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Autore: ICEcream    03/02/2013    1 recensioni
Dana è una brunetta infantile, le piace fare l'acida e isolarsi dal mondo.
Abigail è una mamma responsabile, ha una vita monotona della quale non si lamenta mai.
Due donne diverse con un'idea dell'amore completamente diversa.
..ma forse, infondo, qualcosa in comune ce l'hanno.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Something about him.
«In quel momento, quando quella persona mi bacia,
il tempo si ferma e tutto perde di significato.
E' così anche per te

[1151 parole]
 

Dana sorrideva passando un dito sulla guancia di Joshua, bianca e leggermente bagnata dal sudore, delicatamente, per non svegliarlo. Forse, in fondo, andava bene sentirsi così felice. Bastava che lui la baciasse, tutto ciò che c'era fuori da lì perdeva importanza.

Abigail sbuffava, mentre la busta della spesa si rompeva facendo cadere tutto a terra. Le mele si erano sporcate, il pane in cassetta era stato schiacciato dalle bottiglie di latte e due uova erano uscite dalla confezione e si erano rotte. Michael non se lo sognava nemmeno di aiutarla, era corso appresso al cane leccando il suo gelato, senza accorgersi che continuava a buttarne più sulla maglietta che nella sua bocca.

Dana rideva mentre Joshua la sovrastava e le faceva il solletico, aveva fatto finta di dormire per sentire se lei riusciva a lasciarsi andare con frasi sdolcinate pensando di non essere sentita, ma lei era stata carina solo per qualche secondo, gli aveva accarezzato la guancia, si era chinata per depositargli un bacio e lo aveva morso. «..brutta stronzetta!» aveva esclamato lui spalancando gli occhi all'improvviso.
Lei gli aveva tirato una schiccherata sulla fronte e aveva riso.

«Signora, le serve aiuto?»
Abigail si era scostata con la mano i capelli chiari che le erano caduti sul volto quando si era chinata per raccogliere i pacchetti di affettati caduti, sorrise riconoscente verso l'uomo in giacca e cravatta che si era fermato.
«Oh, la ringrazio infinitamente!» esclamò mentre lui si chinava a raccogliere le arancie rotolate un po' più in là. Il suo completo scuro evidentemente stretto emise un suono inquietante ma il signore fece finta di nulla e lei fu brava a trattenere la risata, sistemando come poteva i pacchi nella borsa, tra le braccia o nelle tasche del giubbotto lungo color crema. Ad Abigail piaceva vestirsi sempre elegante, anche quando andava a fare la spesa o a prendere Michael a scuola.

Dana gemeva mentre Joshua infilava con forza il secondo dito nella sua femminilità, sentiva la sua bocca mordicchiarle il collo e la sua mano grande stringerle il seno, anche se lui affermava sempre di avere delle mani normalissime e che era lei ad essere praticamente piatta. Lo sentì ridacchiare, mentre si impadroniva delle sue labbra.
«Che vuoi?» soffiò lei mordendogli con forza il labbro, la sua erezione premuta contro la coscia. «Sei un'acidona del cazzo!» brontolò passandosi la lingua sulle labbra, controllando che non fosse uscito sangue. «A quanto stiamo?» chiese poi aprendole le gambe tranquillamente, come se la cosa non lo riguardasse. Lei allungò il braccio per prendere un contraccettivo da sopra il comodino e glie lo passò, «Oggi tre e tra poco devo uscire.»
Lui le lanciò un ghigno divertito, depositandole un bacio sull'interno coscia.
«Meglio darsi da fare, allora.»

Il signore dal completo scuro si avvicinava ad Abigail con le braccia colme di arancie e un grande sorriso stampato sulla faccia. «Credo sarò costretto ad accompagnarla fino a casa..» disse divertito ed Abigail si accigliò, dispiaciuta. «Oh, mi perdoni, davvero! Guardi, dia a me, in qualche modo..» quello scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
Abigail non era brava a capire le battute, si diede della stupida ed arrossì impercettibilmente. Lui la trovò carina, anche se era una cosa di cui si era accorto sin dal momento che l'aveva vista sbuffare esasperata e chinarsi per quella busta rotta.
La vide agitare la mano in direzione di qualcuno. «Michael, forza, esci da lì che andiamo a casa!» un bambino castano uscì da una piscina di sabbia, chiamò un cane e corse verso di loro. Abigail gli pulì la maglietta sporca di sabbia e sospirò vedendo l'enorme chiazza di cioccolato.
In effetti era abbastanza ovvio che avesse un figlio, era ancora giovane ma negli occhi aveva quella luce un po' stanca che hanno tutte le mamme. Però non portava la fede e non sembrava essere in compagnia di alcun uomo, quindi forse una possibilità in fondo l'aveva. Il signore dal vestito scuro tenne strette le arance al petto e con l'altra mano prese la ventiquattrore, sorrise ad Abigail e si avviò con lei a Michael.

Dana, abbottonandosi la camicetta, passava il dito sui pochi cd che il suo ex ragazzo le aveva lasciato a casa, cercandone uno adatto. Quando l'aveva lasciato, quel deficiente, aveva dimenticato di riprendersi le chiavi di casa, una sera che lei era fuori lui era tornato e le aveva fregato tutti i suoi dischi preferiti. Avrebbe sporto denuncia se quello non avesse iniziato a frequentare un gruppo di pericolosi fattoni e ne fosse diventato il capo, poteva aizzarglieli contro quando voleva. Alla fine, dietro tutti gli altri, Dana trovò un cd che non ascoltava da tempo, lo aprì e lo infilò nello stereo, selezionando quella canzone che le piaceva tanto: 'Leave out all the rest', lascia fuori tutto il resto. Guardò verso Joshua, che le sorrideva sdraiato sul letto, con lui ci riusciva davvero. Il tempo perdeva importanza, i problemi sembravano semplici, chiunque al di fuori di loro non esisteva. Chiunque.

Abigail ringraziava calorosamente l'uomo in completo nero, sorridendogli radiosa, lui agitava la mano per salutarla e lei rientrava in casa, urlando a Michael di buttare i vestiti nel cesto della roba sporca e di entrare nella doccia.
Entrò in cucina e si mise a sistemare le cose nel frigo e nella credenza, lavò le arance e le mele e le posò nel cesto apposta, passò la scopa dove Michael aveva mangiato sbriciolando un biscotto prima di uscire e si sedette al tavolo, aspettando che l'acqua per il the si riscaldasse. Vide un biglietto posato sotto il vaso con i fiori e sorrise, allungandosi per prenderlo.

"Ha chiamato l'orafo, ti ha ristretto la fede, passo a prenderla io dopo lavoro.
Comunque smettila di dimagrire, non voglio che ti si rimpiccioliscano le tette.
P.s. Magari butta il post it prima che Michael lo legga."

Abigail ridacchiò, prese il telefono portatile dal suo caricatore accanto alla macchinetta del caffè e compose quel numero che da sempre sapeva a memoria.
«Pronto?»
«Maiale! A che ora finisci?»
«Oh, amore, mi piace quando mi prendi a parolacce..»
Lei rise e scosse la testa sconsolata, anche se lui non poteva vederla. Accarezzò la cornetta del telefono come se fosse la sua guancia e si strinse nelle braccia, fremendo per il desiderio di abbracciarlo. Si conoscevano da anni, si desideravano e amavano ancora da morire.
«Comunque qui in ufficio ho da fare fino a tardi, ma cercherò di finire il prima possibile. A che ora la cena?»
Ci fu un attimo di silenzio, mentre Abigail pensava a cosa avrebbe potuto cucinare passandosi una mano tra i capelli, si distrasse sentendo una musica in sottofondo provenire dall'altro lato della cornetta e sorrise leggermente, sorpresa. Le piacevano tanto i Linkin Park ma era strano che li mettessero nel suo ufficio, forse il capo di Joshua si era appassionato e costringeva tutti ad ascoltarli.
Abigail rise, pensando che in anni di matrimonio non era mai riuscita a farglieli piacere, poi arrivava qualcuno come il suo capo e..
«Alle sette e mezza» disse e gli mandò un bacio.


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Something about Elle → Buonsalve, credo di non scrivere una fanfic da una vita. Sarà che mi ero data ai gdr, poi c'è la scuola, ci sono state le vacanze, ho smesso di essere una persona terribilmente e completamente asociale.. Ma tranquilli, ora starò sempre qui, penso non metterò mai più un piede fuori di casa! asd
Mi piace tanto il nome Abigail, già, ed è una vita che aspettavo un'occasione come questa per usarlo. Anche Dana e Joshua me li tengo da parte da un po' ma Abigail credo stia davvero bene al personaggio che mi sono immaginata. Spero che la pensiate allo stesso modo.
Mmh, sicuramente avevate capito tutto già alla quarta riga, vero? asd Credo di non essere brava a sorprendere, è un peccato perché mi piacciono un sacco i finali SHOCK! Quelli che tu li leggi e fai.. 'SBAM! E chi cavolo se l'aspettava?!' Quelli che ti restano impressi per un po'. Anche per questo non ho messo l'avvertimento 'Triangolo', sarebbe stato tipo troppo spoilerante, soprattutto dopo quella presentazione.
Questa One Shot l'ho ideata questa mattina, anche se devo ammettere che l'idea del tizio con i piedi in due scarpe mi girava in testa da un po'. All'epoca, però, la storia era scritta dal punto di vista dell'amante e parlava di quanto facesse male sapere di essere una semplice 'altra'. Poi, stamattina, mi è venuta voglia di scrivere una scena di sesso violento e volevo far litigare i due amanti, per qualche motivo però l'idea mi ha fatto schifo e ci ho messo solo qualche riga di arancione neanche scritto poi così bene.. Forse chi non ha mai scopato è destinato a scrivere scrause one shot arancioni per un soffio.
Ma, in teoria, quelli che scopano si trovano nei vicoli, mica qui su Efp, no?
Buona domenica a tutti.

P.s. Angolo pubblicità, vi prego di fare un salto all'altra mia fanfic: 'That MESS on 17th street', è una storia che amo molto e mi piacerebbe sentire più pareri possibili. c:
   
 
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