Thad Harwood era un idiota.
Ennesima Os
sconclusionata, nata per caso. Colpa dello
studio. Invece di ripassare per l’esame di domani, mi metto
al pc e tiro fuori questo. La
verità è che mi mancano da
morire questi bambini e (PUBBLICITà
)
non vedo l’ora che sia il primo Marzo per ripartire con la
long :D
Betaggio: La mia
bellissima metà, nonché autrice che adoro, smythwood.
Spero che sia di vostro
gradimento,
Denise.
Atto unico
*
Thad Harwood era un idiota.
Solitamente era Sebastian
Smythe a formulare questo
pensiero.
Ma il problema era che,
questa volta, l’illuminazione
riguardo la propria natura era arrivata dallo stesso Thad.
La
faccenda era seria.
Camminava con in spalla la
propria chitarra acustica ed il
generatore di corrente tra le braccia.
Non era mai stato in quel
quartiere.
Era evidente il ceto
socio-economico dei propri abitanti: fottutamente
ricchi.
Ma
Sebastian
apparteneva a quel mondo; non avrebbe potuto abitare in posto diverso
da
quello.
Cercò il numero
23 e osservò la monotonia e la regolarità di
quei vialetti ordinati e puliti: tutto così impersonale.
Tirò su il
colletto della propria giacca di pelle ed allungò
il passo: prima faceva quella cosa meglio
era.
Doveva
scusarsi.
Doveva
scusarsi perché
Thad Harwood era una idiota.
Avevano litigato, tanto
per cambiare. Loro litigavano
sempre. Sebastian era un gatto: si faceva accarezzare e due secondi
dopo,
inspiegabilmente, graffiava. Thad era un paranoico insicuro. Il tasso
di
incomprensioni e oggetti lanciati contro l’altro era
altissimo.
Ma
quella volta
Sebastian sembrava essersi spezzato.
Thad si passò
una mano tra i capelli, sbuffando.
Aveva litigato con suo
padre, aveva minacciato di tagliargli
i viveri e lui aveva dato la colpa a Sebastian.
Se
non fossero stati
insieme
Se
non si fossero mai
amati.
Se
non si fossero
conosciuti.
Se
Sebastian non fosse
mai esistito.
Sebastian si era limitato
a guardarlo, con la solita
maschera di indifferenza, per poi dire : “ Allora
vai ”.
Ma
quegli occhi non
sapevano più mentire a Thad.
Tornato nella propria
camera, Harwood si era sentito uno
schifo. L’altro c’era sempre stato per lui. Aveva
passato intere notte
abbracciato a lui, mentre gli prometteva che se ne sarebbero andati, il
più
lontano possibile da suo padre.
Non
era colpa di
Sebastian.
Passò accanto
al numero 21.
E
doveva scusarsi,
perché era un idiota.
Sebastian leggeva nello
studio di suo padre.
Una lettura tranquilla e
che poco lo rispecchiava.
Osservò la
copertina oramai consumata de: “I
dolori del giovane Werther”.
Si stropicciò
gli occhi: doveva piantarla di leggere quel
libro quando l’umore non era dei migliori. Non era una
lettura rincuorante.
Prese un sorso
d’acqua dal bicchiere che aveva lasciato
accanto a sé e provò a leggere, senza sentirsi
tanto Werther.
Degli
accordi di
chitarra.
Alzò la testa e
tentò di comprenderne la provenienza.
In casa Smythe si suonava
solo il pianoforte, impossibile
che qualcuno stesse arpeggiando dentro casa.
Si alzò,
lasciando il libro sul tavolino da thè e si
affacciò alla finestra che dava sul vialetto.
Could you whisper in
my ear
The things you want to
feel
I'll give you anything
To feel it comin'
[Goo Goo
Dolls, Slide]
Quella voce calda, nitida
e tonda: impossibile non riconoscerla, anche
tra mille altre.
Sebastian
spalancò la finestra e gli accordi entrarono in
casa propria, insieme alla luce meravigliosa che quella persona emanava.
Si sentiva idiota e
innamorato.
Ma quella giacca di pelle
e quella chitarra erano il sogno
di ogni dodicenne in crisi ormonale e Thad lo rendeva una ragazzina
scema.
Sbarrò gli
occhi a causa del proprio pensiero e raddrizzò la
schiena, dandosi una certa aria composta
Do you wake up on your
own
And wonder where you
are
You live with all your
faults
Quegli occhi scuri lo
fissavano e quelle labbra cantavano
solo per lui.
Era come se fossero soli.
Come se Thad non fosse nel
vialetto di casa propria, con un
amplificatore, una chitarra e il signor Smythe nella stanza accant_
Oh merda!
And I'll do anything
you ever
Dreamed to be complete
Little pieces of the
nothing that, fall
May put your arms
around me
What you feel is what
you are
And what you are is
beautiful
May do you manna get
married
Or run
away
Ed infatti suo padre aveva
chiamato la polizia che,
spaventata dalla carica ricoperta dall’uomo, era volata
davanti a casa loro e
si apprestava a scendere dalla macchina di servizio.
Thad si era voltato. Aveva
visto gli agenti, ma aveva continuato
a cantare.
Sebastian
avvertì un corpo accanto al proprio e l’odore del
dopo-barba che suo fratello
usava spesso.
Harwood, privato della
chitarra e momentaneamente della
libertà, veniva allontanato dalla casa, liberando il
quartiere da quegli “schiamazzi”.
Ma
continuò a fissare
Sebastian, rivolgendogli una silenziosa domanda.
-Chi è
quell’idiota? - domandò suo fratello, osservando
la
scena.
-E’
Thad. -
rispose il ragazzo, sorridendo al proprio fidanzato.
Avrebbe
pagato la
cauzione di scarcerazione, anche questa volta.