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Autore: FrecciaJones    08/02/2013    0 recensioni
Ipotetica continuazione della 9x13 (dove : April lavora con Derek per salvare l'ospedale e Jackson internviene in diverse scena senza mai incontrarla, mentre Cristina è costretta a rispettare la volontà di una famiglia il cui figlio sta morendo.) che vede come protagonisti Jackson ed April .
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Le ultime ventiquattro ore erano state davvero pesanti per April. Aveva lavorato ad un piano tutta la notte con il dottor Shepeard che l’aveva stremata, ma ne era valsa la pena perché lo stesso progetto era stato approvato da tutti i capireparto dell’ospedale, lo stesso che avrebbe salvato l’ospedale, lo stesso che purtroppo, non fu preso nemmeno minimamente in considerazione dal nuovo consulente medico. Era deciso : Il pronto soccorso doveva chiudere  , l’ospedale doveva essere venduto ai nuovi acquirenti.  La giornata era finita ed anche il suo turno, voleva andare a casa, fare una doccia e rilassarsi guardando un vecchio film, ma la vista di Jackson e Stephanie che si davano da fare nei parcheggi del Seattle Grace Hospital le fece cambiare idea, così Joe le sembrò una valida alternativa alla tranquilla serata domestica.
Era al pub da meno di un’ora , aveva già bevuto due birre e questo non le impedì di accettare la terza offerta da Christina . La Yang aveva intuito che qualcosa era andato storto quel giorno per April, perché leggeva nel viso della Kepner la stessa frustrazione che aveva provato lei qualche ora prima dichiarando l’ora del decesso del ragazzo arrivato la mattina in pronto soccorso, per questo motivo non fece domande, riempì i bicchieri ogni volta che si svuotavano e si impegnava nel fare battute di cattivo gusto sulle persone presenti in sala solo perché questo faceva ridere April. La cosa fu divertente fin quando non entrò nel locale Jackson.
-          “Ecco il principe del ballo” disse Christina cercando un sorriso di April che non arrivò .
-          “E cioè?” domandò lei.
-          “Ma come fai a non capire!E’ bello, ha degli occhi che sembrano fatti apposta per dare luce al colore della sua pelle, un bel sorriso, è un Avery! E’ il quoterback della scuola con il quale tutte vogliono andare al ballo, quello che viene votato dall’intero istituto per essere il Re indiscusso. Non puoi non capre! Tu hai litigato con Gesù per andarci a letto!”
-          “Io sono solo quella che suona l’oboe durante le parate scolastiche …” e a quel punto April non poté più trattenere la risata che contagiò anche Christina.
Qualche minuto dopo April si rese conto che non era in grado di prendere la macchina per tornare a casa e che avrebbe dovuto far passare qualche ora per far smaltire la sbronza. Ordinò un caffè e due sandwich e cercò di non incrociare lo sguardo di Jackson anche se lo osservò ininterrottamente mentre giocava a freccette con Alex . La porta del locale si aprì nuovamente e questa volta ad entrare fu Stephanie. “Perfetto” pensò “la ciliegina sulla torta” , e le venne voglia di cancellare l’ordinazione per fare un altro giro, ma non lo fece, perché capì che se voleva andare a casa avrebbe dovuto farsi passare la sbronza e un’altra birra invece l’avrebbe tenuta inchiodata lì. Osservarli mentre facevano finta di niente le diede il voltastomaco, qualche ora prima facevano sesso in macchina e adesso giocavano a freccette senza nemmeno sfiorarsi. Non riuscì a restare un minuto di più quando vide Jackson prendere la mano di lei da sotto il tavolo, era in gesto talmente intimo e cortese che le fece saltare i nervi più della vista di loro seminudi nel sedile anteriore dell’auto, così si alzò, annullò la prenotazione e decise di andare a casa lasciando le chiavi della macchina a Christina che dopo la terza birra gliele aveva sequestrate.
L’idea della passeggiata chiarificatrice non le dispiacque tanto, anzi la rilassò e la fece tornare lucida dopo la sbornia . A metà strada però si rese conto di un piccolo ma importante particolare che aveva trascurato : aveva lasciato alla Yang le chiavi della sua autovettura con annesse quelle del suo appartamento. Arrestò il passo e tornò indietro, ma una volta arrivata non trovò nessuno, Christina era tornata a casa e non rispondeva a telefono. Jackson era ancora lì, allo stesso tavolo, con Alex , ma senza Stephanie, e si avvicinò a lei.
-          “Tutto ok April?”
-          “Non proprio … ero con Christina, abbiamo bevuto e quando si è accorta che stavamo alzando il gomito mi ha sequestrato le chiavi per impedirmi di prendere la macchina per tornare a casa, ma in quel portachiavi c’erano anche le chiavi del mio appartamento!”
-          “Dai tranquilla non c’è problema, vieni a dormire da me!”
-          “No Jackson non fa niente, andrò in ospedale, passerò la notte lì, vorrà dire che domani arriverò più puntuale del solito”
-          “Oh Andiamo April! Siamo a questo punto? Preferisci andare a dormire nello stanzino del medico di guardia piuttosto che stare con me?”
-          “ No , ma non credo sia una buona idea …”
-          “Dormirò sul divano se questo può farti stare tranquilla” disse Jackson interrompendola.
-          “Ah! Questa poi … cos’è pensi che non resista dal saltarti addosso? Risparmiati pure per questa volta,  vado a dormire al Seattle Grace !”
-          “No, no no” disse Jackson cercando di bloccare April mentre si dirigeva all’uscita “ok, ascolta, è tardi, abbiamo entrambi sonno e ad entrambi serve un letto, siamo abbastanza adulti per andare oltre certe cose e cercare di decidere senza complicazioni di dormire sotto lo stesso tetto, non credi?Cerchiamo di non rendere difficili anche decisioni stupide come questa.”
April non rispose e lo seguì. Arrivati in casa silenziosamente si prepararono per mettersi a letto.
-          “Come siamo finiti così?” domandò lui prima di lasciare la camera dove avrebbe dormito April
-          “Così come?”
-          “Sento ancora l’odore della tua pelle quando passi”
-          “Jackson smettila”
-          “Perché?”
-          “Non sono una stupida ragazzina che suona nella banda della scuola, non mi incanti con le tue belle parole solo perché potresti scegliere di stare con la reginetta della scuola”
-          “Cosa?” disse Jackson ignaro
-          “Ti ho visto fare sesso in auto con Stephanie poche ore fa e adesso mi parli dell’odore della mia pelle! Non puoi fare così!E’scorretto da parte tua!”
-          “Vuoi la verità?” aggiunse rivolgendosi a lei dalla soglia della porta “Con lei è tutto più facile, mentre tu mi disarmi. Come pensi mi sia sentito quando hai trasformato i progetti con te in una catastrofe scampata!Cavolo April! Sei riuscita a distruggere tutto quello che avevo da offrirti in pochi minuti e io … io dovevo pur difendermi”
-          “Io … non …”
-          “Buonanotte April!”
Passò un’altra ora ed April era ancora sveglia. Non riuscì a dare una spiegazione a quello che stava facendo e non cercò nemmeno di provarne a dare una, quindi seguì l’istinto, raggiunse Jackson in soggiorno e senza pensarci troppo si rannicchio tra le braccia di lui abbracciandolo.
-          “April, sei tu …”
-          “Si”
-          “Tutto ok?”
-          “Adesso si” rispose guardandolo negli occhi.
Lui capì che nessuna parola avrebbe dato un senso a quello perché niente poteva rendere comprensibile sensazioni come quelle, trasmettibili solo con un abbraccio e chiare solo agli occhi di chi li vive.  Tra tutte le notti che li avevano uniti , quella fu una delle più belle.
Era al pub da meno di un’ora , aveva già bevuto due birre e questo non le impedì di accettare la terza offerta da Christina . La Yang aveva intuito che qualcosa era andato storto quel giorno per April, perché leggeva nel viso della Kepner la stessa frustrazione che aveva provato lei qualche ora prima dichiarando l’ora del decesso del ragazzo arrivato la mattina in pronto soccorso, per questo motivo non fece domande, riempì i bicchieri ogni volta che si svuotavano e si impegnava nel fare battute di cattivo gusto sulle persone presenti in sala solo perché questo faceva ridere April. La cosa fu divertente fin quando non entrò nel locale Jackson.
-          “Ecco il principe del ballo” disse Christina cercando un sorriso di April che non arrivò .
-          “E cioè?” domandò lei.
-          “Ma come fai a non capire!E’ bello, ha degli occhi che sembrano fatti apposta per dare luce al colore della sua pelle, un bel sorriso, è un Avery! E’ il quoterback della scuola con il quale tutte vogliono andare al ballo, quello che viene votato dall’intero istituto per essere il Re indiscusso. Non puoi non capre! Tu hai litigato con Gesù per andarci a letto!”
-          “Io sono solo quella che suona l’oboe durante le parate scolastiche …” e a quel punto April non poté più trattenere la risata che contagiò anche Christina.
Qualche minuto dopo April si rese conto che non era in grado di prendere la macchina per tornare a casa e che avrebbe dovuto far passare qualche ora per far smaltire la sbronza. Ordinò un caffè e due sandwich e cercò di non incrociare lo sguardo di Jackson anche se lo osservò ininterrottamente mentre giocava a freccette con Alex . La porta del locale si aprì nuovamente e questa volta ad entrare fu Stephanie. “Perfetto” pensò “la ciliegina sulla torta” , e le venne voglia di cancellare l’ordinazione per fare un altro giro, ma non lo fece, perché capì che se voleva andare a casa avrebbe dovuto farsi passare la sbronza e un’altra birra invece l’avrebbe tenuta inchiodata lì. Osservarli mentre facevano finta di niente le diede il voltastomaco, qualche ora prima facevano sesso in macchina e adesso giocavano a freccette senza nemmeno sfiorarsi. Non riuscì a restare un minuto di più quando vide Jackson prendere la mano di lei da sotto il tavolo, era in gesto talmente intimo e cortese che le fece saltare i nervi più della vista di loro seminudi nel sedile anteriore dell’auto, così si alzò, annullò la prenotazione e decise di andare a casa lasciando le chiavi della macchina a Christina che dopo la terza birra gliele aveva sequestrate.
L’idea della passeggiata chiarificatrice non le dispiacque tanto, anzi la rilassò e la fece tornare lucida dopo la sbornia . A metà strada però si rese conto di un piccolo ma importante particolare che aveva trascurato : aveva lasciato alla Yang le chiavi della sua autovettura con annesse quelle del suo appartamento. Arrestò il passo e tornò indietro, ma una volta arrivata non trovò nessuno, Christina era tornata a casa e non rispondeva a telefono. Jackson era ancora lì, allo stesso tavolo, con Alex , ma senza Stephanie, e si avvicinò a lei.
-          “Tutto ok April?”
-          “Non proprio … ero con Christina, abbiamo bevuto e quando si è accorta che stavamo alzando il gomito mi ha sequestrato le chiavi per impedirmi di prendere la macchina per tornare a casa, ma in quel portachiavi c’erano anche le chiavi del mio appartamento!”
-          “Dai tranquilla non c’è problema, vieni a dormire da me!”
-          “No Jackson non fa niente, andrò in ospedale, passerò la notte lì, vorrà dire che domani arriverò più puntuale del solito”
-          “Oh Andiamo April! Siamo a questo punto? Preferisci andare a dormire nello stanzino del medico di guardia piuttosto che stare con me?”
-          “ No , ma non credo sia una buona idea …”
-          “Dormirò sul divano se questo può farti stare tranquilla” disse Jackson interrompendola.
-          “Ah! Questa poi … cos’è pensi che non resista dal saltarti addosso? Risparmiati pure per questa volta,  vado a dormire al Seattle Grace !”
-          “No, no no” disse Jackson cercando di bloccare April mentre si dirigeva all’uscita “ok, ascolta, è tardi, abbiamo entrambi sonno e ad entrambi serve un letto, siamo abbastanza adulti per andare oltre certe cose e cercare di decidere senza complicazioni di dormire sotto lo stesso tetto, non credi?Cerchiamo di non rendere difficili anche decisioni stupide come questa.”
April non rispose e lo seguì. Arrivati in casa silenziosamente si prepararono per mettersi a letto.
-          “Come siamo finiti così?” domandò lui prima di lasciare la camera dove avrebbe dormito April
-          “Così come?”
-          “Sento ancora l’odore della tua pelle quando passi”
-          “Jackson smettila”
-          “Perché?”
-          “Non sono una stupida ragazzina che suona nella banda della scuola, non mi incanti con le tue belle parole solo perché potresti scegliere di stare con la reginetta della scuola”
-          “Cosa?” disse Jackson ignaro
-          “Ti ho visto fare sesso in auto con Stephanie poche ore fa e adesso mi parli dell’odore della mia pelle! Non puoi fare così!E’scorretto da parte tua!”
-          “Vuoi la verità?” aggiunse rivolgendosi a lei dalla soglia della porta “Con lei è tutto più facile, mentre tu mi disarmi. Come pensi mi sia sentito quando hai trasformato i progetti con te in una catastrofe scampata!Cavolo April! Sei riuscita a distruggere tutto quello che avevo da offrirti in pochi minuti e io … io dovevo pur difendermi”
-          “Io … non …”
-          “Buonanotte April!”
Passò un’altra ora ed April era ancora sveglia. Non riuscì a dare una spiegazione a quello che stava facendo e non cercò nemmeno di provarne a dare una, quindi seguì l’istinto, raggiunse Jackson in soggiorno e senza pensarci troppo si rannicchio tra le braccia di lui abbracciandolo.
-          “April, sei tu …”
-          “Si”
-          “Tutto ok?”
-          “Adesso si” rispose guardandolo negli occhi.
Lui capì che nessuna parola avrebbe dato un senso a quello perché niente poteva rendere comprensibile sensazioni come quelle, trasmettibili solo con un abbraccio e chiare solo agli occhi di chi li vive.  Tra tutte le notti che li avevano uniti , quella fu una delle più belle.Le ultime ventiquattro ore erano state davvero pesanti per April. Aveva lavorato ad un piano tutta la notte con il dottor Shepeard che l’aveva stremata, ma ne era valsa la pena perché lo stesso progetto era stato approvato da tutti i capireparto dell’ospedale, lo stesso che avrebbe salvato l’ospedale, lo stesso che purtroppo, non fu preso nemmeno minimamente in considerazione dal nuovo consulente medico. Era deciso : Il pronto soccorso doveva chiudere  , l’ospedale doveva essere venduto ai nuovi acquirenti.  La giornata era finita ed anche il suo turno, voleva andare a casa, fare una doccia e rilassarsi guardando un vecchio film, ma la vista di Jackson e Stephanie che si davano da fare nei parcheggi del Seattle Grace Hospital le fece cambiare idea, così Joe le sembrò una valida alternativa alla tranquilla serata domestica.
Era al pub da meno di un’ora , aveva già bevuto due birre e questo non le impedì di accettare la terza offerta da Christina . La Yang aveva intuito che qualcosa era andato storto quel giorno per April, perché leggeva nel viso della Kepner la stessa frustrazione che aveva provato lei qualche ora prima dichiarando l’ora del decesso del ragazzo arrivato la mattina in pronto soccorso, per questo motivo non fece domande, riempì i bicchieri ogni volta che si svuotavano e si impegnava nel fare battute di cattivo gusto sulle persone presenti in sala solo perché questo faceva ridere April. La cosa fu divertente fin quando non entrò nel locale Jackson.
-          “Ecco il principe del ballo” disse Christina cercando un sorriso di April che non arrivò .
-          “E cioè?” domandò lei.
-          “Ma come fai a non capire!E’ bello, ha degli occhi che sembrano fatti apposta per dare luce al colore della sua pelle, un bel sorriso, è un Avery! E’ il quoterback della scuola con il quale tutte vogliono andare al ballo, quello che viene votato dall’intero istituto per essere il Re indiscusso. Non puoi non capre! Tu hai litigato con Gesù per andarci a letto!”
-          “Io sono solo quella che suona l’oboe durante le parate scolastiche …” e a quel punto April non poté più trattenere la risata che contagiò anche Christina.
Qualche minuto dopo April si rese conto che non era in grado di prendere la macchina per tornare a casa e che avrebbe dovuto far passare qualche ora per far smaltire la sbronza. Ordinò un caffè e due sandwich e cercò di non incrociare lo sguardo di Jackson anche se lo osservò ininterrottamente mentre giocava a freccette con Alex . La porta del locale si aprì nuovamente e questa volta ad entrare fu Stephanie. “Perfetto” pensò “la ciliegina sulla torta” , e le venne voglia di cancellare l’ordinazione per fare un altro giro, ma non lo fece, perché capì che se voleva andare a casa avrebbe dovuto farsi passare la sbronza e un’altra birra invece l’avrebbe tenuta inchiodata lì. Osservarli mentre facevano finta di niente le diede il voltastomaco, qualche ora prima facevano sesso in macchina e adesso giocavano a freccette senza nemmeno sfiorarsi. Non riuscì a restare un minuto di più quando vide Jackson prendere la mano di lei da sotto il tavolo, era in gesto talmente intimo e cortese che le fece saltare i nervi più della vista di loro seminudi nel sedile anteriore dell’auto, così si alzò, annullò la prenotazione e decise di andare a casa lasciando le chiavi della macchina a Christina che dopo la terza birra gliele aveva sequestrate.
L’idea della passeggiata chiarificatrice non le dispiacque tanto, anzi la rilassò e la fece tornare lucida dopo la sbornia . A metà strada però si rese conto di un piccolo ma importante particolare che aveva trascurato : aveva lasciato alla Yang le chiavi della sua autovettura con annesse quelle del suo appartamento. Arrestò il passo e tornò indietro, ma una volta arrivata non trovò nessuno, Christina era tornata a casa e non rispondeva a telefono. Jackson era ancora lì, allo stesso tavolo, con Alex , ma senza Stephanie, e si avvicinò a lei.
-          “Tutto ok April?”
-          “Non proprio … ero con Christina, abbiamo bevuto e quando si è accorta che stavamo alzando il gomito mi ha sequestrato le chiavi per impedirmi di prendere la macchina per tornare a casa, ma in quel portachiavi c’erano anche le chiavi del mio appartamento!”
-          “Dai tranquilla non c’è problema, vieni a dormire da me!”
-          “No Jackson non fa niente, andrò in ospedale, passerò la notte lì, vorrà dire che domani arriverò più puntuale del solito”
-          “Oh Andiamo April! Siamo a questo punto? Preferisci andare a dormire nello stanzino del medico di guardia piuttosto che stare con me?”
-          “ No , ma non credo sia una buona idea …”
-          “Dormirò sul divano se questo può farti stare tranquilla” disse Jackson interrompendola.
-          “Ah! Questa poi … cos’è pensi che non resista dal saltarti addosso? Risparmiati pure per questa volta,  vado a dormire al Seattle Grace !”
-          “No, no no” disse Jackson cercando di bloccare April mentre si dirigeva all’uscita “ok, ascolta, è tardi, abbiamo entrambi sonno e ad entrambi serve un letto, siamo abbastanza adulti per andare oltre certe cose e cercare di decidere senza complicazioni di dormire sotto lo stesso tetto, non credi?Cerchiamo di non rendere difficili anche decisioni stupide come questa.”
April non rispose e lo seguì. Arrivati in casa silenziosamente si prepararono per mettersi a letto.
-          “Come siamo finiti così?” domandò lui prima di lasciare la camera dove avrebbe dormito April
-          “Così come?”
-          “Sento ancora l’odore della tua pelle quando passi”
-          “Jackson smettila”
-          “Perché?”
-          “Non sono una stupida ragazzina che suona nella banda della scuola, non mi incanti con le tue belle parole solo perché potresti scegliere di stare con la reginetta della scuola”
-          “Cosa?” disse Jackson ignaro
-          “Ti ho visto fare sesso in auto con Stephanie poche ore fa e adesso mi parli dell’odore della mia pelle! Non puoi fare così!E’scorretto da parte tua!”
-          “Vuoi la verità?” aggiunse rivolgendosi a lei dalla soglia della porta “Con lei è tutto più facile, mentre tu mi disarmi. Come pensi mi sia sentito quando hai trasformato i progetti con te in una catastrofe scampata!Cavolo April! Sei riuscita a distruggere tutto quello che avevo da offrirti in pochi minuti e io … io dovevo pur difendermi”
-          “Io … non …”
-          “Buonanotte April!”
Passò un’altra ora ed April era ancora sveglia. Non riuscì a dare una spiegazione a quello che stava facendo e non cercò nemmeno di provarne a dare una, quindi seguì l’istinto, raggiunse Jackson in soggiorno e senza pensarci troppo si rannicchio tra le braccia di lui abbracciandolo.
-          “April, sei tu …”
-          “Si”
-          “Tutto ok?”
-          “Adesso si” rispose guardandolo negli occhi.
Lui capì che nessuna parola avrebbe dato un senso a quello perché niente poteva rendere comprensibile sensazioni come quelle, trasmettibili solo con un abbraccio e chiare solo agli occhi di chi li vive.  Tra tutte le notti che li avevano uniti , quella fu una delle più belle.
  
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