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Autore: Osage_No_Onna    01/02/2013    0 recensioni
[Slash://]
Hello! Questa è la prima FF di tutta la mia vita e ci tenevo a pubblicarla... non so quanti di voi conoscano il cartoon italiano Slash://, ma ve lo consiglio perchè è magnifico.
Un esperto orafo del '400, Michelangelo Santoro. Otto misteriosi cristalli dagli strani poteri. Una ragazza italo-giapponese di 13 anni, diretta discendente di Santoro. Le strade di altri sette ragazzi che si incrociano con la sua. Mixate il tutto e... buona lettura!
Questa la dedico alla mia amica NaplesBadGirl :)
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Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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Iniziò lo slashdown, con l’ aggiunta di tre posti davanti alla gigantesca pietra verde.
Un secondo dopo, gli otto ragazzi si ritrovarono un una libreria antichissima, risalente al ‘500, piena di libri, dipinti, manoscritti e quant’ altro.
“E allora, cosa ve ne è parso?”chiese Chen ai tre nuovi.
“Mi sento tutto scombussolato…”recitò Muhammad barcollando, facendo finta di svenire e facendo ridere tutti. “Ma ne è valsa la pena!”si entusiasmò alzando il pugno in aria.
“Ragazzi, questo sì che è il paradiso!”disse Matilde estasiata, facendo scorrere lo sguardo dappertutto.
“Guardate, qui è esposto persino uno Stradivari!”esclamò Isaia, che stava girellando per la libreria.
“Uno Stradivari? Fa’ vedere!”disse Yumiko entusiasta.
Il violino era esposto in una teca di vetro. Come tutti gli Stradivari, era bellissimo, curato nei minimi dettagli e ben tenuto.
“Caspita…lascia senza fiato!”esclamò Stephan.
Muhammad finse di aver finito l’ ossigeno e tossì. Tutti si lasciarono sfuggire un risolino.
All’ improvviso si sentirono risuonare dei passi e borbottare delle voci. Poi alcune porte cigolarono e si aprirono.
“Presto, tutti lì dietro!”gridò Paula fiondandosi dietro uno scaffale.
Entrarono due figure basse vestite di nero, l’ una molto magra e con i capelli castani, l’ altra grassa e con i capelli rossi.
“Perfetto, quello è il violino che dobbiamo portare al padrone.”disse la prima figura.
La seconda si limitò ad annuire, anche se aveva l’ aria di non capire niente.
“Per tutte le maratone, e quelli chi sarebbero?”chiese Muhammad.
“Cosa ci fanno quei due qui?!?”chiese Paula rischiando di farsi sentire.
Gli altri si limitarono a farle “shh” con il dito, tranne Yumiko, Muhammad e Stephan che osservavano senza capire.
“Ma chi sono?”chiese di nuovo Muhammad.
“Smilzo e Botte sono i due assistenti del Cobra, ma non combinano mai niente di buono.”gli rispose Isaia.
“Soprannomi decisamente originali…”commentò Stephan scuotendo la testa, ironicamente.
“E perché vorrebbero portarsi via lo Stradivari?”si domandò Yumiko.
“E chi lo sa. Sicuramente c’ è sotto la vendetta da parte del capo.”affermò Tomoya.
“Potresti spiegare meglio la faccenda?”chiese Yumiko a Tomoya guardandolo fisso negli occhi.
Lui si sentì scombussolato dagli occhi della ragazza: erano occhi leggermente allungati, marroni con alcune venature azzurre. Un mix insolito tra Oriente e Occidente, che rappresentavano perfettamente quella ragazza cresciuta tra due culture.
 “Allora… quei due tizi lavorano per il Cobra, un ex studente universitario assetato di vendetta, perché da giovane faceva degli studi sulla pietra verde che adesso abbiamo noi e tutti lo prendevano in giro.”le spigò lui, arrossendo leggermente. Lei, invece, lo guardava attentamente con gli occhi limpidi. Quello che non si sarebbe mai detto è che dentro Yumiko si sentì avvampare.
Non sapeva dare un nome preciso a quel sentimento che in seguito avrebbe chiamato amore, per ora sentiva solo un forte interesse per quel ragazzo.
“Ah. Poverino.”disse alla fine Yumiko, soprapensiero.
“POVERINO?!? Bella questa!”esclamò Paula.
“Perché dici questo?”chiese Yumiko a Paula.
“Perché non fa altro che intralciare i piani di persone che vogliono fare qualcosa di buono. Certe volte mi sembra quasi di odiarlo.”
“A te, Yumiko, è mai capitato di odiare qualcuno?”chiese Matilde.
“No. Ho avuto la fortuna di incontrare persone buone, che mi permettevano di essere me stessa. La mia durezza è solo una maschera. E poi mi sembra di capire che cosa ha provato quell’ uomo. Ci sono passata anch’ io, perciò riesco a comprendere.”le rispose Yumiko, che con questo discorso lasciò tutti a bocca aperta.
“Come diceva quella frase che citasti: quando le persone vengono deluse, i loro cuori diventano freddi e duri come il ghiaccio.”disse Stephan teatralmente.
Contemporaneamente, nel suo rifugio segreto a Borgo del Merlo, il Cobra girovagava per le stanze, mentre il suo pensiero lo portava a tanti anni fa, quando il suo collega scoprì per caso uno Stradivari e, oltre a vantarsi, si beffava anche di lui. “Presto” pensò l’ uomo “quello sbruffone avrà mie notizie e si compirà la mia vendetta, a meno che quei cinque ragazzini ficcanaso non intervengano di nuovo.” Qui si allarmò, ma decise di non pensarci e si rilassò.
Dietro di lui, i due cani Numero 1 e Numero 2 erano sdraiati proni (a pancia in giù) per terra.
“Non capisco perché il padrone si debba per forza vendicare.” disse Numero 2, decisamente annoiato. Era da secoli che il padrone diceva di doversi vendicare, ma puntualmente veniva battuto.
“A che ti serve capire? Se il padrone si deve vendicare, lo deve fare e basta.”gli rispose Numero 1, che era decisamente più fedele al padrone rispetto a Numero 2, più cinico.
Numero 2 sbuffò ed esclamò: “Come vorrei essere nato gatto!”
Nello stesso tempo, gli otto ragazzi discutevano su come fermare gli uomini appena entrati.
“Come facciamo a fare deconcentrare quei due dalla loro missione?”si chiese Matilde. “Dobbiamo indagare!”
“La loro capacità di concentrazione non è il massimo, no? Basterà scatenare un putiferio fuori per distrarli!”affermò con convinzione Paula.
“Sì, ma per quanto li fermerà?”domandò Muhammad che si sentiva a tutti gli effetti parte del gruppo.
“Abbastanza per permetterci di scoprire qualcosa.”gli rispose Chen, che era più esperta di lui.
“Allora va bene.”approvò Isaia. “Cosa dovremmo fare?”
“Tu vieni con me!”gli disse Paula. Poi, rivolta gli altri: “Non preoccupatevi, ci pensiamo noi!”. Infine si precipitò fuori, passando per una finestra rimasta aperta, insieme ad Isaia.
“Venite a vedere, qui c’ è la foto del proprietario!”esclamò Stephan, che era sgattaiolato dietro ad un altro scaffale. Gli altri ragazzi lo seguirono, sempre attenti a non farsi scoprire.
“Kevin White.”lesse Matilde. “Lo conosco! Ha passato la sua vita a cercare manoscritti preziosi.”
“Chen, puoi controllare se nelle foto che hai scattato al rifugio c’ era anche lui?”chiese Tomoya.
La ragazza prese la macchina fotografica, la accese e fece scorrere velocemente le foto in memoria, poi disse agli amici: “Non c’ è.”.
Però Cin le indicò la macchina fotografica. Chen la riaccese e ricontrollò di nuovo le foto, fermandosi quando Cin si mise a strepitare. Attivò lo zoom e si accorse che quel Kevin White era raffigurato in una foto in bianco e nero.
Lei esultò: “Ragazzi, l’ ho trovato!”. Poi mostrò la foto agli amici.
“Bene. La cosa più logica da fare sarebbe sostituire il violino.”disse Stephan ragionando.
“E dove lo troviamo, un violino, così su due piedi?”gli chiese Muhammad. 
 Gli seccava molto fare “l’ uccellaccio del malaugurio”, come diceva lui, ma in effetti la situazione era critica: un altro violino non si vedeva neanche a peso d’ oro e non sapevano dove trovarlo.
All’ improvviso, si sentì un gran fragore all’ esterno, provocato dalla caduta di tante botti di legno e poi scattò un allarme.
“Presto, usciamo fuori!”si sentì esclamare da Botte.
I ragazzi aspettarono che i due assistenti fossero usciti, poi uscirono fuori, giusto in tempo per vedere Paula e Isaia entrare dalla finestra.
“Siete state fantastici!”esclamò Yumiko, decisamente emozionata, mentre si tappava le orecchie con le mani.
“Grazie!”la ringraziarono in coro Isaia e Paula.
«Adesso dobbiamo “solo” vedere dove scovare un violino.»disse decisamente Tomoya, cercando di sovrastare il volume della sirena.
Si sentì aprire una porta e un rovistare, poi Stephan si presentò con un violino finto e gridò: “Che ne dite di questo?”
“Ma dove l’ hai trovato?”gli gridò Chen.
“Era in uno stanzino attiguo a questo, insieme a quelli che sembravano delle scenografie.”
“Non si potrebbe far smettere di suonare l’ allarme?”chiese Matilde, che cercava disperatamente di prendere la parola, ma veniva puntualmente interrotta da uno squillo più forte della sirena.
“Ma così quei due rientrerebbero!”le strillò la cugina.
“Fate spegnere le luci e scattare l’ allarme antincendio!”propose Isaia.
“Giusto!”approvò Paula alzando il pollice. “Vado subito!”
Due secondi dopo, Paula rientrò e chiuse la porta. Nella stanza accanto, dove si trovavano i due delinquenti, avvenne quanto detto.
“Perfetto.”disse Stephan. “Ora sostituiamo il violino. Ci pensi tu, Muhammad?”
Muhammad annuì e, veloce come un fulmine, sostituì lo Stradivari con quel violino che sembrava fatto di compensato. Tra l’ altro, la teca era già aperta.
Poi consegnò lo Stradivari a Yumiko.
“Perché a me, Muhammad?”gli chiese lei, stupita ma felice.
“Tu hai un violino, sai come maneggiarli.”le rispose Muhammad facendole l’ occhiolino.
“Come facevi a sapere che qui si era tenuta una recita?”chiese Matilde a Stephan, che si stava rilassando con la schiena poggiata ad uno scaffale.
“A dire il vero non lo sapevo. Sono capitato in quello stanzino per caso.”
Paula disinnescò l’ allarme antincendio.
Smilzo e Botte rientrarono, presero il violino finto, rimisero la teca a posto e se andarono, esultando: “Per una volta il padrone sarà contento di noi!”
I ragazzi non riuscirono a trattenere una risata, ma i due tonti non li sentirono.
“Qui noi abbiamo finito.”concluse Isaia, decisamente intenzionato a tornare al campus per dormire.
“No.”disse fermamente Yumiko. “Dobbiamo prendere ancora qualcos’ altro.”
Poi posizionò lo Stradivari che aveva in mano per suonare e cominciò a maneggiare l’ archetto.
“No, Yumiko, che fai?”provò a fermarla Stephan. “Non puoi suonarlo, lo rovineresti irrimediabilmente!”
“So quel che faccio.”lo rassicurò lei, che aveva lo sguardo stranamente vuoto.
La ragazza cominciò a suonare. Era una melodia non eccessivamente lenta, ma classica, solenne.
“Jupiter…”mormorò Stephan. “La sta interpretando benissimo!”
Yumiko non lo sentì. Era troppo concentrata sulla canzone e inoltre pareva essersi “svuotata”. Non si accorgeva di niente, neanche degli sguardi stupiti degli altri.
Ad un certo punto, a neanche metà melodia, da sotto una pila di riviste si sprigionò una luce blu.
Muhammad decise di agire, così raggiunse quei libri, li alzò e trovò un cristallo, che mostrò agli altri. Quel cristallo aveva la forma di una stella a quattro punte, perfettamente appuntita, presentava un foro al centro e, sopra la punta superiore, un forellino. Era di colore blu.
Yumiko si fermò un attimo, aprì il ciondolo che aveva appeso alla cintura e prese una perlina azzurra, che mise nel foro al centro del cristallo. Poi riprese a suonare. Da un libro si sprigionò una grande energia sottoforma di luce blu.
Yumiko, con le mani, separò una parte dell’ energia, che prese la forma di una linea retta verticale, poi radunò la restante sottoforma di una sfera luminosa.
Gli altri si scansarono per evitare di restare accecati e ad un certo punto Muhammad si lasciò sfuggire il cristallo dalle mani, che fu abilmente preso da Matilde.
Ad un certo punto, Yumiko puntò il dito al gruppetto dei sette amici e la linea di energia si scagliò contro di loro. Pareva analizzarli ad uno ad uno, poi, arrivata a Matilde, la linea si trasformò in una spirale e girò intorno a lei, per poi andarsi a riflettere per un attimo sulla pietra verde. Infine, tutta l’ energia radunata da Yumiko andò a mettersi all’ interno della perlina azzurra, posizionata nel cristallo.
Yumiko si riprese e solo dopo riuscì a realizzare che aveva trovato il cristallo blu, così sorrise. Quel sorriso così bello e aperto la fece sembrare bellissima agli occhi di tutti, ma agli occhi di un ragazzo con i capelli lunghi, marroni e lisci, con gli occhi a mandorla azzurri, e a quelli di un ragazzo dai capelli biondi e ricci si aprì un varco abbagliante e la solitaria, scontenta e fredda Yumiko divenne una dea benevole e sorridente, che pareva invitarli in un posto speciale.
“Che bello, Matilde!”esclamò Yumiko, ancora mezza frastornata ma felicissima. “Hai ottenuto il cristallo blu della Sapienza!”
“Guarda cosa c’ è disegnato sulla pietra!”esclamò Stephan.
Matilde, che aveva ancora in mano il cristallo, prese la sua pietra in mano e vide che l’ energia blu le aveva lasciato il disegno di un libro aperto. Poi mise il cristallo insieme alla pietra, sorrise anche lei e prese Yumiko per le mani.
“Ora sarà meglio tornare alle tende.”commentò Muhammad che non amava le sdolcinatezze. “Ho un sonno pazzesco.”
“Va bene.” Acconsentì Yumiko, piuttosto di malavoglia. Voleva restare a parlare con quei cinque ragazzi tanto simpatici. Poi si rivolse a loro ed esclamò: “Nandomo meguri-au! Oppure ci seguite?”
“Ma che ha detto?”chiese Paula che della prima parte non aveva capito un bel niente.
«Oh, scusate: quando mi sciolgo prendo a parlare in giapponese all’ improvviso. “Nandomo meguri-au” vuol dire “Ci incontreremo molte volte”.»
“Sicuro!”esclamò Chen parlando per tutti. “Comunque torniamo anche noi.”
“Ci vogliamo sbrigare?!?”urlò infastidito Muhammad.
“Arrivederci, ragazzi!”salutò Stephan con la mano, avviandosi insieme a Yumiko e Muhammad verso il campus.
Loro restarono a guardarli per cinque minuti buoni, poi uscirono dalla libreria.


Angolo dell' Autrice
Konnichiwa Guys! Quarto e penultimo capitolo di questa luuuuuuuuuuuunghissima FanFiction. Qui c'è la vera e propria azione... a cavallo tra Borgo del Merlo, un palazzo e una libreria! Ed ecco che saltano fuori i cristalli! Inoltre Yumiko rivela il proprio vero carattere. Lei è il mio Alter Ego, ci somigliamo quasi in tutto e per tutto... lei è molto più bella e jappo!
Spero che questo quarto capitolo vi piaccia!
Sore ja mata ne Shounen to Shoujo! (Quando parto con la jappomania si mette male!)
See you!
-Puff
   
 
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