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Autore: KidStardust    02/02/2013    1 recensioni
Credete nel mitologico colpo di fulmine? Be' il protagonista di questa storia non aveva neanche la minima idea di ciò che volesse dire questa frase, poi un giorno, cambiò tutto e un giovane cuore congelato iniziò a sciogliersi di fronte alla nobiltà di una fiamma luminosa. Quando le tue possibilità sono zero cosa faresti? Quando tutto è contro di te, molleresti tutto? Quando tu sei un povero "randagio" e lei una "nobile", perderesti le speranze? Tutte le risposte che cerchi le puoi trovare solo dentro di te...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Fa freddo. Cammino per le strade innevate di New York, quest'anno l'inverno è molto rigido, talmente tanto che pure le lacrime si congelano. Io sono Tyga, un ragazzo dei tanti, sono timido ma a dar retta agli altri ho un carattere d'oro, non sono di bell'aspetto e lo so, ma sono così e mi accetto, alla fin dei conti quello che si deve vedere tutti i giorni allo specchio sono io. Tralasciamo il mio aspetto e continuiamo, New York è immensa per un piccola pedina, ovvero me, ma anche se è una gigantesca metropoli io mi sento chiuso in gabbia. Tutta la mia vita è stata decisa dagli altri che mi hanno imposto binari sui quali procedere mentre io cercavo con tutte le mie forze di deragliare ma il peso delle responsabilità mi teneva incollato al suolo così continuavo la mia corsa, anzi il tragitto scelto dagli altri. Credevo di vivere all'inferno, che tutto questo fosse una punizione, ma poi un giorno come tanti altri, girai l'angolo, urtai una persona e.....
Tyga: << Scusami ero soprappensiero e non ti avevo visto, ops scusa vista >>.
Ragazza: << Tranquillo lo stesso vale per me, mannaggia ho rovesciato il caffè >>.
Tyga: << È colpa mia mi dispiace, se hai tempo te ne offro uno per scusarmi >>. Dissi gentilmente.
Ragazza: << No guarda lascia stare, ne prenderò un altro lungo la strada >>.
Tyga: << Ok ti chiedo ancora scusa, almeno dimmi il tuo nome >>.
Ragazza: << Mi chiamo Charlie, addio... >>
La guardavo andare via e mentre pensavo di non avere mai visto niente di più bello al mondo, era discretamente alta, un fisico snello con le curve nei posti giusti, capelli ricci molto tendenti allo scuro e due occhi marroni che potevano apparire insignificanti ma che catturavano più di una trappola per topi.
Me ne andai pensando che era solo un altro imprevisto durante la solita routine ma come sempre mi sbagliavo, non ebbi neanche il tempo di appoggiare la testa sul cuscino che la mia mente era già nel mondo dei sogni e quella notte, il mio subconscio, mi riservò una sorpresa.
Sognai lei, il suo viso, sognavo di prendere insieme quel caffè negato a Manhattan, ma appena provai a dire una parola il sogno svanì e mi risvegliai.
Le mie mani tremavano, il cuore batteva all'impazzata e non chiusi più occhio, il pensiero di quella ragazza, di Charlie, mi assillava ma quante possibilità c'erano di rincontrarla? Poi ero disposto a giocarmi tutto con una sconosciuta? Avrei avuto qualche possibilità?
Le domande furono interrotte da un crollo fisico che mi fece addormentare ma quel sonno durò ben poco visto che fui svegliato da mia madre per iniziare un altro stupido giorno di college.
Mi vestii, uscì e raggiunsi a piedi la scuola da solo, ero un tipo asociale, dagli altri considerato strano, io invece mi consideravo unico e più maturo di loro quindi non avevo bisogno di mille amici quando nessuno aveva bisogno di me, entrai in classe, mi misi a sedere e mentre il professore iniziava la sua stupida lezione, che per me era un continuo bla bla, io iniziai a disegnare senza accorgermene. Disegnai e disegnai ancora come in uno stato di trance, e quando finii mi resi conto che avevo disegnato un volto, Charlie!!!
Era la risposta definitiva, il mio cervello o meglio, il mio cuore aveva scelto lei come anima gemella. Cosa fare? Come l'avrei trovata?
Non avevo mai atteso così tanto la fine di una lezione per scappare e inseguire qualcosa che finalmente mi aveva acceso, aveva scongelato la mia vita che era in ipotermia ferma sulle rotaie, l'avrei trovata, avrei trovato Charlie a qualsiasi costo.
In strada nevicava ma ricordo che la neve si scioglieva subito al contatto con la mia pelle, ero felice, stavo sorridendo dopo un'infinità di tempo, per poi cosa? Per un semplice incontro inaspettato. "Charlie ovunque sei ti troverò e ti farò mia", pensavo questo mentre correvo di scuola in scuola per cercarla, ma preso dall'enfasi della ricerca scivolai su una lastra di ghiaccio e finì con lo sguardo rivolto verso il cielo. Mi ero fatto un male cane, il fondoschiena mi faceva male terribilmente ma passò in un attimo quando mi rialzai e vidi che ero davanti al Queens College, davanti ad un'aula con ampie finestre e lì vi era lei, bellissima e sorridente, ci ero riuscito, avevo trovato Charlie. Aspettai ansiosamente la fine delle lezioni, mi misi davanti all'uscita dell'edificio pronto a provare a conoscerla ma quando finalmente arrivò il momento, quando era a un metro da me, mi bloccai e non riuscì a biascicare neanche una parola, così lei passò senza neanche notare la mia presenza, ma da quel giorno, da quell'errore, mi ripromisi di farla mia in tutti i modi, mettendo da parte timidezza e anche dignità se era necessario, ero pronto a tutto, ero pronto all'amore, ero pronto e deciso a farla innamorare di me!
  
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