Prologo.
Sono stata tutto il giorno a cercare lavoro e mi hanno snobbato tutti dicendo che “mi avrebbero richiamato”.
Fanno tutti così e poi non ti richiamano mai. Salendo le scale del mio palazzo, la stanchezza mi fa pensare a quanto in alto si trova la porta di casa mia,
sono anche sette piani e senza ascensore. Oggi pomeriggio, posso anche evitare di andare in palestra, penso tra me e me,
infondo spreco energie e se spreco energie perdo calorie quindi ho fatto più sforzo fisico di quanto credessi.
Al quarto piano si aspre una porta rivelando il signor Daff e il suo cane dal nome strano, non riesco mai a ricordarmelo.
“Salve signor Daff, ciao Bob” sparo un nome a caso, sperando che quello sia il nome giusto.
Il signor Daff mi lancia un’occhiata gelida, segno che il nome del suo cane non me lo sono ricordato, ancora.
“Si chiama Dog” urla per poi scendere le scale e portarsi quell’ammasso di ciccia pelosa con se.
Non riesce nemmeno a camminare per quanto le sue gambe siano tozze e chiatte, segno che il signor Daff gli dà troppo da mangiare.
Sussurro uno “Scusi” facendo una smorfia di disapprovazione maledicendomi per il fatto che mi sono fatta odiare da tutti in questo palazzo.
All’anziana vecchia signora Feel, casualmente le ho fatto cadere il gatto dalla finestra e per sfortuna è andato giù schiattandosi al suolo.
Avevo le cuffie nelle orecchie e stavo lavando i piatti, ho fatto una mossa di danza, se così la vogliamo chiamare, con la pentola e quest’ultima è andata sul gatto che è finito giù. Di tutto questo io non mi ero accorta di niente. Poi abbiamo la signora Pepperson, avevo fatto da baby-sitter ai suoi figli e Diana, sua figlia, voleva essere tagliata i capelli. Adesso ha dei buchi sulla testa, mostrando la parte rosa del nostro cuoio capelluto, credo che i capelli non le crescano più. Continuando con la lista c’è a chi ho bruciato la cucina, chi ho insultato troppo pesantemente. Credo che l’unico che non mi odi sia il mio vicino.
E senza accorgermene sono davanti alla sua porta, contemplandola per minuti interi finchè la porta non si apre e ne esce lui con solo un asciugamano legato attorno alla vita, mostrando i suoi addominali poco scolpiti, la peluria sotto l’ombelico, e cosa più affasciante, i suoi tatuaggi infiniti.
“Ciao Elena, mia carissima vicina…” si, il solito cascamorto che ci prova con tutte da cui io devo salvare tutte le volte che si porta a letto qualcuna.
“Chi è questa volta la sfortunata?” chiesi, con un tono di ironia nella voce. Avevamo ormai confidenza, in effetti lo ospitavo in casa mia.
Lui diceva che se rimaneva a casa sua, con una ragazza la cui sera prima c’aveva fatto sesso, lei le chiedeva di approfondire le cose e a lui piaceva la libertà,
senza ombra di dubbio.
“Credo Abby, o Melany…”dice portandosi una mano sul mento e assumendo la posa da pensatore “Non ricordo il nome, questo dovresti averlo imparato” aggiunge sogghignando, ed io alzo gli occhi al cielo per poi entrare a casa e rivolgergli l’ultima parola.
“Sei sempre lo stesso, non cambierai mai, mio caro Justin Bieber”
My Space
Aveeeeeeeeeeeeeee
Ammetto di avere delle storie non finite
ma avevo ispirazione e ho deciso di scrivere questa storia.
ho preso spunto dal film, ma quest'ultimo è verde ed io cambierò le coseee XD
I'M A PERVYYYYYY
ok spero che vi piaccia :)
E ringraziamo @Belieber4choice per il banner, stupendo
Alla prossima
Much Love
Giuls <3