22/08/2007
8 recensioniPairing: ShizukuxShalnark
I personaggi (sempre ahimè) non appartengono a me (sigh), tutti i loro diritti appartengono a Yoshihiro Togashi. Questa fanfiction non è stata scritta a fini di lucro.
C’era una volta . . .
~Perché non vissero tutti felici e contenti~
Era inconcepibile.Non era assolutamente possibile.
Qualsiasi cosa gli avrebbero detto, non avrebbe mai cambiato idea.
Perché lei era così, dimenticava le cose, le lasciava sprofondare nella mente senza poi farle tornare a galla, e finiva per scordarsi anche dell’importante; come ad esempio il fatto che lei fosse mancina, e non destra.
Ma quando gliel’avevano detto, non ci aveva creduto. Aveva sbuffato sorpresa, rimanendo della sua opinione.
Perché lei, quel fatto, non voleva proprio ricordarselo.
Non voleva ricordarsi l’ebbrezza dello stare tra le braccia di qualcuno, o il batticuore spasmodico che si prova quando delle labbra amate incontrano le tue in una focosa danza di passione.
Ma soprattutto, non voleva ricordarsi di quelle morbide e profumate mani che tenevano le sue.
Quelle mani che erano sempre state usate per fare del male, per la prima volta facevano del bene.
Voleva dimenticare le sensazioni.
Voleva dimenticare i sentimenti.
Voleva dimenticare tutto e tutti.
Voleva dimenticare lui.
Perchè lui era troppo intelligente, troppo calmo, troppo riflessivo, troppo bello. Lui era troppo perfetto.
Perché lei era troppo sognatrice, troppo menefreghista, troppo poco riflessiva. Lei non era perfetta.
La sua non era una di quelle favole che cominciavano con l’onnipresente C’era una volta…
La sua non era la storia della principessa alta, bionda e con gli occhi di un impossibile azzurro che abitava un grande castello su una collina fatata.
La principessina dal cuore puro, buono, semplice. Che poteva trasformarsi da dolcissima, premurosa fidanzatina, a risoluta e coraggiosa combattente al fianco dell’uomo che amava.
Perché l’uomo che amava non era il principe azzurro, senza macchia e senza paura, del quale una sola occhiata bastava per giurarvi amore eterno.
Lui non sarebbe mai arrivato davanti a lei con un cavallo bianco dalla criniera dorata, non l’avrebbe presa in braccio portandola in un lontano regno, non l’avrebbe mai protetta da draghi malvagi e banditi pericolosi.
Perché lui era cattivo. E anche lei era cattiva.
Lei non era la chiara principessina.
Lei aveva i capelli corvini, gli occhi nerissimi, non era alta, non era bella. Lei portava gli occhiali.
Lei uccideva e non se ne vergognava.
Lui non era il puro principino.
Lui non si muoveva su un cavallo bianco. Lui uccideva per il gusto di farlo. Lui manipolava le persone per raggiungere il suo scopo.
Il suo non era un sogno, era già sveglia da tempo.
Ciò che era successo la notte prima, quella prima ancora, e quella ancor prima… andava dimenticato. Dimenticato completamente.
Ma per quanto si sforzasse, non ce la faceva.
Emozioni troppo forti, piacere troppo grande.
Baci troppo passionali per essere dimenticati, carezze troppo letali per essere scordate.
Non importa, avrebbe finto. Come sempre.
«Shalnark?»
«Dimmi, Shizuku…»
«Perché mi trovo nel tuo letto?»
«Perché mi hai cercato tu…»
«Ma questo è impossibile!»
«Hai ragione Shizuku… hai ragione… ho sbagliato io…»
«Ovviamente!»