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Autore: Melitot Proud Eye    06/02/2013    4 recensioni
[vecchio titolo -> Doveri]
«Thor, tu hai bisogno di una moglie.»
«Io ho già una moglie» dice lui. «E un marito, e un fratello e un amico. E sei tu. Non ho bisogno di sconosciuti nel mio letto.»

Doveri e desideri di due sovrani.
{Presso fuochi di campo e troni di re incoronati - XII}
[future!fic post-Avengers/TDW] [Thorki-Thunderfrost + Jarnsaxa/Thor]
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Presso fuochi di campo e troni di re incoronati'
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Note: all'inizio pensavo di lasciare Doveri come storia a sé, poi mi sono resa conto che i tre pezzi seguenti mal si sarebbero retti da soli; ecco quindi un secondo capitolo :)
E torna Thor il poeta! Il primo verso viene dal sonetto shakespeariano XLIII, il secondo dal sonetto XLVII.

La shot ha fatto uso anche del prompt orfano: Diplomazia [piscinadiprompt.livejournal.com]

[editato 2/3/14]
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Desideri





Quando lo scopre, Thor ha un momento di profonda incredulità. Dev'esserci un'altra spiegazione.
Poi le dissonanze e la cautela che circondano Loki fugano ogni dubbio. Lo conosce troppo bene per illudersi: è tutto vero, dolci culle delle Norne. Quindi, senza perdere tempo, passa al contrattacco.
Non lo affronta perché sarebbe inutile. Al suo testardo, masochista amore preferisce dimostrare ciò che vuole dal futuro (e possono avere) coi fatti; crede di avere l'idea giusta. Alla prima grande festa del regno invita a rallegrare la sua tavola i sovrani di Alfheim, il vecchio amico Freyr e sua moglie Gerð che, guarda caso, è una – uno – Jötun. Tiene il tutto discreto per evitare defezioni verso le tundre di Jötunheim, e con inatteso successo.
Il popolo conviene all'annuncio, il Bifröst si apre. Il regno è uno splendore.
Loki lo guarda come se volesse avvelenargli il corno del sidro, poi sorride a cattiva sorte. Thor finge di non capire. Il messaggio arriverà.
Al brindisi dell'ultimo banchetto, dal momento che il Padretutto manca di regina e Frigga si sente indisposta, aprono le danze gli ospiti.
«Musica!»
Sono una coppia armoniosa. Freyr è spiritoso, sensuale, un incontro di liuto e spada. Gerð figlia di Gymir, la più bella di tutte le fanciulle, è sinuosa, morbida e androgina; vestita di sete argentate, una corona di vischio nei capelli, danza col tintinnio del ghiaccio nei piedi. A tratti la sua somiglianza con Loki è fonte di confusione. La vista di suo figlio Fjolnir, boschi nella trama dello spirito e neve sulla pelle, d'impazienza.
Asgard trattiene il fiato. Thor osserva e sogna.

E complotta.

Poi le celebrazioni sono concluse e la città è immobile, ubriaca di gioia ed opulenza. Gli stranieri sono partiti, i lumi spenti sulle tavole vuote; Thor siede sul suo trono in compagnia di Huginn, osservando il deserto della sala al riverbero delle fiaccole. E' una luce tremula, intima come solo il crepuscolo sa essere. (E così un desiderio vero.)
Vorrebbe che il suo amore gli fosse accanto. Ma dovranno ancora farsi guerra prima di trovarsi in pace, è evidente.
Con un sospiro, Thor chiude il libro intorno a un dito e rilassa il capo contro lo schienale, orecchie piene di voci lontane.
Più gli occhi serro e più gli occhi vedono, pensa – parole che non può recitare. "Quando dormo, nel sonno guardan te... che con l'ombra l'ombre fai lucenti. Notte è ogni giorno finché non ti vedo, la notte è luce se in sogno ti svela"...
Mentre la spina di cuoio del volume scricchiola, un altro verso affiora alla mente.
"Dei pensieri più in là non puoi fuggire e sempre io son con loro, e loro con te."
Sorride, mesto. Loki, catena e consolazione. L'unico che lo capisca veramente, benché non sempre accetti quel che scopre. Come potrebbe Thor volere una vita in cui non siano uniti?
L'ha pensato da qualche istante e il fulcro dei suoi desideri compare. Subito il suo umore si risolleva – e se non è uno sciocco per questo.
«Eccoti qui» dice, sorridendo.
«Eccomi qui.»
Non sembra sul piede di guerra.
«Stanco?» Thor posa il libro sulla seduta e sposta Huginn sul bracciolo destro del trono, indicando lo spazio libero. «Vieni.»
Loki cerca di scrutarlo in volto senza farsene accorgere; lo raggiunge con passo sicuro e siede. Thor gli circonda subito il fondoschiena, spostandolo più vicino, e gli afferra possessivamente una coscia con la scusa di riposare il gomito.
Loki esita, rigido. Poi, pian piano, si rilassa. Si gira verso di lui e accavalla una gamba alla sua.
Restano così, spalla contro spalla, ascoltandosi vivere a vicenda finché Thor non mormora che è stata una settimana intensa.
«Non avrei saputo dirlo meglio.» Dita che tamburellano su un ginocchio ossuto. «Preferirei che mi avvisassi prima di ospiti così importanti. Potrei avere impegni improrogabili a Jötunheim. E i corteggi chiacchierano d'impreparazione.»
«Il solito vanitoso.»
Il solito evasivo.
Thor si mette comodo. In lontananza si sente uno zampillo di fontane.
«Gerð è magnifica, vero?»
«Se ti piace definirlo così
La corrente di livore è palpabile.
«E Freyr è sempre in forma.»
«Dovresti dormire, sai» fa Loki, asciutto. «Digerire tutto quello che hai inalato. Toglierti gente strana dalla testa.»
Thor scoppia a ridere e lo stringe un po' più forte.
«E' peculiare che venga da te, quest'osservazione. Sai, mi ha detto un uccellino» sull'altro bracciolo Huginn gracchia una risata malefica, agitando le ali «che hai fatto visita ai cugini reali di Vanaheim.»
E' solo grazie a secoli di pratica che sente Loki irrigidirsi.
Continua, discorsivo. «Sulle prime ho pensato: accidenti, è bello che il mio amato abbia ancora voglia di curare la nostra diplomazia. Le Norne sanno che io non ho troppo stomaco per quella disciplina. Poi però l'uccellino ha aggiunto che c'erano stati discorsi di doti... e doni ufficiosi alla primogenita di Linden. La cosa, potrai capire, mi ha insospettito un po'.»
«Thor...»
«Mi sono chiesto: perché mai Loki dovrebbe corteggiare una principessa nubile, visto che non abbiamo principi da far coniugare e possiede già me?»
«Thor» fa lui, più a disagio.
«Poi ho scoperto che c'era stata addirittura una proposta, e che si estendeva anche alla sorella gemella
Loki lo fissa, tirato in volto. Luce della comprensione negli occhi. «E' per questo che hai fatto venire qui quei due pagliacci?»
«Sono andato dai genitori, ho chiesto spiegazioni, detto che si trattava di un equivoco–»
«Ascolta...»
«E li ho cortesemente mandati a–»
«Dimmi che non l'hai fatto.»
«Perché? Sono stato impeccabile, pur avendo davanti gente che voleva raggirarmi. O esser raggirata. Ho parlato di una promessa–»
«Ascolta.» Loki sembra indeciso tra l'implorar perdono e lo strangolarlo. «Non puoi fare così. Questa è una faccenda seria, Thor – una faccenda politica, che tutti si aspettano di veder procedere secondo un certo copione.»
«Ah. E lo decidi tu, tale copione?»
Esita. «Sapendo che non sei portato...»
«Di' pure "propenso".»
«Le inclinazioni personali han poco a che fare con l'arte di governo.»
In un altro contesto, Thor riderebbe fino alle lacrime. Oh, Loki, l'ironia ce l'ha davvero con te. Invece si ripresenta il fantasma del primo sconcerto.
«Due sorelle?» dice, inarcando le sopracciglia. «Sul serio?»
«Le ha consigliate nostra madre» fa Loki, sulla difensiva.
«Nostra–» Non è possibile. «E' uno scherzo» geme, nascondendo la faccia in una mano e strofinando energicamente. «Non può essere d'accordo con questa cosa.»
Mentre si crede non visto, Loki ha il fegato di alzare gli occhi al soffitto. «No, Thor. Intendevo dire che ho intessuto con lei una conversazione del tutto innocente e portato il discorso sui migliori partiti in circolazione. Le figlie di Lindel erano nell'elenco. E ad attento esame, adatte.»
«Innocente. Guarda che ti conosce.»
«Avrà pensato che cercassi moglie per uno dei nostri vassalli.»
«Una principessa?»
Spallucce. «Perché no?»
«Piantala di sorridere così» lo avverte.
«Così come?»
«Come se stessimo parlando del tempo!» Thor si raddrizza su Hliðskjálf, mentre Loki lo fissa di sottecchi, immobile sul suo posatoio.
«Thor, tu hai bisogno di una moglie.»
«Io ho già una moglie» dice lui. «E un marito, e un fratello e un amico. E sei tu.» Copre la distanza che li separa, calmo ma implacabile. «Non ho bisogno di sconosciuti nel mio letto.»
Gli occhi di Loki lampeggiano; in un baleno, cala un velo e Thor ha davanti uno Jötun.
«Io sono un gigante del ghiaccio» sibilano labbra azzurre, emettendo vapore gelido. «E il re di un regno che tuo padre e i suoi uomini hanno odiato per secoli. Lo vuoi capire? Va bene, se dobbiamo parlarne invece che sottintendere, parliamone.» Allarga le braccia. «Avanti, illustrami la strategia. Stupiscimi. E dovrà essere buona davvero per convincere tutti, perché qui non siamo ad Alfheim! Non pensare neppure per un istante che mi accetteranno sul tuo trono con gaudio e tripudio.»
«Lo faranno o resteranno senza famiglia reale» ribatte Thor. «Ascolta bene ciò che ti dico, amore mio: non ho intenzione di sposare una figlia di Lindel, né una figlia di Sól, né una figlia di questo, codesto o quell'altro. Io sposerò te o non sposerò nessuno.» Sorride, al confine tra la dolcezza e il colpo di grazia. «Questa non è un'altra incoronazione precoce. Ho ponderato, e so quel che faccio.»
Riceve una smorfia sarcastica.
«O non mi ami più?»
Loki impallidisce. «Questo mai.»
«Allora, forse non ci bastiamo?»
Lui chiude gli occhi, prende un respiro profondo e, per un attimo, tutta la pena che prova è palese. Blu sembra ancora più triste. «Tu mi basteresti fino al Ragnarök e oltre, stupido caprone. E' ad Asgard che non bastiamo.»
«Tutte idiozie.» Thor gli stringe la vita, forte. «Asgard è rimasta incantata da Gerð, Loki. E credi che non abbiano visto quel che volevo vedessero invitandola qui, ovvero che hanno già una persona così fra loro? Intelligente, diplomatica e pronta solo a–»
«Io non sono attraente come Gerð. Non sono–»
«Sei molto di più.» Gli carezza una guancia, di nuovo pallida. «E sei l'unico che non vuole capirlo.»
Un sospiro. «Thor, Asgard ha bisogno di una regina come tua madre. Anche con tutta la buona volontà, io non potrei–»
«Ormai ho deciso» afferma, baciandolo. «Prendere o lasciare.»
Mentre Loki storce la bocca, diviso fra rabbia e desiderio, Thor si alza ed esce. Con l'occhio di Huginn lo vede appoggiarsi allo schienale e stropicciarsi il viso, occhi lucidi, espressione testarda.
Poi preferisce non vedere altro.


   
 
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