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Autore: KuraTheocracy    23/08/2007    1 recensioni
Phania amava due cose: la vita e Shura, ma ora perdeva entrambi.. Con riferimenti ad un personaggio inventato da una mia amica(lo stesso che appare in Saint Seiya Apocalisse)ho scritto un piccola fanfiction drammatica su questa coppia. Blasfema forse per i fan dei saint, ma leggete e fatemi sapere!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosso.. liquido porpora dall’odore acre.. la scia che rimane del tuo passaggio....

..che ho seguito per arrivare fino a qui....

Lama.. splendente, lucente.. l’unica cosa che mi resta di te....

..brillante com’eri tu una volta...

 

La tua sete di battaglia, e il tuo orgoglio ti hanno portato qui, dove ti hanno abbandonato.. e dove hanno guidato noi ora... solo ora... dove la piana è spoglia, rigata solo da lunghe strie di sangue....

 

Cresce un fastidio fin dentro le mie vene nel pensare al tuo sangue, il tuo prezioso sangue, così insigne e brillante, mischiarsi con quello impuro e insignificante dei tuoi nemici di cui ormai non rimane più nulla.....  sento montare la rabbia al pensiero che qualcuno abbia osato scalfirti, colpirti col grezzo ferro di una spada.. ma so bene che qualsiasi metallo prezioso risulterebbe mera selce a contatto con te.. tsk che amarezza, se tu fossi stato qui a sentirmi probabilmente mi avresti dato della sciocca sentimentale, come sempre.. e come sempre avresti detto che il nostro valore ce lo forgiamo da soli, e che tu hai costruito il tuo sul sangue di molti uomini e i campi di molte battaglie..  tutta la tua vita ha girato intorno la tua furia, la tua smania di lottare.. ed è finita come volevi, su uno di quei campi che tanto adoravi, durante uno dei tuoi amati combattimenti.. se chiudo gli occhi riesco quasi a vederti.. come ti ergi fiero tra quell’ammasso di idioti che hanno osato darti noia.. e mi immagino il tuo volto colmo di soddisfazione nell’accorgerti della superiorità dei tuoi avversari.. per una volta non sarai costretto ad una semplice strage squilibrata.. ed ecco sei preso, sei circondato e inerme di fronte ai tuoi nemici, per la prima volta.. eppure non dichiari la resa, se questo è il giorno di morire tanto vale farlo con classe...  Arriva.. il colpo ti prende in pieno ma stranamente non ti dispiace, sembri quasi appagato, perchè la tua di certo non sarà una “morte noiosa”.. mi figuro la scena.. il mio Gold Saint che cade a terra, esausto e pronto.. e per un attimo, spero che una delle tue ultime parole sia stato il mio nome.. sì, mi impongo di sì.. impongo alla mia mente di credere sia accaduto sul serio, mentre il tuo respiro spariva nel vento insieme ai monogrammi della tua dea....

 

Questo pensiero mi fa stranamente sorridere.. un ghigno, più che un sorriso.. quel ghigno che molte volte ho visto sul tuo viso.. nonostante tutto resto pur sempre una donna prima delle altre cose.....

 

Seguo a passi incrociati il rivolo di color vermiglio, che come un minuscolo torrente in piena solca la terra, seguendo la pendenza di questo strano cratere.. e poi eccola, è lì.. il suo bagliore è tale che è impossibile non accorgersene.. nel momento della sua morte si è liberata dalle sue membra senza vita, giacendo, abbandonata e bellissima.. e mi stupisco, per quel poco che la mia espressione può essere turbata ora, di come quegli sciocchi abbiano potuto lasciare una cosa così preziosa qui.. mi chino, ormai lontana dai miei compagni che lodo per la loro finta insensibilità e la maestria nel non chiedermi nulla.. sfioro piano l’elsa, per poi impugnarla con vigore ed alzarla in aria.. mentre si taglia contro la luce di questo sole rosso al crepuscolo....

 

Elevata, pregiata, perfetta.. come eri tu.. Excalibur splende della sua forza vibrando.. il riverbero del sole davanti a me è a dir poco accecante, ma non poggio nemmeno una mano sui miei occhi per schermarmi dal riflesso, voglio tenerli aperti.. aperti e vigili per osservare questo cimelio unico.. sento che se non la mantenessi saldamente con entrambe le mani si librerebbe con facilità in aria.. trasvolando questa distesa di morte e questo cielo purpureo.. e allora perderei anche l’ultima essenza di te... così impugno più forte.. stringo a me.. anelando con tutta me stessa questa forza, senza capire neanche il motivo di tutta questa frenesia... ora comprendo... questa spada è come l’effetto di una droga.. è una potente anfetamina che una volta provata non riesci a lasciare.. ne ho appresa un po’ ed ora ne desidero di più.. e lo desidero così intensamente che inizio ad assimilarla integralmente.. l’impugnatura inizia a farsi più calda, ma non veramente.. la lama si sta arroventando con il calore del mio corpo.. iniziò ad avvertire un formicolio alle dita.. la spada ha acconsentito a farsi assorbire da me.. strano che io consideri un semplice oggetto come se dotato di vita propria, ma il tempo passato accanto a Shura mi ha mostrato il rispetto che lui provava verso questa spada, come se avesse accettato di farsi impugnare, come se fosse stata una persona munita di una sua coscienza.. perciò ora esibisco ciò che da lui ho imparato.. e ti prego di trasmettermi la forza tua e dell’uomo che amo, tu, fulgente Excalibur... la temperatura aumenta, si sta arroventando, e io inizio a sudare.. infine in un ultimo spasmo la lama diviene evanescente ed infine scompare, incorporata finalmente dentro di me..

 

Una fitta dolorosa mi coglie alla sprovvista.. ha il centro nel mio petto e si dirama fino alla spalla.. la sua intensità fa cedere le mie gambe già sottoposte abbastanza ad una notevole pressione da stress, il che mi obbliga a piegarmi in avanti, a terra.. i miei nervi in crisi alla fine hanno ceduto.. tuttavia il dolore è minimo se confrontato con le pulsazioni continue del mio braccio.. ha un energia incredibile, mi riempie per intero e sento i piccoli corpuscoli della sua forza circolare frementi...

 

Questa sensazione di piacere riesce a farmi capire molte più cose di te di quante immaginassi...... una scarica di pura energia e compiacimento mi attraversa, e sento l’adrenalina che sale.. sale.. e ancora sale... e decido...

 

Si sono presi le sue spoglie, ma quegli stolti non capiscono che il suo corpo non può essere separato dalla sua lama, beffarda della morte e del tempo.. ed io gliela riporterò.. per porla a custodia di un uomo che ho così tanto amato...    

 

Mi rimetto in piedi con nuovo vigore e scruto decisa l’orizzonte, fattosi ormai più scuro... sto ferma, non so nemmeno io quanti minuti trascorrono, ma la mia attenzione viene improvvisamente catturata da un piccolo segnale di fumo.. per me almeno è un segnale, quel piccolo falò acceso, dove quegli sporchi carnefici si sono appostati, al di fuori della loro fortezza debole e diroccata.. è un bene, conosco già la mia direzione, e mi accerto che gli altri non si siano accorti di quello che ho già visto.. Approfitto dell’azione recupero e ricerca dei caduti e con cautela mi dirigo all’estremità della piana e mi ritrovo al fianco qualche compagno intento nel trasporto di qualche cadavere.. solo quello di Shura manca all’appello.. è il mio primo pensiero mentre immobile vedo Death Mask e Saga portare i resti.. il cavaliere della quarta casa è l’unico a voltarsi verso di me, con la scusa di mantenere più salda la presa attorno al corpo del giovane dai capelli lunghi e l’inconfondibile odore floreale, il guardiano della dodicesima casa.. le sue mani lo stringono di più a se, come per paura che scappi, ma quella salma martirizzata non andrà più da nessuna parte.. il suo viso non è per nulla contratto, sembra quasi stia sognando beato, al contrario del resto, ricolmo di sangue, sporco e livido.. una visione raccapricciante quasi, ma all’altro pare non importi, perchè continua a tenerlo stretto..  la mia espressione deve essere orribile perchè smetto subito di osservare il giovane morto nel momento in cui mi accorgo degli occhi fissi su di me del suo protettore piuttosto indispettito..

 

Per un attimo interminabile mi osserva.. ho sempre odiato il suo sguardo che mi fa sentire così inerme.. ma riacquisto presto la mia sicurezza e per la prima volta da giorni tiro fuori la mia voce..

 

- Pregherò per lui... -

 

Mi sorprendo di sentirla così fluida e scorrevole, nonostante il tono greve.. probabilmente è la mia nuova determinazione che ne fa risentire gli effetti, specie se dopo giorni in cui sono stata pressocché apatica.. non mi aspetto una risposta, ma lui me la da ugualmente col suo solito cipiglio...

 

- Anche io.. per te... -

 

Lui sa.. ha capito.. lo capisco dal suo sguardo più che dalle sue parole, sa perfettamente quello che ho intenzione di fare e non mi fermerà.. e se lo conosco bene.. non dirà nulla agli altri di me.. capisco anche questo dal modo in cui la sua espressione si fa più vuota e persa come se stesse fissando unicamente l’aria.. davanti a lui adesso io non esisto più.. c’è solo un posto vuoto prima dell’inizio della radura.. e riprendendo con maggiore fermezza il suo compagno tra le braccia, si volta, e sparisce dalla mia visuale tra la polvere di terra spazzata dal vento...

 

Resto un momento lì, statica.. a pensare a come sia buffa la vita.. mi sono ritrovata ad essere più vicina oggi a quella persona di quanto lo sia mai stata prima.. il dolore.. è squallido, ma riesce a far sentire affini gli individui più di qualsiasi altro sentimento, probabilmente...

 

Mi volto.. e con un solo pensiero nella mente, mi incammino.. non ho fretta, eppure mi ritrovo quasi a correre.. forse per paura che se vadano.. ma invece li trovo presto.. il fuoco è spento e a poca distanza la fortezza appare più facilmente attaccabile di quanto immaginassi nella mia fantasia.. non ci sono guardie e senza pensare oltre mi faccio avanti..  in mezzo alla mischia la spada nel mio  braccio vibra ancora di più e mi sprona a combattere fino allo stremo.. perchè è per questo che sono venuta.. il sangue schizza.. anche su di me.. è caldo, il calore di una vita che si spegne per mano mia.. ho ucciso tante persone ma mai con tanta follia e appagamento.. mi viene quasi da ridere..

 

Lentamente salgo le scale.. sono ferita, in maniera anche piuttosto grave.. se non mi curo non sopravvivrò.. ma non è importante.. trovo una stanza simile ad una tesoreria e apro a calci la porta.. la mia forza è sufficiente per uno stupido cardine di legno..  poi ci sono davanti.. nell’impeto di arraffare bottini di guerra questi stupidi non sono riusciti a portar via le armature dei Gold Saint tranne qualcuna.. per lo più ci sono pezzi sparsi, solo due sembrano ancora integre.. le riconosco non appena mi avvicino.. sono quelle del toro e dello scorpione, mi ricordo di aver visto anche i loro corpi in mezzo ai relitti.. dietro di loro c’è una cassa in legno scuro... di mogano, pare.. capisco subito di cosa si tratti e corro avanti... probabilmente quegli stupidi hanno preso il corpo non avendo fatto in tempo a rubare l’armatura.. mi affaccio e finalmente rivedo il volto che per giorni è stato protagonista dei miei sogni e dei miei incubi...

 

Perdo ogni facoltà cognitiva.. sono assente.. il mondo non esiste al di fuori di me e te, amore mio.. almeno nei miei pensieri, per una volta, mi permetto di chiamarti così.. il tuo corpo esanime ed estinto è quasi completamente mutilato.. porti i segni della lotta.. il sangue rappreso macchia la tua armatura distrutta e i pochi centimetri di pelle scoperti sono cianotici.. guardo poi il tuo viso.. che non mi ha mai abbandonato nemmeno quando ero da sola.. è completamente ricoperto di sfregi e piaghe di ogni genere.. eppure per me, tra tutti gli esseri esistenti a questo mondo, rimani il più bello che esista.. mi sporgo e con gli occhi dischiusi mi porto al tuo fianco, distendendomi vicino a te.. non voglio interrompere il contatto visivo con il tuo volto, quindi con ancora gli occhi semiaperti poso le mie lebbra sulle tue deformate.. il tuo aspetto non è più lo stesso, il tuo corpo è distrutto, i tuoi lineamenti deturpati come da un tremendo morbo, ma in questo orrendo involucro davanti a me io vedo la persona più bella che abbia mai conosciuto..

 

La tua contemplazione mi ha discostato da quello che ero venuta a fare.. innalzo un po’ il mio braccio e faccio fuori uscire Excalibur, poggiandola poi sul tuo petto, con una delle tue mani che la sostiene, mentre l’altra è intrecciata nella mia.. non me ne ero accorta, ma ho iniziato ad ansimare sempre con più fiato e più fatica.. la mia gabbia toracica preme sui miei polmoni.. e dal dolore acuto che sento, credo che uno, se non entrambi, sia perforato.. meglio.. vorrà dire che non mi resta molto tempo.. agonizzerò ancora per poco...

 

Ti osservo ancora.. se penso alla tua vicinanza i miei spasmi sembrano inesistenti.. aspettami ancora un po’.. tra non molto mi vedrai arrivare.. tu dicevi che l’Ade ti stava aspettando, più di una volta ne eri uscito e proprio per questo pensavi ti reclamasse di nuovo.. eri così sicuro che mi hai fatto cominciare a pensare che alla fine di questa esistenza entrambi ci saremmo ritrovati lì... sai a sentirtelo dire non credo sia così brutto.. ma a parte tutto.. credo anche che non sia quello il tuo posto.. in un modo o nell’altro hai agito nel giusto tutta la tua vita, nonostante i vari profitti personali.. a quest’ora sarai già nei Campi Elisi insieme agli altri tuoi compagni.. magari non ti aspetterai nemmeno di vedermi così presto o forse sì.. sento che la fine di questa vita si sta avvicinando e per un attimo mi prende la paura che hanno tutti in questi ultimi momenti.. la paura di non sapere cosa c’è dopo.. però.. se mi rivolgo verso di te.. riesco a sorridere e a pensare che se siamo insieme un posto vale l’altro...  eccola.. arriva.. sento il torpore che sopraggiunge e i miei occhi si chiudono senza che io faccia nulla per fermarli.. i miei ultimi respiri, poggio la testa sul tuo petto...  e li vedo.. un sole tenue ma splendente.. dolci rive.. verdi pianure.. cielo limpido.. sono.. i Campi Elisi?.. non lo so... potrebbe solo trattarsi della mia fervida immaginazione... ma che lo sia o meno, tu sei lì.. ad aspettarmi con la tua solita aria da strafottente e affascinante.. mentre mi tendi la mano verso un posto bellissimo.. e mi fai credere che staremo sempre insieme, bè....

.......se questa è la morte... allora non è poi tanto male.

  
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