Rosso..
liquido porpora dall’odore acre.. la scia che rimane del tuo
passaggio....
..che
ho seguito per arrivare fino a qui....
Lama..
splendente, lucente.. l’unica cosa che mi resta di te....
..brillante
com’eri tu una volta...
La
tua sete di battaglia, e il tuo orgoglio ti hanno portato qui, dove ti
hanno abbandonato.. e dove hanno guidato noi ora... solo ora... dove la
piana è spoglia, rigata solo da lunghe strie di sangue....
Cresce
un fastidio fin dentro le mie vene nel pensare al tuo sangue, il tuo
prezioso sangue, così insigne e brillante, mischiarsi con
quello impuro e insignificante dei tuoi nemici di cui ormai non rimane
più nulla..... sento
montare la rabbia al pensiero che qualcuno abbia osato scalfirti,
colpirti col grezzo ferro di una spada.. ma so bene che qualsiasi
metallo prezioso risulterebbe mera selce a contatto con te.. tsk che
amarezza, se tu fossi stato qui a sentirmi probabilmente mi avresti
dato della sciocca sentimentale, come sempre.. e come sempre avresti
detto che il nostro valore ce lo forgiamo da soli, e che tu hai
costruito il tuo sul sangue di molti uomini e i campi di molte
battaglie.. tutta la tua vita ha
girato intorno la tua furia, la tua smania di lottare.. ed è
finita come volevi, su uno di quei campi che tanto adoravi, durante uno
dei tuoi amati combattimenti.. se chiudo gli occhi riesco quasi a
vederti.. come ti ergi fiero tra quell’ammasso di idioti che
hanno osato darti noia.. e mi immagino il tuo volto colmo di
soddisfazione nell’accorgerti della superiorità
dei tuoi avversari.. per una volta non sarai costretto ad una semplice
strage squilibrata.. ed ecco sei preso, sei circondato e inerme di
fronte ai tuoi nemici, per la prima volta.. eppure non dichiari la
resa, se questo è il giorno di morire tanto vale farlo con
classe... Arriva.. il colpo ti
prende in pieno ma stranamente non ti dispiace, sembri quasi appagato,
perchè la tua di certo non sarà una
“morte noiosa”.. mi figuro la scena.. il mio Gold
Saint che cade a terra, esausto e pronto.. e per un attimo, spero che
una delle tue ultime parole sia stato il mio nome.. sì, mi
impongo di sì.. impongo alla mia mente di credere sia
accaduto sul serio, mentre il tuo respiro spariva nel vento insieme ai
monogrammi della tua dea....
Questo
pensiero mi fa stranamente sorridere.. un ghigno, più che un
sorriso.. quel ghigno che molte volte ho visto sul tuo viso..
nonostante tutto resto pur sempre una donna prima delle altre cose.....
Seguo
a passi incrociati il rivolo di color vermiglio, che come un minuscolo
torrente in piena solca la terra, seguendo la pendenza di questo strano
cratere.. e poi eccola, è lì.. il suo bagliore
è tale che è impossibile non accorgersene.. nel
momento della sua morte si è liberata dalle sue membra senza
vita, giacendo, abbandonata e bellissima.. e mi stupisco, per quel poco
che la mia espressione può essere turbata ora, di come
quegli sciocchi abbiano potuto lasciare una cosa così
preziosa qui.. mi chino, ormai lontana dai miei compagni che lodo per
la loro finta insensibilità e la maestria nel non chiedermi
nulla.. sfioro piano l’elsa, per poi impugnarla con vigore ed
alzarla in aria.. mentre si taglia contro la luce di questo sole rosso
al crepuscolo....
Elevata,
pregiata, perfetta.. come eri tu.. Excalibur splende della sua forza
vibrando.. il riverbero del sole davanti a me è a dir poco
accecante, ma non poggio nemmeno una mano sui miei occhi per schermarmi
dal riflesso, voglio tenerli aperti.. aperti e vigili per osservare
questo cimelio unico.. sento che se non la mantenessi saldamente con
entrambe le mani si librerebbe con facilità in aria..
trasvolando questa distesa di morte e questo cielo purpureo.. e allora
perderei anche l’ultima essenza di te... così
impugno più forte.. stringo a me.. anelando con tutta me
stessa questa forza, senza capire neanche il motivo di tutta questa
frenesia... ora comprendo... questa spada è come
l’effetto di una droga.. è una potente anfetamina
che una volta provata non riesci a lasciare.. ne ho appresa un
po’ ed ora ne desidero di più.. e lo desidero
così intensamente che inizio ad assimilarla integralmente..
l’impugnatura inizia a farsi più calda, ma non
veramente.. la lama si sta arroventando con il calore del mio corpo..
iniziò ad avvertire un formicolio alle dita.. la spada ha
acconsentito a farsi assorbire da me.. strano che io consideri un
semplice oggetto come se dotato di vita propria, ma il tempo passato
accanto a Shura mi ha mostrato il rispetto che lui provava verso questa
spada, come se avesse accettato di farsi impugnare, come se fosse stata
una persona munita di una sua coscienza.. perciò ora
esibisco ciò che da lui ho imparato.. e ti prego di
trasmettermi la forza tua e dell’uomo che amo, tu, fulgente
Excalibur... la temperatura aumenta, si sta arroventando, e io inizio a
sudare.. infine in un ultimo spasmo la lama diviene evanescente ed
infine scompare, incorporata finalmente dentro di me..
Una
fitta dolorosa mi coglie alla sprovvista.. ha il centro nel mio petto e
si dirama fino alla spalla.. la sua intensità fa cedere le
mie gambe già sottoposte abbastanza ad una notevole
pressione da stress, il che mi obbliga a piegarmi in avanti, a terra..
i miei nervi in crisi alla fine hanno ceduto.. tuttavia il dolore
è minimo se confrontato con le pulsazioni continue del mio
braccio.. ha un energia incredibile, mi riempie per intero e sento i
piccoli corpuscoli della sua forza circolare frementi...
Questa
sensazione di piacere riesce a farmi capire molte più cose
di te di quante immaginassi...... una scarica di pura energia e
compiacimento mi attraversa, e sento l’adrenalina che sale..
sale.. e ancora sale... e decido...
Si
sono presi le sue spoglie, ma quegli stolti non capiscono che il suo
corpo non può essere separato dalla sua lama, beffarda della
morte e del tempo.. ed io gliela riporterò.. per porla a
custodia di un uomo che ho così tanto amato...
Mi
rimetto in piedi con nuovo vigore e scruto decisa
l’orizzonte, fattosi ormai più scuro... sto ferma,
non so nemmeno io quanti minuti trascorrono, ma la mia attenzione viene
improvvisamente catturata da un piccolo segnale di fumo.. per me almeno
è un segnale, quel piccolo falò acceso, dove
quegli sporchi carnefici si sono appostati, al di fuori della loro
fortezza debole e diroccata.. è un bene, conosco
già la mia direzione, e mi accerto che gli altri non si
siano accorti di quello che ho già visto.. Approfitto
dell’azione recupero e ricerca dei caduti e con cautela mi
dirigo all’estremità della piana e mi ritrovo al
fianco qualche compagno intento nel trasporto di qualche cadavere..
solo quello di Shura manca all’appello.. è il mio
primo pensiero mentre immobile vedo Death Mask e Saga portare i resti..
il cavaliere della quarta casa è l’unico a
voltarsi verso di me, con la scusa di mantenere più salda la
presa attorno al corpo del giovane dai capelli lunghi e
l’inconfondibile odore floreale, il guardiano della
dodicesima casa.. le sue mani lo stringono di più a se, come
per paura che scappi, ma quella salma martirizzata non andrà
più da nessuna parte.. il suo viso non è per
nulla contratto, sembra quasi stia sognando beato, al contrario del
resto, ricolmo di sangue, sporco e livido.. una visione raccapricciante
quasi, ma all’altro pare non importi, perchè
continua a tenerlo stretto.. la mia
espressione deve essere orribile perchè smetto subito di
osservare il giovane morto nel momento in cui mi accorgo degli occhi
fissi su di me del suo protettore piuttosto indispettito..
Per
un attimo interminabile mi osserva.. ho sempre odiato il suo sguardo
che mi fa sentire così inerme.. ma riacquisto presto la mia
sicurezza e per la prima volta da giorni tiro fuori la mia voce..
-
Pregherò per lui... -
Mi
sorprendo di sentirla così fluida e scorrevole, nonostante
il tono greve.. probabilmente è la mia nuova determinazione
che ne fa risentire gli effetti, specie se dopo giorni in cui sono
stata pressocché apatica.. non mi aspetto una risposta, ma
lui me la da ugualmente col suo solito cipiglio...
-
Anche io.. per te... -
Lui
sa.. ha capito.. lo capisco dal suo sguardo più che dalle
sue parole, sa perfettamente quello che ho intenzione di fare e non mi
fermerà.. e se lo conosco bene.. non dirà nulla
agli altri di me.. capisco anche questo dal modo in cui la sua
espressione si fa più vuota e persa come se stesse fissando
unicamente l’aria.. davanti a lui adesso io non esisto
più.. c’è solo un posto vuoto prima
dell’inizio della radura.. e riprendendo con maggiore
fermezza il suo compagno tra le braccia, si volta, e sparisce dalla mia
visuale tra la polvere di terra spazzata dal vento...
Resto
un momento lì, statica.. a pensare a come sia buffa la
vita.. mi sono ritrovata ad essere più vicina oggi a quella
persona di quanto lo sia mai stata prima.. il dolore.. è
squallido, ma riesce a far sentire affini gli individui più
di qualsiasi altro sentimento, probabilmente...
Mi
volto.. e con un solo pensiero nella mente, mi incammino.. non ho
fretta, eppure mi ritrovo quasi a correre.. forse per paura che se
vadano.. ma invece li trovo presto.. il fuoco è spento e a
poca distanza la fortezza appare più facilmente attaccabile
di quanto immaginassi nella mia fantasia.. non ci sono guardie e senza
pensare oltre mi faccio avanti.. in
mezzo alla mischia la spada nel mio braccio
vibra ancora di più e mi sprona a combattere fino allo
stremo.. perchè è per questo che sono venuta.. il
sangue schizza.. anche su di me.. è caldo, il calore di una
vita che si spegne per mano mia.. ho ucciso tante persone ma mai con
tanta follia e appagamento.. mi viene quasi da ridere..
Lentamente
salgo le scale.. sono ferita, in maniera anche piuttosto grave.. se non
mi curo non sopravvivrò.. ma non è importante..
trovo una stanza simile ad una tesoreria e apro a calci la porta.. la
mia forza è sufficiente per uno stupido cardine di legno..
poi ci sono davanti.. nell’impeto di arraffare
bottini di guerra questi stupidi non sono riusciti a portar via le
armature dei Gold Saint tranne qualcuna.. per lo più ci sono
pezzi sparsi, solo due sembrano ancora integre.. le riconosco non
appena mi avvicino.. sono quelle del toro e dello scorpione, mi ricordo
di aver visto anche i loro corpi in mezzo ai relitti.. dietro di loro
c’è una cassa in legno scuro... di mogano, pare..
capisco subito di cosa si tratti e corro avanti... probabilmente quegli
stupidi hanno preso il corpo non avendo fatto in tempo a rubare
l’armatura.. mi affaccio e finalmente rivedo il volto che per
giorni è stato protagonista dei miei sogni e dei miei
incubi...
Perdo
ogni facoltà cognitiva.. sono assente.. il mondo non esiste
al di fuori di me e te, amore mio.. almeno nei miei pensieri, per una
volta, mi permetto di chiamarti così.. il tuo corpo esanime
ed estinto è quasi completamente mutilato.. porti i segni
della lotta.. il sangue rappreso macchia la tua armatura distrutta e i
pochi centimetri di pelle scoperti sono cianotici.. guardo poi il tuo
viso.. che non mi ha mai abbandonato nemmeno quando ero da sola..
è completamente ricoperto di sfregi e piaghe di ogni
genere.. eppure per me, tra tutti gli esseri esistenti a questo mondo,
rimani il più bello che esista.. mi sporgo e con gli occhi
dischiusi mi porto al tuo fianco, distendendomi vicino a te.. non
voglio interrompere il contatto visivo con il tuo volto, quindi con
ancora gli occhi semiaperti poso le mie lebbra sulle tue deformate.. il
tuo aspetto non è più lo stesso, il tuo corpo
è distrutto, i tuoi lineamenti deturpati come da un tremendo
morbo, ma in questo orrendo involucro davanti a me io vedo la persona
più bella che abbia mai conosciuto..
La
tua contemplazione mi ha discostato da quello che ero venuta a fare..
innalzo un po’ il mio braccio e faccio fuori uscire
Excalibur, poggiandola poi sul tuo petto, con una delle tue mani che la
sostiene, mentre l’altra è intrecciata nella mia..
non me ne ero accorta, ma ho iniziato ad ansimare sempre con
più fiato e più fatica.. la mia gabbia toracica
preme sui miei polmoni.. e dal dolore acuto che sento, credo che uno,
se non entrambi, sia perforato.. meglio.. vorrà dire che non
mi resta molto tempo.. agonizzerò ancora per poco...
Ti
osservo ancora.. se penso alla tua vicinanza i miei spasmi sembrano
inesistenti.. aspettami ancora un po’.. tra non molto mi
vedrai arrivare.. tu dicevi che l’Ade ti stava aspettando,
più di una volta ne eri uscito e proprio per questo pensavi
ti reclamasse di nuovo.. eri così sicuro che mi hai fatto
cominciare a pensare che alla fine di questa esistenza entrambi ci
saremmo ritrovati lì... sai a sentirtelo dire non credo sia
così brutto.. ma a parte tutto.. credo anche che non sia
quello il tuo posto.. in un modo o nell’altro hai agito nel
giusto tutta la tua vita, nonostante i vari profitti personali.. a
quest’ora sarai già nei Campi Elisi insieme agli
altri tuoi compagni.. magari non ti aspetterai nemmeno di vedermi
così presto o forse sì.. sento che la fine di
questa vita si sta avvicinando e per un attimo mi prende la paura che
hanno tutti in questi ultimi momenti.. la paura di non sapere cosa
c’è dopo.. però.. se mi rivolgo verso
di te.. riesco a sorridere e a pensare che se siamo insieme un posto
vale l’altro... eccola..
arriva.. sento il torpore che sopraggiunge e i miei occhi si chiudono
senza che io faccia nulla per fermarli.. i miei ultimi respiri, poggio
la testa sul tuo petto... e li
vedo.. un sole tenue ma splendente.. dolci rive.. verdi pianure.. cielo
limpido.. sono.. i Campi Elisi?.. non lo so... potrebbe solo trattarsi
della mia fervida immaginazione... ma che lo sia o meno, tu sei
lì.. ad aspettarmi con la tua solita aria da strafottente e
affascinante.. mentre mi tendi la mano verso un posto bellissimo.. e mi
fai credere che staremo sempre insieme, bè....
.......se
questa è la morte... allora non è poi tanto male.