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Autore: nefertiti91    07/02/2013    0 recensioni
è strano descriverlo ed è insolito raccontarlo... siate clementi please!
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Sovrannaturale
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Uno strano sogno! Vi è mai capitato di rimanere scioccati dopo una notte di sogni strani, ma coerenti l’uno all’altro? A me si. Infatti stanotte ho fatto uno strano sogno. Inizialmente erano un susseguirsi di immagini confuse e senza senso, ma poi improvvisamente incominciava a prendere forma e definizione. Inizialmente mi trovavo a casa con la mia gattina, ma poi improvvisamente metto nella gabbietta Maya e vado alla fermata dei pullman. Non so perché, ma i sensi incominciarono a svegliarsi, come se fossi al mare a prendere il sole e degli amici tramano di fare uno scherzo poco simpatico, organizzando di buttarmi un secchiello pieno d’acqua addosso. Potrebbe essere divertente, ma chi sta sotto al sole al caldo per di più, non se l’aspetterebbe una bambinata così… Comunque torniamo al sogno. Mi sedetti con la gabbietta di Maya in grembo e guardavo tutte le persone che mi stavano attorno. Nelle mie tasche avevo solo pochi spiccioli per l’andata e il ritorno del viaggio, e ovviamente cellulare e auricolari. Stranamente nel pullman non avevo proprio voglia di ascoltare la musica, troppo impegnata a sorvegliare la gattina. Il conducente del pullman informò che saremmo arrivati presto alla metropolitana di Napoli. Così, con i sensi allerta e con tanti pensieri che mi frullarono in testa, saltai ad una conclusione che mi lasciò smarrita e scioccata al tempo stesso. Ero davvero arrivata alla metrò di Napoli? Davvero mi sono spinta così oltre al mio solito Paesino? Perché mai mi sento di aver fatto questo insolito viaggio a Napoli centro? Tante domande ma poche risposte. Quando il bus si fermò scesi e chiesi al conducente quale fosse l’orario per il suo ultimo giro. Una sola cosa disse il conducente del mezzo di trasporto pubblico e a stento ricordo sinceramente. Ricordo solo l’ora le 19:30. Caspita erano solo le 10:00 e l’ultima fermata era alle 19:30? Non so voi, ma mi aspettavo un orario simile. Mi affrettai a scendere in stazione e a vedere il riquadro della mia destinazione. Stranamente, ma non troppo, scelsi i luoghi che fanno parte alcuni musei presenti a Napoli.. Non so perché ma li avrei trovato la risposta alla mia inaspettata fuga da casa. Scesi con Maya alla fermata dove vi è il museo archeologico nazionale di Napoli, e improvvisamente mi sentii afferrata per la mano libera. Mi girai spaventata e pronta a spaccare i timpani alla persona che bloccò la mia camminata. Misi a fuoco e vidi una dolce visione che mi fece sorridere. Colui che mi fermò fu un mio caro amico. Il suo nome è Seppe Fumo. Lo abbracciai con le lacrime che mi rigavano il viso e quando mi staccai da lui le asciugai con la manica della giacca. Seppe mi fece due semplici domande, che tutt’ora ricordo. La prima è: “ che cosa ci fai a Napoli tutta sola?” e la seconda fu: “ dove stai andando così di fretta?”. Risposi con un filo di voce che solo io e lui potevamo udire. A mia volta feci una domanda che ancora mi suona nel cervello: “ti va di accompagnarmi?”. La risposta fu positiva, e la mia faccia piena di sorpresa e stupore. Così io, Maya e Seppe entrammo nell’atrio del museo. In certi casi il mio istinto mi fa da guida. Spesso e malvolentieri l’istinto mi fa sbagliare, ma non questa volta! Mi ritrovai nella sala dove all’entrata c’era il divieto di accesso. Aprii le porte rompendo il divieto. Più avanzavo più le luci si accendevano, come se fossi in un film d’avventura. Mi guardavo attorno, e riconobbi degli oggetti insoliti e familiari. Il museo avrebbe inaugurato una mostra sugli antichi egizi, ma l’annuncio non sarebbe ancora arrivato prima della fine del mese di Febbraio. Come mai sentivo il bisogno di trovarmi lì? Perché avanzavo e non arretravo, intimorita da quello che mi stava accadendo in quel momento? In mezzo centrava forse la curiosità e la paura al tempo stesso. Osservai il mio amico che aveva la gabbia di Maya, con la medesima dentro, che miagolava quasi terrorizzata. Feci poggiare a terra la gabbietta e feci uscire una Maya paurosa e timorosa. Ella si guardava attorno, incuriosita e improvvisamente mi fece rimanere senza parole. Maya seduta accanto alla statua di Bastet la Dea Gatta e protettrice dei felini, dell’amore e della procreazione? È vero l’avevo chiamata molte volte “figlia di Bastet” ma come faceva a sapere che era proprio lei? Mi avvicinai ad alcune sculture e con una mano ne accarezzai dolcemente la superficie. Però la mia attenzione fu spostata dalla statua ad un oggetto che brillava alla luce delle lampade. L’oggetto in questione era un pettorale d’oro con lapislazzuli, turchesi, rubini e diamanti blu. L’unico pensiero che mi passò per la testa era: “stupenda!”. Seppe che si mise accanto osservava con la stessa ammirazione l’oggetto che avevo tra le mani. Lo guardai e lui mi tolse l’oggetto da mano. Vi posso solo dire: “STUPORE, STUPORE e ancora STUPORE!” mi mise il pettorale davanti e lui dietro di me che me l’allacciava con delicatezza. Si posizionò davanti a me e disse: “sei semplicemente stupenda con questa collana!”. Improvvisamente tutto svanì. La colpa era mia, mi ero girata e al tempo stesso avevo ridestato i sensi alla veglia. Mi riaddormentai quasi subito e vidi la mia gatta in braccio a me e Seppe di fronte a me. Incuriosita guardai il mio collo e vidi che il preziosissimo pettorale antico si trovava ancora sorretto al mio collo. Lessi a stento quello che si trovava scritto sulla collana, ma le parole mi morirono in gola. Sul pettorale c’era un cartiglio dove vi era scritto “pettorale della Grande Sposa Reale di Ramses II”, su un altro cartiglio vi era scritto “a chiunque indossi questo pettorale e i gioielli si illumineranno, l’anima della prescelta sarà catapultata nel passato assieme ai preseti!”. Forse presi un po’ alla leggera l’avvertimento, ma improvvisamente mi sentii leggera e vidi in terza persona il mio corpo quello di Seppe e di Maya accasciarsi a terra. Poco dopo vidi una forte luce che mi obbligò a chiudere gli occhi. Riaprii gli occhi, e osservai la stanza dov’ero. Era pieno di dipinti e mobili di altissimo valore, controllai con lo sguardo dov’era la mia micia, e la vidi accoccolata in una cesta con un cuscino blu decorato con dei fili d’oro, con delle lune come decorazioni e mi sembra che vi era un sole in mezzo. Ma con Maya sopra era difficile distinguere il disegno. Mi diressi alla finestra che affacciava sul giardino, ed era meravigliosamente curato. Non sentii la porta aprirsi perché ero concentrata a guardare il paesaggio innanzi a me. Sentii però due mani forti che delicatamente si appoggiarono sui miei fianchi. Poi sentii poco dopo un braccio possente che mi avvolse completamente la vita, attirandomi a se. Maya sentii il mio sussulto e si mise a soffiare e a miagolare minacciosa. Ma il ragazzo di fronte a me se la rideva di gusto. Lo guardai e mi ero accorta che innanzi a me vedevo un uomo dall’aspetto familiare. E non era Seppe. Era qualcun altro. Questi infatti era alto, magro e dalla carnagione bruna e dai lineamenti perfetti. L’unica persona che ho conosciuto in vita mia con una carnagione così è un mio amico che ha il nome di Enzo. Abbracciai quel ragazzo e feci una domanda che lo lasciò perplesso e irato. “Enzo, cosa ci fai tu qui? Come hai fatto ad arrivare prima di me quando due giorni fa ti vidi passeggiare davanti casa mia?”. Quando mi allontanai misi una mano sulle labbra e vidi l’espressione turbata del mio interlocutore. Che improvvisamente mi rise quasi in faccia. Mutò l’espressione e sentii il suono della sua calda voce. “mia dolce sposa, forse il calore di Ra, è troppo crudele in questi giorni? Perché ultimamente ti vedo strana vuoi for…”, non gli feci nemmeno finire la frase che lo interruppi con un’affermazione: “mio sposo, non sono strana sono solo un po’ stanca, tutto qui”. Ho imparato sui libri e sui romanzi i vari sorrisi falsi e sinceri. Sorrisi e notai che era affascinato. In qualche modo notai che era irrequieto e voglioso. Mi staccai con una leggera pressione e sempre sorridendo dissi: “ho voglia di fare un giro in città.”. Guardai il volto del mio suddetto “marito” che approvava e chiamò il capo delle guardie. Non so se si vedeva, ma il mio viso era pieno di stupore. Il capo delle guardie faraoniche era Seppe che anch’egli mi osservava con occhi sgranati. L’unica cosa che pronunciai fu: “voglio fare un giro in città e voi capo delle guardie del faraone mi accompagnerete!”. Detto così era più un ordine che una proposta. Seppe annui e mi scortò fuori, mentre mio “marito” si dirigeva nella sala delle udienze. Io e Seppe uscimmo dal palazzo ed eravamo abbastanza lontani da non farci capire da altri. La mia prima domanda fu: “come diavolo abbiamo fatto ad arrivare qui? E soprattutto come abbiamo fatto a prendere il posto delle persone più potenti al mondo degli antichi egizi?”. Seppe che anche lui come me si faceva queste domande e non trovando risposte, mi disse: “non lo so, ma, andiamo in città, ci penseremo più tardi”. Mentre camminavamo, ripetevo a me stessa che il faraone Ramses assomigliava tanto a Enzo. E più pensavo a quel nome più sentivo che potevo comunicare con lui. Chiamai diverse volte la persona interessata, e notai subito che era a lezione all’università di Napoli. Sentii che il ragazzo si girava perplesso e che non riusciva a vedermi. Poi irruppi selvaggiamente nella sua mente. Chiamandolo più forte e facendolo quasi sussultare sulla sedia. Sentii la mia voce che diceva: “Enzo, sono Helena. Presto corri al museo archeologico nazionale di Napoli, lì vi è il mio corpo e accanto a me vi è Maya e un mio amico.. Trova il pettorale del faraone Ramses II e prima di indossarla invia a mia madre un messaggio, scrivile così “ho trovato vostra figlia priva di sensi nel museo di Napoli.. correte appena potete!”, poi indossa il pettorale e leggi ad alta voce l’iscrizione, se non erro dovrebbe esserci scritto “Questo è il pettorale di Ramses II il Grande, il prescelto arriverà sulla terra d’Egitto e regnerà per mille anni”, fa in fretta non ci resta molto tempo”. Il ragazzo si alzò dopo aver scritto le parole dettate da me su un foglio e si scusò con il professore, e andò via. L’unico pensiero del ragazzo era: “ chissà come sta? Se è morta oppure solo svenuta”. Appena arrivò vide il divieto d’accesso infranto a metà. Entrò e cercò con lo sguardo il mio corpo. Lo trovò e si precipitò a tenermi tra le braccia. Si ricordò della mia richiesta e trovò il pettorale di Ramses. Si appropriò del mio cellulare e prese il numero di telefono di mia madre, scrivendole il messaggio e facendole uno squillo, poi indossò il pettorale e lesse l’iscrizione e subito si catapultò nel corpo di Ramses. Presi al mercato egiziano un bel bracciale d’oro semplice ma al tempo stesso delizioso come quello del negozio “Camomilla” dell’auchan. Tornai al palazzo sicura che anche Enzo sarebbe stato catapultato nell’antico Egitto. Trovai nella stanza da letto il faraone con una faccia piena di paura e al tempo stesso felice di rivedermi. Seppe, intanto lo abbandonai davanti alla sala delle udienze. Io guardavo Ramses e lui guardava me. Improvvisamente feci cadere il bracciale e corsi fra le braccia di Enzo, felice di accogliermi. Rimanemmo un po’ di tempo abbracciati e stretti l’uno all’altra senza proferire parola. Lo guardai e annuimmo assieme ai nostri dubbi. Enzo si sedette sul letto e io raccolsi il bracciale e lo riposi in un cofanetto con lapislazzuli bagnati nell’oro riposto accuratamente su un mobile. Mi sfilai anche i pesanti bracciali e orecchini, mentre li stavo posando sentii il calore del fiato accaldato ed eccitato di Enzo sul mio collo. Sentivo le sue guance farsi roventi e sotto al basso ventre il suo membro indurirsi. Non so come, ma mi girai e lo abbracciai, possibile che anch’io abbia voglia di stare con lui? Lo baciai con passione, tenerezza e timore al tempo stesso. Prima di cadere in tentazioni barricammo la porta. E cademmo insieme su letto, ed entrambi approfondimmo il bacio. Sentii una mano lisciarmi la coscia e salirmi sul ventre e poi sul petto. Slacciai con dei movimenti veloci la sua tunica, ed egli fece altrettanto. Rimanemmo per qualche secondo nudi, e io mi gettai sul suo petto forte e scolpito. Anche nella realtà sentii quei brividi, che sentivo nel sogno. Erano così piacevoli. Intanto nel nostro presente le anime del vero faraone e regina d’egitto, si svegliarono accerchiati da tanti sconosciuti. Mia madre abbracciò la regina d’egitto intrappolata nel mio corpo. E non sapendo cosa fare ella fece altrettanto. Quando poi si staccarono, la regina guardò Ramses e gli corse tra le braccia, staccando Gabriella dalle braccia del ragazzo. La regina guardava con odio la fanciulla e Ramses intrappolato nel corpo di Enzo, alzò il viso della giovane e lo baciò. Gabriella si mise a piangere e a singhiozzare violentemente, e infine scappò via. Mentre nel corpo di Seppe e di Maya furono scambiati con Asha, capo delle guardie del faraone, e Merit, gattina della regina. Mia mamma voleva delle spiegazioni, e la regina non seppe dargliele. Chinò la testa e guardò con i miei occhi il pavimento. Mamma l’abbracciò nuovamente e la rassicurò. Intanto la gatta della regina entrò nella gabbietta, mentre Ramses prese per mano la sua sposa e andarono assieme a casa mia. Mia mamma fece una domanda inaspettata alla regina e a Ramses, entrambi si guardarono. Infine la ragazza disse: “io sono la sua fidanzata e desidero stare con lui tutti i giorni della mia vita!”. Mia madre disapprovava, ma infine dedusse che era meglio così. “Ma sì, che se vada a casa del suo fidanzato, sta troia!”. Così l’aveva definita quel mostro di Eugenio. E così fu costretta a trasferirsi con Merit e le mie cose a casa di Enzo. Mentre Asha, intrappolato nel corpo di Seppe invitò il suo re e regina a vivere sotto il suo tetto a Napoli. Intanto nel lontano Egitto io e Enzo eravamo ancora sotto le coperte, intenti a fare sesso. Ormai più aumentavamo, più avevamo voglia di stare ancora nel girone dell’inferno della lussuria. Travolgente e struggente al tempo stesso. Seppe, invece rimase fuori la porta a mangiarsi le unghie dall’invidia. Che improvvisamente, entrò e scostò con forza Enzo e mi avvolse nelle lenzuola, e scappò via. Mi sollevò da terra e mi mise a sedere su un cavallo, e così scappammo. O almeno lui mi rapì. Non so come facemmo ad arrivare a delle grotte rosse come il fuoco, che mi fece scendere da cavallo e mi strinse con passione. Avevo poche energie e sentii l’ondata d’amore e affetto di Seppe avvolgermi totalmente. Mi condusse alla caverna vicina e mi sdraiò con forza mentre introduceva il suo membro duro in me. Con Enzo era dolce e passionale, invece con Seppe fu irruente e aggressivo. Sentivo la differenza, ma il dubbio era uno solo: “possibile che mi sia innamorata di Enzo? No nella vera realtà è solo un avventura. Solo quello e niente più. O no?”. Oh Ra quanti pensieri! Possibile che anche nei sogni non riesca a disfarmene? È insopportabile l’idea che anche i sogni, anche i più belli ti facciano pensare! Enzo intanto mi cercò ovunque ma non mi trovò. Tornai sola a palazzo in groppa al cavallo, ma senza il lenzuolo sporco. Ne ricavai due pezzi puliti per coprirmi. E avevo un tatuaggio simile a quello che ho sulla pancia per farmi riconoscere. Meno male che gli antichi egizi avevano i metodi di riconoscimento! Infatti mi fecero passare subito. Enzo si precipitò a farmi scendere da cavallo e mi prese in braccio, con delicatezza e premura. Io piansi lacrime amare, e Enzo non sapeva cosa fare per farmi ridere. Passarono i giorni e la situazione non cambiava, incominciai anche a non mangiare e a bere nulla. Non volevo neanche stare in camera con Enzo, che spazientito venne a farmi visita. Io lo cacciavo, ma, lui è ostinato e non se ne sarebbe andato facilmente. Così mentre mi spazzolavo i capelli e mi toglievo i pesanti gioielli, lui mi si appostò dietro. Incominciò a baciarmi il collo e a lasciarmi piccoli succhiotti rossi. Improvvisamente il mio corpo incominciava a reagire al tocco di Enzo. Non credevo di sapere che il mio corpo reagisse in maniera passionale. Sebbene reagiva in maniera positiva, mi sentivo poco pronta a voler stare sotto le lenzuola con un uomo. Però purtroppo per me, e fortunatamente per Enzo mi lasciai andare e incominciai a desiderarlo. Strano direi perché nella realtà per me è solo un’avventura. E dire che ieri mi so pure litigata con lui, non so se posso perdonarlo, però credo che si sia dispiaciuto sul serio. Ma comunque se mi volesse io sto sul personal computer, quindi sta a lui informarsi se l’arrabbiatura mi fosse passata. Comunque, mentre io e Enzo ci diamo dentro, a casa Seppe la situazione non era cambiata. I due sovrani erano sconcertati e arrabbiati. Purtroppo per loro io non avevo intenzione di lasciare l’antico Egitto. Quindi il mondo rimase così com’era. Poi improvvisamente tutto svanì era la mia dolce Maya che mi aveva svegliata perché il giorno prese il posto della notte. Fine.
  
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