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Autore: Miki_69    01/02/2013    1 recensioni
Ma nonostante l'aria immutabile, mentre il sultano lo chiamava al suo cospetto mandandogli un servo, dentro il suo cuore sperava ardentemente che quello splendore non si esaurisse mai, e che camminando per le strade si sarebbe sentito ancora il suadente profumo di spezie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Turchia/Sadiq Adnan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                    Repubblica di Turchia




 
Si trovava nel suo palazzo.

Lo sguardo, fuori da quel luogo colmo di lussi si sperdeva sulla sua adorata città, il cui profumo sapeva di spezie e antichità.
Si fermò, a osservare quello che rimaneva del fiorente impero, quei giardini con piante rare che parevano infiniti e le fontane zampillanti.
Il tramonto imporporava i cieli e quel posto si ricopriva di una mistica luce dorata che sembrava far fermare il tempo.

Sapeva quello che di lì a poco sarebbe accaduto, così come sapeva che era necessario farlo.

Le rivolte interne, le carestie, le epidemie...

Strinse il pugno serrando i denti, con ira impetuosa mentre il suo sguardo si faceva scuro dietro la maschera bianca che copriva per metà il suo viso.
Così, tradire il sultano con i kemalisti non era stato poi tanto difficile, ormai alla deriva, l'unica cosa che risollevasse il suo animo era il pensiero della schiacciante vittoria contro i greci.

Heracles, quello stolto, una volta resosi indipendente, pur di fargli un affronto si era alleato con gli inglesi e i francesi che come ricompensa lo avevano lasciato da solo sul campo di battaglia.
Un ghigno colmo di soddisfazione si dipinse sul proprio viso mentre gli occhi vagavano ancora all'orizzonte cercando forse risposte al suo futuro incerto, futuro che sarebbe potuto cambiare anche nel giro di una notte.

Si scostò dall'ampia finestra particolarmente lavorata e osservò distrattamente la servitù che riservava nei suoi confronti un reverenziale rispetto, mentre camminava con i suoi abiti dalla stoffa pregiata.
La luce che filtrava diveniva sempre più scura, segno della notte che scalciava per stendere un velo e celare le disgrazie.


Le ore passavano inesorabili e Sadik, non riusciva nemmeno a pensare tentando di calmare l'afflusso di pensieri fumando il suo narghilè sul tappeto ricercato, tra i cuscini dai colori purpurei.

Che cosa era giusto fare?

Era sempre stato autoritario, violento specialmente quando si trattava di guerra, ma nonostante l'aria immutabile, mentre il sultano lo chiamava al suo cospetto mandandogli un servo, dentro il suo cuore sperava ardentemente che quello splendore non si esaurisse mai, e che camminando per le strade si sarebbe sentito ancora il suadente profumo di spezie.

Si alzò dal tappeto, e camminando per lo sconfinato palazzo, fatto per riparare anche dalla calura più soffocante, si chiese se avesse capito da che parte realmente stava...

Da quella del popolo, come tutte le Nazioni in fondo.

Tutte quelle ricchezze non le disprezzava, tutt'altro.
Lui stesso aveva contribuito ad accumularle con sanguinose battaglie e violente sconfitte, eppure non se ne sentiva particolarmente in colpa, nonostante fossero in molti ad odiarlo.
Uno strano sorriso apparve sul suo viso e in breve fu al cospetto del proprio capo.
Fece un lieve inchino e mentalmente preparò il discorso che l’avrebbe convinto a firmare la Costituzione, e rivoltare così, nel giro di qualche ora, le sorti del grande impero.

Non detestava quello sfarzo no, ma mentre le favorite del sultano stavano lì a pettinarsi i capelli e adornarsi i polsi e i colli di tintinnanti gioielli, il suo animo era spaccato dalle strazianti grida, di chi moriva di stenti.
 
 


Angolino dell'Autrice.
Allora, beh senza che vi spieghi penso che abbiate capito che è una breve flashfic su quello che penso sia accaduto poco prima che il sultano firmasse la Costituzione che avrebbe segnato la fine del grande Impero Ottomano.
Brevi pensieri del nostro turco preferito, mi ero ispirata così e spero che vi piaccia <3
  
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