Capitolo 19.
“When
you say love is a simple chimical reaction
can't
i say i agree
'cause
my chemical, yeah, left me a beautiful disaster
still
love's all i see”
Uno
dei miei, tanti, difetti è che non finisco mai quello che ho
iniziato.
Avevo
promesso che avrei sistemato le cose il prima possibile, e sono
passati tre giorni e l'unica cosa che ho fatto è stata
chiamare
Jordi mentre mi crogiolavo pensando a qualcosa di utile da fare per
parlargli faccia a faccia.
Però,
uno dei miei, pochi, pregi è che trovo sempre, o quasi, una
soluzione.
Quindi,
dopo essermi crogiolata per tre giorni, mi è venuto in mente
che Edu
ha le chiavi di casa di Jordi, così gliele ho chieste in
prestito e
lui, sapendo delle mie buone intenzioni, me le ha date.
Non
so quanto sia legale, ma sono entrata a casa di Jordi e sono seduta
sul suo divano ad aspettare che torni.
Ho
ripassato cento volte le parole da dirgli, posso farcela.
Mi
guardo in giro chiedendomi dove sia, certo, il colmo sarebbe che
Jordi irrompesse da un momento all'altro baciando furiosamente una
bionda alta un metro e novanta, oppure che irrompesse facendo un
monologo su quanto mi odia.
Onestamente,
mi basta solo che irrompa in questa casa, non riesco più a
sopportare l'attesa.
I
minuti passano.
Dieci.
Venti.
Mi
mangio le unghie.
Sospiro.
Mi
mangio di nuovo le unghie.
Quando,
ad un certo punto, sento la porta d'ingresso chiudersi.
Mi
alzo di scatto e lo vedo: è sudato e indossa i pantaloni
della tuta,
è andato a correre, lo fa sempre quando deve pensare.
Ci
fissiamo, in silenzio, per un istante che sembra infinito, poi lui mi
chiede: “Cosa ci fai qui?”.
Prendo
un respiro profondo: “Jordi...”.
Mi
interrompe e, sarcasticamente, mi domanda: “Perchè
non sei con
David?”.
“Perché
ho bisogno di te, ho bisogno di vederti, perchè sei il mio
ossigeno.
Perché quella sera al pub hai frainteso tutto,
perchè so che hai
bisogno di me, perchè io ho bisogno di te. Sono motivi
abbastanza
validi?” gli chiedo, con voce tremante.
Si
passa una mano nei capelli: “Ti ho scritto quel messaggio
dicendoti
che stavo per arrivare e poi mi sono messo in macchina, mentre
guidavo mi è squillato il telefono, ho risposto, era mia
mamma che
mi ha detto che papà si era sentito male e lo stavano
portando
all'ospedale, ho pensato di venire al pub e chiederti di venire con
me all'ospedale da mio padre, perchè ero spaventato e tu eri
l'unica
cosa di cui avevo bisogno.”.
Le
sue parole sono come una pugnalata in pieno petto.
“Jordi...”
cerco di non scoppiare a piangere, maledetti ormoni: “Quello
era un
abbraccio tra amici, e, credimi, mi dispiace, mi dispiace da morire.
Ho passato questi giorni a pensare a come avrei potuto farmi
perdonare e...”.
Mi
interrompe, di nuovo: “Sono io che mi dovrei scusare. Non
avevo
nessun diritto di prenderlo a pugni, solo che ero confuso e agitato e
non ci ho visto più.”.
“Quindi
non mi odi?” gli chiedo.
Sorride:
“E come potrei?”.
Decido
di dare sfogo ai miei dubbi: “Allora perchè mi hai
tagliato fuori
dalla tua vita in questi giorni? Perché mi hai impedito di
starti
vicino?”.
Inizia
a singhiozzare: “Perché pensavo che fossi stufa
dei miei
comportamenti infantili, pensavo che fossi stufa di litigare, dei
tira e molla, delle incomprensioni, pensavo che ti fossi stancata di
me, pensavo che avessi scelto David. L'ho fatto per non aumentare il
dolore, perchè mio papà mi manca,
perchè nemmeno gli ho detto
addio, perchè negli ultimi anni sono sempre stato occupato
con il
calcio, gli eventi, le ragazze e la mia vita movimentata e lui ha
sempre visto ogni mia partita e io non l'ho mai ringraziato come si
deve per quello che ha fatto per me, per essere stato un'eccellente
genitore.”.
Non
ho mai visto Jordi piangere.
Le
sue lacrime sono ormai senza controllo.
Non
posso rimanere ferma a fissarlo.
Mi
avvicino a lui e lo abbraccio, mi stringe fino a togliermi il fiato,
ma non mi importa.
Poi
lo obbligo a guardarmi negli occhi e gli dico: “Non
torturarti,
quello che è fatto, ormai, è fatto. Sono sicura
che lui è sempre
stato orgoglioso di te e sono sicura che le non smetterà
certo di
guardare le tue partite, le guarderà solo da un luogo
diverso. Ah, e
poi, Jordi, non ero stufa di te, non ero stufa di noi, non lo sono
mai stata. E non ho mai scelto David. Perché, sappilo, ogni
volta
che potrò scegliere, sceglierò sempre
te.”.
Vedo
quella che è l'ombra di un sorriso.
Gli
sorrido.
Si
avvicina al mio viso, lentamente, lo lascio fare, lo voglio lasciar
fare.
“Non
andare via, ti prego.” mi dice.
Scuoto
la testa: “No, stavolta giuro che resto.”.
Sorride
prima di appoggiare le sue labbra sulle mie.
Dio,
quanto mi era mancato.
Si
stacca da me dopo pochi secondi.
“Come
stai?” mi domanda.
Non
capisco: “In che senso, scusa?”.
Indica
la mia pancia: “Quel senso.”.
Sorrido:
“Non male.”.
Sorride
anche lui: “Ci ho pensato tanto in questi giorni.”.
“Anche
io. E gli ho promesso che sarebbe andato tutto bene.” gli
confesso.
Sorride:
“Andrà tutto bene.”
Annuisco.
“Senti,
Eva, resti a cena? Ordiniamo al ristorante cinese take away e ci
sediamo sul tappeto a parlare e a fantasticare con la musica dei
Beatles di sottofondo.” mi propone.
Gli
accarezzo una guancia: “E poi magari, dato che è
venerdì, resto
anche a dormire, perchè sono sicura che in questo tempo ti
è
mancata quella cretina che ti dorme addosso tutta notte e che ti
sveglia perchè si è sognata che uno psicopatico
aveva intenzione di
ucciderla.”.
Sorride:
“Sì, e poi magari domani mattina facciamo
colazione assieme e
andiamo a fare un giro in centro e mentre camminiamo
nei vicoletti
pittoreschi ti dico che ti amo da morire e che non ho più
intenzione
di lasciarti. Ah, e anche che secondo me il bambino è
maschio e sarà
identico a me e da grande sarà una calamita per
ragazze.”.
“E
io ti rispondo che sei la cosa più bella che mi sia
successa. Ah, ti
dico anche che io preferirei che fosse femmina.” gli dico
sorridendo.
“Vieni
qui!” dice, tirandomi a sé e baciandomi.
Ho
mantenuto la mia promessa.
Mi
sento bene.
Mi
sento bene per me e per lui, anzi, per loro.
In
chimica, il catalizzatore è ciò che accelera il
processo di una
reazione, personalmente, penso che l'amore sia una reazione chimica,
e che Jordi sia il mio catalizzatore.
Hola
(?)
prima
di tutto, perdonate il mio immenso ritardo.
*scusate
scusate scusate*
il
capitolo è un po' corto, prometto che il prossimo
sarà più lungo,
ma almeno è successo qualcosa di positivo (?) aksdjfghjhgfd
spero
che nonostante il ritardo andrete avanti a seguire e recensire la
storia :)
alla
prossima (che sarà presto u.u)