Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Ecavte    04/02/2013    15 recensioni
-Allora, cos'è questa storia? Come ti permetti di presentarti a casa mia e baciarmi come se non fosse successo nulla e farti conoscere come il mio ragazzo? Tu hai già una ragazza, cazzo-
-E tu? Tu ce l'hai un ragazzo?- chiede, sedendosi sul mio letto.
Penso subito a Liam.
Il fatto che mi abbia baciato significa che vuole che iniziamo ad uscire? O era un modo per consolarmi?
Forse gli facevo pena.
-Non sono fatti tuoi. Comunque, non mi piace il modo in cui tu tratti la tua ragazza.
Si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli.
-Non sono affari tuoi-.
Genere: Demenziale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Justin Bieber
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Maz, svegliati, è tardi. E tu non vuoi arrivare tardi il primo giorno di scuola, vero?-
Ouch.
Apro un occhio pigramente, focalizzando in maniera sfocata il soffitto.
Poso lo sguardo sulla sveglia.
Le otto e mezza.
Una mano lesta mi toglie la coperta, scoprendo il mio corpo caldo e rannicchiato al vento freddo londinese di settembre.
Argh, la finestra aperta.
Mia madre inizia a fare domande su domande.
-Allora? Come Stai? Tutto a posto? Pronta per l’inizio di un nuovo anno, ma proprio nuovo? Sei emozionata? Agitata? Felice? In ecstasy? Cosa ti piacerebbe fare a scuola? Indosserai i vestiti che hai preparato in bagno? No, vero?-
Tutte quelle parole nella mia testa arrivano sotto forma di ronzio sommesso.
Appena mia mamma si ferma per riprendere fiato, le faccio un cenno di saluto con la mano e striscio in cucina, da mio padre, che è già seduto al tavolo con la colazione e che legge il giornale tranquillo.
-Buongiorno tesoro! Pronta per il tuo primo giorno? Visto che hai un’aria parecchio assonnata mi limiterò a farti questa domanda. Lì c’è la tua  colazione, mangia tranquilla e cerca di svegliarti- dice lui, vedendomi arrivare e appoggiarmi allo stipite della porta.
Poi lo raggiungo, accarezzandogli la testa calva e dandogli un bacio sulla guancia.
-Buongiorno papà. La mia unica paura in realtà è di non riuscire a farmi amici- rispondo, addentando una fetta biscottata con del burro.
-Ehi piccola, ma che dici? Sarai anche timida, ma sappiamo tutti che quando ti fai degli amici sei un portento!- mentre parla, ingoio un bicchiere di succo di lamponi.
Il mio preferito.
-E comunque, sei solo al secondo anno su cinque. Scommetto che nemmeno i tuoi compagni tra di loro si conoscono molto, quindi vai tranquilla ok? Il bus passa per le nove e dieci, la scuola inizia alle dieci.
Annuisco, sorrido e corro in bagno a cambiarmi.
-Ebbene, inizia la mia nuova vita- dico, più per confortare me che i miei genitori.

Venti minuti dopo, sono davanti alla fermata dell'autobus.
Mia mamma non era d'accordo con il mio abbigliamento, ma si è dovuta arrendere.
-No! Il primo giorno di scuola non puoi metterti la camicia di jeans di tuo padre, una semplice canottiera blu e un paio di jeans qualsiasi. Il primo giorno di scuola devi mettere il vestito più bello che hai, e non puoi truccarti con una linea di matita nera, sembra la striscia della ruota di un'auto. No, non va bene!-
Ovviamente sono uscita di casa vestita così.
Mi sono anche legata i capelli in una crocchia alla bell'e meglio, non voglio certo che il vento me li spari tutti negli occhi, da quanto sono fini e lisci.
Fin troppo fini e lisci.
Nel momento in cui tiro fuori il cellulare dalla tasca, l'autobus si ferma davanti a me, pieno di gente schiamazzante e distratta, che cerca di vivere gli ultimi minuti di libertà prima di essere rinchiuso a scuola finno alle cinque e mezza.
Alle cinque e mezza! In Italia finivo scuola tre giorni all'una e tre giorni a mezzogiorno, qui mi toccherà sudare e faticare fino a tardo pomeriggio!
Tutti i posti sono già occupati, appena salgo.
Una pallina di carta mi arriva in faccia, e un gruppo di ragazze paragonabili a Barbie e le sue amichette Betty e Polly si mettono a sghignazzare.
Ecco, penso. Sono già lo zimbello del pullman.
L'unico posto libero è quello in fondo sulla destra, di fianco ad un ragazzo dalla dolce aria innocente.
Ha dei capelli molto corti e castani, due simpatici occhi castani che roteano dallo schermo dell'ipod a me e mi sorride, scansandosi sul sedile vuoto di fianco al finestrino.
Ha una simpatica voglia sulla gola.
-Ehi, aspetta, ti faccio posto- dice il ragazzo. Ha un incredibile sguardo da orsacchiotto.
-Oh, grazie mille- dico, imbarazzata, mangiandomi la fine di ogni parola, ma lui sembra divertito.
-Ehi, tu non sei inglese…aspetta, ma sei nuova quindi?- mi dice, togliendosi le cuffiette dalle orecchie e mettendo in tasca l'iPod, mentre il bus sobbalza di qua e di là.
-Parlo così male in inglese?- gli domando, allarmata.
-No, anzi, hai una buonissima pronuncia- esordisce. -Solo che marchi un po’ alcune consonanti, come per esempio la “t”. Fammi indovinare, sei italiana- dice ridacchiando, ma sembra più...socievole che sfottente.
Sorrido timida.
-Tranquilla. Ehi, non c’è bisogno di arrossire come un pomodoro! Comunque piacere, sono Liam James Payne, lieto di conoscerti!- e mi fa arrossire ancora di più quando mi porge la mano.
-Piacere. Sono Marzia, ma di solito tutti mi chiamano Maz, è più semplice e pratico-
Gli stringo la mano, tranquillizzandomi.
Passiamo il viaggio a parlare del più e del meno, lui cerca di tranquillizzarmi quando scopro che non sarà in classe con me.
Cazzo.
-Mi dispiace, ma tu sei al secondo anno, hai quindici anni. Io sono all’ultimo anno, ne ho diciannove-.
Pazienza. Dopo qualche altro sbalzo del bus, arriviamo a scuola.
Mi alzo dal sedile, scoraggiata da un coro di "Oooh" di delusione che parte da coloro che scendono dal bus, da chi ha già lezione e deve correre in classe.
Liam mi aiuta a prendere lo zaino, e mentre scendiamo, mi guardo attorno.
E questi si lamentano?
Davanti a me sorge un castello medievale, in mattoni di terracotta, delle cupole color grigio fumo si innalzavano fino a toccare il cielo, ed intorno a noi un giardino senza fine.
Cavoli, è stupenda.
-Ooooops- sento dire improvvisamente da qualcuno che mi viene addosso, spintonandomi in avanti e buttandomi per terra, mentre alcuni ragazzi, vedendo la scena, si mettono a ridere crudelmente.
Cazzo numero due.
Il gruppetto di bambole è sceso dal bus, ridendo e sfottendomi mentre Liam mi aiutava a rialzarmi.
Con loro però, c'è un ragazzo.
Un ragazzo incredibilmente bello e sexy.
E' alto poco meno di Liam, con una carnagione chiara e la pelle perfetta.
Porta dei jeans bassissimi, che ad ogni suo passo sembravano sul punto di cadergli.
La canottiera bianca coperta da una giacca elegante rosso ciliegia dalle maniche tirate su fino ai gomiti, lasciavano intravedere le braccia muscolose e l'impronta dei pettorali scolpiti.
I suoi capelli color biondo cenere fanno pendant con i suoi occhi profondi color caramello.
E' l'essere più bello che abbia mai visto.
Appena in piedi, mi supera con le sue amichette ridacchianti, girandosi velocemente verso di me.
-Scusa baby- dice, con un sorriso sfuggente.
Lei sue amiche mi guardano, ridendo di me a crepapelle.
Troiette.
-Troiette- mormora un ragazzo che si avvicina a noi, quasi leggendomi nel pensiero.
-Ehi Harry, non ti avevamo visto! Come stai fratello?- dice Liam, salutando un ragazzo dai capelli ricci e mori tutti arruffati, e con due occhi verdi che si impiantano curiosi nei miei, verde scuro.
-Piacere, sono Harry. Tu sei la nuova tipa di Liam? Fratello, non dirmi nulla, mi raccomando!- lo accusa Harry, con fare fraterno.
-Veramente è nuova, viene dall’Italia ed oggi è il suo primo giorno qui. L’ho vista un po’ spaesata sull’autobus e ho pensato di metterla a suo agio come potevo-.
Il riccio mi porge una mano
-In questo caso mi scuso. Piacere, sono Harry, Harry Styles-
Sorrido imbarazzata, porgendogli la mano.
Poi mi volto, vedendo che a qualche decina di metro da noi le tre ragazze si stanno strusciando allegramente in una che pare una “conversazione” con dei ragazzi in divisa da football.
 
 
 
-Chi sono quelle?- mi viene spontaneo dire
-Ah. Quelle sono le popolari della scuola. Catrin, quella a destra, con i capelli mori e le extension fucsia. Quella sulla sinistra invece, con la carnagione scura e i capelli riccioli è Kerstin, mentre quella al centro, il loro leader, p Barbara, ma tutti la chiamano Barbie- esordisce Harry.
-Insomma, guardala. Capelli biondo platinato, occhi castani, magra come uno scheletro, vestita da puttana e con una tavolozza di cosmetici in faccia- continua lui.
Ci ho azzeccato allora, si chiama Barbie davvero.
-Diciamo che non andiamo molto d’accordo con loro- conclude infine.
-Beh, loro stanno alla larga da quelli come me, Harry e il resto dei nostri amici che conoscerai alla pausa pranzo, se ti siederai con noi. Ci possiamo definire il classico gruppo di sfigati- mi comunica Liam.
-Grande Liam, perché dopo questa tua dettagliata descrizione della nostra comitiva lei si siederà con noi- dice sarcastico il ricciolino.
Beh, già il fatto che due ragazzi così carini e simpatici si siano presentati a me e mi abbiano trattato bene e non come un alieno, mi piace. Mi piacciono loro due, poi.
Tanto non sono mai stata la gran popolare, anzi.
-In realtà, avrei molto piacere a sedermi con voi e a conoscere il resto della comitiva- comunico serenamente, facendo sorridere i miei nuovi amici.
Loro annuiscono felici.
Sentiamo la campanella suonare, avvertente che le lezioni inizieranno tra dieci minuti.
-Beh, Maz, mi dispiace ma io sono al penultimo anno, mentre Liam e i nostri altri amici, Louis, Zayn e Niall, sono all’ultimo. Quindi non saremo in classe insieme. Però veniamo a prenderti in classe, alla pausa pranzo, ok? A dopo, buona lezione!- Esulta Harry, mentre Liam mi saluta con la mano.
Inspiro, prima di entrare per la pesante porta di legno.
Ma prima, qualcosa mi ci schianta contro.
...O qualcuno.
Delle mani calde e vellutate mi prendono i fianchi, impedendomi di cadere.
Mi volto di scatto, pronta ad imprecare, quando quel viso dagli occhi color caramello e dal naso fine mi si impiantano nella visuale.
Ed è un viso molto vicino.
-Oh, cavoli, che deficiente. Sei la seconda ragazza che faccio cadere stamattina, è lo sbatti di inizio scuola. Prima quella davanti al bus, e ora te. Sorry-
Si scusa, togliendo le mani dai miei fianchi ed andandosene.
Rimango impiantata, pronta a sciogliermi.
Non mi piace quel ragazzo, ma devo ammettere che è davvero sexy ed affascinante.
Guardo il display del telefono.
L'orologio digitale segna le dieci e dieci.
Merda!
La lezione è iniziata da dieci minuti.
Corro senza sosta, finché non trovo finalmente la classe.
Due minuti di corsa, brava Maz.
Ci siamo, è il momento.
La lezione a quanto pare è già iniziata, me lo lascia intendere la porta chiusa.
Mi tocco le guance col palmo delle mani.
Fantastico, penso. Sono già rossa per l'imbarazzo.
Ma ora non ci si tira indietro.
Poso la mano sulla porta.
Uno...Due...Tre.

SPAZIO AUTRICE

salve a tooooodos!
Sono tornata dopo un po' di tempo di pausa con un'altra fan fiction, che però riguarda sia gli One Direction sia Justin Bieber, che sono entrambi i miei idoli.
Spero di ricevere tante recensioni come nell'altra mia storia.
Anyway, a chi sarà così gentile da aprire questa ff e da decidere di continuare a leggerla, buooooona lettura c:

P.S. La storia è ambientata a Londra,più precisamente ad Egham, dove ho fatto la mia prima vacanza studio, e questa è la scuola, che esiste davvero e che ho avuto l'onore di frequentare anche io a dodici anni c': si chiama Royal Holloway. http://www.hollowaytaxis.com/userimages/Dscn3831.jpg
 
   
 
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