Si chiama Elizabeth ed è la mia migliore amica.

Però si arrabbia se la chiami Elizabeth, dice che è un nome troppo per bene. Preferisce Elis.

Elis è divertente, irrequieta e non riesce a stare mai ferma.
 

"Vieni via con me?" Mi chiese.

"Dove?" La fissai sorpresa.

"Che ne so, via da qui. Oggi mate interroga a tappeto ed io non ho neanche aperto il libro. Dai, andiamocene, su!"

"E se ci beccano?!" Quasi gridai.

"Spencer non urlare, abbassa la voce!" Sibilò.

"Senti , oggi non ce la faccio a stare in gabbia, quindi vado, tu fai come ti pare."

Mi voltò le spalle, allontanandosi decisa dal cancello della scuola.

"Aspettami, vengo con te!" La raggiunsi terrorizzata, ma lei non mi lasciò neanche il tempo di guardarmi indietro che mi trascinò con sè.

"Dai Spencer, muoviti!" Mi incitò.

Camminammo a passo normale fino all'angolo, poi Elis mi afferrò la mano e con uno scatto mi trascinò via di corsa.

Era come se stessimo correndo per seminare un nemico invisibile, come se fossimo inseguite, dalla paura, dai professori, e correvamo. Ce ne liberammo, la paura lasciò il posto all'ebbrezza, corremmo fino a che non sentimmo le gambe molli ed il fiato mozzo, allora finalmente ci fermammo.

Riprendemmo fiato, ansimando, le gambe piegate, le mani appoggiate sulle ginocchia, poi i nostri sguardi si incrociarono e scoppiammo a ridere.

Insieme decidemmo di entrare nello Starbucks più vicino. Una volta arrivate ordinammo e ci sedemmo.
 

"Me la presti la minigonna rosa?"

Porca miseria, la minigonna rosa no! L'ho appena comprata coi sudati risparmi di quattro settimane!
Però è difficile dire di no a Elis..

"Ehm, quale minigonna rosa?" Risposi vaga.

"Come quale? Quella nuova che hai appena comprato!"

"Oh, quella! Uhm, non so se mia madre vuole.."

"Scusa, ma la minigonna è tua o di tua madre? Dai, domani devo uscire con uno carino che ho conosciuto al pub."

"Va bene, però stai attenta a non rovinarla, l'ho messa solo due volte."

"Tranquilla, ti ho mai rovinato niente?"

Veramente sì. Mi hai rovinato un paio di convers e perso un braccialetto in cuoio e acciaio.
Però non glielo feci notare e sorrisi.
 

Mentre parlavamo arrivarono le nostre ordinazioni. Guardai il cameriere e gli sorrisi. Ha degli occhi bellissimi, pensai tra me e me.
Mi sorrise anche lui e mi guardò con uno sguardo dolce.

Mentre si allontanava, si voltò due volte per guardami, fino a fissarmi negli occhi.Dall'imbarazzo distolsi lo sguardo e notai che anche Elis mi stava fissando.

"Cosa cosa cosa? Hai appena fatto colpo sul nuovo cameriere, Justin!"

"Come fai a sapere il suo nome?" Le domandai incredula.

"Troppo impegnata a fissarlo per leggere il nome sulla targhetta, vero?"

La guardai prima di scoppiare a ridere.
 

Più tardi rientrai a casa verso solita ora, la maschera della normalità calata sulla faccia.
La tavola era già apparecchiata. La mamma aveva preparato le polpette al sugo, il mio piatto preferito.

Appena finito di pranzare, mi ritirai nella mia stanza e mi buttai sul letto pensando a quel ragazzo del bar, Justin.
 

Ho intenzione di tornare in quel bar, domani, dopo scuola.

 

                                                   SAAAAALVE  GENTE.
Okay, seriamente.
Ciao a tutti, sono Valentina e questa è la mia prima storia.
Siate buoni con me, non ho mai scritto prima d'ora ed è da poco che ho pensato di farlo.
gasdhzj,spero davvero vi piaccia! çç
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