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Autore: VieEnMusique_    03/02/2013    3 recensioni
C'è una leggenda cinese che narra che ognuno di noi è legato con un filo rosso alla persona che saremo destinati ad amare. Non importa quanto tempo ci voglia, ma le due anime riusciranno ad amarsi. E' un po' quello che succede ai protagonisti della storia. Accetto critiche e recensioni! VieEnMusic
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come sempre aveva dato un pugno alla sveglia e si era messo a sedere. Era quasi diventato un peso per lui aprire gli occhi al mattino e vivere, alzarsi dal suo letto a due piazze pieno di cuscini, fare colazione ed andare a lavoro; qualsiasi cosa per lui era diventato un peso. Viveva da solo da quando era andato via di casa, nessuno della sua famiglia lo credeva, lo avevano preso per pazzo. Da bambino le persone ti credono, credono sia tutto frutto della fantasia e perché, diciamocelo, quale bambino non ha avuto un amico immaginario? Ma quando diventi adulto, quando hai l'età per bere e per guidare chi vuoi che continui a crederti?
Ogni volta che si guardava allo specchio, non vedeva il suo riflesso, vedeva qualcun'altro.
Vedeva un ragazza con  il colorito chiaro e gli occhi grandi che cambiava taglio e colore di capelli proprio come lui.
Anche questa mattina mentre si lavava i denti si era guardato nello specchio, o meglio l’aveva guardata: aveva un aria stanca e triste proprio come lui. Qualche volta aveva anche pensato che quello che vedeva  fosse solo la proiezione inconscia del suo umore, dei suoi sentimenti . L’aveva pensato troppe volte ma quando una mattina, lui si specchiò sorridente per una promozione ottenuta al lavoro, si accorse che lei aveva gli occhi gonfi di pianto e l’eye-liner che le colava sulle guance chiare. Aveva sempre detestato quella situazione ma quella volta, l’unica cosa che avrebbe voluto fare era attraversare quello specchio ed abbracciare quella piccola figura che singhiozzava.
Posò lo spazzolino e si infilò il suo giubbotto nero, aveva la giornata libera e voleva andare in biblioteca. Si era trasferito in un piccolo paesino della Francia e forse la biblioteca era la struttura più grande di tutta la città. C’erano cinque piani ed erano tutti pieni di librerie che grondavano di libri di ogni genere, un vero e proprio paradiso per chi,come lui, amava perdersi nei libri e viaggiare con la fantasia. Entrò nella biblioteca come sempre vuota, alla scrivania c’era Colette; una simpatica donna di terza età che si occupava da sola della biblioteca e che per passare il tempo lì lavorava a maglia. Una volta quella anziana signora gli aveva confezionato una sciarpa fatta ai ferri tutta colorata che indossava ogni volta che si sentiva giù di morale.
Salutò Colette, si prese da solo una cioccolata calda dal piccolo fornellino all’ingresso, un libro da una delle tante librerie e si sedette al suo solito posto. Mentre leggeva solo una cosa gli fece alzare gli occhi: qualcuno gli era passato accanto e si era diretto verso la scrivania di Colette. Da dietro sembrava essere una ragazza ma non diede così tanto peso alla cosa e tornò a leggere. Sentiva parlare tranquillamente Colette e la figura misteriosa.
-Sebastien! Questa ragazza è esattamente come te divora più di un libro al giorno! -
Alzò lo sguardo verso le due donne ed infilò un dito tra le pagine per non perdere il segno. Stava per rispondere ma i suoi occhi restarono fissi sul viso della ragazza, che si era voltata nella sua direzione. Si sentiva pazzo, più di quanto chiunque altro lo avesse mai definito. Forse sì lui lo era per davvero. Quella ragazza era la sua ragazza, quella che vedeva riflessa tutti i giorni allo specchio da quando ne aveva memoria. Avrebbe voluto alzarsi e scappare, oppure cercare di capire se stava solamente sognando e la sveglia avrebbe interrotto tutto da un momento all’altro.
- Ha letto tutti i libri del primo piano e gliene manca solo uno- Colette si voltò poi verso la ragazza e indicò Sebastien - anche a lui sai ne manca uno solo-
La giovane sorrise e si voltò indietro per guardarlo.
-E’ difficile trovare al giorno d’oggi qualcuno che apprezza ancora  la lettura. Che libro le manca?-
La voce di quella ragazza era così dolce e tranquilla che riuscì a calmare anche il suo battito accelerato
-… quello che ha lei tra le mani-
Indicò il libro che lei aveva tra le mani, aveva una copertina di cuoio rossa con bordature nere. Lei glielo porse, sorridendo.
-Di cosa parla?-  si sorprese di se stesso, se c’era una cosa che odiava di più era sapere di cosa parlasse un libro oppure un film. Voleva sentire quella voce e guardarla il più possibile. Voleva memorizzare bene il suo modo di muoversi, il suo modo di parlare, la sua voce… il suo profumo.
-Beh…racconta un po’ di una leggenda – la ragazza accarezzò il libro con le dita
-Che tipo di leggenda?-
- La leggenda del filo rosso Giapponese- sorrise
La incitò a continuare, voleva sentire ancora il suono della sua voce non gli importava se lei gli avesse raccontato tutto il libro.
-Oh…beh spiega un po’ la storia della leggenda, la descrive- fece una pausa prima di lanciargli uno sguardo- ma se glielo racconto che sfizio ci trova poi nel leggerlo? -
-Giusto- Sebastien sorrise appena, curvando un angolo delle labbra
-Mi faccia sapere cosa ne pensa- la ragazza sorrise e gli porse il libro, sfiorò la mano della ragazza era gelida, proprio come la sua mano.
-Sono qui tutti i giovedì, quando la trovo?- voleva vederla ancora, a tutti i costi.
- Io vengo qui tutte le sere un’ora prima della chiusura della biblioteca, quando vuole sono qui -
Lei  gli sorrise ancora e Sebastien non poté far altro che stare li fermo a scrutare ogni centimetro della figura in piedi di fronte a lui.
- Le auguro una buona giornata, spero di poter sapere presto la sua opinione su questo libro. Arrivederla!-
Era rimasto lì, con la mano che stringeva il libro a mezz’aria e stupidamente non le aveva neanche chiesto il nome. Scattò in piedi, lasciò tutto e corse fuori per strada. Si voltò a destra e a sinistra, riuscì a distinguerla tra la folla che andava verso la piazza. Le corse dietro schivando la gente, le si parò davanti e si fermò a riprendere fiato con le mani appoggiate sulle ginocchia.
- Non… non le ho chiesto come si chiama-
La ragazza sorrise portandosi una mano alla bocca.
- Mi chiamo Océane -
-Io sono Sebastien – aveva ancora il fiato corto
-Piacere di conoscerla Sebastien-
Si scambiarono qualche sguardo. La guardava e aveva l’istinto di abbracciarla, di accarezzarle i capelli, di baciarle le guance gli sembrava di conoscerla da sempre. O forse era davvero così.
- Posso offrirle un caffè… sempre se ha tempo e sempre se le va- il lieve rossore delle guance di Océane lasciavano trasparire il suo imbarazzo
-Sì perché no! Vado a recuperare le mie cose e arrivo! Mi aspetta qui?!- Sebastien stava sognando, ne era convinto
-Certo. La… Ti aspetto qui -
La ragazza scandì bene le parole di quella frase, in fondo le sembrava stupido che due persone che non raggiungevano neanche metà secolo insieme, si dessero del lei.
-Torno subito -
Sebastian tornò indietro a recuperare le sue cose, le prese in fretta ed infilò il libro in borsa destando la curiosità dell’anziana all’ingresso
-Dove scappi? –
- Vado a prendere un caffè con quella ragazza, me l’ha chiesto lei…-
Colette sorrise ed inclinò la testa.
- Lo so…avrei dovuto chiederglielo io, ma mi vergogno!- sentì le guance andare a fuoco e la donna ridacchiare- E nessun commento è solo un caffè! -
-Su adesso vai non farla aspettare!- Colette gli diede una pacca su una guancia
Uscì fuori correndo come qualche minuto prima. Lei era lì che parlava a telefono con qualcuno, aveva un espressione triste e dal modo in cui rispondeva si capiva che la persona con cui parlava la stesse rimproverando.
Sebastien si era fermato a poco più di mezzo metro da lei e la sentiva ripetere continuamente delle scuse e  che sarebbe arriva tra pochi minuti.
- Mi dispiace- si torturava le mani
- Di cosa?-
-Era il mio datore di lavoro a telefono ed una delle ragazze che lavora con me ha avvisato all’ultimo momento che non potrà lavorare oggi e devo sostituirla, mi tocca un doppio turno -
- Non è pesante il doppio turno?-
-Beh un po’-
Sebastien la guardava e avrebbe tanto voluto dirgli tante cose, non poteva supplicarla di restare ma si limitò a stare in silenzio e a guardarla dritto negli occhi.
-Beh io vado, spero di poterti rivedere in biblioteca-
-Sì, dobbiamo rivederci! -Sebastien quella frase l’aveva quasi urlata e quando se ne rese conto arrossì di colpo- Devo dirti del libro- aggiunse subito dopo lui per giustificarsi
Lei gli sorrise e il cuore di lui prese a battere più veloce
-Devo scappare scusami. Ci vediamo in biblioteca-
Lui si limitò a sorriderle e a guardarla correre tra la folla. Decise di tornare a casa. Voleva leggere e finire il libro velocemente. Girò la chiave nella serratura, si chiuse la porta alle spalle e guardò d’istinto lo specchio all’ingresso. Si avvicinò al grande specchio con gli occhi pieni di lacrime. Lei non c'era più. I suoi occhi, i suoi capelli ricci e corti, il suo sorriso erano stati sostituiti dal suo stesso riflesso, dai suoi capelli lisci castano scuro, dai suoi occhi piccoli e neri come la pece.
Aveva iniziato a piangere con la fronte appoggiata al freddo specchio e continuava a ripetersi che non l’avrebbe mai più rivista, aveva perso anche lei come tutti gli altri. Passò tutta la notte sveglio a leggere il libro, che a quanto pare era l’unica cosa che adesso li legava, continuò a leggere fin quando la sveglia non gli fece tornare alla mente di dover andare a lavoro. Anche la notte seguente restò sveglio per finire il libro e di tanto in tanto si voltava verso lo specchio nel disperato bisogno che magari, all’improvviso sarebbe riuscito a vederla di nuovo.








~
Anneyong!
Grazie di averla letta! Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate! Recensitela pure!
Spero di poter pubblicare presto il secondo capitolo.

Ah! Nel caso in cui tu non conosca la leggenda di cui parlo puoi leggerla qui:

http://www.ilbazardimari.net/leggende-orientali-il-dio-del-matrimonio-e-il-filo-rosso-del-destino/

•VieEnMusic•


 

  
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