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Autore: hatake    04/02/2013    3 recensioni
“Ma è il mio migliore amico!” sbraito.
“Non m’importa, fallo fuori e basta!” urla, mandandomi via con gesto di mano.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.
"Scusami, Pheles".










 

 

“Non farò ciò che dici” sbuffando incrocio le braccia, mio fratello non mi puo’ sempre comandare.
“Non mi dai altra scelta” sospira schioccando le dita.
“Uhh che paura, pensi di farmi paura schioccando le dita?” scoppio in una risata, dopodiché vengo assalita da mio fratello.
Cado a terra, provocando un tonfo allucinante, mentre mio fratello si siede sopra di me facendomi mancare l’aria.
“Amaimon! Togliti, non respiro!” lo supplico, cercando di muovermi, “Va bene Mephisto, farò ciò che vuoi, toglimelo di dosso! Non respiro!”.
Mephisto ride per poi schioccare le dita, così Amaimon si toglie dalla mia schiena facendomi tornare a respirare normalmente.
“Sei un lurido bastardo!” ringhio contro mio fratello.
“Non ti sento sorellina, sento solo le urla di quel moccioso ora” ride.
“Cosa ci trovate di così interessante in quel ragazzo tu e papa’?” domando. Mi metto una mano sul fianco aspettando la risposta di mio fratello.
“Questo non ti riguarda, fai solo il tuo dovere”.
“Ma è il mio migliore amico!” sbraito.
“Non m’importa, fallo fuori e basta!” urla, mandandomi via con gesto di mano.
Faccio dei versi incomprensibili prima di uscire dalla stanza e camminare per i corridoi della scuola per arrivare in classe.
“Stupido fratello” bisbiglio, mentre cammino con la testa bassa e le mani in tasca.
Vado a sbattere contro il petto di qualcuno, iniziando ad imprecare.
“E guarda dove vai!” urla Suguro, uno dei miei compagni di classe.
“E non rompere le palle, Suguro!” lo supero sbattendo contro la sua spalla.
Tra me e Suguro non c’è un buon rapporto, non mi sorprenderei se adesso mi prendesse il collo per strozzarmi.
“Sei sempre la solita Hakana” sospira, continuando il suo cammino.
“Ehi Deia!” mi richiama Rin sulla soglia della porta della classe mentre sventola la sua mano in aria.
Mentre con Suguro ho un rapporto orribile con Rin ho un rapporto profondo, siamo migliori amici.
Mi avvicino a lui improvvisando un sorriso.
“Come va, Pheles?” sussurra l’ultima parola.
“Zitto, qualcuno potrebbe sentirti!” schiaffeggio il suo braccio al suono del mio vero cognome.
Tutti qua dentro mi conoscono come Deia Hakana e non come Deia Pheles, la sorella di Mephisto Pheles, preside della scuola, e Amaimon. Solo Rin conosce il mio vero nome, mi fido ciecamente di lui. Forse troppo...
Ma abbiamo fatto una promessa, io non dico a nessuno che lui è un demone e lui non dice a nessuno che sono un demone e che il mio vero cognome è Pheles.
Ridacchia “Scusami, Pheles” sussurra di nuovo il mio cognome, facendomi così andare su di giri.
“Idiota!” lo prendo a pugni, mentre lui ride divertito dalla mia solita reazione.
Mi guarda accennando un sorriso “Dove eri?”.
Ero nell’ufficio di mio fratello ad essere torturata da Amaimon e ad essere costretta a compiere una missione, “Mi ero scontrata con Suguro”.
Mi guarda di nuovo negli occhi, rimanendo così per qualche secondo.
Osservo attentamente i suoi occhi, le linee del suo viso, i suoi capelli, il suo sorriso, come posso uccidere una tale creatura anche se demone?
Non posso, ma devo, per ordine di mio fratello.
“E-Entriamo in classe” entro dentro, sedendomi al solito banco, quello che divido con Rin.
Vengo seguita a ruota dal ragazzo che si siede accanto a me.
Il professor Yukio, nonché fratello del mio compagno di banco, da’ il buongiorno per poi iniziare la lezione.
Fisso con sguardo assente il professore mentre faccio sbattere ripetutamente sul banco la penna che tengo in mano.
“Qualcosa ti turba, Deia?” domanda Rin, questa volta chiamandomi per nome.
“Eh? No, niente...” lo rassicuro, mentendo spudoratamente.
C’è più di una cosa che mi turba.

Dopo le lezioni corro, senza nemmeno salutare Rin, nell’ufficio di Mephisto.
“Guarda chi è tornata dalle lezioni Amaimon!” mi squadra mio fratello ridendo.
“Tappati quella fogna, Mephisto!” stringo i denti, serro i pugni.
“Woho, che c’è per caso hai preso un altro brutto voto? Ormai si sa che sei un’asina a scuola!” ride, tenendosi la pancia.
La mia mano gli arriva direttamente in faccia, lasciandogli anche il segno.
“Non ucciderò Rin, sia chiaro!” urlo con tutto il fiato, poi esco dall’ufficio sbattendo la porta.
Mi rifugio nella mia camera, la 603, la camera accanto a quella dei gemelli Okumura.
Guardo fuori dalla finestra, mentre stringo le gambe al petto e penso.
Fisso il vetro, lo fisso così intensamente da vedere l’immagine di Mephisto riflessa in essa.
E’ un attimo, il mio pugno trapassa il vetro, rompendolo.
La mia mano prende un colorito rosso intenso, per via del sangue che fuori esce.
“Non sei cambiata di una virgola” quella voce.
Mi volto di scatto, scorgendo una figura in camera mia.
“Cosa vuoi Amaimon!?” ringhio, stringendo i denti.
“So che non vuoi uccidere il tuo amichetto” rigira il lecca lecca che ha in bocca “Mephisto ti obbliga a fare troppe cose per i miei gusti, come quando eri piccola”.
Fin da piccola sono sempre stata comandata a mio fratello, a scuola venivo considerata “demone” perché picchiavo i ragazzini, non avevo amici.
Amaimon è stata la persona che mi è stata piu’ vicina in tutti questi anni e, anche se non lo da a vedere, una parte di lui è davvero dolce, mi capisce e quando vuole, o quando il suo spirito da fratello maggiore si risveglia, mi consola.
Mi fiondo tra le sue braccia, senza che lui se lo aspetti.
“Odio Mephisto!” urlo, sbattendo i piedi per terra.
“Devo ancora capire che ci trovate di tanto interessante in quel tizio” sputa il bastoncino del lecca lecca “Voglio dire, non è niente di che, perde la spada facilmente ed è riuscito a farmi divertire solo per due secondi”.
Vedendo che non parlo e che sprofondo sempre di piu’ nel suo petto, sospira.
“Dovresti fasciarti la mano”.
“Glielo dici tu a Mephisto del vetro rotto?” domando con occhi supplichevoli.
“Okay”.
Sono quella piu’ piccola in famiglia, ho quindici anni. Sono molto diversa da loro, quasi non si direbbe che sono imparentata con loro.
A differenza di Amaimon, che ha i capelli verdi, e da Mephisto, che ce li ha viola, io ho i capelli rosso fuoco che tendono al nero verso le punte.
Inoltre ho gli occhi neri ed un carattere che varia in ogni momento della giornata, dalla ragazza debole a quella forte e spietata, da quella piagnucolona a quella senza paura, ma caratterialmente sono coraggiosa, arrogante, masochista e sadica, mi caccio sempre nei guai e finisco con il ricorrere alla violenza, per questo finisco sempre per essere curata da Yukio Okumura.
 
 
“Che hai fatto questa volta?” mi domanda Yukio vedendomi sulla soglia della porta di camera sua.
“Eh, diciamo che ho leggermente rotto il vetro della stanza con la mano” mi gratto la nuca, mostrandogli la mano.
“Leggermente eh? Entra dentro”.










Kon'nichiwa.
E' la mia prima fanfiction su Ao No Exorcist, siate clementi pls.
Come vi è sembrato il capitolo? Spero di non essere uscita troppo dai caratteri reali dei personaggi.
Per chi non lo avesse capito Deia è un demone, è la sorella di Mephisto e Amaimon, il suo migliore amico è Rin, lei e Suguro si odiano e ha ricevuto il compito di uccidere Rin.
Ah, la parte in cui Amaimon consola Deia spero di non averla fatta troppo dolce, a me sembra davvero Amaimon çwç
Anywaay! Spero che vi sia piaciuto, lasciate una recensiona perfavore :)

  
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