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Autore: Shodaime    08/02/2013    2 recensioni
Dopo il grande successo (?) dei Promessi Tonni, torno a distruggere quel poco che resta della storia della letteratura italiana. Come se la caveranno Dantonno e Virgidera negli inferi? Buona lettura!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando dal fondo del corridoio che stavano percorrendo Dantonno cominciò a vedere una fioca luce, non sapeva se essere contento perché finalmente non era più necessario che Virgidera gli tenesse costantemente le mani addosso per proteggerlo da fantomatici pericoli, o spaventato per quello che avrebbero trovato dall’altra parte.

Quando la luce si fu fatta abbastanza intensa da consentirgli di guardarsi intorno, la prima cosa che il ragazzo notò fu l’assetto antisommossa che aveva indossato il suo accompagnatore, comprensivo di elmetto, giubbotto antiproiettile e candelotti di dinamite alla mano.

Dantonno, se prima era spaventato, adesso cominciava a rendersi conto che in effetti non stava trascorrendo una gita a Gardaland, bensì si stava inoltrando nelle viscere dell’inferno, là dove solamente anime dannate, personaggi di dubbio gusto e le telecamere di Voyager avevano mai osato addentrarsi, sebbene queste ultime fossero ben presto tornate in superficie quando i produttori si erano resi conto dell’assenza di alieni, Templari e complottisti vari.

La seconda cosa che il ragazzo notò, fu che sentiva sul viso qualcosa di caldo e opprimente, come se ci fosse…

“IIIIIIH!” Il ragazzo fece un salto quando, specchiandosi in uno degli specchi messi sulle pareti del corridoio ad uso e consumo di questo episodio, vide al posto della sua bella, bellissima faccia quella di un uomo di mezza età dalla carnagione scura e i baffetti da cameriere parigino. “Che…Che cos’è questa roba?” Domandò, sull’orlo di un attacco isterico.

“Un camuffamento, Juudante! Credimi, anche se non vorrei dover arrivare a tanto, è necessario per la tua incolumità.” Spiegò Virgidera, procedendo verso la fine del corridoio con passo estremamente cauto.

Dantonno, che non sapeva se essere più sconcertato per il fatto che l’avesse chiamato Juudante o perché non si era nemmeno accorto quando gli aveva fatto indossare la maschera, decise di seguire Virgidera stando ben all’erta.

“Ci siamo.” Arrivato all’imboccatura del corridoio, Virgidera si fermò, sbirciando oltre la soglia. Dantonno fece lo stesso, e non capì il perché di tanta preoccupazione davanti a ciò che vide.

Il sole splendeva alto nel cielo senza nubi, punteggiato da stormi di uccellini cinguettanti e farfalle svolazzanti tra un fiore e l’altro dell’immenso prato che si stagliava contro l’orizzonte.

Qua e la, gruppi di ragazze ridevano e scherzavano, correndo e giocando felici, mentre una musica dolce pervadeva l’aria.

Gli occhi del ragazzo diventarono delle dimensioni di quelli del Gatto con gli Stivali.

Virgidera armò la prima carica di dinamite.

“Fermo!” Dantonno cercò di fermare Virgidera. “Ma che cosa fai? Non vedi che sono solo delle ragazze innocenti?” Esclamò.

Virgidera scosse la testa. “Questo è il girone dei lussuriosi, mio ingenuo Juudante. Quelle che vedi la fuori sono al peggior specie di demoni che potresti mai rischiare di incontrare. Sono completamente assatanate, assetate di sangue e pronte a sbranarti in ogni istante. Una distrazione nell’attraversare il loro territorio potrebbe esserti fatale!” Lo avvertì, indossando a sua volta una maschera.
 
Dantonno si domandò perché a lui fosse toccata quella di Doraemon, prima di tornare a guardare fuori. “Strano, me l’aspettavo diverso questo posto!” Disse. “Dunque quelle ragazze…Sono dei mutaforma? Dei vampiri?” Chiese, prendendo appunti.

“Peggio.” Lo avvertì Virgidera. “Sono delle fangirl!” Gli disse, prendendolo per mano per poi cominciare a correre disperatamente.

Pochi secondi dopo la loro apparizione, lo scenario cambiò decisamente. Il cielo si fece di un rosso sangue, le ragazze avvertirono la presenza di esseri maschili e si trasformarono in esseri sanguinari mentre partivano al loro inseguimento. Gli uccellini, invece che ‘’cip’’, ora dicevano ossessivamente ‘’ship’’.

Dantonno, per l’ennesima volta, vide la sua vita passargli rapidamente davanti agli occhi. Non ci volle molto prima che le sue forze cedessero,  e si lasciasse trascinare da Virgidera come un peso morto. Il poeta, da canto suo, correva lanciando bombe e lacrimogeni sulle ragazze.

“Dannazione, pensavo che non potessero arrivare a shippare Levi e Doraemon! Le avevo sottovalutate!” Ringhiò Virgidera, quando salvato Dantonno dall’attacco di un paio di esseri che si erano artigliate alle sue gambe, riuscì a ripararsi con lui dietro un fossato.

Dantonno, più che respirare, rantolava tremando convulsamente. “Ma…Mai più…Una cosa del genere… Ho paura!” Balbettò, cercando di diventare un tutt’uno col terreno.

Virgidera si tolse la maschera, con l’aria da veterano di guerra. “Tranquillo Juudante. Ormai il pericolo è passato, siamo usciti dal loro territorio.” Lo rassicurò.

Dantonno si tolse la maschera, assaporando il vento che aveva cominciato a soffiare. Guardò il suo compagno di viaggio, interrogativo.

“Vi…Virgidera? Perché se il pericolo è passato adesso stai prendendo un fucile d’assalto?” Chiese, temendo qualsiasi risposta.

“Stiamo entrando nel cuore del girone dei lussuriosi.” Spiegò lui. “Qui nessuno ci farà del male, ma è meglio armarsi se dobbiamo incontrare un paio di persone in particolare.” Disse, tranquillo.

Dantonno, finalmente, alzò lo sguardo.

Fu meravigliato di ciò che vide.

Tutte le coppie di tutti i manga mai scritti giravano assieme. Uno spettacolo alquando sdolcinato, in realtà, ma che diede un senso di pace e tranquillità al ragazzo.

Solamente da un punto oltre un laghetto pieno di barchette qualcosa sembrava non andare per il verso giusto.

Un’esplosione, poi un colpo di mortaio.

Poi delle urla.

Dantonno poteva scommetterci il motorino che fosse proprio lì il luogo in cui erano diretti.

“Andiamo!” Disse risoluto Virgidera.

Dantonno sospirò. “No…Non potremmo andare a parlare con Eric e Rossana? O con Misa e Light?” Tentò.

“Direi di no, altrimenti col cavolo che avremmo uno straccio di audience!” Rispose Virgidera, avvicinandosi cauto al luogo dove, tra una gelateria e un negozio di caramelle, era stata eretta una trincea.

Poi, sospirando, indicò al giovane le due persone armate fino ai denti che stavano cercando di uccidersi oltre la trincea.

“Quelli sono Paolonnello e Lallancesca.” Disse, schivando una granata. “Andiamo a farci due chiacchiere!”
 
 
 
 
   
 
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