Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: s_smile    06/02/2013    6 recensioni
Un burbero Sayan, una scienziata dagli occhi blu, un cielo stellato ed un desiderio..
La magia di una sola notte può scalfire un cuore di pietra?
Spero vi piaccia!
Buona lettura ;)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Notte dei Desideri.



I passi del principe risuonavano lenti e cadenzati, echeggiando nei corridoi vuoti del vasto laboratorio.
Si guardava attorno con il volto corrucciato, tentando, probabilmente invano, di captare la sua aura.

Nulla; era talmente debole quell’essere che quasi non possedeva una forza spirituale percepibile.

Stava per perdere anche quel poco di pazienza che aveva.
Possibile che gli toccasse addirittura mettersi a giocare a nascondino? Non era uno stupido moccioso, lui non doveva cercare nessuno.
Tempo prima la gente sarebbe scattata sull’attenti ad una sola sua parola, verso o sguardo, pronta ad eseguire qualsiasi comando ed ora gli toccava addirittura questo!

Scrutò irritato l’ampia stanza vuota di fronte a lui. Ancora niente.
 Ma dove diavolo si era cacciata quella donna? Eppure, l’aveva cercata ovunque! In ogni angolo della casa, negli uffici, in laboratorio… nulla!

Spazientito, si mosse velocemente dalla soglia di quel grande locale buio, pieno di macchinari di ogni genere, ed entrò in casa urlando, ormai esasperato.

-          Donna! Vieni immediatamente qui! Devi aggiustarmi quel maledettissimo aggeggio!! Donna! Donna!

Il silenzio fu l’unica risposta che ricevette. Dopo aver provato a chiamarla ancora, trattenendosi dal radere al suolo l’intero edificio così da scovarla lui stesso ovunque fosse, fu una testa bionda, non una blu, a spuntargli di fronte.

-          Oh Vegeta caro, cerchi Bulma per caso? È nel giardino sul retro. – squittì la donnina affacciata ad una porta, lungo il vasto corridoio.

Senza neppure degnarsi di risponderle, l’uomo si diresse velocemente all’ uscita e scavalcò in volo l’abitazione, raggiungendo in un attimo il vasto agro di terreno adiacente.
Dopo aver sbirciato attorno con occhio vigile, finalmente la vide.
Bulma era sdraiata sull’erba a pancia in su, le ginocchia piegate e le mani in grembo.

Si avvicinò, silenzioso come suo solito, fino ad incontrare gli occhi blu della ragazza, puntati al celo.

-          Donna! Si può sapere che ci fai qui? Avanti, alzati. Devi aggiustarmi la Gravity Room, si è rotta di nuovo.

Nessuna risposta.
Non lo aveva nemmeno guardato in faccia nonostante lui fosse proprio in piedi al suo fianco, quell’insolente! Non solo gli era toccato cercarla come un pazzo dappertutto, ma ora osava anche ignorarlo!

-          Ma si può sapere che cosa stai guardando?- disse notando che la donna vagava con lo sguardo sulla volta celeste, indagando tra le stelle.

-          È la notte di San Lorenzo, Vegeta- parlò finalmente lei, dopo un’interminabile silenzio.

-          E perché questo dovrebbe interessarmi?

Sospirò, chiudendo gli occhioni color del mare. Possibile che dovesse sempre spiegargli tutto?

-          Stasera ci sono le stelle cadenti. – disse, tornando a contemplare il firmamento.

-          Tsk! E quindi?

Il Sayan incrociò le braccia al petto, contrariato. Nemmeno una risposta decente riusciva a dare!

-          Se ne vedi una - continuò con aria assorta- puoi esprimere un desiderio.

-          Che stronzata!- rispose schietto lui, con un sorriso sghembo sul volto.

Silenzio.

E adesso? Perché non rispondeva? Perché non lo insultava come al solito?
Non si può dire che questo non gli facesse piacere, ma ora quella donna gli sembrava strana. Cioè, più strana di quanto non fosse di solito, con i suoi schiamazzi da oca e le sue sfuriate.

Un leggero venticello mosse le fronde degli alberi poco distanti, mentre il principe, contagiato dal comportamento di lei, aveva sollevato anch’egli lo sguardo.
Quanti ricordi suscitava quel semplice velo nero, squarciato da piccoli punti luminosi.
Certo che lui lo spazio lo aveva visto quasi tutto. Aveva visitato centinaia di pianeti quando era al servizio di Freezer, assoggettandoli dal primo all’ultimo per volere di quel tiranno.

Servire quello sporco essere, già.

Si era quasi dimenticato quanto fosse ripugnante il solo pensarlo.
Allora, però, non poteva fare altrimenti: se si fosse ribellato, non avrebbe mai potuto farcela contro di lui.
 Almeno aveva la possibilità di combattere, questo gli bastava. Accrescere la propria forza era quello che contava più di tutto, no?

-          Vegeta..

Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un lieve sussurro. Il Sayan non le rispose, non aveva voglia di perdersi in inutili chiacchiere.

-          Com’è lo spazio?

-          Che assurdità! Ci sei stata anche tu o sbaglio?- tagliò corto, sperando che bastasse.

-          Si, ma non l’ho girato come te. Sono andata solo su Namecc e non ho nemmeno fatto il viaggio di ritorno.- insistette lei.

Già, Kakaroth! Quell’idiota li aveva fatti teletrasportare tutti sulla Terra. Possibile che quel terza classe dovesse sempre atteggiarsi ad eroe?!
E per giunta gli aveva anche risparmiato la vita! Prima o poi quel conto che avevano in sospeso sarebbe stato saldato.

-          Allora? – lo riportò alla realtà sempre quell’irritante vocina- vuoi parlare o no?

-          Freddo. Buio e freddo.. non c’è niente- rispose secco Vegeta, ormai stanco di quelle inutili ciance.

-          Secondo me non è così!

Argh! Quella donna! L’avrebbe volentieri strangolata!
Doveva sempre contestare ogni singola cosa. Era testarda ed ostinata.
Certo, a letto non era male, ma oltre ai loro incontri fugaci in piena notte non riusciva a sopportarla alla luce del sole, quando entrambi avevano addosso  i vestiti e le maschere della loro esistenza.

-          Io credo che ci sia molto altro nell’infinità dell’universo- parlò di nuovo lei, con voce più bassa, quasi un sussurro- stelle, comete, sistemi planetari… forse, impegnato com’eri a far guerre, non ti sei nemmeno accorto di quanto magico fosse quel mondo.

-          Tsk- fu l’unico commento del principe, ormai esausto.

Lei, invece, con occhi lucidi, guardava al cielo, senza più realmente vederlo.

-          Quante genti diverse dovranno abitare su quei minuscoli puntini che si vedono là- continuò, alzando debolmente una mano verso un punto più luminoso che squarciava il manto nero della notte- quante culture, lingue, usanze diverse… sarebbe bello girarlo tutto, lo spazio.

Per un momento Vegeta allentò la stretta della mascella e il suo volto lasciò l’espressione severa, tenuta fino ad allora.
“Tsk, quanto sentimentalismo vomitevole! Quella donna è proprio strana” pensava, eppure c’era qualcosa nelle sue parole che l’aveva colpito.

Nonostante non lo ammettesse, lo spazio lo aveva sempre incuriosito molto.
Scoprire cosa si celasse negli angoli più remoti dell’universo era sempre stato un suo grande desiderio, anche se non per pura curiosità o per amore di conoscenza, come l’indole da scienziata per quella donna.
No, l’amore per la conquista lo muoveva. Supremazia e potere, questi i suoi obbiettivi.
Così era stato per suo padre, così anche per lui, almeno finche..

Strinse nuovamente le fauci, ripensando a quella lurida lucertola e distrattamente si voltò verso la ragazza.
Bulma era ancora lì, sdraiata a terra a contemplare il cielo.
Strano, allora avevano altro da condividere, oltre ad urla di piacere e gemiti soffocati tra le lenzuola di un piccolo letto.
Qualcuno, anche se involontariamente, gli aveva dato prova  che anche il suo animo crudele e guerresco poteva essere compreso.
Almeno in parte.

Il Sayan continuava a guardarla, mentre lei sembrava essersi quasi dimenticata di essere in compagnia, finché non sentì un fruscio d’erba alla sua destra.
Vegeta si era sdraiato di fianco a lei, su quell’erba ancora umida.

Aveva piovuto quel giorno; una piccola pioggerella estiva che non aveva lasciato tracce a parte che sul terreno: la cupola celeste era limpida, neppure una nuvola macchiava quel blu intenso e Vegeta, per la prima volta da quando la sua avventura su quel pianeta era cominciata, si fermò e contemplò il punto da cui era arrivato, da cui tutto era cominciato.
Inspirò profondamente.
Avrebbe voluto che quell’aria così fresca gli pervadesse l’intero corpo.

Era una strana sensazione, ma piacevole.
Senza nemmeno rendersene conto, iniziò a roteare gli occhi avanti e indietro, su e giù, percorrendo interamente il lembo di cielo nella sua visuale.

-          Cerchi qualcosa?- parlò lievemente Bulma, pensando che il guerriero stesse cercando un pianeta in particolare, magari proprio il suo.

Il Sayan non rispose, ma chiuse gli occhi ed attese. Che fortuna! Magari ora quello strazio sarebbe terminato!

“ Anche se, a pensarci bene, non è poi così mal..”

-          Hei Vegeta guarda!- l’urlo della donna, per l’ennesima volta, interruppe i suoi pensieri.

La vide indicare il cielo, con tanto entusiasmo come fosse una bambina, poi chiudere gli occhi, incrociare le dita ed arricciare il naso. Una striscia tra l’azzurro ed il bianco attraversò l’oscurità e, dopo pochi istanti, la scienziata terminò quello strano rito e lo fissò sorridendo.
Non si era affatto sbagliato:  era sicuro di aver avvertito qualcosa muoversi a grande velocità in quella direzione!

-          Bhè, ora che hai visto uno stupido pezzo di roccia, muoviti e vieni a ripararmi quell’aggeggio- bofonchiò lui, facendo per alzarsi.

-          Hai espresso un desiderio?

“Che domanda idiota! Io non esprimo desideri come una stupida donnicciola! IO sono il princ..”

Era diventato ormai un vizio per quella terrestre interromperlo, anche nei suoi pensieri, ma questa volta non furono le parole di lei a farlo tacere.
Voltandosi leggermente, il principe dei Sayan aveva accidentalmente incrociato due punti luminosi ed intensi. No, stavolta i suoi occhi non erano puntati al manto celeste, che si era nuovamente rabbuiato, ma erano annegati nel blu degli occhi di Bulma.

-          Non mi serve supplicare uno stupido meteorite per realizzare i miei scopi. – riuscì a soffiare via leggermente, dopo aver riacquistato lucidità.

-          Ma non devi per forza desiderare qualcosa per te… io non l’ho fatto.

La risatina di lei riecheggiò nella quiete circostante, appena visto lo sguardo stupito dell’uomo.

-          Sai, non riesco proprio ad immaginarti biondo.. vedremo.- insinuò, poggiando di nuovo il capo sul manto erboso.

Vegeta non rispose, si distese di nuovo e stette in silenzio.
Ora era troppo occupato ad osservare il cielo, questa volta senza lasciarsi più distrarre dal filo dei suoi pensieri.
Le labbra gli si incresparono leggermente, ma non nel solito ghigno. Si sentiva quasi sereno in quel momento, come se tutta la sua rabbia si fosse dissolta nell’aria mite di quella notte d’agosto.
Stranamente pensava a lei, a quella strana donna che, inaspettatamente, gli aveva dimostrato che, alla fine, non aveva fatto un errore a restare su quello strano pianeta blu.

Blu come il cielo.

Blu come i suoi occhi.




 



Note: Gentili signori e signore, ma salve! xD
Allora, premetto che mi sento terribilmente idiota ad aver pubblicato questa cosa melensa e un po’ fluff  (ho anche una tremenda paura che i personaggi siano OOC) *si nasconde in un angolino buio e un pianto isterico risuona in lontananza*
Ma d’altronde la mia mente non è riuscita a partorire altro e l’ispirazione, se quando arriva, bisogna coglierla, anche se sono questi i risultati.
Comunque, bhè, spero siate comprensivi *si scorge avanzare gente con mazze chiodate e spranghe di ferro *

Comunque (2) ringrazio tutti quelli che sono giunti fin qui! Mi piacerebbe sapere che impressione vi ha dato questa storia! :)
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: s_smile