Tutto si sgretola prima o poi, o si
rompe di netto.
Relazioni, amicizie, aspettative, sogni, speranze, cuori. Ma anche
polmoni,
respiro, cervello.
E' tutta una cosa astratta però, tutta una finzione
inconscia del nostro sistema nervoso che fa sentire solo a noi quando
qualcuno
si incrina, quando qualcosa inizia a deteriorarsi e sentiamo male, male
dentro.
Ma nessuno lo vedrà mai, ecco che nasce un sorriso sulle
nostre labbra ma che
non arriva agli occhi, un sorriso che a volte riesce a truffare le
persone che
più ci stanno accanto.
E inizi a sentirti una brava attrice allora, inizi a crearti
la vita da sogno che non hai solo per tranquillizzare gli altri e ti
prodighi affinché
quelli stiano bene, affinché piangano le loro lacrime e tu
li riaggiusti. Il
fatto è che dentro ti senti anche tu morire, come loro,
più di loro, ma non
puoi mostrarlo, non puoi perché se no chi si prende cura di
loro?, non puoi e
basta.
Poi arriva il momento in cui però tutto è troppo,
in cui
basta una parola a farti cadere in mille pezzi come fossi una bambola
di
porcellana e qualcuno ha semplicemente dato un colpo al tuo corpo e ti
ha
rotta, ed in una sorta di domino ogni pezzo che ti teneva su come un
puzzle si
è slegato.
E da lì inizia la caduta della maschera, l'ansia nel
rispondere a chi ti cerca, inizi ad allontanare tutti e rimanere sola,
capisci
che forse se mancassi agli altri loro capirebbero davvero la tua
importanza, ma
il problema è che si manca prima a sè stessi, che
non si capisce mai il proprio
vero valore. Quindi, come pretendiamo
qualcosa dagli altri?
Ma abbiamo imparato dalla società ad aspettarci sempre
qualcosa, a dover pretendere, prendere, giocare e poi buttare le cose,
e
abbiamo imparato a farlo anche con le persone. Forse io, semplicemente,
ho
imparato a farlo anche con me stessa e adesso, dopo aver giocato con la
mia
stessa vita, mi sto buttando.
Dal ponte, nell'oceano? Dal tetto di un palazzo, nel vuoto?
No.. mi sto buttando tra le coperte, aspettando che l'apatia sparisca e
possa
riprendere quel ciclo continuo che non si spezzerà mai.
Rachel, mi avevi chiesto perché sono sparita,
perché mi sono
'buttata via' come fossi un pezzo di carta ormai inutilizzabile
perché non
c'erano più spazi bianchi, ecco.. io mi sono buttata via
perchè ho provato a
cancellare tutto quel nero su quel foglio candido, ma in un modo o
nell'altro
quello riveniva fuori e l'unica cosa in questi casi è
prendere un nuovo foglio
no? Reinventarsi, ecco cosa mi hai insegnato, ma io non sono brava a
farlo, ci
ho provato, ma non riesco e allora mi sono buttata via. Ma troverò
il modo di
avere ancora un piccolo spazio bianco quando tornerai a trovarmi,
perché forse
tu sei più brava di me a cancellare le cose inutili e
lasciare solo le cose
belle. Forse solo in quel modo potrò essere salvata, al
momento però rimango a
letto, anche mentre ti scrivo questa mail.
Fossi stata un pc sarebbe stato meglio, ora che ci penso.
Cancellare, aprire una nuova scheda, è tutto più
facile, come la nuova
generazione, non trovi? Noi invece siamo ancora di carta.. io ero
addirittura
carta tagliente e adesso sono solo riciclata.
Avevo in mente di scriverti quanto stessi bene, di chiudere
in maniera diversa questa sorta di lettera, forse avrei proprio dovuto
scriverla a mano, ma non ho la forza di prendere carta e penna, e
quindi nulla,
questo è il motivo Rachie.
Non preoccuparti per me, ok? Solo.. non mi definire inutile
anche tu, non farti allontanare da me perché, al momento,
sei l'unica cosa
bella che ho.
Ti amo, tua Q.