Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |      
Autore: golem1954    29/08/2007    1 recensioni
Può bastare poco perchè il mondo che conosciamo non sia più lo stesso. Quel poco potrebbe essere la sincerità.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
l'ultima bugia

L’ultima bugia

Il vapore dalla tazza di caffè, che stavobevendo in piedi accanto alla finestra della cucina, condensandosi sul vetro freddo, disegnava fantastiche figure astratte formate da minuscole goccioline d’acqua. Rimasi per un po’ a guardare quelle strane figure diafane che danzavano sul vetro, poi gettai uno sguardo disattento fuori dalla finestra. Sotto un cielo invernale ancora buio la città pigramente si rimetteva in moto per un’altra giornata come tutte le altre.

Già, come tutte le altre: ancora non sapevo che quella sarebbe stata l’ultima giornata "come tutte le altre", ma di li a poco me ne sarei reso conto.

- Lù, deve essere un bel freddo fuori.-

- Ho il phon acceso, non ti capisco.-

Afferrai il giaccone e mi affacciai dalla porta del bagno per salutarla.

- Ciao, io vado.-

- Ricordati che ci aspettano Frank e Juli a colazione.-

Rimasi per un istante a guardala mentre, appena uscita dalla doccia, con indosso soltanto un minuscolo paio di mutandine color malva si asciugava i capelli. Mi strizzò un occhio.

-Dai, che fai tardi al lavoro. -

Lavorare in radio è molto meglio che lavorare in banca o fare il commesso in un negozio di ferramenta: io almeno la vedo così. Quando però è il mio turno di mandare in diretta "Buon risveglio: musica e news da radio-attività " è diverso. Arrivare in studio che è ancora buio e essere accattivante con gli ascoltatori sono due cose che non stanno insieme. Per fortuna capita soltanto una settimana al mese.

A quell’ora antelucana nella sede dell’emittente non c’è quasi nessuno: soltanto lo speaker di turno e lo staff tecnico di regia. Raggiungendo la sala di registrazione al secondo piano pensai con rammarico che avrei dovuto aspettare almeno un’ora prima che arrivasse Alison a chiedermi se avevo voglia di bere un caffè con lei. Ha un aspetto e un modo di fare decisamente intriganti. Abbiamo avuto una storia i primi tempi che era a lavorare qui con noi: nella di serio e comunque ormai è acqua passata, anche se qualche volta certe sue performances mi tornano alla mente. Sa benissimo che vivo con Lucy da quasi un anno, ma fa di tutto per non ricordarselo e quello che è peggio, si impegna per farlo dimenticare anche a me.

Mi sedetti davanti al microfono, indossai la cuffia e aspettai che dall’altra parte del vetro Jonh mi desse l’ok. Sollevò il pollice, e davanti a me si accese la scritta "on air".

- Hallo, eccomi qui per traghettarvi dalle braccia di Morfeo alla nuova giornata che vi aspetta, nel modo più soft possibile. -

Diedi uno ai titoli delle veline che mi avevano preparato e ne scelsi una per aprire, poi nella play list cercai il brano più adatto da mandare.

- Che ne dite di un vecchissimo pezzo pieno di atmosfere oniriche ed ossessive? "Radiation ruling the nation" dei Massive Attac. Beeene bene… mentre voi aprite i vostri occhietti al nuovo giorno, il titolo del brano mi dà lo spunto per raccontarvi cosa ci dicono i cervelloni del centro aereo spaziale della NASA-.

Feci una breve pausa, tanto per dare enfasi alla notizia, di per se piuttosto insignificante, almeno per la media dei miei ascoltatori, poi ripresi:

- Si prevede una tempesta solare di eccezionale forza che farà innalzare il livello di elettricità presente nell’aria. Preparatevi quindi a prendere la scossa scendendo dalla vostra autovettura e ad avere i capelli sparati in aria senza bisogno di gel. Gli scienziati dicono che questo innalzamento del livello di elettricità dell’aria potrà addirittura causare dei disturbi nelle trasmissioni radio.-

Alzai un po’ il volume della musica e feci ancora qualche secondo di pausa.

- Immagino già il panico di voi ragazze, davanti allo specchio, alle prese con improbabili capigliature da medusa, rese indomabili dall’aria carica di corrente elettrostatica. Non disperate, potrebbe essere l’inizio di una nuova moda. Fate però attenzione baciando il vostro lui: potrebbe scoccare una scintilla e non essere amore!-

Sollevai lo sguardo oltre il vetro per vedere le reazioni di Jonh. Mi fece un segno di ok con la mano e mi gratificò aprendo sul suo faccione un sorriso a trentadue denti. Con quell’espressione somigliava ad un punging ball con una cucitura rotta da cui si vede il bianco dell’imbottitura.

Nonostante l’apparente consenso ebbi come la sensazione di leggere nella sua mente: "dici delle vere stupidate che non divertono nessuno".

Lasciai sfumare la musica e ripresi.

- Passiamo ad una notizia più seria: fra poche ore avrà inizio il vertice fra potenze industrializzate e paesi in via di sviluppo. All’ordine del giorno un piano per razionalizzare la condivisione delle risorse del pianeta: energia, acqua e materie prime. Ok, mi auguro che i nostri governanti riescano a mettersi d’accordo senza litigare come dei bambini.-

Scelsi a caso dalla play list il primo brano a portato di mouse: una delle hit del momento.

- ma ora basta chiacchiere. Ecco un brano che vi renderà impossibile continuare a poltrire fra le coperte. -

Prima di mixare il nuovo brano gettai un’occhiata all’indicatore del livello di uscita. I led balenavano impazziti senza alcun senso. Mi sbracciai per farmi notare da Jonh che dall’altra parte del vetro sorseggiava un caffè nero come se quello fosse stato l’unico vero motivo della sua vita. Quando finalmente, distolta la sua attenzione dal bicchiere mi degnò di uno sguardo, gli indicai ripetutamente i led con una mano, muovendo in aria l’altra con le punte delle dita riunite in un gesto del tipo "ma che cavolo succede qui?"

Mi rispose con una smorfia e un’alzata di spalle che si potevano tradurre in un "Boh, che ne so".

Chiusi il microfono ed alzai il volume della musica, ma dei crepitii si inserirono sul segnale in bassa frequenza.

Guardai di nuovo Jonh, che rispose al mio sguardo piegando verso il basso gli angoli delle bocca e mostrando al cielo i palmi spalancati delle mani. Diedi uno sguardo al monitor del pc per controllare i parametri del mixer, tutto a posto, ma notai un fastidioso sfarfallio sul video.

- Cavolo, il segnale è sporco da far schifo, ma che diamine fai?!- gli urlai uscendo dalla saletta di registrazione per raggiungerlo in sala regia.

- Ecco che arriva mister spaccaballe a insegnarmi come si fa il mio lavoro"

Entrai facendo sbattere la porta. – Cos’hai detto? Chi sarebbe mister spaccaballe?-

- Calmati, io non ho detto nulla -

- Allora me lo sarei inventato –

- Può darsi, sono fatti tuoi …. Comunque negro fottuto lo dici a qualcun altro –

Rimanemmo per un attimo come intontiti, rifiutando di accettare quello che il nostro cervello stava elaborando come risposta a ciò che era accaduto.

- Jonh, sai cosa sto pensando!? -

Mi fissò spaventato almeno quanto lo dovevo essere io.

- E’ una domanda o un’affermazione?…- Fece una pausa, poi dalle sue labbra uscì il monosillabo che già sapevo:

- Si-.

- Jonh, com’è possibile? Riesco a sentire quello che pensi. -

- Non lo so come, ma è così anche per me –

Attorno a noi i monitor dei computer sfarfallavano riempiendosi di puntini ora verdi ora rossi ora bianchi e dagli apparecchi della sala regia veniva fuori un ronzio come se nella stanza ci fosse stato un esercito di zanzare.

- Passami il testo originale di quella velina sulla tempesta solare -

- Ma che c’entra adesso –

- Non so bene, ma voglio rivedere quella storia delle onde elettromagnetiche e dei disturbi alle trasmissioni radio –

Con terrore ci rendemmo conto che il nostro dialogo era avvenuto senza parole.

- Di medicina ne mastico poco, ma so che tutta l’attività cerebrale si basa sullo scambio di segnali elettrici fra i neuroni. –

- Può darsi, ma non ti seguo…-

Mi stava fissando con quel suo sguardo da bovino al pascolo che ha di solito quando si trova a affrontare un discorso che non abbia come argomento il football, le donne o l’elettronica.

- Potrebbe essere accaduto che questo forte campo elettromagnetico, generato dalla tempesta solare, amplifichi i segnali elettrici generati dal cervello rendendoli trasmissibili anche all’esterno. –

Le parole "segnali elettrici" e "trasmissibili" riuscirono a far scattare qualcosa nella mente di John, che mise in moto la sua intelligenza da tecnico elettronico.

Aveva afferrato il concetto e quello che era peggio, pensava che la mia ipotesi fosse plausibile. Nella sua mente c’era sgomento. Si stava chiedendo se tutto il mondo fosse diventato telepatico o se era un fenomeno limitato alla nostra stazione radio, o magari soltanto alla città di Phoenix. E fino a quale distanza si riesce a leggere nei pensieri di un altro?

- Harry, prova ad allontanarti da me e continua a pensare qualcosa. Voglio capire fino a che distanza riesco e percepire il tuo segnale. No spetta, di la c’è sicuramente un misuratore di campo. Vado a prenderlo.-

Il cicalio del telefono interno lo fermò.

– Rispondi tu – fu il pensiero di John.

- Harry Logan. Cosa c’è? -

- Sono Angel – Era la curatrice del programma.

– State prendendo un caffè chiacchierando amabilmente? Volete che vi porti due brezel dolci? L’ultimo brano è andato su due volte di seguito razza di imbecilli! – Come sempre i suoi modi andavano dal sarcastico all’insopportabile. Certo, essere la figlia del proprietario della stazione radio la portava a credere che mantenere sempre e comunque un elevato stato di intrattabilità dovesse essere un segno distintivo e irrinunciabile della sua posizione. Un vero peccato perché come ragazza era un autentico schianto e non faceva nulla, ma proprio nulla, per nasconderlo. Un fondoschiena degno di comparire sulla più sexy pubblicità di jeans che si possa immaginare.

- Angel, c’è un problema serio. Vieni in sala regia. –

Poco dopo la porta della sala regia si aprì e entrò lei. Camicetta bianca più sbottonata di quanto avrebbe dovuto e pantaloni color pesca così aderenti da sembrare verniciati addosso.

- Branco di somari – ci inveì – pensate alle vostre sorelle, piuttosto!-

John ed io ci scambiammo un sguardo di intesa. La reazione di Angel era già una prima risposta alle nostre domande. Era infatti evidente che il fenomeno della telepatia non era limitato noi due.

Non ci volle molto perché anche lei si rendesse conto della situazione. Nonostante i disturbi alle trasmissioni, gli sfarfallii dei monitor e gli sfrigolii di microfoni e trasmettitori, decidemmo che l’unica cosa da fare era cercare di continuare la trasmissione come se nulla fosse. Nel frattempo avremmo cercato di capire l’effettiva portata dell’evento. Misi su un cd registrato con una serie di brani, intramezzati da qualche stupidata come se fosse una diretta. In genere li usiamo quando John o io vogliamo farci un hamburger in pace durante la trasmissione. Si tratta di un piccolo segreto di cui Angel avrebbe dovuto rimanere all’oscuro, ma data la situazione...era un buon sistema per prendere tempo.

Dopo un primo attimo di smarrimento causato dalla eccezionalità dell’evento, Angel si ricordò di essere la figlia del capo.

- Allora ragazzi, qualche idea?-

- forse quello che ci sta accadendo… -

Ipotizzò John, apparentemente abbastanza convinto di quello che stava dicendo,

-…dipende dal fatto che siamo in una stazione radio. In tutto l’edificio il livello di campo è decisamente più forte, almeno di un fattore cinque rispetto al normale livello esterno. Potrebbe essere l’effetto combinato delle due cose a renderci telepatici. Credo che sia un fenomeno limitato al nostro edificio, o forse a pochi altri casi particolari. -

Nel silenzio che ormai s’era creato fra noi si fecero spazio, seppure attutiti dai vetri chiusi, schiamazzi che si levavano dalla strada due piani più in basso. Mi feci alla finestra, cercando di vedere cosa stesse accadendo.

Fra i due opposti flussi di persone, che di solito percorrevano il medesimo marciapiedi scartandosi e ignorandosi con frettolosa indifferenza, c’erano crocchi di persone che litigavano animatamente. Qualcuno era già passato alle vie di fatto.

- Harry, ma cosa succede?"

- Ti è mai capitato di pensare "’fanculo" quando qualcuno ti urta camminando? Ognuna di quelle persone in strada può leggere nella mente di chiunque altro, proprio come accade a noi…-

Avevamo la prova sperimentale dell’inattendibilità delle teoria di Jonh.

- Ma è terribile.-

La voce di Angel era flebile come un soffio. Nel suo intimo c’era molto più spavento e senso di smarrimento di quanto desse a vedere. Sicuramente molto più di quanto la figlia del capo può permettersi di dimostrare davanti ai propri subalterni senza che il suo orgoglio sanguini, ferito a morte.

Le strinsi un braccio cercando di infonderle sicurezza.

– Tranquilla Angel, sicuramente. . . - ma immediatamente mi resi conto che, proprio come lei, non ero in condizioni di poter fingere. Non finii la frase.

- John, se puoi, passa sul monitor il collegamento in video con la borsa di New York.-

- Eccolo. Sul tre-

Quello che vedemmo ci diede la prima vera sensazione della catastrofe che si stava consumando. Gli indici di scambio non erano ne in calo ne in rialzo, ma semplicemente fissi sullo zero. Nessuno scambio. Wall Street era immersa in un silenzio irreale. Il consueto rituale di gesti e grida era sostituito da una totale immobilità. Gli impiegati delle società di intermediazione, riconoscibili dalle loro sgargianti giacche color pastello erano immobili. Circondati da gruppi di investitori attoniti, tutti invariabilmente in abiti grigi con sfumature minime fra le varie tonalità di colore, si guardavano attorno incapaci di accettare quello che stavano percependo. Ci collegammo con le altre principali borse. Dovunque la situazione era la medesima e qualche borsa aveva interrotto le contrattazioni, ufficialmente per problemi al sistema telematico.

- Cavolo, è come giocare a poker a carte scoperte – pensò Jonh.

- Ma questo porterà alla paralisi economica.- fu il pensiero di risposta di Angel.

- Ma dai, è sicuramente un fenomeno transitorio destinato a esaurirsi con la tempesta solare. La borsa rimarrà chiusa per un po’. Si romperà qualche rapporto di buon vicinato, qualche matrimonio, ci sarà qualche lite fra colleghi poi tutto tornerà come prima.-

La voce agitata di John mi interruppe.

- Ehi ragazzi, la CNN ha interrotto la normale programmazione per un notiziario straordinario. Ve lo mando sulla linea audio interna-.

Riconobbi la voce dello speaker: era Gardner, il direttore della rete.

"..strani eventi di telepatia sembra si stiano verificando in tutto il pianeta. Non siamo ancora in grado di fornire un quadro esatto sulla portata del fenomeno ne sulla sua presumibile durata. Si ipotizza comunque che possa essere un fenomeno transitorio legato alla anomala attività solare. Da voci non confermate sembra che il presidente stia valutando se dichiarare lo stato di allerta. Continueremo a fornirvi notizie e aggiornamenti man mano che si renderanno disponibili."

- Lo stato di allerta per evitare che scoppi qualche rissa a un semaforo, o che qualche investitore in borsa metta le mani addosso al proprio agente scoprendo che lo frega da una vita? Mi sembra eccessivo!-

- John, come fai a essere così ingenuo.- In realtà pensai "stupido", e lui se ne accorse.

- Scusami – ripresi.

- Ma ti rendi conto che in questa situazione, non esisterebbe più un segreto di stato. La CIA potrebbe ridursi alla stregua dell’esercito della salvezza. Se cominciassero anche loro ad andare in giro suonando la grancassa agli angoli delle strade per farsi notare, non farebbe più alcuna differenza.-

- Per non parlare dello spionaggio industriale, delle protezione delle idee, dei brevetti. Nessuna azienda sarebbe più sicura di poter mantenere i propri profitti nel tempo. – Rincarò la dose Angel, che manteneva comunque una spiccata sensibilità per tutti gli aspetti legati al denaro

Era ormai evidente che se questo stato di cose fosse continuato la nostra civiltà sarebbe implosa su se stessa, sgretolata della totale mancanza di qualsiasi forma di protezione dalla sincerità. Come sopravvivere senza poter ricorrere alla menzogna o almeno all’ipocrisia?

Basta guardare fuori dalla finestra la semplice gente comune, per rendersi conto che siamo alla fine. L’ho capito, e l’hanno capito anche Jonh e Angel. Ormai è chiaro anche per quei sei miliardi e mezzo di persone la fuori.

- Harry, ma il presidente non è al vertice...?-

I pensieri di Angel si fecero confusi.

Non è difficile immaginare cosa sarebbe accaduto quando i capi di stato si fossero ritrovati a leggere ognuno nella mente dell’altro, senza possibilità di fraintendimenti.

Noi uomini siamo strani esseri abituati da sempre a pensare il mondo diviso in "noi" e "gli altri" pur fingendo ipocritamente, anche con noi stessi, di essere tutti uguali. Mascherare questa divisione ci permette di sopravvivere evitando che il nostro orgoglio pretenda da noi una reazione.

Ho sempre pensato che Jonh fosse uno stupido che conosce bene l’elettronica, ma mi sono sempre guardato dal dirglielo o dal farglielo semplicemente capire. Diversamente non saremmo mai riusciti a lavorare assieme senza finire prima o poi per litigare. Per Angel deve essere stato lo stesso nei confronti di tutti noi.

Cosa avranno pensato il presidente di un qualsiasi stato occidentale stringendo la mano a quello di un qualsiasi stato africano o asiatico?

E’ inutile farsi delle illusioni: se non hanno già iniziato la loro ultima guerra, quella che distruggerà il nostro vecchio mondo, lo faranno fra poco. Ci siamo inventati un modo di vivere troppo complicato per poterci permettere il lusso di presentarci nudi davanti ai nostri simili. Ormai non c’è più nulla da fare, non sarà mai più come prima.

Poche ore di forzata sincerità possono minare alla base una civiltà che da millenni si basa sull’ipocrisia. Avrei soltanto voglia di tornarmene a casa e aspettare la fine, ma ho paura: a casa c’è Lù e non credo di voler sapere cosa pensa di me nel profondo del suo animo e anch’io, per il suo bene, voglio regalarle l’ultima bugia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder  chm editor perl editor ide

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: golem1954