Serie TV > I Cesaroni
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Autore: Obseession    03/02/2013    3 recensioni
- Ti ricordi, quando ti baciai alla recita di Romeo e Giulietta? Sapevo già, di aver trovato la mia Giulietta anche fuori dalla storia, e anch'io come Romeo affronterei qualsiasi cosa pur di stare con te.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV. RUDI

Mi buttai sul letto e delle lacrime salate scesero sulla guancia, sembrava che facessero una gara a chi arrivava prima al traguardo: ovvero il mio contorno labbra.
Erano tante le lacrime vincitrici, ma cosa c’era di così vittorioso nel sciogliersi e morire non appena arrivati a destinazione?
Non era una vittoria per nessuno, né per loro né per me. Più ne morivano, più ne scendevano e più avevo bisogno di loro.
Chi è che dice che chi non piange è allagato dentro? Non è vero.
Nonostante queste maledette scendevano sul mio viso e si prendevano gioco di me, sentivo ugualmente la pioggia di acqua e venti allagarmi dentro. Più che venti sembravano vortici di dolori e sentimenti che non mi davano tregua.
Ma da quando Rudi Cesaroni si sentiva così? Da quando piangere per una ragazza, lui, che non l’aveva mai fatto fino ad ora? Forse perché la ragazza in questione, non era una semplice ragazza.
Lei era Alice, non era Miriam, Lisa o Fabiana.
“Tutta colpa del destino che ci ha portati qui. Il fatto che lei sia mia sor.. la mia sorellastra..” pensò, incalzando mentalmente la parola sorellastra “non rende la cosa più eccitante ma dolorosa, caro destino..”continuò.
- Dolorosa- ripeté sussurrando.

POV. ALICE
-Allora? Sei pronta a lasciare tutto il mondo a terra?- Mi domandò Francesco porgendomi la mano per aiutarmi a salire sulla barca.
Rivolgo l’ennesimo sguardo all’entrata del porto, sperando che finalmente si faccia vivo, ma niente..
Sento Francesco stirare ancora di più il braccio verso di me, e mi rigiro lentamente con lo sguardo basso per poi alzarlo verso di lui.
-Andiamo?- mi dice sorridendomi, che lo ricambiai con uno piccolo e sforzato.
Ero delusa.
Ma che cosa potevo aspettarmi da Rudi? La mia mossa l’avevo fatta, toccava a lui, ma ha voluto mollare tutto così, ha voluto arrendersi così.
“Dici di amarmi ma perché adesso non sei qui? Perché mi stai lasciando partire con lui? Ti prego Rudi, non c’è più tempo, metti al primo posto noi, corri sopra quel cavolo di ponte e fermami.” Stringo gli occhi, sperando in un certo senso che le mie parole fossero un incantesimo, li riapro e rivolgo un ultimo sguardo a quell’entrata. Niente.
-Amore stai bene?- mi domanda Francesco, vedendo i miei occhi lucidi.
-Si.. si, sto bene.- rispondo, fingendo l’ennesimo sorrisino sforzato.
-Allora dammi la mano, andiamo su-
“Che idiota che sei Alice, come potevi pensare che avrebbe combattuto per realizzare questo noi? E’ solo un ragazzo confuso, che non sa nemmeno lui cosa vuole. Significa che deve andare così, quindi adesso sali su questa barca e parti con Francesco, il lieto fine esiste solo nei film e lo sai.” Mi incoraggio mentalmente. Alzo il braccio verso di lui, ma appena sento la sua mano che cercava di tirare la mia, lo fermo.
-No Francesco, aspetta..- dico, sciogliendomi dalla sua presa – non è vero che sto bene-
-Che hai amore?- domanda, scendendo dalla barca e mettendomi una mano sulla fronte. – Ti prendo un bicchiere d’acqua e una bustina?-
Prendo la sua mano, togliendola dalla mia fronte e continuo il mio discorso.
- Non credo che i sensi di colpa che sto provando in questo momento possano andare via con un bicchiere d’acqua e una bustina.- dissi, sperando che queste quattro parole facessero capirgli quello che volevo dirgli, ma invece, mi guardò con uno sguardo confuso e continuai – Io ti ho preso in giro Francesco.- A queste mie parole, alzo lo sguardo verso di lui, che fino a quel momento avevo tenuto basso, e aspetto una sua qualunque risposta.
-Alice.. che vuoi dire?- mi chiede solamente.
- Quello che sto cercando di dirti è che, non voglio venire a vivere con te….-
- Ah.. ed è questo il problema? Perché se è questo non preoccuparti, andremo a vivere insieme quando ti sentirai pronta.- risponde interrompendomi, prendendomi il viso tra le mani e cercando di baciarmi, ma lo fermo.
- Francesco, lasciami finire.. non voglio venire a vivere con te e mai lo vorrò, non voglio nemmeno partire con te. Ascoltami, io ti ho usato. Ti voglio bene, ma non ti amo. Io l’amore, quello vero, l’ho provato e lo provo ancora ma non è per te. Non fraintendermi, tu per me sei stato importante ma..-
-Ma sono stato solo un rimpiazzo di qualcun altro.- continuò la frase lui con gli occhi lucidi.
-scusami- riuscì solo a dire, e stavo per andarmene ma Francesco mi fermò, afferrandomi dal braccio.
- dimmi solo una cosa.. lui, chi è?- mi domandò, con tono pretenzioso.
Non volevo assolutamente creare ancora più tensione di quanta ce ne sia già tra loro due, ma mi sentivo in dovere di confessarglielo. Tanto non stavamo insieme, quindi non avrebbe potuto prendersela con lui, e conoscendolo non l’avrebbe fatto neanche con me, anche se ne avrebbe avuto tutto il diritto.
-..Rudi.- confessai.
Mi aspettavo un espressione di disgusto sul suo viso e invece..
Prima sbuffò in un sorrisino come per dire “giusto, e chi poteva altro essere?” per poi dire – Avrei dovuto immaginarmelo. Cioè, l’ho immaginavo già che tra voi due c’era qualcosa, ma faceva meno male pensare che si trattava solo di bene fraterno. Ma la colpa è mia, ho sbagliato a mettermi con una cudicini. Prima Marco ed Eva, adesso voi due..a questo punto devo pensare che va di moda mettersi con i propri fratellastri.- rispose lentamente, con gli occhi ancora più lucidi di prima.
-Tra noi due non c’è niente, Francesco. Io e Rudi non stiamo insieme, non sei l’unico ad essere rimasto deluso dall’amore.-
-.. Ma certo, ecco perché gli stavo sulle palle. Aveva paura che io ti portassi via da lui. Come puoi dire che non sono il solo ad essere rimasto deluso, quando si capisce chiaramente che anche lui ti ricambia?-
-Fidati.. so per certo che non ricambia e che non crede in un noi. ..Scusami Francesco, scusami ancora..- finisco di dire, andandomene riportando con me le mie cose, e lasciandolo lì da solo.

POV. RUDI
Asciugo le ultime lacrime che mi gocciolavano sul viso, e mi giro nel letto, mettendomi a pancia sotto.
Ti ho dedicato una canzone, quella cavolo di canzone davanti a tutti. Non avevi capito che era la mia dichiarazione? Credo proprio di no, visto che te ne sei andata via con quello lì. Mi sarei accontentato anche di un abbraccio di quelli che sai dare tu, come uno di quelli che mi dasti quella mattina dopo la prima volta che te la cantai.
Sarai già su quella barca, con lui. A dargli quei baci, che avrei voluto io.
Stiro il braccio, e cerco di avvicinare l’orologio che si trovava sul comodino, ma senza rendermene conto lo avvicino un po’ troppo e cade per terra.
Sbuffo, “adesso anche l’orologio si ci mette.”
Mi affaccio per terra, per vedere dove sia finito, ma.. vidi qualcos’altro che mi fece sobbalzare dal letto e scesi per raccoglierla.
Una busta gialla. Con scritto fuori, X  RUDI quella scrittura, l’avrei riconosciuta fra mille. Sorrido, “ah.. allora si è ricordata anche di me” pensai, mentre mi risedevo sul letto. Ero felice di quella busta, ma non sapevo nemmeno il perché che cosa poteva esserci? Solo un saluto prima di partire.
L’aprì lentamente, uscì un foglio bianco, e cominciai a leggere il contenuto.
Caro Rudi, questa è una lettera confusa, in questi ultimi giorni, capire cos’hai in quel maledetto cuore è impossibile.” Mi bastò leggere solo queste due frasi, per capire che non si trattava di una lettera di saluto, ormai non riuscivo più a fermarmi, dovevo scoprire cosa aveva scritto in seguito e continuai.
“Forse perché anche nel mio c’è tanta confusione.. ha un nome questa confusione Rudi, lo ha per te? Perché io d’improvviso vacillo e non so più da che parte andare, mi sono allontanata da te perché non era più possibile starti accanto sapendo che non mi amavi. Ma ora che sto per prendere il largo, non posso partire senza sapere cosa provi esattamente per me.”
Avevo bisogno di 5 secondi, per capire se quello che avevo appena letto era vero o era solo un frutto della mia immaginazione. Quando realizzai che era tutto vero, baciai la lettera, e corsi subito al porto sperando di essere ancora in tempo.

POV. ALICE
Camminavo in giro per il porto, non sapevo assolutamente cosa fare adesso.
Non potevo tornare a casa, non avevo voglia di vederlo dopo quello che ha deciso di fare e non sapevo dove altro andare.
Mi girai in direzione di Francesco, e vedo che stava salendo sulla barca, probabilmente aveva deciso di partire lo stesso da solo.
Sospirando, continuai a camminare, fino a quando trovai un muretto e mi appoggiai su di esso.
“Possibile che sia l’unica tra i due a voler combattere per far trionfare il nostro amore? Possibile che importi solo a me? Perché mi hai illusa, una seconda volta? Ci credevo davvero questa volta.. ma fa niente. Ti ringrazio ugualmente, per aver scritto quel post-it e ad avermi fatto confondere ancora di più le idee. Se non lo avrei trovato avrei pensato che la cosa migliore fosse partire con Francesco, e non era giusto continuare ad illuderlo. Quindi non posso dirti che grazie, per essere riuscito con un misero post-it e tre parole, a mandarmi completamente nel pallone, ma soprattutto per avermi fatto credere davvero ad un nostro lieto fine, quando non c’è stato e non ci sarà mai.”

POV. RUDI
Posteggio velocemente la macchina, e scendo correndo, con la speranza di non essere arrivato troppo tardi. Ma una barca in lontananza, quella cavolo di barca, ha fatto spegnere quella speranza che si era accesa dentro di me.
Realizzai che era troppo tardi, ed era colpa mia.. di nuovo.
-Fanculo. – gridai, piuttosto arrabbiato e disperato.
Avrei fatto di tutto in questo momento, avevo perfino pensato di nuotare e raggiungere la barca, ma mi sa che prima che io arrivi a raggiungerla, loro saranno arrivati già in Grecia.
Decisi di chiamarla e dirle tutto quello che avrei dovuto dirle molto tempo fa, così prima di pentirmene digitai il suo numero sul mio cellulare e feci partire la chiamata.

POV. ALICE
Stavo per ricominciare ad incamminarmi, quando il mio cellulare squillò: era Rudi.
Fissai lo schermo per circa 5 secondi, stavo per rifiutare la chiamata ma prima che lo facessi io, lui interrompe la chiamata prima di me.

POV. RUDI
Sta squillando. La paura prende il sopravvento e decido di interrompere la chiamata.
Non avevo neanche pensato a cosa dirle, e che cosa avrebbe pensato che le avrei detto tutto per telefono? Mi avrebbe detto sicuramente che era troppo tardi, lei era già partita. Sento necessariamente il bisogno di sapere quello che mi dirà una volta detto che la amo, devo farlo, adesso.. subito. Almeno avrò trovato il coraggio di dirglielo e se non andrà bene, mi rassegnerò e saprò che non c’è nient’ altro da poter fare.
Digito di nuovo il suo numero e stavolta aspetto che mi risponda, senza chiudere prima di sentire la segreteria parlare.

POV. ALICE
Squilla di nuovo ed è ancora lui, decido di non rispondere “prima o poi staccherà” pensai. E fu così, ma insisteva richiamandomi, e risposi.
-Che vuoi?- dissi bruscamente.
-Alice fammi parlare, ti prego, prima che me ne pento e richiudo il telefono. Ho trovato la tua lettera adesso, e si, anche la mia confusione ha un nome..-
-Rudi sent..-
-Sei tu. Tu, sei la mia confusione. Forse è troppo tardi, perché adesso sei su quella barca con lui, ma anche se al ritorno Francesco mi spaccherà la faccia, avevo bisogno di dirtelo.-
Pensava che fossi già partita con lui? Bene.
-Si , in effetti, ci hai pensato un po’ in ritardo.- risposi, passarono circa 10 secondi prima di risentirlo.
- ... Lo so, ma ti prego fatti almeno dire il motivo della mia chiamata. Io….. tu, tu, tu, tu, tu. – ecco, adesso riattaccava anche.

POV. RUDI
Mi aveva detto che era troppo tardi ormai, ma volevo farle sapere lo stesso quello che provavo io per lei. Stavo per dirlo, quando alzo lo sguardo e la vedo dall’altra parte del ponte.. sorrido, “che bugiarda”  pensai. Mi ha detto che era partita per farmela pagare. Riattaccai, doveva scoprire il sentimento che provavo per lei da me, non attraverso un apparecchio elettronico.
Stavo per correre da lei, quando mi venne un idea..

POV. ALICE
“Non riesce nemmeno a dirmi quello che prova, sta cercando in tutti i modi di reprimere questo sentimento, ma perché fa così? Si vergogna di provare qualcosa per me, o è per il fatto che siamo fratellastri e ha paura come la penseranno tutti gli altri? Chissà cosa passa per la testa a quel ragazzo..”
Stavo prendendo la mia valigia dal manico e stavo cominciando ad incamminarmi di nuovo, quando una voce mi blocca.
- cinque anni fa, sei entrata a far parte della mia vita, e non ero affatto felice. Anzi, credevo che mi avresti rovinato la vita, e in un certo senso è stato così perché in quest’ultimo periodo mi hai fatto passare le peggior pene d’amore..-  gridò accompagnato da una risatina su questa sua ultima frase, una voce che avrei riconosciuto fra mille. Mi giro con gli occhi lucidi, e lo vedo, lui era lì, dall’altra parte del ponte, dietro un telo appoggiato nel muretto con scritto “ti ricordi “, che mi guardava soddisfatto e continuò.
-Ma me l’hai anche migliorata.. anzi, me l’hai soprattutto migliorata. Incontrarti è stata la cosa più bella che mi sia mai successa. All’inizio ti trattavo male, ti facevo sempre dispetti, ma lo facevo solo per essere sicuro di non affezionarmi troppo a te. Io a quell’età non sapevo nemmeno cosa fossero le ragazze.- vidi che a questa sua ultima frase rise, e risi anche io insieme a lui.
-Vedevo Marco soffrire a causa loro, e il trattarti male era solo un piano per non finire come lui. Un piano che, però, col tempo fallì sempre di più.- continuò, rallentando a dire l’ultima frase. Rallentando come i passi della gente che facevano finta di continuare a camminare quando invece stavano osservando la scena.
-Ti ricordi, quando mi dasti quel bacio per farmi vedere come si facesse?- mi urlò dall’altra parte, e quando vide che annuì, continuò – Hai presente il detto “il primo bacio è quello che non si scorda più”? Beh, io il mio, anzi il nostro, non l’ho ancora dimenticato. Forse per te non significò nulla, perché per te non era il primo e non lo sentisti vero come invece lo sentì io..- sorrisi e in due secondi mi ricredetti su tutto quello che pensavo di lui fino cinque minuti fa. Può esistere persona più meravigliosa? 
-Ti ricordi, quando avrei dovuto darti il nuovo numero di Umberto, ma lo persi? Non l’avevo perso, lo strappai e lo buttai fra le piante in cortile.- e come crescevano sempre di più i miei sorrisi, cresceva anche la folla di persone che man mano si fermava ad assistere alla scena.
-Per non parlare della mia gelosia, quando stavi con qualcuno o quando ci provavano con te. – lo vedo che pensava e rideva, per poi continuando a gridare – Povero Budino, quante gli e ne facevo vedere solo perché aveva una cotta per te. – risi, immaginando la scena.
- Ti ricordi, quando mi infilai le fedi per il matrimonio di Eva nelle dita e mi rimasero incastrate?- mi guardò sorridendo e continuò – stavo facendo le prove dello scambio delle fedi per il nostro matrimonio.. e mentre mi ammiravo le dita, pronunciai un verso che usai nella nostra canzone.-
 
POV. RUDI

-Quale?- mi chiese con gli occhi lucidi, regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli.
-come due anelli, più che fratelli.- le canticchiai.– Ti ricordi, quando ti dissi che tu avevi bisogno di un ragazzo che c’era sempre? Mi riferivo a me, infatti poi ti dissi anche “io ci sarò sempre” per fartelo capire, ma non hai capito niente.- continuai a dirle, guardandola mentre si mordicchiava il labbro e mi sorrideva.. sorrisi che ovviamente ricambiavo e davo.
-Ti ricordi, quando ti baciai alla recita di Romeo e Giulietta? Sapevo già, di aver trovato la mia Giulietta anche fuori dalla storia, e anche io come Romeo affronterei qualsiasi cosa pur di stare con te. -
Mi sorrise ancora una volta, e mi rispose – Sai cosa mi sono resa conto in quel momento del bacio?- la guardai sorridendo, alzando un sopracciglio e lei continuò seria – di amarti.- In quel momento, avrei voluto correre da lei e baciarla, ma dovevo resistere, dovevo completare il mio discorso, ancora mancava la cosa più importante.
-Ti ricordi, quando feci il deficiente e ti rifiutai al parco? Avevo paura che la nostra storia facesse una brutta fine come quella di Marco ed Eva. –
-.. Rudi- mi chiamò.
- eh?-
-ti ricordi la notte alle terme?- mi domandò preoccupata, come poteva pensare che avessi dimenticato la notte più bella della mia vita?
- Quello, è stato il momento più bello della mia vita. – risposi andando dritto al punto, sapevo che voleva sapere questo,  aveva rimpiazzato il “cos’ha significato per te” con “ti ricordi”. Mi fece un sorriso a trentadue denti, avrei voluta baciarmela tutta quanta.
-Sono contenta di sentirtelo dire, perché anch’io la penso come te. – la guardai accigliato, non l’aveva soprannominato “un incidente”? lei sembra aver capito quello che pensavo e continuò  - non l’ho mai considerato un incidente.- un sorriso a trentadue denti si dipinge sul mio viso, quanto può essere bella?
-Ti ricordi, quando mi scrivesti nella lettera che volevi sapere cosa provavo esattamente per te?- la guardai come non avevo mai fatto con nessun’altra, quello era uno sguardo che rivolgevo solo a lei, la vedevo che stava attendendo il seguito e continuai gridando un po’ più forte e dolcemente – Sardina...io ti amo. -

POV. ALICE
Ero senza parole, finalmente me l’aveva detto e non tramite uno stupido post-it.
Delle lacrime di gioia, scesero sulla mia guancia, e prima di correre in sua direzione, gridai – Ti amo anche io deficiente.-
Mi corse anche lui all’incontro, e quando la distanza che c’era tra noi due la riducemmo del tutto, mi prese il viso tra le mani e mi baciò, prima delicatamente poi con più passione, quasi a togliermi il fiato.
Avevamo tanto aspettato entrambi questo momento, e finalmente che era arrivato non riuscivamo a crederci, ci sembrava troppo bello per essere vero.
Quando finalmente ci staccammo dal bacio, continuava a tenermi il viso tra le mani, e appoggiò il suo naso al mio.
-mi dispiace.. per tutto. Per essermi comportato come un bambino quel giorno al parco, mi dispiace di averti fatto stare male, mi dispiace di non averti detto prima che ti amavo quando sapevo che era così, ma più di tutto mi dispiace di aver rinunciato a noi quando tu non l’hai mai fatto.- mi disse sussurrando, gli diedi un bacio che credo servì a fargli capire il mio perdono.
-perché non sei partita?- continuò a sussurrarmi.
-te l’avevo detto che non potevo partire senza sapere cosa provavi esattamente per me, no? – risposi, facendolo ridere e continuai - volevi che partissi?- domandai, facendo la finta offesa, sciogliendomi dalla sua presa e allontanandomi da lui.
-sai quello che voglio dire.- mi disse sorridendomi e riavvicinandomi, mentre mi circondava la vita con le braccia e mi dava dolci baci, uno dopo l’altro.
- si, lo so.. lo lasciato.- rispondo, andando dritta al punto, sapevo che la sua domanda di prima, si riferiva al fatto di com’era andata con Francesco. Ricevei un altro dei suoi meravigliosi sorrisi fatto tra i baci.
-Ti ricordi, quando dissi la più grande cavolata?- mi domandò ad un tratto.
- quale delle tante?- risposi ironicamente, facendolo ridere.
- quando avevi l’appuntamento con Walter, e ti dissi che eri bellissima, ricordi cosa aggiunsi dopo?-
- “non facciamo la fine di Marco ed Eva, vero?”- dissi, ridendo insieme a lui, ripensando alla scena. Era divertente abbinare quella frase dell’anno scorso ad adesso.
Credo che noi cudicine, siamo proprio destinate ai Cesaroni.
Guardo Rudi, mentre riprende a baciarmi dolcemente, per poi restare a fissarci e sorridere rimanendo fronte contro fronte.
  
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