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Autore: Alchbel    03/02/2013    2 recensioni
Ebbene sì, eccoci di nuovo per una "AnderBros Week" a cui davvero non vedevamo l'ora di partecipare! Perché una sola puntata con quei due ha dato vita a davvero troppe cose nelle nostre teste e questa sarà una bellissima occasione per provare a riempire alcuni vuoti lasciati dal telefilm.
Enjoy it ♥
Day 1: Klaine break-up + Cooper.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Day 7: Children!Anderbros

 

Mai più.

 

Cooper Anderson sentiva che quella giornata sarebbe stata indimenticabile. Uno dei suoi migliori compleanni, anzi forse proprio il migliore. Cosa poteva esserci di meglio, in  fondo, di due giorni in campeggio con i suoi amici, libero da qualsiasi controllo da parte degli adulti? Avrebbero passato tutta la notte a farsi scherzi assurdi e a raccontare storie dell’orrore facendo a gara a chi si spaventava prima. Sarebbe stato perfetto.

 

«Pensi che ci saranno i leoni al campeggio?».

 

La vocina eccitata di suo fratello interruppe Cooper dal fantasticare circa il suo regalo di compleanno. Compiva 16 anni quella mattina e i suoi genitori gli avevano concesso qualcosa di assolutamente diverso dalle solite feste in casa con musica e giochi. Ad una condizione: che Blaine fosse venuto con loro.

 

Improvvisamente tutto quello non sembrava poi essere così perfetto.

 

Si voltò verso i genitori con sguardo implorante, mentre salivano tutti in macchina.

 

«Ripetetemi ancora una volta perché lui deve venire con me e i miei amici», disse imbronciato per l’ennesima volta, portando le braccia al petto e mettendo su una smorfia imbronciata.

 

«Perché io e tuo padre saremo fuori per tutto il fine settimana e di certo Blaine non può restare da solo a casa», fece la mamma seccata dalla petulanza con cui quella conversazione si stava protraendo dalla sera precedente.

 

«Ma è il mio compleanno. Perché Blaine deve rovinarmelo?», continuò il più grande.

 

Il piccolo, dal canto suo, avrebbe davvero voluto essere altrove che con gli amici di Cooper, ma la mamma gli aveva spiegato che doveva andare e che si sarebbe divertito tantissimo e lui le credeva. Si voltò verso Cooper, pronto per dirgli che non avrebbe dato alcun fastidio, ma il fratello gli lanciò una brutta occhiata prima ancora che potesse provare ad aprire bocca.

 

«Vedi di non rovinarmi questa giornata o saranno guai!», gli sussurrò e Blaine ingoiò abbassando la testa con fare mesto.

 

Certo che non gli avrebbe rovinato il compleanno. Lui voleva solo divertirsi con suo fratello… anche se Cooper non sembrava proprio dello stesso avviso. Il piccolo si spinse contro il finestrino, cercando di non pensarci e in breve riuscì a distrarsi, attirato dal paesaggio  diverso dal solito che scorreva lungo la strada. Sembrava essere in un altro continente, quando invece era solo in periferia.

 

Dopo una mezz’ora di macchina, arrivarono allo spiazzale in cui Cooper aveva dato appuntamento ai suoi amici. Sarebbero stati 6 in tutto – 7 con quella spina nel fianco del suo fratellino. Josh e Mark furono i primi ad arrivare, ma entro un quarto d’ora anche Jeremy, George e Tony scesero dalle macchine, accompagnati per l’occasione dai genitori che prima di andare scambiarono qualche parola con gli Anderson. Quando tutto fu sistemato, i ragazzi rimasero da soli, non senza aver ricevuto le solite raccomandazioni dagli adulti sullo stare attenti, non allontanarsi da soli e tenere d’occhio Blaine – cosa che valeva soprattutto per Cooper.

 

Il ragazzo fece una smorfia al pensiero di doversi occupare di suo fratello e mentre quello era intento a distrarsi con chissà cosa, fece cenno ai suoi amici di avvicinarsi e parlottò piano.

 

«Stasera, appena il marmocchio crolla, faremo una maratona di racconti horror ed eleggeremo il re della nottata. Qualunque cosa dica il re è legge e domani ci sarà da divertirsi perché il re può far fare ciò che vuole», decretò con un sorrisetto tra l’approvazione degli altri ragazzi.

 

«Che cosa state facendo?».

 

La vocina di Blaine interruppe il loro confabulare  e tutti si voltarono con falsi sorrisi verso di lui.

 

«Decidevano dove accamparci, Schizzo», rispose subito Cooper.

 

«Smettila di chiamarmi così, sai che non mi piace», si lamentò.

 

«Sì sì, Schizzo, come dici tu. Ora andiamo a montare le tende», minimizzò il più grande, spingendolo tra gli alberi, fino a trovare un punto in cui fossero abbastanza radi da permettere loro di montare le tende ed avere uno spazio al centro per l’immancabile fuocherello da campeggio – praticamente inutile, dato che erano ad Agosto, ma immancabile per dare a tutta la situazione quell’atmosfera di avventurieri impavidi che ci voleva.

 

Quando ebbero deciso il posto, cominciarono velocemente a montare le pratiche tende. Blaine, tutto fiero ed eccitato, cacciò dal sacco la sua e la gettò a terra aspettando che si montasse da sola – in fondo era quello che faceva nella pubblicità. Tuttavia, la tenda rimase un semplice ammasso di roba per terra. Il piccolo inclinò la testa, senza capire dov’è che avesse sbagliato.

 

«Cooper, la mia tenda non si monta!», si lamentò, voltandosi verso suo fratello, indaffarato a fissare bene la sua.

 

«Non ora, sono occupato!», lo liquidò in breve, dandogli le spalle.

 

Blaine sbuffò, avvicinandosi a George, poco distante. Odiava parlare con gli amici di Cooper, perché sembravano non prenderlo mai sul serio, peggio di suo fratello, ma quello era importante, per cui si fece coraggio. E poi, il ragazzo sembrava aver finito con la sua: non avrebbe avuto nulla in contrario a dargli una mano.

 

«George…? La mia tenda… io non so come montarla…», confessò a testa bassa, per quanto detta così suonasse davvero male.

 

Il ragazzo biondo si voltò verso di lui, guardando la tenda alle sue spalle per meno di un istante.

 

«Appena ho finito ti spiego come fare», disse, voltandogli anche lui le spalle e tornando a sistemare la sua.

 

«Ma hai finito», constatò con semplicità.

 

«Io… no, ho ancora da fare all’interno!», e si sbrigò velocemente ad entrare nella tenda, così che Blaine non lo potesse più seccare.

 

Il piccolo abbassò la testa e tornò alla propria tenda – per quanto definirla tale era davvero un affronto alle altre tende.

 

«Stupido ammasso di… roba! Perché non ti monti da sola, eh!?», se la prese, calciando l’ammasso floscio che aveva davanti ai piedi.

 

«Schizzo, sei un disastro! Come diavolo fai a non saper montare una tenda semplice come questa?», lo prese in giro Cooper, avvicinandosi e in breve la mise in piedi con non più di dieci mosse.

 

Blaine stette a guardarlo con un misto di rabbia e delusione, stringendo i pugni ma senza dire nulla. Aveva ragione dopotutto: era stato semplice per Cooper, sarebbe dovuto essere altrettanto semplice anche per lui. Sospirò: era davvero un disastro.

 

 

***

 

 

Il cielo, quella sera, era qualcosa di spettacolare. Le stelle comparivano a centinaia nella volta scura, piccole perle incastonate con grazia nel mantello nero della notte. Blaine avrebbe tanto voluto allungare la mano fino a prenderne qualcuna – solo qualcuna – per poterla portare con sé. Gli avrebbe fatto compagnia in quella serata davvero noiosa, in cui Cooper lo aveva mandato nella tenda a dormire quando non erano ancora le nove.

 

«Se non vuoi rovinarmi il compleanno, vedi di startene qua buono e non fare nulla», gli aveva detto  e lui gli aveva obbedito, perché aveva promesso che non avrebbe fatto nulla per farlo dispiacere il giorno del suo compleanno.

 

In realtà Cooper aveva cominciato con la solfa del “se non vuoi rovinarmi il compleanno” già dalla mattina e lui era davvero stufo di non poter praticamente fare nulla. Era stato a giocare da solo nella sua tenda praticamente tutta la giornata, tranne quando avevano mangiato tutti quanti insieme davanti al fuoco.

 

Uno scoppio di risate attirò la sua attenzione: quanto avrebbe voluto essere lì con loro, a ridere e scherzare, ascoltando le storie che suo fratello e i suoi amici si stavano raccontando. Perché checché ne dicesse Cooper, lui non era più un bambino piccolo, poteva giocare con loro senza dare fastidio se solo lo avessero lasciato provare.

 

Sbuffò, mettendosi a sedere e stringendosi le braccia intorno al petto. Non avrebbe fatto vedere a Cooper che voleva piangere, anche se sarebbe stata davvero la sola cosa da fare in quel momento. Lui neanche ci voleva andare a quel campeggio!  Avrebbe di gran lunga preferito restare nel suo lettino, con Teddy a fargli compagnia. La mamma lo aveva convinto ad unirsi a loro, dicendogli che in realtà a Cooper avrebbe fatto piacere, quando invece era chiaro che per lui fosse solo una palla al piede.

 

Se era così, quindi, lui se ne sarebbe andato. Blaine ponderò l’idea per qualche istante. In fondo non ci avevano poi messo così tanto tempo ad arrivare lì: sarebbe riuscito a tornare a casa in un quarto d’ora massimo! Avrebbe fatto un favore a Cooper e a se stesso, togliendo il disturbo.

 

Il piccolo non ci pensò su neanche un altro istante e si affacciò silenziosamente dalla tenda, per controllare che nessuno lo vedesse. Erano tutti così attenti a quello che suo fratello stava dicendo in quel momento che neanche si sarebbero accorti della sua assenza. Probabilmente ne sarebbero stati felici. Uscì cercando di non fare rumore e con pochi passetti fu lontano dal fuoco e dai ragazzi.  Accese la torcia che si era portato dietro e cercò di ricordare la strada che aveva fatto.

 

 

***

 

 

«Sai, Cooper, credevo che tuo fratello si sarebbe lagnato di più per il modo in cui lo abbiamo liquidato», sussurrò Mark, voltandosi verso la piccola tenda alle sue spalle.

 

«Anche io, ad essere sincero. Non fa altro che piagnucolare per qualsiasi cosa», convenne il festeggiato «E comunque, per te, sono re Cooper», ricordò all’amico come a tutti gli altri, sottolineando che aveva vinto la sfida.

 

Gli altri gli fecero un inchino, stando al gioco e si ritirarono nelle proprie tende. Il maggiore degli Anderson stava per fare lo stesso, quando qualcosa gli suggerì di dare una sbirciata al fratellino, giusto per vedere se avesse bisogno di qualcosa. Sentì mancargli il fiato quando, entrando, si accorse che Blaine non c’era.

 

«Schizzo?!», chiamò «Non essere stupido, dove ti sei nascosto?!».

 

Guardò fuori dalla tenda, intorno alle altre, ma del piccolo non c’era traccia.

 

«Schizzo, giuro che se questo è uno scherzo, non è divertente! Esci subito fuori o saprò io che cosa fare!», lo minacciò, più spaventato che arrabbiato, ma senza ricevere risposta.

 

Gli altri ragazzi, che avevano sentito la sua voce, si affacciarono dalle tende, chiedendo quale fosse il problema.

 

«Mio fratello è sparito!», strepitò Cooper ormai nel panico più totale.

 

« Vedrai che si è solo allontanato per fare pipì», suggerì Josh, ma il ragazzo scosse la testa.

 

«Me lo avrebbe detto. Sa che non deve allontanarsi da solo, me lo avrebbe detto!»,  gridò guardandosi intorno senza trovare soluzione.

 

«Ok, niente panico ragazzi. Cooper, niente panico», prese in mano la situazione Jeremy «Prendiamo le torce e andiamo a cercarlo.  Siamo in sei, faremo tre gruppi da due e perlustreremo la zone. Magari qualcosa avrà attirato la sua attenzione e si sarà mosso senza pensarci: non sarà molto lontano!».

 

Gli altri ragazzi annuirono, decidendo di muoversi subito e di portare con loro i cellulari, così da poter rimanere sempre in contatto.

 

È colpa tua, è colpa tua, è colpa tua, continuava a ripetersi Cooper  mente camminava. Accanto a lui, Mark non emetteva un fiato, ma cercava di illuminare lo spazio davanti a sé con quanta più efficacia possibile per quanto la torcia fosse davvero debole in tutto quel buio. Aveva provato a confortare l’amico per i primi minuti da quando avevano cominciato la missione di soccorso, ma era stato tutto inutile e ci aveva rinunciato dopo pochissimi tentativi.

 

«Se non lo trovo… che cosa succederà se non lo trovo? », sussurrò ad un certo punto Anderson, fermandosi «Il mio fratellino… il mio fratellino… Blaine?! Blaine dove sei finito?!».

 

«Cooper».

 

Fu un sussurro lontano, così sottile che inizialmente il ragazzo pensò di averlo solo immaginato. Al secondo richiamo, però, il cuore batté più forte. Era Blaine, era davvero il suo Blaine?

 

«Schizzo?! Schizzo dove sei?!», gridò con quanto fiato aveva in gola, cominciando a correre nella direzione da cui aveva sentito la voce di suo fratello, senza curarsi del paio di volte in cui cadde e si graffiò le mani e il viso.

 

«Cooper!».

 

Il piccoletto sbucò da dietro un albero quasi spaventando il più grande, che dopo qualche attimo di esitazione, lo prese letteralmente in braccio, stringendolo a sé.

 

«Quante volte ti ho detto di non allontanarti senza il mio permesso?», gridò con voce strozzata dalle lacrime, senza aver intenzione di lasciarlo andare via mai più.

 

Blaine scoppiò a piangere contro il suo petto.

 

«Ehi, Schizzetto, non piangere, sono qui ora!», cercò di rassicurarlo lui «Perché sei andato via?», gli chiese quando entrambi si furono calmati un pochetto.

 

«Tu.. io… pensavo che… Tu non mi volevi lì con voi. Era così chiaro… e allora ho pensato… magari che… sarei potuto andare a casa…».

 

«Blainey! Siamo miglia e miglia distanti da casa! Pur volendo ricordare la strada non saresti stato capace di tornare da solo!».

 

«Perché… perché sono un disastro?»,  sussurrò Blaine, a testa bassa, ancora tra le braccia del fratello.

 

«Ma no! Neanche io ci riuscirei!», lo rassicurò quello, dandogli un buffetto sulla guancia e stringendolo di nuovo a sé.

 

«Scusa per averti rovinato il compleanno…»

 

«Vuoi scherzare? È stata l’avventura migliore del mondo! Non è vero, Mark?», chiese man forte Cooper e il ragazzo, con un sorriso stavolta sincero in viso, annuì.

 

«Quindi posso stare con voi?», volle provare di nuovo a chiedere il piccolo.

 

«Meglio! Non devi lasciarmi mai più, Blaine. Promettimi che non mi farai spaventare mai più così!».

 

Per qualche istante i due si guardarono seriamente, occhi negli occhi, prima che Blaine annuisse.

 

«Mai più», promise, buttandogli le braccia al collo e restando in braccio a Cooper per tutto il tempo che impiegarono a tornare indietro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

__________________________

 

E anche questa week è conclusa! Sia io che la Bel ci siamo davvero divertite tantissimo nel parlare di quei due bellissimi impiastri dei fratelli Anderson! E chissà, potremmo averci preso la mano e decidere poi di pubblicare altre storie con loro come protagonisti!

 

Per questa shot voglio precisare che ho preso spunto da un episodio di un altro telefilm (Numb3rs) dove i due fratelli adulti narravano di una disavventura simile avvenuta quando erano piccoli xD

 

Per il resto… spero che davvero vi sia piaciuta, sia la shot in particolare sia l’intera week!!

A prestissimo

 

 

Alch

   
 
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