una finzione inconscia del nostro sistema nervoso che fa sentire solo a noi quando qualcuno si incrina, quando qualcosa inizia a deteriorarsi e sentiamo male, male dentro. Ma nessuno lo vedrà mai, ecco che nasce un sorriso sulle nostre labbra ma che non arriva agli occhi, un sorriso che a volte riesce a truffare le persone che più ci stanno accanto.
E inizi a sentirti una brava attrice allora, inizi a crearti la vita da sogno che non hai solo per tranquillizzare gli altri e ti prodighi affinché quelli stiano bene, affinché piangano le loro lacrime e tu li riaggiusti. Il fatto è che dentro ti senti anche tu morire, come loro, più di loro, ma non puoi mostrarlo, non puoi perché se no chi si prende cura di loro?, non puoi e basta.
Poi arriva il momento in cui però tutto è troppo, in cui basta una parola a farti cadere in mille pezzi come fossi una bambola di porcellana e qualcuno ha semplicemente dato un colpo al tuo corpo e ti ha rotta, ed in una sorta di domino ogni pezzo che ti teneva su come un puzzle si è slegato.
E da lì inizia la caduta della maschera, l'ansia nel rispondere a chi ti cerca, inizi ad allontanare tutti e rimanere sola, capisci che forse se mancassi agli altri loro capirebbero davvero la tua importanza, ma il problema è che si manca prima a sè stessi, che non si capisce mai il proprio vero valore. Quindi, come pretendiamo  qualcosa dagli altri?
Ma abbiamo imparato dalla società ad aspettarci sempre qualcosa, a dover pretendere, prendere, giocare e poi buttare le cose, e abbiamo imparato a farlo anche con le persone. Forse io, semplicemente, ho imparato a farlo anche con me stessa e adesso, dopo aver giocato con la mia stessa vita, mi sto buttando.
Dal ponte, nell'oceano? Dal tetto di un palazzo, nel vuoto? No.. mi sto buttando tra le coperte, aspettando che l'apatia sparisca e possa riprendere quel ciclo continuo che non si spezzerà mai.
Rachel, mi avevi chiesto perché sono sparita, perché mi sono 'buttata via' come fossi un pezzo di carta ormai inutilizzabile perché non c'erano più spazi bianchi, ecco.. io mi sono buttata via perchè ho provato a cancellare tutto quel nero su quel foglio candido, ma in un modo o nell'altro quello riveniva fuori e l'unica cosa in questi casi è prendere un nuovo foglio no? Reinventarsi, ecco cosa mi hai insegnato, ma io non sono brava a farlo, ci ho provato, ma non riesco e allora mi sono buttata via. Ma troverò il modo di avere ancora un piccolo spazio bianco quando tornerai a trovarmi, perché forse tu sei più brava di me a cancellare le cose inutili e lasciare solo le cose belle. Forse solo in quel modo potrò essere salvata, al momento però rimango a letto, anche mentre ti scrivo questa mail.
Fossi stata un pc sarebbe stato meglio, ora che ci penso. Cancellare, aprire una nuova scheda, è tutto più facile, come la nuova generazione, non trovi? Noi invece siamo ancora di carta.. io ero addirittura carta tagliente e adesso sono solo riciclata.
Avevo in mente di scriverti quanto stessi bene, di chiudere in maniera diversa questa sorta di lettera, forse avrei proprio dovuto scriverla a mano, ma non ho la forza di prendere carta e penna, e quindi nulla, questo è il motivo Rachie.
Non preoccuparti per me, ok? Solo.. non mi definire inutile anche tu, non farti allontanare da me perché, al momento, sei l'unica cosa bella che ho.
Ti amo, tua Q.

   
 
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