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Autore: Koaku    07/02/2013    3 recensioni
"Happiness" è una bellissima canzone di uno dei gruppi che più ammiro, i The Fray. L'altro giorno, mentre la ascoltavo, ho pensato che si adattasse in modo tristemente bello alla storia di questi cinque ragazzi, che con la scomparsa della loro amica Meiko l'hanno persa, la felicità. Ora che la ragazza è scomparsa per la seconda volta dalle loro vite, trovano ancora molto difficile raggiungere questo sentimento dimenticato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsumu Matsuyuki/Yukiatsu, Chiriko Tsurumi/Tsuruko, Jinta Yadomi/Jintan, Naruko Anjō/Anaru, Tetsudō Hisakawa/Poppo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Happiness//TSURUKO

 




Happiness is just outside my window.

 
Chiriko sedeva in disparte, come al solito, mentre i suoi compagni pranzavano, chiacchierando.
Pur di non doversi sentir dire da tutti che passava il tempo comportandosi da asociale, faceva finta di studiare, sfogliando con cura, quasi con minuziosa accortezza, le pagine del libro di scienze sociali. Era una scusa che aveva sempre funzionato- anzi, così rendeva ancora più credibile il fatto che fosse la quarta nella scuola, a livello di voti.
Aveva sempre sentito il bisogno di consolidare un’immagine di sé stessa che le desse il più possibile la libertà di stare da sola. Fin dall’incidente di Meiko.
Era passato tantissimo tempo, eppure… Tsurumi sentiva ancora quell’evento come qualcosa di pressante, vicino a lei a tal punto che a volte sentiva la voce dell’amica, sussurrarle la sera, nella testa, mentre tentava di studiare seriamente. L’aveva rivista, dopo anni, ma non poteva dire che le cose fossero migliorate, da allora. Forse era per questo che si ritrovava sempre a fissare fuori dal vetro della finestra, a osservare le nuvole muoversi lentamente? Cosa sperava di trovarvi?
Forse Chiriko voleva che da lassù tornasse Meiko, a consolarla e dirle che andava tutto bene, che non aveva motivo di dedicare la sua vita al ricordo di quella bambina cui tanto aveva voluto bene, e che ora non c’era più. In realtà Menma lo aveva già detto, a tutti loro, che sarebbe stata in pace una volta in paradiso. Meiko era la sua felicità perduta, e ora stava bene senza di lei.
Doveva stare bene davvero. Se così non fosse stato, sarebbe tornata nuovamente da loro, e…
Chiuse il libro di scatto, giusto in concomitanza col suono della campanella.
Scosse la testa. Che sciocca.
 
 

Would it crash blowing 80-miles an hour?

 
“La nostra scuola non è certo come la tua”, si ricordava di aver detto qualcosa del genere ad Anjou. Soltanto adesso comprendeva quanto dolorose dovessero essere state le sue parole per l’amica, e se ne pentì improvvisamente. Certamente era stata una delle sue frasi che aveva fatto sì che, anche dopo la comparsa del fantasma di Meiko, non si fossero riappacificate e tornate del tutto amiche. Le aveva chiesto scusa, per i suoi comportamenti sbagliati ed egocentrici, ma a giudicare da come le due continuassero imperterrite ad ignorarsi a vicenda, quasi imbarazzate, ciò non era bastato. Cosa doveva fare, allora?
Menma la faceva troppo facile; essere felici senza di lei era qualcosa di impensabile, ormai.
Non poteva più sperare di voltare pagina- era come avere una gamba rotta bloccata su una sedia. Se provava a spostarla, faceva soltanto più male.
Nell’equilibrio precario che era riuscita a trovare dopo la nuova scomparsa di Meiko, aveva quasi ritrovato la se stessa che riusciva a non pensare sempre a quella bambina. Non ne era convinta.
Meiko era stata speciale. La sua vita era finita troppo in fretta, era piccolissima quando il suo corpo era stato trascinato, immobile, sulla riva di quel fiume. E ignorare questa cosa era impossibile, era un peso gravissimo, a volte le riempiva i pensieri nei momenti meno opportuni.
Come adesso, durante una lezione importante. Non puoi chiedermi questo, Menma.
 

Or is happiness a little more like knocking…

 
L’unica persona su cui contare che le era rimasta era Matsuyuki. O, perlomeno, era l’unico dei suoi amici d’infanzia con cui avesse ancora un qualche tipo di rapporto sincero.
Non toccavano mai apertamente argomenti troppo intimi e malinconici, che li avrebbero portati a piangersi addosso a vicenda, come era successo quella notte, passata a versare lacrime su lacrime assieme a Jintan, Anaru e Poppo.
Tsurumi apprezzava molto che Atsumu riuscisse a strapparle qualche sorriso ogni tanto.
Significava molto per lei, che da sola non trovava mai un buon motivo per farlo.
Alzò lo sguardo nella sua direzione. Il ragazzo teneva lo sguardo basso, sul libro di storia, bensì fosse chiaro che la sua mente stesse vagando in luoghi ben più lontani. A che pensa?
Matsuyuki, in un certo senso, era la sola cosa che facesse provare a Chiriko un po’ di quella che si poteva definire contentezza. C’era sempre per lei, le dimostrava di volerle bene quando ne aveva bisogno, abbandonando ogni forma di egoismo e dedicandosi soltanto a far smettere quel flusso discontinuo di frasi tristi e senza senso che uscivano dalla sua bocca.
Ma non l’avrebbe mai amata come aveva fatto con Meiko. Tsurumi si chiedeva spesso cosa avesse meno di lei- rassegnarsi ai più volte ribaditi sentimenti di Atsumu l’avrebbe distrutta, e non poteva permetterselo.
Continuava a nutrire la lieve speranza che un giorno lui l’avrebbe potuta ricambiare, e se non del tutto, almeno quanto bastava per farle raggiungere l’apice di ogni sua piccola aspettativa di felicità. E si aspettava qualcosa del genere anche quando uscì da scuola, con l’ombrello aperto a ripararla dalla pioggia, e lo seguì. Grazie, Yukiatsu.
 
 
 

 ...on your door, and you just let it in? 

  
Casa di Matsuyuki non distava molto da scuola. Si avvicinavano velocemente, e l’altro non notava Chiriko, che gli stava a pochi metri di distanza, ricoprendo ogni metro che il ragazzo percorreva.
Oppure faceva soltanto finta di non accorgersene- sebbene insistesse a ripetersi che comprendeva i comportamenti di Atsumu meglio di chiunque altro, Tsurumi non riusciva sempre a cogliere la ragione di certe sue azioni.
Non capiva nemmeno il motivo per cui si preoccupava tanto di come lei stesse, e di tirarle su il morale. Questo perché sapeva bene che nemmeno lui era riuscito a superare gli ultimi eventi. Non sarebbe stato da lui. Se non mi ama, come mai…?
Continuava a camminare a testa alta. Forse in fondo voleva che l’altro si girasse e recitasse la parte di quello che l’aveva appena notata. Guardami, Matsuyuki, ti prego.
Ma lui non lo fece. Arrivarono nei pressi di casa sua e il ragazzo girò l’angolo senza voltarsi. Chiriko si fermò; pianse, di nuovo. Sentiva ormai come più che familiare il calore di quelle lacrime sulle guance e il loro sapore salato sulle labbra. Tentò di asciugarsi gli occhi con la manica della giacca, ottenendo un risultato penoso. Assunse un’aria fiera, o almeno fu quello che pensò di fare.
Si avvicinò a piccoli passi a quella casa dove tanto tempo prima avevano condiviso reali momenti di felicità. Formulò pensieri stupidi, si chiese se Atsumu avesse da fare e se non gradisse la sua presenza. Si chiese se avesse voglia di piangere in silenzio anziché aiutare lei a smettere di farlo.
Un’altra lacrima scese sul viso di Chiriko, leggera.
Prima aveva pensato alle sue speranze- era consapevole del fatto che soltanto lui avrebbe potuto portarla via, per l’ennesima volta, da quel vuoto immenso che le ghermiva il cuore, facendole male.
Portò una mano al petto, sentì il suo battito accelerare.
Bussò alla porta. Aiutami.
 

------.

 

LITTLE TALKS
Ed eccomi alla seconda fic! *w*
Non so perché ho deciso di fare una raccolta di Shots su AnoHana, sta di fatto che amerò sempre quest'anime, è quello che mi ha fatto vibrare più corde del cuore.
Ho cominciato con Tsuruko, perché se a me fosse successo qualcosa come la perdita di una 'Menma', durante l'infanzia, ora sarei proprio come lei.
Spero che abbiate gradito! Una recensioncina mi piacerebbe *w* Alla prossima Shot :3

   
 
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