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Autore: Hikary    06/02/2013    8 recensioni
[Les Misérables]
{Enjolras/Grantaire ~ missingmoment pre-barricades}
Enjolras cammina su e giù per quei pochi metri quadri da quasi un’ora – da quando gli altri sono andati a riposare; Grantaire si è scolato una bottiglia di vino, ma non gli ha mai tolto gli occhi di dosso.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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EDIT: questo e’ fluff potente, barricades!fluff.

Io vi ho avvisati.
 
Questo era due giorni fa. Dopo tre giorni e minimo una quindicina di ore immersa in ogni forma possibile ed immaginabile di Les Miz, non solo mi sveglio piangendo di gioia per aver sognato il mio OTP di un telefilm che guardavo secoli fa (The Inside, se a qualcuno interessa), ma – siccome la mia mente funziona in modo logico & razionale – prendo un pezzo di carta e scrivo questa fic. Perchesì.
Poi vado a fare la spesa e ho un epiphany musicale con Collide. Poi mi viene in mente di Alice che parla del “ va tutto bene”. Poi decido che non è mai tardi per veedere il 2th Anniverasary over and over e di colpo, con i famigerati occhi del cuore, mi rendo conto che Ramin e Hadley sono lì, a fare fan service for free e io nemmeno me ne ero accorta.
 
Con ciò per sottolineare come io scriva le cose e poi dopo mi arrivino gli hints che me l’avrebbero ispirate …che i miei plotbunnies siano scifi!plotbunnies che viaggiano attraverso il tempo e lo spazio?
 
( So che pensate di sapere di chi è questa canzone; ciò che non sapete è che dovete correre a scaricarvi da YouTube la versione in concert della filarmonica di Helsinki cantata da Maria Yllipaa, una delle mie Elphaba preferite al mondo – nonché la mia unica, vera Fae ©).
Plus:‘ let the world turn without you tonight’ e tipo nella mia Top 5 delle frasi piu’ dolci mai pronunictae :’)
 
 

Everything’s alright

 
 
Let the world turn without you tonight.
If we try, we’ll get by
so forget all about us tonight.
Close your eyes, close your eyes and relax
think of nothing tonight.
 
 

« Sarà una cosa lunga, Enjolras? »

 
Grantaire svuota il bicchiere e lo appoggia sul pavimento; non ha nessuna intenzione di alzarsi da quella panca - salvo dovesse comparire un altro bicchiere, pieno, dall’altra parte della stanza.
 

« Nessuno ti ha chiesto di restare. Io sono rimasto solo per…per… » gli mancano le parole e quel silenzio è forse la cosa peggiore che Grantaire abbia mai dovuto ascoltare « …pensare. »

 
Enjolras cammina su e giù per quei pochi metri quadri da quasi un’ora – da quando gli altri sono andati a riposare; Grantaire si è scolato una bottiglia di vino, ma non gli ha mai tolto gli occhi di dosso.
 

« Nessuno ha detto che non avrei potuto parlare, se fossi rimasto. »

 
Enjolras si ferma. La fronte è corrucciata; lo sguardo vaga, assente, come se si fosse scordato del compagno a pochi passi da lui.
 

«Mi dispiace. »sussurra all’improvviso.

 
Senza spiegazioni – ma davvero ne servono? - s’inginocchia davanti alla panca, i gomiti poggiati sul legno e la testa tra le mani. E’ pallido Enjolras, più del solito; gli occhi si chiudono un istante e, per quell’attimo soltanto, si concede di riposare. Un gesto talmente contrario alla sua natura da far pensare che gli costi di più fermarsi, anche se per un misero secondo, che resistere fino al mattino.
Grantaire incide il legno con le unghie, tentando – in vano – di distrarre le proprie dita da quei boccoli biondi. Vorrebbe potersi permettere di tirargli un po’ i capelli, farlo arrabbiare, e poi finire a rotolarsi sul pavimento come dei bambini.
Ma Enjolras è stanco.
E questo fa paura perfino a lui. Allora lo fa alzare e allarga un braccio, in segno d’invito; fa ancora più paura come lui accetti subito quell’offerta, quasi non aspettasse altro, e si abbandoni con il capo contro la sua spalla.
E’ già ora di dirsi addio?
Così, rannicchiato nel suo abbraccio, sembra più piccolo, perfino inoffensivo; a Grantaire ricorda la prima volta che l’ha visto, quando il suo visetto angelico e quegli occhi sempre infiammati, terribili e terribilmente belli, lo avevano tratto in inganno – come tutti. Un piccolo demonio, ecco cos’era.
Si concede una carezza ai tanto sospirati boccoli ed Enjolras sorride – un cedimento quasi impercettibile per cui si punisce all’istante, mordicchiandosi le labbra.
 Grantiere gli chiederebbe a che stia pensando, se non lo sapesse già.
 

« Domani… » mormora Enjolras « …al funerale di Lamarque… »
« Già. »
« E potrebbe… se la folla, se il popolo… »

 
Grantaire annuisce tra sé.
 

« Domani… Tutto questo tempo ed ora…ora è domani. »
« Lo so. » lo bacia sulla fronte « Lo so. »
« E io… »

 
Lo sta domandando?
Lo sta chiedendo a lui?
L’unico che – Enjorlas l’ha sempre saputo – è arrivato per lui, è rimasto per lui e, se dovesse morire, lo avrà fatto per lui. L’unico che i bei discorsi sulla patria non li ha mai saputi fare.
E se fosse proprio per questo?
Forse, per una volta, vuole che sia qualcun altro ad avere una risposta alle sue domande.
 

« E tu… » Grantaire cerca la parole nella miriade di comizi che gli ha sentito tenere; ma non suonano, non nella sua bocca « E tu farai quello che fai di solito: andrai là fuori e sarai petulante, assillante, pignolo, esaltato e… » magnifico; incrocia il suo sguardo solo quando lo sente sogghignare « …farai il culo a tutti quanti, perché è la cosa che sai fare meglio. »
« E tu sarai là al mio fianco. »
« E io sarò là al tuo fianco. »
« Perché è la cosa che sai fare meglio. » lo mormora, con un qualcosa che, se non lo conoscesse bene, somiglierebbe a dolcezza; e dal modo in cui lo dice, è fin troppo chiaro che quella non è una sera come le altre, che qualcosa non va.
« Perché tu sei uno stronzo. » borbotta Grantaire.

 
 
_______________________________________________________________________________________
 
 

« Enjolras? »
« Sì. »

 
La voce è bassa, ma sveglia; non sta dormendo nemmeno lui e di certo non si addormenterà tanto facilmente. Grantaire si morde il labbro inferiore fin quasi a farlo sanguinare. Il braccio che circonda Enjolras aumenta la stretta, più d’istinto che per sua volontà.
 

« Andrà tutto bene. »

 
Qualcuno si lascia scappare un singhiozzo.
Ed è troppo buio, troppo tardi per capire di chi sia la colpa – di Grantaire, di Enjolras o forse di entrambi.
 

 
 
 
NOTE
E mi sovvien un numero… 25. Due cifre, un universo di perdizione.
It’s all about the 25th, folks.
 
( Si Enjolras, ora puoi spararmi per tutto questo fluff. Ma a patto che dopo tu spari anche a Ramin, eh).

 

  
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