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Autore: minerva74    06/02/2013    5 recensioni
“Docile. È così che ti voglio.”
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage
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La pelle era coperta da un velo di sudore. Nella stanza c’era un buio spezzato da lame di luce dorata. Candele forse, o la luce di un camino. Una benda di un tessuto morbido e caldo chiudeva gli occhi. Poteva solo sbirciare a malapena il pavimento, lucido e scuro.
Molly non sapeva come fosse arrivata lì, o meglio: non riusciva a rendersene conto.
Sapeva solo di essere in ginocchio. Di avere le mani chiuse dietro la schiena. Cerchi di metallo rivestiti di velluto le bloccavano i polsi sui lombi. Sentì qualcosa stringerle la gola
Si mosse. Udì un suono provenire dalla base della nuca e qualcosa, un filo di metallo, le accarezzò la schiena in una carezza gelida. Sentì i peli drizzarsi sulla pelle. Un’immagine di fibbie nere e catene le invase il cervello. Allora ciò che bloccava i suoi polsi erano… Manette?
Cercò di ruotare i polsi. Il tintinnio si ripeté, il brivido fu più intenso. Trattene il fiato, incredula
Una mano guantata le sfiorò il collo.
“Ferma.”
La gola di Molly divenne secca. Sotto la benda, gli occhi si spalancarono.
Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. Calda, potente. Autoritaria. Che l’aveva insultata, blandita, supplicata. Ma mai le aveva ordinato di fare qualcosa, non come in quel momento.
“Non muoverti.”
Molly cercò di ricordare affannosamente come fossero arrivati a quel punto. Un soffio freddo le accarezzò la pelle nuda. Sentì i capezzoli inturgidirsi.
La mano guantata le scese dal collo e giunse sul seno. Indice e pollice strinsero un capezzolo fino a strapparle un lamento.
“Zitta.”. Le afferrò la testa per i capelli. Molly si trovò con la schiena inarcata indietro, il seno esposto, la bocca socchiusa e tremante di paura.
E desiderio.
Le braccia sfiorarono l’unico indumento che indossava. Un velo leggero stretto in vita. Nell’altro.
Un tutù?
Lei odiava le gonne, figurarsi un indumento di quel tipo. Il ricordo di lei in body e tutù rosa al corso di danza della scuola primaria si confuse con le sensazioni di ciò che stava vivendo.
La mano interruppe il flusso dei sui pensieri. La costrinse ad alzare il viso, le sfiorò la mascella fino ad arrivare alle labbra. Un pollice allargò la bocca, la costrinse a schiudersi per lui.
D’istinto, Molly succhiò. Lo accarezzò con la lingua, assecondando quell’onda liquida e calda che risaliva dal profondo del ventre, su, fino alla gola.
“Docile. È così che ti voglio.”
La ragazza deglutì. Avvertiva un leggero fastidio alle ginocchia, ma non si sarebbe mossa per nessuna ragione al mondo.
Le mani divennero due. Le sfiorarono i capelli, il collo, le solleticarono la fossa del Giugul.
“Lasciati andare.” Il respiro dell’uomo le scaldò l’angolo della guancia. Molly avvertì una ciocca di capelli lambire la pelle della gola. “Non è quello che hai sempre voluto?”
Le dita nude la toccarono al centro della schiena, facendola sobbalzare. La catena fu strattonata indietro e fu costretta a sedersi sulle ginocchia.
“Puoi lasciarti andare” sussurrò. “Puoi essere soltanto mia. Mi basta il tuo sì.”
Molly provava paura. Quello non era l’uomo che lei conosceva, che la offendeva e la irritava. Eppure rispose “Sì.” in un soffio.
Perché il desiderio che sentiva era così potente da sovrastare l’angoscia che le chiudeva lo stomaco.
L’uomo la aiutò a mettersi in piedi. La guidò nel buio, sfiorandole il gomito con le dita lunghe e nervose. Si fermarono dopo alcuni passi.
Lei avvertì il freddo della pietra contro la schiena. Le manette furono agganciate a degli anelli al fianco della colonna. Il collare di velluto venne legato a un altro gancio.
Molly fremette. L’aria era fredda, la sua pelle rovente. Si appoggiò con la testa al marmo, in attesa.
Di cosa?
Un oggetto la sfiorò. Un odore che riconobbe. Cuoio.
Un colpo. Forte ma non violento. Poi un secondo, una frustata che disegnò una x nell’incavo tra i seni.
Gridò, più per la sorpresa che per il dolore.
La mano le accarezzò i capelli. “Il primo colpo toglie il dolore. Il secondo ferisce.” Altri due schiocchi. Un lamento soffocato.
Il frustino le solleticò il seno. “Tu vuoi soffrire?”
La ragazza scosse la testa convulsamente. “Non voglio. Mi hai… mi hai fatto male.”
La voce divenne bassissima. Molly avvertì quasi il movimento delle sue labbra contro lo zigomo. Il manico del frustino scivolò verso il basso, oltre l’ombelico, fino a raggiungere il monte di Venere.
“Sono il tuo padrone. Dillo.”
Molly trattenne il fiato. Sentì il corpo sfuggire al controllo.
2Sei il mio padrone” mormorò. Non si riconosceva più. Cosa… che cosa gli stava accadendo? A entrambi?
“Ti stai ribellando?”
“N - no” balbettò.
Il colpo del frustino la raggiunse alla coscia e la fece gridare. “Hai detto che avresti obbedito.”
Un altro colpo. Dalle viscere di Molly risalì un singulto. Un desiderio di piacere che le impregnò le ossa e le fece tendere le mani nelle manette. “Non ho…”
Labbra divorarono la sua bocca. Affamate,violente. Più un morso che un bacio. “Devi lasciarti andare. Completamente. Apriti per me.” Il frustino si insinuò tra le cosce, ruvido e invitante.
Obbediente, Molly aprì le gambe. Avvertì il contatto con un tessuto caldo, morbido. Un pantalone maschile. E poi il suo profumo. Sandalo, vetiver, note di bergamotto.
Mani forti la schiacciarono contro la colonna. “Non è quello che hai sempre desiderato?”
Un tonfo. Il frustino fu gettato a terra. Dita le avvinghiarono il collo. Poi un morso. Forte, non abbastanza da farle male, tra la spalla e la nuca. E un altro.
Dalla spalla, le labbra arrivarono al seno. Denti si chiusero attorno al capezzolo. La ragazza poteva persino immaginare la linea rossa sulla pelle, i marchi a fuoco segni del possesso che lei gli aveva riconosciuto.
Serrò gli occhi sotto la benda quando sentì le mani che la stringevano e la sollevavano da terra. Avvertì un calore intenso che si propagò per il ventre, mentre dita sottili raggiungevano la piega tra i glutei, la aprivano, la frugavano senza dolcezza.
Sarebbe arrivato fino in fondo, ora lo sapeva, lo voleva, ed era una cambiale con il diavolo quella che aveva firmato con quel sì.  Da quel momento, quando avrebbe udito un suo ordine, o la sua voce o il tocco della mani, lei avrebbe obbedito e sarebbe stato…
 
Il suono tagliente della sveglia la strappò da quella colonna, dalla stanza avvolta nel buio. Dall’odore di muschio e sandalo che lei conosceva così bene. Lo aveva sentito migliaia di volte, quando gli si era avvicinata per porgergli una provetta o aiutarlo con dei campioni al microscopio.
Aveva il corpo in fiamme e la mente svuotata. Sentiva una frustrazione bruciante e dovette respingere le lacrime che gli offuscavano lo sguardo. Quel sogno era stato così reale, così violento…
E destinato a rimanere tale.



NOTE DELL'AUTRICE. So che il fandom è JohnLock e so anche che questa storia si attirerà delle critiche. Amen. Lo so  e me le aspetto. L'dea della ff nasce da queste Gif che potrete vedere qui
Ovviamente la storia è volutamente e totalmente OOC. Chi ha letto le mie altre FF sa come vedo la figura di Sherlock Holmes e di certo non è un novello Mr. Gray. prendete questa ff per ciò che è: un divertissement.
Grazie a chi ha dato lo spunto perchè questa storia vedesse la luce: Sara e Lisa :*
 
 
 
 

   
 
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