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Autore: aslongasyoulove    07/02/2013    2 recensioni
La morte ha un obiettivo.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'agente Copfield scese dalla volante della polizia, pronto per fare il suo lavoro. Fotografare i morti. 
«Agente Copfield, aspetti. Prima che lei veda il cadavere penso che sia meglio parlarne.» 

«Non si preoccupi, agente Beaux. So già tutto. Un'undicenne è stata struprata e poi l'aggressore ha ben deciso di fracassarle la testa con un manganello. E' già stata identificata la vittima?» 
«Non ancora.» 
«Bene, allora mi lasci fare il mio lavoro. Odio quando delle povere bambine muoiono per colpa di qualche deficiente. Non oso immaginare cosa diranno i genitori...»
Detto questo s'incamminò verso il margine del bosco, dove giaceva il corpicino. Iniziò a scattare fotografie. Il piccolo corpo privo di vita era a pancia in giù, il volto era nascosto da alcune foglie. La testa era putrefatta. I lunghi capelli biondi della bambina erano tinti del rosso del sangue, che era sparso ovunque. L'agente Copfield fece una smorfia. Come, in che modo qualcuno aveva avuto il coraggio di fare una cosa simile? Non riusciva a spiegarselo. Mentre scattava le fotografie cambiava angolatura, per fermare l'attimo, catturare ogni particolare. Finché non scorse il volto della bambina. Un volto familiare. Un volto tanto familiare. Il volto di sua figlia. Dallo stupore e dal terrore gli cadde la macchina fotografica di mano. Si inginocchiò, voltò la bambina e urlò, con tutto il fiato che aveva. Strinse la piccola creaturina a sé,  la abbracciò. Cercò di urlare ancora, ma il dolore gli era penetrato nei polmoni, lo aveva lasciato senza fiato. Si era dimenticato come respirare. Ma a cosa gli serviva respirare quando la sua bambina era stata uccisa brutalmente da qualche maniaco? Aveva qualche motivo per continuare a vivere? No.

Da quell'orribile giorno, l'agente Copfield si dedicò solo alla fotografia. Ma non fotografia normale, no, fotografava solo i morti. Ma, ogni volta che scattava delle fotografie, c'era qualcosa di strano. Si era insinuata qualche presenza nella macchinetta, non era normale, lo sentiva. Se n'era accorto. In molte culture popolari le fotografie “rubano l'anima” di chi viene fotografato. In questo caso la voglia di fermare il tempo nelle fotografie diventa la possibilità di fermare una vita e di uccidere.
Ma questo, l'agente Copfield non lo sa. E quando regala la sua Polaroid del '70 a un gruppo di neo-laureati in viaggio per il Marocco, involontariamente li condanna tutti a morte.



Nota
Questa parte è un'introduzione alla storia. L'ho messa perché senza questa parte non si capirebbe nulla della storia. Ma dal prossimo capitolo la storia sarà raccontata in prima persona. Il personaggio che racconta è Clarissa, una giovane venuta in Marocco per festeggiare il conseguimento della laurea con un gruppo di amici. Le rubano la sua macchina fotografica e quindi ne cerca un'altra, e Copfield le regala la sua P0laroid. Ok, sto spoilerando troppo.
Se vi va di recensire bene, se non vi va bene lo stesso.
  
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