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Autore: PatheticRomance    06/02/2013    6 recensioni
-Ti prego Hyukjae, ora non mi va di parlare- A fare il suo ingresso in cucina quel giorno fu un Donghae insolitamente irritato alle prese con sentimenti troppo in contrasto tra di loro persino per essere capiti da se stesso.
Sungmin, intento a cucinare e ad allontanare Kyuhyun, Kangin e Shindong dai fornelli, si voltò perplesso verso il “nuovo arrivato” dando modo così ai tre ladruncoli di rubare un po’ del cibo che stava preparando per cena. Era una vita che non mangiavano tutti insieme!
-Mi dici almeno cosa ho fatto questa volta?- Eunhyuk invece, fece il suo ingresso sbattendo la porta e questa volta anche gli altri tre, in vena di scherzi, si placarono seguendo la scena come al cinema.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: La storia è stata un parto… tralasciando il fatto che ci ho messo una vita per scriverla e manco mi soddisfa a pieno, la trovo inconcludente. Ma abbiate pietà!

Sarò breve e concisa.
La ff si ispira a questo video.

Ringrazio ovviamente tutti quelli che mi hanno aiutato, ma non posso non citare come sempre la mia pazientissima beta, plubuffy.

Grazie a tutti quelli che leggeranno e che mi daranno pareri, sono accettate pure critiche, infondo quelle pure servono a migliorarsi ;)

Alla prossima.
Josie.

SCARS

Erano giorni che un Donghae piuttosto silenzioso si aggirava per il dormitorio, con cuffiette nelle orecchie e poca voglia di parlare. In realtà l’unico alla quale non rivolgeva la parola, e non era la solita peste instancabile e brillante, era il suo migliore amico Hyukjae. A nulla erano valse le preghiere di quest’ultimo perché, ogni qual volta chiedeva motivazioni, le uniche spiegazioni che riceveva era una semplice alzata di spalle.

-Ti prego Hyukjae, ora non mi va di parlare- A fare il suo ingresso in cucina quel giorno fu un Donghae insolitamente irritato alle prese con sentimenti troppo in contrasto tra di loro persino per essere capiti da se stesso.

Sungmin, intento a cucinare e ad allontanare Kyuhyun, Kangin e Shindong dai fornelli, si voltò perplesso verso il “nuovo arrivato” dando modo così ai tre ladruncoli di rubare un po’ del cibo che stava preparando per cena. Era una vita che non mangiavano tutti insieme!

-Mi dici almeno cosa ho fatto questa volta?-  Eunhyuk invece, fece il suo ingresso sbattendo la porta e questa volta anche gli altri tre, in vena di scherzi, si placarono seguendo la scena come al cinema.

-Ti ho già detto che non ne voglio parlare, Hyuk!- la questione sarebbe stata chiusa se tutti non avessero conosciuto l’attaccamento che quei due provavano l’uno verso l’altro! Non era strano che i due litigassero infondo, ma che fosse Donghae a non volerne parlare quello sì che lo era davvero!

-Hello everybody! Cos’è quel muso lungo, Donghae hyung?- Henry entrò allegro nella stanza facendosi cadere felicemente al fianco della persona che aveva interpellato. L’entrata di Henry e le voci soavi di Hangeng e Zhou-Mi che chiacchieravano spensieratamente con Heechul chiarì a tutti il fatto che i tre cinesi fossero tornati a casa.

-E’ quello che vorrei sapere!- rispose nuovamente Eunhyuk non perdendo occasione per ribattere la sua posizione da “innocente”. Continuava a fissare il suo migliore amico con aria contrariata, avrebbe rispettato la decisione di Donghae di non rivolgergli la parola, certo, se solo avesse saputo il motivo!

-Sicuro di non aver fatto nulla, Eunhyuk hyung?- propose Kyuhyun stranamente cauto, sedendosi a sua volta alla lunga tavola attorno alla quale erano stati piazzati ben quindici cuscini, ognuno per ogni membro della band. Per nulla al mondo avrebbe voluto turbare lo stato d’animo del suo hyung preferito, Donghae.

Il ballerino, dal canto suo, parve pensarci seriamente a quella possibile soluzione suggeritagli dal maknae, finendo per trovarne solo una davvero plausibile

-Non è mica per quello che ho detto l’altra volta allo show?- Donghae, che fino a quel momento era stato in silenzio tentando di ignorare il fatto che stessero parlando proprio di lui, alzò lo sguardo dal tovagliolo, sul quale stava disegnando, con aria stizzita.

-No, ma ora che mi ci fai pensare sei uno stronzo. Lasciami in pace!- a questo punto il più basso si alzò dal cuscino e, sotto lo sguardo perplesso di tutti, uscì dalla stanza sbattendo nervosamente la porta.

-Ma che cazz…- imprecò esasperato l’altro, non avendo la più pallida idea di come comportasi!

-Eunhyuk hyung!- fu il repentino richiamo di Siwon che, trovandosi in quel momento ad entrare nella stanza, aveva avuto modo di ascoltare solo quell’ultima e fastidiosa frase.

-Hyukjae-ah, si può sapere cosa prende a Donghae? L’ho appena visto passare!- Leeteuk entrò nella stanza tentando di soffocare uno sbadiglio. La situazione stava degenerando, diventando decisamente ironica. Ma cosa doveva fare per ottenere un po’ di tranquillità in quella casa abitata da troppi pazzi?

-Che vuoi che ne sappia, hyung! Non sono la sua balia!- Questa volta fu il turno di Eunhyuk a scattare in piedi e, con un nervosismo non indifferente, uscire dalla stanza come una furia.

-Ma che gli prende?- sussurrò Henry abbastanza interdetto dalla situazione.

-Ya! Vieni qui, Hyukjae!- invece lo richiamò Kangin, prima che sparisse definitivamente dalla vista di tutti. Il non parlare con il suo migliore amico lo rendeva, senza ombra di dubbio, irascibile. Aveva voglia di stare da solo, questa era la verità, o almeno era come si sentiva seppur quella era l’unica persona che non gli parlava. Era assurdo. Strano come tutto questo potesse condizionare il suo umore in modo indelebile.

Dopo che si fu allontanato dalla cucina, pieno di persone ostili a suo avviso, Hyukjae si rifugiò nel corridoio ormai deserto di quello stesso piano. Non seppe precisamente il motivo, in seguito avrebbe detto che fosse stato il destino a condurlo fin lì, ma non appena vi ci arrivò si poggiò con le spalle al muro e si lasciò cadere a terra con un sospiro colpevole. Un sospiro, un soffio dell’anima. Eunhyuk aveva cominciato seriamente a pensare di essere maledetto per quante volte avesse sospirato, era sicuro di non averne più una.

Non aveva la più pallida idea di cosa passasse per la testa del suo strambo migliore amico, eppure era sicuro di non aver detto o fatto nulla di azzardato.

Non ebbe molto tempo per riflettere davvero su quali fossero i reali motivi di quel litigio insensato che la porta dinanzi a sé si aprì mostrando un paio di piedi che subito riconobbe, potevano appartenere solo a una persona. Cavolo, involontariamente era proprio lì che si era fermato.

Il ballerino scattò in piedi sostenendo senza esitazioni quello sguardo duro.

-Che vuoi?- Nonostante tutto, Eunhyuk rimase sorpreso dal tono freddo con il quale vi fu rivolto, e non riuscì a nascondere la sua delusione.

-Chi ha detto che sono venuto qui per te?-la sua risposta fu altrettanto acida benché dettata semplicemente dall’istinto. Era lì per tentare di chiarire, ma non gli piaceva se Hae gli parlava così. Seguì un breve silenzio.

-Lee Hyukjae, va all’inferno!- sibilò Donghae rimanendo ancora fermo sulla soglia della porta, con gli occhi ormai ridotti a due fessure. Era possibile che davvero non comprendesse cosa spingesse l’animo del più giovane? No, decisamente. Quelle parole servirono a farlo innervosire solo di più.

-No, Donghae! Ora stammi a sentire!- La voce di Hyukjae raggiunse, inaspettatamente, livelli soavi, cosa che, sicuramente, non avrebbe aiutato in quella situazione. -Ci sto provando,  ti giuro, ma davvero non mi viene in mente nulla!- Era esasperato! Nel discorso non si era accorto di aver afferrato Donghae per le spalle.

-Questo perché sei un cretino!- Nulla, nemmeno la voce alterata dalla collera del suo migliore amico riuscì a impedirgli di continuare con quel capriccio. Questo era decisamente troppo, perché per una volta non era lui a mettersi nei panni di Hyukjae? Quest’ultimo, prontamente, aveva sempre soddisfatto qualsiasi suo capriccio, ma ora era troppo persino per lui. Il ragazzo mollò la presa.

-Sì, sono un cretino nel star ancora a perdere tempo con uno stupido bambino come te!- il respiro si fece pesante,  le urla riecheggiarono in tutto il dormitorio dove ormai regnava un silenzio innaturale. Erano sicuri che tutti stessero ascoltando il loro litigio.

-Bene!- urlò Donghae infuriato.

-Bene!- echeggiò Hyukjae.

I due ragazzi si lanciarono sguardi di fuoco per un breve momento.

-Tu! Sei un idiota!- Kangin, spazientino e dispiaciuto per la situazione, giunse come una furia appellando il più grande dei due con quel nomignolo affettuoso facendo però sobbalzare a sua volta anche Donghae. Ne avevano abbastanza dei loro litigi un po’ tutti ormai, ma nessuno aveva avuto il coraggio di esprimere il proprio parere. Beh, nessuno tranne Kangin.

-Ma io n…- Hyukjae guardò allibito il suo hyung tentando, invano, di giustificare la sua innocenza.

-E anche te!- il nuovo arrivato non diede tempo al suo dongsaeng di giustificarsi. Immediatamente appellò l’altro colpevole che, in tutta risposta, sfoggiò una delle sue soliti espressioni che Hyukjae adorava, ma mai come in quel momento trovava maledettamente odiose - State rovinando la serata a tutti quanti, per una volta che siamo tutti insieme smettetela di litigare e comportatevi come adulti!- Le parole di Kangin colpirono duro.

-Ma ha cominciato prima lui! - Hyukjae mantenne imperterrito il suo tono infantile nonostante le, appena ricevute, accuse da parte del più grande. Lui, infantile? Non se ne parlava proprio! Voleva delle scuse.

-Io?! Sei tu che hai alzato la voce!- il compagno, dall’altro canto, tanto per non smentire la sua posizione controbatté con altrettanta enfasi e infantilismo facendo esasperare il ragazzo costretto ad assistere,a bocca aperta, quello scambio di battute. Non era possibile che quei due non riuscissero a pensare come persone adulte per nemmeno dieci secondi!

-Ora basta!- Kangin provvide a dividerli prima che qualcun altro potesse aggiungere una sola parola in più, che di sicuro non avrebbe tollerato. Non voleva sentire altro. D’istinto afferrò sia l’uno che l’altro per le braccia sospingendoli delicatamente verso la stanza del più piccolo.

-H-hyung… che vuoi fare?- E appunto fu proprio questo, ormai confuso, a conferire la prima parola.

- Forza, entrate qui- Tagliò corto Kangin facendoli entrare entrambi nella camera con uno spintone. Erano confusi, e come dargli torto! -Non uscirete dalla stanza finché non avrete chiarito. E niente cena! Mi rivolgo soprattutto a te Hyukjae!-La porta venne chiusa e un innaturale silenzio, subito dopo il gemito di dispiacere di Eunhyuk, calò finalmente in quella chiassosissima casa.

-Ma io ho fame!- si lamentò il più magro che, parlando di cibo, era capace di mangiare per un esercito intero pur rimanendo sempre un’acciuga.

-Se tu non avessi urlato…-Quello di Donghae fu solo un patetico tentativo di replica.

-Di nuovo con questa storia?!- sbuffò il ballerino. Il silenzio tornò a calare nella stanza.

Due bambini, ecco cos’erano, e la cosa di certo non aveva sorpreso nessuno. Un classico.

-Io non ci parlo con te!- ritornò alla carica il più piccolino incrociando le braccia al petto. Sembrava quasi che da un momento all’altro avrebbe addirittura cominciato le smorfie.

-Ma davvero? Non ci avevo fatto caso!- fu questa volta la risposta ironica. Il discorso tornò a cadere.

Il silenzio forse sarebbe stata l’unica soluzione al loro litigio. Peccato che, chiusi in una stanza da soli, rivolgersi la parola sarebbe stato del tutto inevitabile.

-Insomma Donghae, cosa devo fare?! Ho provato a chiedertele con le buone, ho cercato di capire cosa ti passasse per questa mente bacata! Ma nulla! Ti seguo ovunque a te vada di andare anche se magari semplicemente quel giorno mi va di stare nel dormitorio! Assecondo ogni tuo capriccio, ogni tua voglia o decisione, ma tu nulla! Mi ripaghi con questo silenzio! Dimmi almeno cosa ho fatto, Donghae! Dimmelo e lascia che risolva questa situazione, se posso!- Il discorso di Eunhyuk scoppiò improvviso senza che, in qualche modo, riuscisse a fermarlo. Travolse e colpì in pieno Donghae, come una forte corrente che a velocità della luce ti trascina giù, in fondo, per poi lasciarti emergere di nuovo. Solo nel momento in cui riesci a prendere aria vedi tutto più chiaro e capisci che l’aria non è una cosa tanto scontata. Ecco, Eunhyuk, in quel momento, era l’aria.

Solo quando il discorso terminò entrambi si accorsero dei grossi passi che ognuno aveva compiuto verso l’altro. Faccia e faccia, occhi negli occhi, fiato contro fiato. In un impeto di coraggio Hyukjae afferrò la maglia di Donghae tra le sue mani e suggellò quelle labbra sottili con le sue, come a reclamarne l’appartenenza.

Fu strano, dolce, delicato come tutto ciò risultasse maledettamente naturale, seppur non fosse mai accaduto prima. Le loro labbra si cercarono avidamente finché le loro lingue non si incontrarono lottando per il dominio di una sull’altra. Una battaglia senza fine. In un impeto di rabbia ancora repressa, Donghae, con un leggero sorrisino dispettoso, morse le labbra del suo migliore amico attirandolo di più a sé.

-Mh, mi fai male- protestò il ballerino con il suo solito sorriso tutto gengive, Donghae lo adorava.

-Ancora a lamentarti?- lo rimbeccò deliziato l’altro, qualcosa, però, era cambiata nella voce, c’era più dolcezza questa volta e Hyukjae riuscì chiaramente a sentirlo.

-Ora mi dici il motivo per il quale non mi parlavi?- mormorò Eunhyuk, con un adorabile broncio dipinto sul viso, senza staccare per nemmeno un momento gli occhi da quelle labbra invitanti.

-Non è importante, Hyukjae. Non lo ricordo nemmeno più- ridacchiò tranquillo guadagnandosi un’occhiataccia, più che giustificata, da parte dell’altro.

-Ma…-

-Per una volta taci, Hyukkie!- Entrambi risero prima che il più piccolo lambisse le labbra del migliore amico, tornando poi immediatamente ad esplorare, insicuro, quel territorio nuovo. Le mani di Hyukjae, invece, si fecero più audaci mentre, seguendo una linea immaginaria, cominciarono a percorrere, da sotto la maglia, la schiena nuda di Hae.

-Ragazzi, spero davvero che abbiate risolto perché noi di là davvero moriamo di f…- la porta della camera si spalancò inaspettatamente, rilevando la “principessa” dei Super Junior con una faccia alquanto sbigottita. I due coetanei, in fretta e furia, cercarono di darsi un contegno che, beh, sarebbe stato parecchio difficile darsi, vista la situazione – Cioè, noi vi aspettiamo per mangiare e voi limonate?!- un ghigno malefico comparve sul volto del più grande, un ghigno che non prometteva nulla di buono. Aveva lasciato i ragazzi senza parole –Credo che i ragazzi vorranno essere informati!-

-Hyung! No, ti prego!- gemette Donghae azzardando qualche passò verso il maggiore, mentre Eunhyuk, silenzioso, rimase immobilizzato al proprio posto senza dire nessuna parola. Gli tremavano le mani. Heechul li ignorò.

-RAGAZZ…- Inaspettatamente, Eunhyuk, in preda al nervosismo, colpì in pieno lo specchio della camera di Donghae e Shindong, facendolo finire in mille pezzi, ma non fu l’unico a subire danni. Le imprecazioni di quest’ultimo, fortunatamente per le orecchie di Siwon, furono coperte dalla risata isterica di Heechul. Il sangue cominciò a scendere copioso dal profondo taglio macchiando la moquette e creando attacchi di panico ovviamente in un Donghae già di per sé scosso.

-Ma cosa diavolo… Hyukjae-ah! Cosa…- L’umma Leeteuk, venuto a controllare il motivo di così tanto caos, immediatamente si preoccupò dello stato di salute del suo dongsaeng Donghae, calmati. Heechul, tu vai dagli altri. In quanto a te, fila a medicarti!- Nessuno poteva contrastare il leader quando impartiva ordini ben precisi. Eunhyuk uscì dalla stanza a capo chino, seguito inevitabilmente da Donghae che per nulla al mondo, ora, si sarebbe allontanato.

Leeteuk rivolse uno sguardo confuso a Heechul che ricambiò con un occhiolino pieno di significato, prima di sparire alla volta della cucina. Il leader sorrise compiaciuto prima di chiudersi la porta dietro di per seguire il ragazzo ferito. Adorava davvero la sua pazza famiglia.

   
 
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