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Autore: _PinkGirl_    29/08/2007    7 recensioni
E dopo altri talenti, soprattuto usciti dal Club della Darbus, ecco arrivare Sharpay. E tutti in sala assunsero un'espressione di stupore, nessuno aveva mai visto così Sharpay[...]
Genere: Generale, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sharpay Evans, Troy Bolton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi

Nota Iniziale: La canzone utilizzata è Wake Up di Hilary Duff, anche se alcuni pezzi li ho tagliati.

Tutti quel sabato sera si trovavano a scuola, c'erano anche alcuni genitori.
"Perchè stare a scuola di sabato sera?" vi starete chiedendo, la risposta è molto semplice la Darbus aveva organizzato un spettacolo di "Talenti Invernali" dove chiunque, dopo esser stata approvato dalla fredda professoressa, avrebbe potuto esibirsi proprio quel sabato. Naturalmente Sharpay sarebbe stata una di loro, era l'ultima. Lei aveva il compito di chiudere lo spettacolo e per la prima volta non aveva il fratello con sè, che dopo essersi innamorato del baseball aveva lasciato un po' da parte la passione per la recitazione, il canto e soprattutto la danza.
Sharpay, che mai e poi mai avrebbe ingannato la Darbus ma per qualche motivo lo fece. Ma c'era qualcosa ancora di più forte che la spingeva a farlo, ad aver fatto il provino per un altro tipo di talento (la danza classica) mentre ciò che voleva fare era un monologo, seguito da una canzone.
Ma non solo Sharpay Evans era ansiosa di quell'avvenimento, anche Troy lo era molto. Dopo un anno era riuscito a dichiararsi a Gabriella e dopo la fine dello spettacolo sarebbero finalmente usciti da soli, per la prima volta. E chissà magari sarebbe riuscito a darle quel bacio che aveva sognato per minuti, ore, giorni, mesi... un anno.
<< Allora, ci vediamo dopo la mia esibizione >> disse la mora arrossendo, non erano mai stati così vicini. Vicino al suo lui, il suo principe azzurro Troy Bolton. Lui annuì più imbarazzato di lei, ma prima di farla andare via la fermò e le diede un delicato e casto bacio sulla guancia.
Ed ecco il momento che aspettavano tutti, o quasi, l'entrata della Darbus che con alcune battutine cercava di far ridere i genitori mentre spiegava perchè aveva creato lo show, principalmente per avvicinare tutti alla materia del teatro, anche se lei disse che serviva per scoprire i talenti che ognuno nasconde dentro sè.
La prima ad esibirsi fu Kelsie, che con una melodia conquistò tutti. Riusciva a creare due opposti sentimenti con un piano e con delle note. Ora molti iniziarono a capire perchè nel Drama Club la chiamassero "La Piccola Beethoven".
Subito dopo si presentò Gabriella che con una canzone, la sua voce d'angelo e il suo aspetto delizioso quella notte sarebbe riuscita a far sognare tanti altri ragazzi, oltre a Troy.
E dopo altri talenti, soprattuto usciti dal Club della Darbus, ecco arrivare Sharpay. E tutti in sala assunsero un'espressione di stupore, nessuno aveva mai visto così Sharpay. Con un Blue-Jeans addosso, una T-Shirt bianca con una scritta azzurra "Simply Me", scarpe da tennis, con un trucco quasi invisibile e i capelli legati in una normale coda di cavallo. Nessuno l'aveva vista così poco rosa, così pallida (visto la sua carnagione molto chiara che nascondeva sempre) e così... semplice.
Prese il microfono, preparato per la Darbus per il discorso finale, e prese una sedia e quando si trovò al centro del palco posò la sedia e disse al microfono << Prova, prova. Okay, funziona >> tentò un sorriso, ma lo ritirò subito visti gli sguardi che le lanciavano tutti. Non si era mai sentita così in soggezione.
Fece una grande respiro e pensò alle parole che gli aveva detto il fratello pochi mesi prima "Se loro, anzi lui, sapesse solo come sei veramente... ti considerebbe un diamante che vuole tenere tutto per sè ma non solo perchè è prezioso, ma anche perchè è bello incredibilmente bello" quella stessa notte scrisse quello che voleva a dire, che trasformò in una canzone e che forse era l'unica cosa che voleva in quel periodo, far vedere chi era realmente.
<< Mi aspettavo una reazione del genere, non proprio così esagerata ma... comunque prima di tutto volevo chiedere scusa alla Professoressa Darbus per averla ingannata, ma le assicuro che ho una ragione valida per non farmi togliere il microfono all'instante. Voi mi conoscete tutti come Sharpay Evans, scusate come la Regina di Ghiaccio >> tutti la guardarono ancora più meravigliati, come facevano a sapere che la chiamavano così, ma lei subito dopo rispose alle loro domande mute come se leggesse nei loro pensieri << secondo voi dopo tre anni in questa scuola, più medie ed elementari non mi sia mai accorta di questo nomignolo che mi avete affibbiato? E secondo voi ogni volta che lo sentivo pronunciare sorridevo? No, ci sono stata male, sempre ogni minima volta che sentivo pronunciare quel nome mi scendevano tre lacrime, una per ogni parola. Ma la cosa che mi da davvero più fastidio e che voi mi conoscevate solo così, come la Regina di Ghiaccio o al massimo come Evans. Per questo stanotte ho voluto far vedere chi sono e invito ognuno a farlo, perchè pensavo di essere l'unica a nascondere me stessa invece no. Io so che abbiamo in questa scuola dei geni che non si rivelano per paura che qualcuno punti il dito su di loro sibilando "Secchione" >> Gabriella era scesa dal palco, cercava fra il pubblico Troy, quando sentì l'ultima frase di Sharpay e una freccia le ferì il cuore << o ragazze e ragazzi che sono stanchi di aver dei nomignoli solo perchè fanno quello che gli piace >> Taylor McKassie, conosciuta come la ragazza più studiosa della scuola alzò il volto come se Sharpay avesse pronunciato il suo nome << o ragazzi che nascondono dei sentimenti per altri, solo perchè lei è considerata diversa >> Chad, il migliore amico di Troy, si guardò attorno per la paura che qualcuno lo stesse fissando e poi si voltò dietro di lei, cercando di vederla ma senza farsi scoprire, non poteva far scoprire che lui il giocatore di basket e rubacuori avesse una cotta, anzi forse qualcosa di più, per la "Secchiona". Solo una persona si accorse della occhiata di Chad, Troy, che stranamente dopo un anno era riuscito a pensare qualcos'altro che non fosse Gabriella, gli faceva un po' male dirlo ma Sharpay aveva maledettamente ragione. Anche lui nascondeva qualcosa e aveva cercato di vedere se era l'unico, invece no, però lui non sarebbe mai riusciuto a dirlo e poi nessuno lo aveva scoperto << e una persona che ama fare una cosa, ma la nasconde perchè tutti lo vedrebbero come un mostro >> al Wildcat sembrò per un attimo che la Bionda lo fissasse, come faceva sapere quella sua passione? La passione per il canto, quella passione che teneva nascosta per paura di restare solo << e proprio per quest'utlima persona dedico la canzone, sai siamo molto più simili di quanto tu creda >>
Sharpay Evans si girò verso Kelsie, nascosto dietro le quinte, inserì un cd nel lettore e la musica inizò risuonando in tutta la sala. La bionda strinse il microfono in mano, pensando ancora alle parole di Ryan.

Ci sono persone che parlano
parlano di me
conoscono il mio nome
pensano di sapere tutto
ma non sanno niente
di me.

Troy si sentì come un morso al cuore. Con un solo verso era riuscito a descrivere le sue parole, figurati in un canzone.
Quanti sanno il suo nome? Tutta la sua città, tutti lo chiamano: il figlio del coach o il campione. Lui Troy è solo considerato il campione della scuola, colui che porterà l'East High alla vittoria nel campionato di Basket. Ma lui voleva essere conosciuto per questo? Voleva essere ricordato per questo?
<< Troy, se vuoi per me possiamo già andare >> Gabriella aveva appena trovato Troy, non voleva l'ora di uscire insieme a lui. Ma lui non si mosse, non la guardò neanche e le rispose, in un tono meno dolce di quello con cui gli parlava sempre:
<< Aspetta, voglio sentire la canzone >>
La mora si imbronciò e incrociò le braccia davanti al petto.

Datemi una pista da ballo

Sharpay, si alzò dalla sedia e iniziò a girare per il palco. Tutti la guardavano meravigliata come prima, ma lui... lui invece faceva attenzione ad ogni sua parola. Era contenta per questo.

Datemi un DJ
Suonatemi un disco
Dimentico quello che dicono
Perché ho bisogno di andare
Ho bisogno di scappare stanotte

Quante volte lui, Troy, si era rintanato nella musica per scappare da quel mondo. Pensava che Gabriella forse lo avrebbe aiutato a cambiare, forse non era amore quello che provava per lei. Si sentì stupido.

Mi trucco sabato notte
Provo a farlo succedere
Provo a far andare tutto bene
Sò di commettere errori
Vivo la vita giorno per giorno
Non è mai veramente facile ma è OK!

Stupido, per non essersene mai accorto. Stupido per aver sprecato un anno. Stupido perchè voleva solo utilizzare Gabriella.

Svegialti, svegliati
Sabato notte
Potrebbe essere New York
Forse Hollywood e Vine
Londra, Parigi forse Tokyo
Succede qualcosa ovunque vado
Stanotte
Stanotte
Si, stanotte

Voleva essere ricchissimo, non per i motivi che volevano tutti ma per aver un aereo privato e scappare quando voleva. Scappare da quel mondo che lo aveva chiuso come in una palla di vetro, quel mondo che lo aveva reso una marionetta da utilizzare come voleva e piaceva.

La città è insonne
Tutto è intorno a me
Persone in movimento
Ammalate tutte della stessa abitudine
E hanno bisogno di andare
Hanno bisogno di partire
Stanotte…

E se non fosse il mondo ad averlo chiuso in quella morsa? E se fossero le persone e se fosse stato proprio lui?
Alla fine non si rivela agli altri per paura di non piacere, quindi probabilmente è colpa sua. Era ammalato, ammalato dalla voglia di piacere alle persone. Ma chi non lo è?! Probabilmente tutti sono ammalati di questa malattia, che esiste da tanto tempo, forse troppo.

Tutte le persone intorno a te
Ovunque tu vada
Tutte le persone intorno a te
Non ti conoscono veramente
Tutti guardano come fosse una specie di show
Tutti stanno guardando
Non ti conoscono veramente ora….
(Non ti conoscono veramente)
(Non ti conoscono veramente)
….e per sempre

Svegliati, svegliati
(svegliati, svegliati)
Svegliati,svegliati
(svegliati,svegliati)

L'unico modo per guarire da questa malattia? Svegliarsi.
Svegliarsi dalla morte interiore che ti crea questa malattia, che è ancora più dolora di qualsiasi malore fisico.
Sembra che sei chiuso in un luogo dove non c'è via di usciti e tu provi di tutto per uscirne, ma non c'è nessun modo. Ed inizia a mancare l'aria e tu sai già cosa ti aspetta.

Svegialti, svegliati
Sabato notte
Potrebbe essere New York
Forse Hollywood e Vine
Londra, Parigi forse Tokyo
Succede qualcosa ovunque vado

Svegialti, svegliati
Sabato notte
Potrebbe essere New York
Forse Hollywood e Vine
Londra, Parigi forse Tokyo
Succede qualcosa ovunque vado
Stanotte
Stanotte
Si, stanotte…


Le luci sul palco si spensero.
Ma alcune luci interiori si accesero.
La Darbus non fece il suo discorso finale, per la gioia di tutti, non voleva andare su quel palco e mentire di nuovo, aveva mentito troppo nella sua vita.
Gabriella chiamò subito sua madre e alcuni la sentirono dire al telefono << Mamma, in camera mia chiuse nel secondo cassetto della scrivania ci sono dei fogli. Compilali, sono per dei concorsi di chimica. Sai potrebbero farmi guadagnare delle borse di studio per il college... >> e si allontanò verso l'uscita.
Chad si avvicinò a Taylor, ma lei gli disse subito: << Se sei qui per dirmi che sono solo un inutile secchiona, sai che ti dico? Vai a quel paese! Ma non un paese dove c'è il mare e la spiaggia che sembra uscita da una cartolina delle Hawaii devi andare in uno di quei villaggi sperduti della Sibe- >> il ragazzo le posò delicatamente due dita sulla bocca, lei arrossì mentre lui ridacchiava. Le tolse le dita.
<< Senti e se non andassi proprio in quel paese? Nel senso... posso invitarti a bere una cola con me, magari ora, nono troppo presto, magari in questi giorni, o in queste settimane o in questi mesi... se vuoi anche fra due ann- >> questa volta fu lei a posargli due dita sulle labbra.
<< A me va benissimo ora >> chiuse il discorso sorridendo.
Troy invece rimase sulla sua poltrona mentre tutti se ne andarano, era passata mezz'ora dalla canzone e ormai la sala era completamente vuota e buia, era solo illuminata dalle finestre e in alcune filtrava la luce della luna e delle stelle.
Si stava per alzare, quando sentì dei passi. Era Sharpay.
<< Ciao >> disse il ragazzo, con un filo di voce, quando ormai erano vicini.
<< Ciao >> disse anche lei, sorpresa sia dal fatto del saluto e anche che continuavano a parlare a sottovoce, erano soli nessuno li poteva sentire.
<< Sai, mi è piaciuta la canzone >> sussurrò.
<< Grazie, ora vado c'è Ryan che mi sta aspettando fuori... ciao >>
La Bionda andò verso l'uscita, fino ad arrivare stava per aprirla.
<< Aspetta! >> urlò lui, ma mantenendo un tono dolce, lei si girò e lui continuò a dire, abbassando la voce: << avevi ragione, siamo più simili di quanto pensassi. Sharpay... >>
La luce della luna era proprio posizionata sul volto di lei e anche se la luce era lieve, Troy notò il sorriso di Sharpay.
Sharpay sorrideva, perchè era felice come non lo era mai stata: lui, finalmente, la chiamava con il suo nome.
  
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