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Autore: sandy_malfoy94    06/02/2013    0 recensioni
Dal capitolo 2:
Kyle POV
Scesi di fretta le scale della canonica e raggiunsi la mia motocicletta. Non riflettei molto su quello che stavo facendo, ma in pochi attimi mi ritrovai a guidare senza una meta tra le strade di New York. Ero arrabbiato, preoccupato, ansioso da quando Alice era entrata a far parte della mia vita ero cambiato. Non mi interessavo più solo di me stesso anzi facevo della sua felicità la mia priorità.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Kyle POV
Quando Alice mi disse che aveva visto Duncan, restai senza parole.
“Bisogna fermarlo!” mi disse Erika che aveva sentito.
“Andrò io” dissi sicuro.
“Da solo!” aggiunsi, vedendo che Alice era pronta a seguirmi.
“Ma...”
“No, tu resti qui. Non voglio sentire obiezioni”
“D’accordo. Ma fai attenzione”
“Non preoccuparti” le diedi un bacio e corsi nella direzione che Alice mi aveva indicato. Mi ritrovai davanti la porta di un magazzino, afferrai la pistola e spalancai la porta, era molto buio e non riuscivo a vedere bene; entrai ma non c’era altro che silenzio. Feci qualche passo avanti guardandomi sempre intorno, sembrava non ci fosse nessuno quando sentì un rumore alle spalle. Mi girai puntando la pistola e finalmente lo vidi. Aveva un aria fin troppo sicura di sé, aveva lo sguardo di chi era sicuro di vincere.
“Oh bene, ero sicura che Alice mi avrebbe notato. Nessuna mi conosce meglio di lei”
“Questa sicuramente è la sfortuna più grande della sua vita” dissi tenendo sempre la pistola puntata. Lui avanzò di qualche passo, finché la canna della pistola non fu puntata verso lo sterno.
“Spara, che aspetti?” io lo fissai incredulo. Mi guardava fisso negli occhi e aspettava un mio gesto.
“Che cosa diavolo hai in mente?” la mia sicurezza per un attimo vacillò. Tenni sempre la pistola puntata.
“Io? Nulla. Sono qui di fronte a te, disarmato. Con una pistola puntata sul mio unico punto vitale che puoi colpire” la cosa non mi piaceva. Era tutto troppo semplice, troppo strano. Sentì un rumore, mi distrassi. Duncan si mosse velocemente e mi colpì facendomi cadere la pistola dalle mani.
 
 
Alice POV
Vidi Kyle cadere in ginocchio dopo il colpo di Duncan. Ero riuscita a seguirlo senza farmi notare non avevo visto una scatola e l’avevo presa in pieno provocando il rumore che aveva distratto Kyle. Sarei intervenuta per aiutarlo se lui non avesse detto qualcosa che mi lasciò inchiodata alla mia postazione.
“Vieni qui Dylan” un ragazzino fece la sua comparsa. Era come l’avevo sempre immaginato, un piccolo Duncan in miniatura, con la sua stessa camminata, la stessa espressione. Mi incantai a guardarlo, avrei voluto stringerlo, dargli tutto l’affetto che non avevo potuto donargli.
“Ieri mi avevi chiesto di tua madre, ricordi?”
“Si papà e mi avevi detto che oggi avrei saputo la verità”
“Quest’uomo... ci ha portati via la tua mamma! È per colpa sua se adesso lei non vuole stare più con noi”
“Bastardo come puoi dire questo? Se Alice è scappata via da te è solo colpa tua” Duncan lo colpì sul viso.
“Non si dicono le bugie Kyle” vidi Dylan andare dietro Kyle, non capì quello che volesse fare finché non agì. Gli passò il braccio intorno al collo e con l’altro gli afferrò la testa e gli spezzò il collo. Fu come lo spezzarsi di un incantesimo.
“Questa è la tua giusta punizione” in quel momento tutto l’affetto che avevo provato per quel figlio che non avevo mai conosciuto, svanì.
“Kyle, NO!!!” svelai la mia presenza e corsi verso di lui. Gli occhi erano aperti e rispecchiavano l’ultimo stato d’animo vissuto, era rimasto sorpreso da quella mossa. Io caddi accanto a lui, gli presi la testa e gli chiusi gli occhi, non avevo nemmeno la forza di piangere, di sfogare il mio dolore. Alzai lo sguardo; Duncan mi guardava con un aria di trionfo, aveva compiuto quello che aveva bramato. Era riuscito a distruggermi completamente.
“Ti odio!” in un raptus mi lanciai verso di lui e lo atterrai. Cercavo di colpirlo ma non poteva fare nulla contro la sua forza. Mi buttò di lato lasciandomi a terra.
“Sono sulla nave, ti aspetto” e così com'era venuto. Andò via.
 
 
Entrai nel suo bunker con lo sguardo perso nel vuoto. La mano destra accarezzava il ventre, conscia del fatto che dentro stava crescendo una nuova vita. Ma io mi sentivo vuota. Era come essere addormentata, niente mi sembrava reale e avrei voluto svegliarmi con tutto le mie forze, non ci riuscivo perché stavolta non c’era chi mi avrebbe svegliata facendomi sentire al sicuro, chi mi avrebbe protetta, chi si sarebbe preso cura di me. No stavolta dovevo svegliarmi da sola, ma non ci riuscivo. Mi guardai intorno come se osservare le sue cose servisse a farlo ritornare, ma sapevo che non avrebbe mai più aperto quella porta. Comincia a toccare tutto quello che mi capitava tra le mani di suo, ne studiavo la forma con le dita e con la mente ricordavo quante volte l’avevo visto toccare quelle cose. Le mie mani arrivarono sul quell'oggetto che probabilmente era la cosa a cui più teneva: la sua pistola. La presi e mi sedetti sul materasso, anche quest’oggetto mi parlava tanto di lui.
“Ti prometto che non crescerai senza un padre. Te lo meriti. Staremo insieme... per sempre”
  
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