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Autore: plubuffy    09/02/2013    3 recensioni
-Oh dai, non essere arrabbiata, scusa per il ritardo, mi spiace.- Ecco, la mora era arrabbiata e ora la rossa doveva assolutamente rimediare. Di solito era più orgogliosa ma era quasi Natale e sapeva di essere dalla parte del torto. Quindi provò a sfiorarle una mano ma questa, esitando lievemente, la ritrasse.
-Eddai Frankie!.- sbuffò la più grande. Quando ci si metteva Frankie era davvero irremovibile.
Armata di pazienza, Cath prese un menù da un tavolino vuoto vicino al loro, catturando così l’attenzione della più piccola, e, spostando la sedia più vicino a quella della ragazza, alzò il menù a mo’ di scudo coprendo i loro volti.
-C-che vuoi fare?-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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j,hk.jlj;kl;

 

Hola people!

Sono di nuovo io (io chi?) a rompere le scatole!

Non ho molto da dire... Questa è la mia prima (e ultima <.<) FemSlash, volevo scriverla per Natale, ma un po' l'ispirazione un po' il tempo, diciamo che non ce l'ho fatta...  quindi eccola qui, in ritardo di due mesi.. ops. ^^"

Spero comunque che possa piacere, mi farebbe piacere sapere i vostri pareri.

~Grazie infinite alla mia Duckie (Umpa_lumpa) che mi ha betato mezza storia, e grazie alla mia Hae (Ria-chan) che ha betato l'altra metà (lol).

~Grazie a Josie (PatheticRomance) e a Ciù (VieEnMusic) per averla letta, e per avermi supportata ><

 

Ps. Ringrazio l'amica di mia sorella (Giorgia :3) per il banner! <3

 

 

 

 

                                                                                           

 

 

 

 

The perfect present.


Era in ritardo, in un fottuto ritardo.
Dovevano vedersi per le sei e mezza e l’orologio segnava già quasi le sette.Dannato regalo! Era in ritardo perché, nonostante stesse cercando qualcosa già da due settimane, ancora non aveva trovato niente che la soddisfacesse a tal punto da esclamare “Sei il regalo perfetto!”. Quindi ogni giorno, per due settimane, era uscita di casa la mattina presto per ritornare la sera quando era già buio, con la sguardo depresso e niente tra le mani. Anche quella volta era uscita, molto presto in realtà, per trovare qualcosa; aveva anche saltato il pranzo a dirla tutta, aveva girato tutta la città, entrando in milioni di negozi e curiosando tra oggetti di vario genere. Era passata da sciarpe, cappelli, guanti e maglioni a collane, bracciali, anelli e, quando aveva stretto tra le mani una chiave inglese, aveva capito che doveva fermarsi e riflettere. E così aveva fatto per circa un’ora: si era seduta su una panchina -le mani nelle tasche e la faccia affondata nella sciarpa- ed era rimasta così a fissare il vuoto - lo sguardo apparentemente perso e nella sua mente il caos. Ci teneva davvero a fare un bel regalo: era il loro primo Natale insieme e non voleva fare la figura della stupida.
Guardò l’orologio del cellulare per l’ennesima volta e sospirò, notando che si erano quasi fatte le sette e mezza e aveva avuto già due chiamate da parte di Frankie. Si lasciò scappare ancora una volta un sospiro e a malincuore raggiunse il posto dell’appuntamento una decina di minuti dopo.

-Cath!! Era ora che arrivassi! È più di un’ora che ti aspetto! Dove diavolo eri finita?!.-

La rossa fece appena un passo verso il parco, quando l’uragano della sua ragazza le si buttò addosso iniziando a parlare a raffica. Frankie era sempre stata così, dolce e ingenua, con la parlantina vivace. Non stava zitta nemmeno a pagarla ed era permalosa, oh eccome se lo era! Per questo motivo si sentiva davvero male per non averle preso nulla. Odiava vedere il faccino della mora con un’espressione triste, e non sopportava nemmeno il pensiero che dopo avrebbe dato di matto, iniziandosi a lamentare che lei era la solita pasticciona, che se ne era dimenticata, che non conosceva i suoi gusti e blablabla.

-Allora?! Mi vuoi rispondere? Oddio ma guardati! Sei congelata! Che cavolo hai fatto?! Vieni qui su!- Ora che ci pensava, aveva freddo in effetti. Ma la più piccola l’aveva già stretta tra le braccia e stava sfregando le mani dietro la sua schiena.

-Sei un’irresponsabile! Andiamo dai! Ti offro qualcosa di caldo da bere.-

Aveva aggiunto sempre Frankie prendendola per un polso e trascinandola lungo la larga strada pedonale piena di gente e decorazioni natalizie.
Entrarono in una caffetteria dall’aria accogliente, abbastanza grande, tranquilla e con canzoni natalizie come sottofondo. Scelsero un tavolino più appartato e si sedettero una di fronte l’altra.
Furono raggiunte quasi subito da un cameriere fin troppo gay, che aveva chiesto loro se avessero già deciso cosa ordinare.

-Per me una cioccolata calda, grazie.- Parlò finalmente la rossa senza nemmeno far caso al ragazzo.

-Io un cappuccino.- gli sorrise invece la riccia.

Cath le sorrise. -Io mi chiedo se davvero la più grande sia io, tra noi.-

Frankie la guardò arrossendo poco sulle guance pallide, emise un piccolo sbuffo e prese ad osservarsi le mani.

-Oh dai, non essere arrabbiata, scusa per il ritardo, mi spiace.- Ecco, la mora era arrabbiata e ora la rossa doveva assolutamente rimediare. Di solito era più orgogliosa ma era quasi Natale e sapeva di essere dalla parte del torto. Quindi provò a sfiorarle una mano ma questa, esitando lievemente, la ritrasse.

-Eddai Frankie!.- sbuffò la più grande. Quando ci si metteva Frankie era davvero irremovibile.

Armata di pazienza, Cath prese un menù da un tavolino vuoto vicino al loro, catturando così l’attenzione della più piccola, e, spostando la sedia più vicino a quella della ragazza, alzò il menù a mo’ di scudo coprendo i loro volti.

-C-che vuoi fare?-

La rossa mostrò un piccolo sorrisetto prima di chiudere gli occhi e darle un piccolo bacio sulle labbra, lasciando l’altra con gli occhi spalancati per la sorpresa.
Fu un bacio breve e lieve: un secondo prima Cath la stava baciando, il secondo dopo era già seduta composta con un lieve rossore sulle guance. Diciamolo chiaramente: La più grande si lasciava andare poco ai gesti romantici nei luoghi pubblici, non perché li odiasse, ma preferiva riservare il suo lato più dolce a quando erano solo loro due, da sole.

-E-E questo per cos’era?- chiese Frankie, ancora sorpresa per quel gesto inaspettato.

-Per farmi perdonare, allora ci sono riuscita?- chiese speranzosa Cath.

Frankie ridacchiò e alla fine cedette, annuendo.

-Finalmente!- esclamò la rossa, proprio nel momento in cui il cameriere aveva portato loro la cioccolata e il cappuccino.

-Oh mi spiace, ho fatto il prima possibile!- si scusò mortificato il ragazzo, fraintendendo la frase della ragazza.

-Cos? No! Oddio no, ha frainteso! Non parlavo di questo! Anzi ha fatto veramente in fretta! La prego mi scusi!- Cath era davvero imbarazzata, lo si capiva dal suo parlare veloce e dalle sue guance rossissime.

Intanto, da un lato Frankie se la rideva allegramente, dall’altra il ragazzo, cercando di contenersi di fronte a quella scena e capendo che forse il commento davvero non era riferito a lui, sorrise rassicurante, per poi mormorare un “Stia tranquilla” e andare a prendere altre ordinazioni.

-Oddio che figura!- mormorò la più grande coprendosi il viso con le mani.
-Suvvia Cath! Può capitare- cercò di rassicurarla l’altra, ottenendo scarsi risultati poiché non riusciva a placare le risa.

-Frankie, smettila di ridere.- sospirò infine, prendendo una sorsata della sua cioccolata.

-Scusa, scusa, ho finito.- tossicchiò appena, prendendo il suo cappuccino.

 Rimasero in silenzio per un po’, prese dalle loro bevande calde e dai loro pensieri, fino a quando la più piccola non decise che voleva sapere cosa avesse fatto la sua fidanzata per un’ora e passa per arrivare così in ritardo. Non era un tipo molto geloso ed aveva capito che genere di persona fosse Cath, quindi non era preoccupata di un possibile tradimento. Però continuava ad essere curiosa e questo era un bel problema.

 -Allora Cath, adesso si può sapere che stavi facendo prima?-

 -Mh? Ah oggi, ma nulla di che, dovevo fare delle commissioni e non avevo visto l’ora, scusami ancora.-

 Frankie di sicuro non credeva del tutto a quella storia, ma decise di lasciar perdere e di godersi il resto della serata.

Chiacchierarono di come avevano passato la settimana, di Frankie che stava finendo le ultime interrogazioni, di come la sua professoressa di chimica l’avesse puntata e che durante le sue domande a tappeto chiedesse sempre a lei le cose più difficili; parlarono anche di come andasse l’università per Cath, del fatto che era quasi pronta a dare uno degli ultimi esami per passare all’anno successivo e infine di cosa avrebbero potuto fare l’indomani, la vigilia di Natale.

-Che ne dici se continuiamo fuori?- propose Cath stanca di quell’aria calda così soffocante.

-D’accordo- rispose la mora adocchiando il cameriere che per pura fortuna stava passando nelle vicinanze. Alzò il braccio catturando la sua attenzione e sorrise, chiedendo il conto una volta che si fu avvicinato al loro tavolo. Ritornò poco dopo con un foglietto in mano che posò sul ripiano di legno, per poi andare al tavolo vicino per prendere un’altra ordinazione.

-Quant’è?- Chiese Cath cercando di guardare il foglio.

-Un bel niente, te l’ho detto che offrivo io.- concluse con un piccolo sorrisetto Frankie, prendendo il piccolo borsellino e andando direttamente alla cassa per pagare.

Nel frattempo la rossa prese il suo cappotto e il cappello, che l’altra si era tolta prima, e si diresse anche lei verso l’uscita aspettando che la più piccola arrivasse

-Eccomi, andiamo?- Frankie si avvicinò alla più grande pochi attimi dopo, aprendo poi la porta.

-Frankie! Il cappello!- esclamò mentre la fermava per metterglielo addosso.

-G-grazie- balbettò la più piccola presa in contro piede: era poco abituata a quei gesti da parte di Cath quando non erano solo loro due, nella casa della più grande, davanti al camino.
-Allora che si fa? Ci facciamo un giretto?- chiese poi sempre la mora, iniziando a camminare verso le bancarelle lungo la strada.
-D’accordo- la raggiunse la rossa.

 Camminarono fianco a fianco, guardando le luci colorate e le bancarelle piene di folla intorno. Ogni tanto buttavano lì qualche frase, altre indicavano qualcosa con il dito e poi andavano a guardare più da vicino qualche oggetto. In particolare Frankie si era incantata a osservare una bancarella piccolina, con tanti addobbi natalizi: c’erano tanti oggetti da appendere per la casa, candele, delle palle fatte a mano, e dei piccoli addobbi per l’albero in ceramica.

 -Guarda Cath! Non le trovi bellissime?!- esclamò guardando le forme particolari degli addobbi con gli occhi che quasi luccicavano.

 -Sì, sono davvero belle.- concordò la rossa sorridendole.

 Rimasero a osservare quelle decorazioni fino a quando il freddo ebbe la meglio su di loro e Cath propose di andare a casa sua per stare al caldo.Una ventina di minuti dopo, erano nel piccolo salottino della rossa sedute sul divano, o meglio Cath era semistesa mentre Frankie era seduta al centro delle sue gambe con la schiena poggiata contro il suo petto, e stava giocando con il pc della più grande.

 -Frankie, vuoi mangiare qualcosa? È ora di cena, e mi sembra logico che tu rimanga qui e poi più tardi ti riaccompagno a casa.-

-Non posso rimanere qui?- sussurrò arrossendo impacciata. Non era la prima volta che restava a dormire da Cath, ma ogni volta era sempre imbarazzata.

-Stasera no, domani è la vigilia e devi stare a casa con la tua famiglia.- le accarezzò i capelli boccolosi.

-Ma anche tu sei la mia famiglia.- s’infervorò Frankie, gonfiando le guance offesa. Alla più grande mancò un battito, ma cercò di non darlo a vedere.

-Dai, ti prometto che dopo Natale ti farò dormire qui quante volte vorrai.- Rispose dopo un attimo di silenzio Cath. 

-Come se non lo facessi già.- sorrise alla fine la piccola. 

Quella frase, detta forse senza pensieri, aveva causato un collasso alla povera Cath. Teneva davvero a quella piccola peste. Erano anni che la più grande ormai viveva da sola,  siccome i suoi genitori abitavano in un altro paese e lei per via dell'università aveva trovato un appartamento poco distante dalla scuola, e l'aver conosciuto Frankie l’aveva fatta sentire indubbiamente meno sola. Pian piano aveva capito di amarla e di non poter fare a meno di lei e del carattere forte e allegro della ragazza. Stavano insieme da febbraio -poco in effetti- eppure Cath sapeva che era con lei che avrebbe voluto stare ogni giorno per tutta la vita. 
Persa nei suoi pensieri la rossa ebbe un' illuminazione. Sapeva cosa regalarle, sorrise fra sé e sé.
A scuoterla dai suoi pensieri fu un piccolo brontolio che le fece abbassare lo sguardo, trovando la mora che si stringeva lo stomaco imbarazzata.

-Oh cacchio! La cena!- esclamò alzandosi maldestramente facendo ridacchiare Frankie.

-Scusa scusa faccio in fretta! Cotoletta e patatine?-

-Tranquilla, sì comunque.. Intanto metto un film!-

-D'accordo- rispose Cath prendendo l'olio e accendendo il fuoco.

 Finì di cucinare e chiamò l’altra ragazza a tavola. Presero posto l’una di fronte all’altra e mangiarono abbastanza velocemente, poiché affamate. Ogni tanto il silenzio era rotto dal rumore di qualche posata o di un bicchiere, altre da qualche frase detta da una delle due.
Quasi mezz’oretta dopo che avevano finito di mangiare e ripulire la cucina, presero una coperta dall’armadio della camera di Cath e si risedettero sul divano con l’intenzione di guardare un film. Frankie aveva scelto guidata dai gusti della rossa, un bel film d’azione di quelli che ti catturano dal primo instate. Anche a lei non spiaceva quel genere per carità, ma preferiva una bella commedia romantica se doveva essere sincera.
Dopo due ore di film, interrotte quasi solo da consigli su come agire o su come salvarsi la vita in qualche scena da parte di Cath e da piccole risatine o battutine da parte di Frankie riguardo il comportamento della più grande, il film finì con i soliti titoli di coda.

Rimasero sul divano strette l’una contro l’altra beandosi di quel tepore e di quel silenzio: la televisione spenta aveva lasciato la stanza quasi al buio, illuminata solo dalla fioca luce che proveniva dall'esterno, e Cath, nel frattempo, aveva preso a carezzare i capelli di Frankie mentre questa fissava con un certo interesse le labbra della rossa.
Si avvicinò lentamente, sfiorandole appena. Poi la fissò negli occhi prima di rifondarsi su quelle morbide labbra coinvolgendo la più grande in una lotta di lingue e denti che resero l’atmosfera più “bollente”.
Senza separarsi da quel bacio si sedette a cavalcioni su Cath, che la strinse forte per i fianchi. La situazione le stava sfuggendo di mano ma la bocca carnosa della mora la stava mandando su di giri. Si staccò da lei per riprendere fiato mentre con le mani continuava a carezzare da sotto i vestiti la pelle morbida della compagna che le si strinse contro, poggiando le labbra sul suo collo, mordendolo e suggendolo a tratti. Uno dei morsi sfiorò il suo orecchio e un piccolo ansito le sfuggì dalle labbra. Si sarebbero spinte davvero oltre, ma, sfortuna volle, che il cellulare di Frankie squillasse, interrompendo così quel loro momento.

-Frankie, ti conviene rispondere.-  Aveva sospirato leggermente irritata la rossa.

La più piccola si alzò dal divano, battendo i piedi a terra, e a grandi falcate prese il cellulare dal cappotto appeso all’attaccapanni vicino l’ingresso.

-Pronto? Mamma che vuoi?... Sì, sono da Cath… no ho cenato mi sembra ovvio… no, non dormo qui…eh ho capito! Sì lo so, okay ciao.-

Frankie chiuse la telefonata nervosa, sua madre le aveva interrotte sul più bello, dannazione! 
Sentì due braccia abbracciarla da dietro e un soffice bacio sui capelli.

-Dai Frankie, non ci pensare, abbiamo tanti altri giorni per stare tutte e due insieme.-

Uno sbuffo contrariato sfuggì alla mora, che si girò nell'abbraccio.

-Ma Cath! Era la nostra occasione! Era la MIA occasione per avere la mia prima vol...- la rossa la interruppe con piccolo bacio a stampo.

-Andiamo, ti riaccompagno a casa.- Sorrise poi scompigliandole i capelli.

Controvoglia, entrambe presero cappotto, sciarpa e cappello e uscirono fuori per poi camminare velocemente alla macchina, misero su un po’ di musica e in poco meno di dieci minuti erano davanti casa della mora; si salutarono con un altro piccolo bacio e dandosi così la buonanotte.

 
~

24/12/12

Cath era contenta del suo regalo: sì, era finalmente riuscita a trovare quello perfetto per Frankie.
Quella mattina era uscita di casa, di nuovo presto, ma con un’idea ben precisa su cosa comprare.
 

**

Frankie stava incartando il suo ultimo acquisto, non aveva saputo resistere, aveva comprato quella decorazione in ceramica per l'albero con dipinto su due stelle ed i loro nomi sotto. Era banale, ma a lei piacevano quel tipo di regali.

 

~

24/12/2012 - qualche ora più tardi.

-Mamma esco! Ci vediamo tra un paio d'ore!- Esclamò la castana intenta ad indossare il cappotto.
-Mi raccomando, devi arrivare prima dei parenti- Fu l’ultima cosa che ascoltò prima di prendere la borsa e uscire di casa.

**

 

-Sì mamma, per cena tornerò a casa tranquilla.. Mi mancate anche voi.. Okay.. Salutami papà e Robert.. Te la saluterò, ciao!- La rossa riagganciò con un sorriso sulle labbra, tornò in camera per guardarsi allo specchio e mettere un po' di matita.

Tempo pochi minuti e la sua ragazza sarebbe arrivata, si spostò di nuovo nel piccolo soggiorno e ricontrollò che il pacchetto fosse in ordine e poi si sedette sul divano accendendo la tv.
Non la guardava seriamente, anzi, saltava di canale in canale non soffermandosi su nessuno.
Annoiata da questo, la spense di nuovo e prese a giocare con il cellulare fino a quando il rumore del campanello non la riscosse.

-Arrivo!- Urlò alzandosi e dirigendosi alla porta.

-Hey rossa!- La salutò allegramente Frankie facendola ridere.

-Hey anche a te! Entra che fa freddo.- Le sorrise Cath facendole spazio per farla passare.

La più piccola si levò il cappotto e la sciarpa, aveva anche arricciato i capelli per l'occasione, conscia pure che la sua ragazza adorasse vederla coi capelli in quella maniera.

-Ti saluta mia madre! Mi sa che appena puoi vorrà vederti di nuovo.-

-Oh! Non vedo l’ora! Adoro tua madre e poi mi fa sempre i biscotti al cioccolato che mi piacciono.- Batté le mani entusiasta mentre si sedeva a tavola imitata dalla più grande.

-Ah ah, lo so che tu stai con me solo per i biscotti.- Si finse offesa la rossa incrociando le braccia al petto.

-Ops.. Mi hai scoperta!- Rise Frankie dandole un pizzico sul braccio.

-Ahi! Pazza!-

-Shh, piuttosto! A che ora arrivano le pizze?-

-Sono già qui, le ho messe in forno...okay la tua faccia parla chiaro, apparecchia e io le prendo.- Ridacchiò la rossa alla vista sconvolta della mora: quando si trattava di cibo, Frankie non guardava in faccia a nessuno.

Pranzarono in tutta calma e tranquillità facendo battute o parlando di cosa avrebbero fatto in quei giorni, e mentre finivano e sparecchiavano Cath ricordò alla piccola che avrebbe dormito anche dalla madre quella sera facendola imbronciare.

-Quindi torni quando?-

-Più o meno dopo cena.-

-Così tardi?!-

-Andiamo Frankie! Sarai così impegnata da non accorgertene neppure!- Le scompigliò i capelli e andò a sedersi sul divano imitata dalla mora.

-Non dire assurdità Catherine!- Le fece la linguaccia.

La rossa sussultò appena al sentire il proprio nome per intero.

-Sono quasi le quattro, per le sette e mezza devo tornare a casa, ci scambiamo i regali?- La frase iniziata tranquilla terminò quasi imbarazzata, Frankie era sicura di essere un po' arrossita.

-Ovvio!- Prese il pacchetto senza farlo vedere, nascondendolo dietro la schiena.

-Bene! Questo è una sciocchezza! Ed è più per la casa, aprilo.- Disse velocemente Frankie prendendo dalla borsa il pacchetto che aveva fatto stamattina.

Cath lo prese confusa ed iniziò a scartarlo, fissò il regalo con un sorriso sulle labbra.

-È davvero, davvero carino Frankie! Poi adoro le stelle!- Mentre parlava si era diretta verso l'albero e aveva appeso quella decorazione.

-Lo so! E ora.. Beh.. Buon Natale Cath.- Le porse l'altro pacchetto guardandosi i piedi.
La rossa scartò con cura l'altro regalo rivelando una piccola scatolina con dentro una collanina dalla catenina dorata che finiva con un piccolo fiocco color panna e infine un piccolo ciondolo a forma di cuore; lo prese in mano e notò che si poteva aprire: all'interno vi era incisa una scritta..

"I will be with you, forever. ~ F"
 

Alzò la testa di scatto, aveva gli occhi lucidi per l'emozione, senza dire una parola abbracciò Frankie che aveva lo sguardo fisso sulle mani della rossa.

-È bellissima Frankie! È stupenda! È un regalo bellissimo! Grazie! Grazie! Grazie!- La stritolò parlando a raffica.

-Davvero ti piace?- Chiese soffocando quasi.

-Ovvio! È meraviglioso!- Sciolse l’abbraccio solo per poterla baciare entusiasta.

-Mi fa piacere! Ero insicura.- Ridacchiò la mora appena si separarono.

La rossa si agganciò, dopo due tentativi falliti, la collana al collo con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia:

-Ora tocca al mio.- Si girò quel poco per prendere il suo pacchetto e porgerlo tremante nelle mani dell'altra.
Frankie lo prese e lo rigirò un paio di volte prima di scartarlo e aprire lo scatolino, era una collana color oro chiaro, quasi roseo, ma il ciondolo la lasciava perplessa.

- Una chiave?-

-Uhm.. Sì, sono andata a farla stamattina, l'ho fatta fare più carina esteticamente ma ciò non toglie che quella è una copia della chiave di casa mia... Se non ti piace possiamo buttarla e comprare qualcosa che piaccia a te! Volevo davvero regalarti qualcosa di speciale ma tranquilla posso prend- il discorso senza respiro fu interrotto dal bacio improvviso della più piccola.

-Grazie Cath, è il regalo più bello che tu possa farmi. Grazie di tutto. Ti amo.- Le parlò a pochi centimetri di distanza, sentendosi poi asciugare le lacrime, che dispettosamente le erano uscite, dalle dita dell'altra.

-Ti amo anch'io.-  Le sussurrò prima di coinvolgerla in un altro bacio più profondo dell'altro.

~Fine~

 

 

Note autore:

Per chi fosse curioso, è da queste due immagini che ho preso ispirazione per i regali..
Spero in vostro commento.
Baci,
Plubuffy.

 

   
 
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