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Autore: Lullaby_Esteimer    05/02/2013    4 recensioni
Dal capitolo 9 :
- Ti prego, Christian ascoltami. Io non volevo allontanarmi da te, ma sono stata obbligata... – gli parlavo con sincerità, ma lui non si degnava neanche di guardarmi negli occhi.
- Perché sei stata obbligata? - si era girato verso di me, ma ancora non mi guardava in faccia.
Ho incominciato a gironzolare lì intorno, cercando una spiegazione: - Perché...- non la riuscivo a trovare, l'unica cosa era dirgli la verità, anche se dopo mi avrebbe evitato per sempre, allora mi sono girata, dandogli le spalle e ho incominciato a parlare tutto d'un fiato – perché non riuscivo a sopportare l'idea che tu e Jane eravate fidanzati, anzi siete. Ero gelosa di lei, perché tu.... - mi sono voltata, ma nel farlo sono inciampata su una scarpa e gli sono finita addosso.
Ci siamo ritrovati tutti e due a terra, io sopra e lui sotto. Eravamo attaccati l'uno all'altra, i nostri visi si sfioravano, ma soprattutto le nostre labbra si sfioravano. Potevo sentire il suo profumo, il suo respiro.
-..perché mi piaci – gli ho detto a bassa voce, poi ho appoggiato le mie labbra sulle sue.
Storia d'amore tra una secchiona timida e insicura e.....
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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IO SONO IO MA VORREI NON ESSERLO

 

Erano le 17,30 del 9 ottobre. Ero a casa come ogni giorno. Non ero sola: c'era mia madre in cucina e il mio fratellino a giocare alla wii. Dovevo fare i compiti ma non ne avevo voglia. Ero certa che mi sarei ritirata alle 21,00 o addirittura alle 7,00 del giorno seguente, dopo essermi svegliata. Era già dalla prima settimana di scuola che facevo così. Nessuno lo sapeva, nemmeno i miei genitori. Se lo avessi detto alla mia classe, la 3°H, si sarebbero tutti messi a ridere perché per loro ero solo una secchiona, casa e scuola, che non sapeva cos'era un cellulare, una TV, un computer, un tablet, una play-station e tecnologie varie. Questi pregiudizi mi rendevano triste e facevano svanire la mia poca forza rimasta. Oltre ai miei compagni, tra cui le mie amiche, anche i miei genitori non avevano dimostrato alcun interesse nei miei confronti. Mi sentivo debole, indifesa......sola..... . Allora mi sono messa a scrivere quello che provavo, sperando di alleviare il dolore:

“ho paura che non troverò mai nessuno se continuo a essere così, ho paura che non esisterò per molti, già adesso quasi tutti mi considerano un fantasma, una secchiona, capace solo di studiare, fare i compiti e nient'altro..........sono uno zombie per loro, uno zombie con cui non si può parlare, non si può uscire e che non si può nemmeno toccare, perché fa schifo parlarci, uscirci e toccarlo.......insomma sono questo per loro, soltanto uno schifo. Adesso mi sento molto debole e vulnerabile, ho paura di tutto, proprio tutto, prima qualcosa non faceva parte delle cose da cui essere intimidita, ma ora, con il morale a pezzi, con la forza e la resistenza che sono svaniti e le amicizie che sono in fase di rottura mi sento spenta, morta, senza vita e la minima cosa potrebbe letteralmente uccidermi. Ho veramente tanta paura in questo momento perché la tristezza sta aumentando ad un livello pazzesco ed è sul punto di scoppiare. Quando è successo l'anno scorso è stato terribile un giorno ho preso un coltello ed ero sul punto di pugnalarmi, ma non ce l'ho fatta perché non ne avevo il coraggio. Feci cadere il coltello a terra e a volte sento ancora il tintinnio della lama a contatto col pavimento. Però sono riuscita a rialzarmi dalla depressione ed a combatterla in modo che non venisse più. Solo ora ho capito la causa di tutto ciò, è la scuola, è come una droga per me, non perché non riesca a farne a meno ma perché mi fa male, mi uccide..........per tutta l'estate sono riuscita a non cadere nella depressione, ma appena è iniziata la scuola, sarà l'amore impazzito che non riesco a controllare, sarà la solitudine che ogni pomeriggio mi affligge, sarà la paura di fare una figuraccia o quella di non essere all'altezza degli altri, sarà la preoccupazione di non riuscire a tenere una bella amicizia, o almeno di averla, anche una schifosa, comunque la depressione è ritornata, più forte di prima e a meno che non succeda un miracolo, ho paura che non risalirò da essa.”

Avevo finito di scrivere e mi sentivo una merda. L'ho riletto e mi sono sentita ancora peggio. Non credevo di essere così deprimente. Le lacrime a stento non scendevano.

Intanto si erano fatte le 20.00, mio padre era già arrivato da lavoro e mia madre mi aveva chiamata per andare ad apparecchiare la tavola.

 

Era notte, era mezzanotte. Tutti stavano dormendo, tranne io. Non c'erano luci accese nella stanza e neppure in tutta la casa. Era tutto, perennemente nero. Appena percepito il buio, il vuoto, il silenzio totale e soffocante, sono crollata e ho incominciato a piangere perché se continuavo ad essere così, a scoraggiarmi da sola, ad avere paura di tutto (di un confronto, un contatto, una relazione, di un saluto), sarei rimasta per sempre il quel buio. Io non ci volevo stare.

Questo era il picco della mia seconda depressione, come il fatto del coltello, ora c'era solo una strada in discesa ed io dovevo sfruttarla.

SPAZIO DELLA SCRITTRICE:
Ciao a tutti, il primo capitolo è molto sentimentale ma spero vi sia piaciuto. Insomma questa è una ragazza, di cui non si sa ancora il nome, che ha una crisi di adolescenza. Cosa farà?? Riuscirà a sfruttare la strada in discesa o ci saranno dei problemi?? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Baci, baci
Lulu <3

  
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