Maschere
Mi hanno presa tutti in questa casa, hanno fatto di me ciò che volevano, ciò che piaceva loro, come uno straccio mi hanno usata e mi hanno gettata via.
È passato tanto tempo… ormai non piango più davanti a questi uomini fatti di pietra, non chiedo pietà perché so che sono parole urlate al vento. Mi limito a rintanarmi in un cantuccio della mia mente, ogni notte, e lascio che siano loro a comandare, lascio che pensino di aver vinto.
Ricordo di essermi costruita, pezzo dopo pezzo, una maschera su misura per sopravvivere. Ora di quella maschera non c’è più traccia, è stata assorbita dalla pelle ed è diventata parte di me. Era così perfetta che ora non riesco più a distinguerla dalla vera me stessa.
Forse è meglio: mi ha dato modo di poter sopportare tutto questo. Non sono ancora riusciti a spezzare l’unica parte della mia vecchia anima che ancora vive e pulsa, rintanata sotto le macerie di una ragazza che non c’è più, nascosta ad aspettare di poter uscire a respirare aria fresa.
-Oksana!- sento Michael chiamarmi. Forse è ora che quella parte esca per rivelarsi al mondo.