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Autore: _Sihaya    27/08/2007    6 recensioni
I due allievi videro lentamente comparire una macchiolina scura e indefinita al centro del telo bianco, e rimasero in silenzio, attenti e concentrati, finché il Maestro pose loro una domanda: «che nome dareste a ciò che vedete?»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Principio di indeterminazione

Principio di Indeterminazione

Di Sihaya10

 

* * *

 

Devo essere impazzita. Non ho mai scritto una cosa del genere e non so se mai sarò abbastanza ispirata per farlo di nuovo. L’ho classificata “nonsense” perché non c’era la categoria “vaneggiamenti”, spero che vada bene…

In ogni caso, cercate di capirmi: dopo una vacanza sotto il Sole cocente del deserto, accompagnata dalle pagine di “Alice nel paese delle meraviglie” … è normale che io produca simili assurdità … ^^”

 

* * *

 

“Maggiore è l’accuratezza nel determinare la posizione di un particella, minore è la precisione con la quale si può accertarne la velocità, e viceversa.”

 

Enunciato del principio di indeterminazione di Heisenberg

 

* * *

 

Il Maestro era già arrivato quando i suoi due studenti entrarono in aula, ma non li rimproverò per il ritardo: ne aveva approfittato per allestire la lezione. Nella semioscurità favorita dalle tende nere applicate alle finestre, invitò i due bambini a prendere posto nei banchi davanti e ad osservare il telo che aveva issato sulla parete di fronte a loro, mentre egli, dal fondo della classe, accendeva il proiettore.

I due allievi videro lentamente comparire una macchiolina scura e indefinita al centro del telo bianco, e rimasero in silenzio, attenti e concentrati, finché il Maestro pose loro una domanda: «che nome dareste a ciò che vedete?»

 

Uno dei due bambini, il più vivace ed estroverso, ma capace di argute intuizioni, parlò per primo: «Punto!» Esclamò.

 

L’altro, generalmente più scettico e schivo, ma in grado di argomentare profonde deduzioni, rispose al compagno con un sorriso di scherno: «non è altro che una macchia sul telo bianco.»

 

Il primo si offese, nonostante fosse avvezzo alle continue provocazioni dell’altro. «Allora lo chiamerei nero.» Disse, sicuro che il compare non avrebbe avuto di che lamentarsi, ma il deduttivo sapeva il fatto suo: «Ovvero, assenza di luce nel centro del quadro», commentò abituato a prendersi l’ultima parola.

 

I due non ebbero modo di continuare il confronto perché il Maestro li sorprese proiettando una nuova immagine, una modifica della precedente. Era la stessa macchiolina di prima, dalla quale scendeva un segmento verticale che si biforcava verso il basso in due tratti identici, inclinati uno verso destra e l’altro verso sinistra. Due linee ad essi parallele erano tracciate anche più in alto, a partire dall’intersezione tra la macchiolina e il segmento verticale.

«E questo come lo chiamereste?» Domandò.

 

L’intuitivo non fece attendere la propria risposta: «quello è un uomo

Il compagno schivo non fu della stessa opinione e ribadì: «è un’altra macchia sul telo bianco.»

Il confronto si trasformò in una sfida.

Il più vivace chiuse gli occhietti in fessure minacciose e studiò il compagno prima di sferrare il colpo di grazia: «per me è un amico.» Disse.

Sul viso dell’altro c’era un ghigno saccente: «il nulla. Assenza di luce nel centro del quadro.»

 

Il Maestro attese saggiamente che i due assimilassero l’uno le parole dell’altro, poi ingrandì l’immagine davanti ai loro occhi. Entrambi videro la figura ingigantirsi a dismisura, finché la macchiolina uscì dal telo e il segmento centrale divenne talmente grosso da oscurare tutto il quadro bianco.

 

«Vedete» illustrò, con quella sua voce profonda in grado di placare magicamente ogni diatriba tra i due, «è un uomo e allo stesso tempo è il nulla, a seconda di quanto vi avvicinate ad esso. Come un piccolo fiocco di neve: se cade fra altri fiocchi di neve crea un manto di ghiaccio, ma se cade solo, sulla vostra mano, si discioglie prima che possiate vederlo.

La risposta dipende da quanto desideriamo conoscere. Cercatela addentrandovi nel profondo della vostra mente e fermandovi un istante prima di annullare voi stessi.»

 

* * *

 

   
 
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