Hola people!
Sono di nuovo io (io chi?) a rompere le
scatole!
Non ho molto da dire... Questa è la mia prima (e ultima <.<)
FemSlash, volevo scriverla per Natale, ma un po' l'ispirazione un po' il tempo,
diciamo che non ce l'ho fatta...
quindi eccola qui, in ritardo di due
mesi.. ops. ^^"
Spero comunque che possa piacere, mi farebbe
piacere sapere i vostri pareri.
~Grazie infinite alla mia Duckie
(Umpa_lumpa) che mi ha betato mezza storia, e grazie alla
mia Hae (Ria-chan) che ha betato l'altra metà (lol).
~Grazie a Josie (PatheticRomance) e
a Ciù (VieEnMusic) per averla letta, e per avermi supportata
><
Ps. Ringrazio l'amica di mia sorella (Giorgia :3) per il banner! <3
The perfect present.
Era
in ritardo, in un fottuto ritardo.
Dovevano
vedersi per le sei e mezza e l’orologio segnava già quasi le sette.Dannato
regalo! Era in ritardo perché, nonostante stesse cercando qualcosa già da due
settimane, ancora non aveva trovato niente che la soddisfacesse a tal punto da
esclamare “Sei il regalo perfetto!”. Quindi ogni giorno, per due
settimane, era uscita di casa la mattina presto per ritornare la sera quando
era già buio, con la sguardo depresso e niente tra le mani. Anche quella volta
era uscita, molto presto in realtà, per trovare qualcosa; aveva anche saltato
il pranzo a dirla tutta, aveva girato tutta la città, entrando in milioni di
negozi e curiosando tra oggetti di vario genere. Era passata da sciarpe,
cappelli, guanti e maglioni a collane, bracciali, anelli e, quando aveva
stretto tra le mani una chiave inglese, aveva capito che doveva fermarsi e
riflettere. E così aveva fatto per circa un’ora: si era seduta su una panchina
-le mani nelle tasche e la faccia affondata nella sciarpa- ed era rimasta così
a fissare il vuoto - lo sguardo apparentemente perso e nella sua mente il caos.
Ci teneva davvero a fare un bel regalo: era il loro primo Natale insieme e non
voleva fare la figura della stupida.
Guardò l’orologio del cellulare per l’ennesima volta e sospirò, notando che si
erano quasi fatte le sette e mezza e aveva avuto già due chiamate da parte di
Frankie. Si lasciò scappare ancora una volta un sospiro e a malincuore raggiunse
il posto dell’appuntamento una decina di minuti dopo.
-Cath!!
Era ora che arrivassi! È più di un’ora che ti aspetto! Dove diavolo eri
finita?!.-
La
rossa fece appena un passo verso il parco, quando l’uragano della sua ragazza
le si buttò addosso iniziando a parlare a raffica. Frankie era sempre stata
così, dolce e ingenua, con la parlantina vivace. Non stava zitta nemmeno a
pagarla ed era permalosa, oh eccome se lo era! Per questo motivo si sentiva
davvero male per non averle preso nulla. Odiava vedere il faccino della mora
con un’espressione triste, e non sopportava nemmeno il pensiero che dopo
avrebbe dato di matto, iniziandosi a lamentare che lei era la solita
pasticciona, che se ne era dimenticata, che non conosceva i suoi gusti e
blablabla.
-Allora?!
Mi vuoi rispondere? Oddio ma guardati! Sei congelata! Che cavolo hai fatto?!
Vieni qui su!- Ora che ci pensava, aveva freddo in effetti. Ma la più piccola
l’aveva già stretta tra le braccia e stava sfregando le mani dietro la sua
schiena.
-Sei
un’irresponsabile! Andiamo dai! Ti offro qualcosa di caldo da bere.-
Aveva
aggiunto sempre Frankie prendendola per un polso e trascinandola lungo la larga
strada pedonale piena di gente e decorazioni natalizie.
Entrarono in una caffetteria dall’aria accogliente, abbastanza grande,
tranquilla e con canzoni natalizie come sottofondo. Scelsero un tavolino più
appartato e si sedettero una di fronte l’altra.
Furono raggiunte quasi subito da un cameriere fin troppo gay, che aveva chiesto
loro se avessero già deciso cosa ordinare.
-Per
me una cioccolata calda, grazie.- Parlò finalmente la rossa senza nemmeno far
caso al ragazzo.
-Io
un cappuccino.- gli sorrise invece la riccia.
Cath
le sorrise. -Io mi chiedo se davvero la più grande sia io, tra noi.-
Frankie
la guardò arrossendo poco sulle guance pallide, emise un piccolo sbuffo e prese
ad osservarsi le mani.
-Oh dai, non essere arrabbiata, scusa per il ritardo, mi spiace.- Ecco, la mora
era arrabbiata e ora la rossa doveva assolutamente rimediare. Di solito era più
orgogliosa ma era quasi Natale e sapeva di essere dalla parte del torto. Quindi
provò a sfiorarle una mano ma questa, esitando lievemente, la ritrasse.
-Eddai
Frankie!.- sbuffò la più grande. Quando ci si metteva Frankie era davvero
irremovibile.
Armata
di pazienza, Cath prese un menù da un tavolino vuoto vicino al loro, catturando
così l’attenzione della più piccola, e, spostando la sedia più vicino a quella
della ragazza, alzò il menù a mo’ di scudo coprendo i loro volti.
-C-che
vuoi fare?-
La
rossa mostrò un piccolo sorrisetto prima di chiudere gli occhi e darle un
piccolo bacio sulle labbra, lasciando l’altra con gli occhi spalancati per la
sorpresa.
Fu un bacio breve e lieve: un secondo prima Cath la stava baciando, il secondo
dopo era già seduta composta con un lieve rossore sulle guance. Diciamolo
chiaramente: La più grande si lasciava andare poco ai gesti romantici nei
luoghi pubblici, non perché li odiasse, ma preferiva riservare il suo lato più
dolce a quando erano solo loro due, da sole.
-E-E
questo per cos’era?- chiese Frankie, ancora sorpresa per quel gesto
inaspettato.
-Per
farmi perdonare, allora ci sono riuscita?- chiese speranzosa Cath.
Frankie
ridacchiò e alla fine cedette, annuendo.
-Finalmente!-
esclamò la rossa, proprio nel momento in cui il cameriere aveva portato loro la
cioccolata e il cappuccino.
-Oh
mi spiace, ho fatto il prima possibile!- si scusò mortificato il ragazzo,
fraintendendo la frase della ragazza.
-Cos?
No! Oddio no, ha frainteso! Non parlavo di questo! Anzi ha fatto veramente in
fretta! La prego mi scusi!- Cath era davvero imbarazzata, lo si capiva dal suo
parlare veloce e dalle sue guance rossissime.
Intanto,
da un lato Frankie se la rideva allegramente, dall’altra il ragazzo, cercando
di contenersi di fronte a quella scena e capendo che forse il commento davvero
non era riferito a lui, sorrise rassicurante, per poi mormorare un “Stia
tranquilla” e andare a prendere altre ordinazioni.
-Oddio
che figura!- mormorò la più grande coprendosi il viso con le mani.
-Suvvia Cath! Può capitare- cercò di rassicurarla l’altra, ottenendo scarsi
risultati poiché non riusciva a placare le risa.
-Frankie,
smettila di ridere.- sospirò infine, prendendo una sorsata della sua
cioccolata.
-Scusa,
scusa, ho finito.- tossicchiò appena, prendendo il suo cappuccino.
Rimasero
in silenzio per un po’, prese dalle loro bevande calde e dai loro pensieri,
fino a quando la più piccola non decise che voleva sapere cosa avesse fatto la
sua fidanzata per un’ora e passa per arrivare così in ritardo. Non era un tipo
molto geloso ed aveva capito che genere di persona fosse Cath, quindi non era
preoccupata di un possibile tradimento. Però continuava ad essere curiosa e questo
era un bel problema.
-Allora
Cath, adesso si può sapere che stavi facendo prima?-
-Mh?
Ah oggi, ma nulla di che, dovevo fare delle commissioni e non avevo visto
l’ora, scusami ancora.-
Frankie
di sicuro non credeva del tutto a quella storia, ma decise di lasciar perdere e
di godersi il resto della serata.
Chiacchierarono
di come avevano passato la settimana, di Frankie che stava finendo le ultime
interrogazioni, di come la sua professoressa di chimica l’avesse puntata e che
durante le sue domande a tappeto chiedesse sempre a lei le cose più difficili;
parlarono anche di come andasse l’università per Cath, del fatto che era quasi
pronta a dare uno degli ultimi esami per passare all’anno successivo e infine
di cosa avrebbero potuto fare l’indomani, la vigilia di Natale.
-Che
ne dici se continuiamo fuori?- propose Cath stanca di quell’aria calda così
soffocante.
-D’accordo-
rispose la mora adocchiando il cameriere che per pura fortuna stava passando
nelle vicinanze. Alzò il braccio catturando la sua attenzione e sorrise,
chiedendo il conto una volta che si fu avvicinato al loro tavolo. Ritornò poco
dopo con un foglietto in mano che posò sul ripiano di legno, per poi andare al
tavolo vicino per prendere un’altra ordinazione.
-Quant’è?-
Chiese Cath cercando di guardare il foglio.
-Un
bel niente, te l’ho detto che offrivo io.- concluse con un piccolo sorrisetto
Frankie, prendendo il piccolo borsellino e andando direttamente alla cassa per
pagare.
Nel
frattempo la rossa prese il suo cappotto e il cappello, che l’altra si era
tolta prima, e si diresse anche lei verso l’uscita aspettando che la più
piccola arrivasse
-Eccomi,
andiamo?- Frankie si avvicinò alla più grande pochi attimi dopo, aprendo poi la
porta.
-Frankie!
Il cappello!- esclamò mentre la fermava per metterglielo addosso.
-G-grazie-
balbettò la più piccola presa in contro piede: era poco abituata a quei gesti
da parte di Cath quando non erano solo loro due, nella casa della più grande,
davanti al camino.
-Allora che si fa? Ci facciamo un giretto?- chiese poi sempre la mora,
iniziando a camminare verso le bancarelle lungo la strada.
-D’accordo- la raggiunse la rossa.
Camminarono
fianco a fianco, guardando le luci colorate e le bancarelle piene di folla
intorno. Ogni tanto buttavano lì qualche frase, altre indicavano qualcosa con
il dito e poi andavano a guardare più da vicino qualche oggetto. In particolare
Frankie si era incantata a osservare una bancarella piccolina, con tanti
addobbi natalizi: c’erano tanti oggetti da appendere per la casa, candele,
delle palle fatte a mano, e dei piccoli addobbi per l’albero in ceramica.
-Guarda
Cath! Non le trovi bellissime?!- esclamò guardando le forme particolari degli
addobbi con gli occhi che quasi luccicavano.
-Sì,
sono davvero belle.- concordò la rossa sorridendole.
Rimasero
a osservare quelle decorazioni fino a quando il freddo ebbe la meglio su di
loro e Cath propose di andare a casa sua per stare al caldo.Una ventina di
minuti dopo, erano nel piccolo salottino della rossa sedute sul divano, o
meglio Cath era semistesa mentre Frankie era seduta al centro delle sue gambe
con la schiena poggiata contro il suo petto, e stava giocando con il pc della
più grande.
-Frankie,
vuoi mangiare qualcosa? È ora di cena, e mi sembra logico che tu rimanga qui e
poi più tardi ti riaccompagno a casa.-
-Non posso rimanere qui?- sussurrò arrossendo impacciata. Non era la prima
volta che restava a dormire da Cath, ma ogni volta era sempre imbarazzata.
-Stasera no, domani è la vigilia e devi stare a casa con la tua famiglia.- le
accarezzò i capelli boccolosi.
-Ma
anche tu sei la mia famiglia.- s’infervorò Frankie, gonfiando le guance offesa. Alla più grande mancò
un battito, ma cercò di non darlo a vedere.
-Dai,
ti prometto che dopo Natale ti farò dormire qui quante volte vorrai.- Rispose
dopo un attimo di silenzio Cath.
-Come
se non lo facessi già.- sorrise alla fine la piccola.
Quella
frase, detta forse senza pensieri, aveva causato un collasso alla povera Cath.
Teneva davvero a quella piccola peste. Erano anni che la più grande ormai
viveva da sola, siccome i suoi genitori abitavano in un altro paese e lei
per via dell'università aveva trovato un appartamento poco distante dalla
scuola, e l'aver conosciuto Frankie l’aveva fatta sentire indubbiamente meno
sola. Pian piano aveva capito di amarla e di non poter fare a meno di lei e del
carattere forte e allegro della ragazza. Stavano insieme da febbraio -poco in
effetti- eppure Cath sapeva che era con lei che avrebbe voluto stare ogni
giorno per tutta la vita.
Persa nei suoi pensieri la rossa ebbe un' illuminazione. Sapeva cosa regalarle,
sorrise fra sé e sé.
A scuoterla dai suoi pensieri fu un piccolo brontolio che le fece abbassare lo
sguardo, trovando la mora che si stringeva lo stomaco imbarazzata.
-Oh cacchio! La
cena!- esclamò alzandosi maldestramente facendo ridacchiare Frankie.
-Scusa scusa faccio
in fretta! Cotoletta e patatine?-
-Tranquilla, sì
comunque.. Intanto metto un film!-
-D'accordo- rispose
Cath prendendo l'olio e accendendo il fuoco.
Finì
di cucinare e chiamò l’altra ragazza a tavola. Presero posto l’una di fronte
all’altra e mangiarono abbastanza velocemente, poiché affamate. Ogni tanto il
silenzio era rotto dal rumore di qualche posata o di un bicchiere, altre da
qualche frase detta da una delle due.
Quasi mezz’oretta dopo che avevano finito di mangiare e ripulire la cucina,
presero una coperta dall’armadio della camera di Cath e si risedettero sul
divano con l’intenzione di guardare un film. Frankie aveva scelto guidata dai
gusti della rossa, un bel film d’azione di quelli che ti catturano dal primo
instate. Anche a lei non spiaceva quel genere per carità, ma preferiva una
bella commedia romantica se doveva essere sincera.
Dopo due ore di film, interrotte quasi solo da consigli su come agire o su come
salvarsi la vita in qualche scena da parte di Cath e da piccole risatine o
battutine da parte di Frankie riguardo il comportamento della più grande, il
film finì con i soliti titoli di coda.
Rimasero sul divano strette l’una contro l’altra beandosi di
quel tepore e di quel silenzio: la televisione spenta aveva lasciato la stanza
quasi al buio, illuminata solo dalla fioca luce che proveniva dall'esterno, e
Cath, nel frattempo, aveva preso a carezzare i capelli di Frankie mentre questa
fissava con un certo interesse le labbra della rossa.
Si avvicinò lentamente, sfiorandole appena. Poi
la fissò negli occhi prima di rifondarsi su quelle morbide labbra coinvolgendo
la più grande in una lotta di lingue e denti che resero l’atmosfera più
“bollente”.
Senza separarsi da quel bacio si sedette a
cavalcioni su Cath, che la strinse forte per i fianchi. La situazione le stava
sfuggendo di mano ma la bocca carnosa della mora la stava mandando su di giri.
Si staccò da lei per riprendere fiato mentre con le mani continuava a carezzare
da sotto i vestiti la pelle morbida della compagna che le si strinse contro,
poggiando le labbra sul suo collo, mordendolo e suggendolo a tratti. Uno dei
morsi sfiorò il suo orecchio e un piccolo ansito le sfuggì dalle labbra. Si
sarebbero spinte davvero oltre, ma, sfortuna volle, che il cellulare di Frankie
squillasse, interrompendo così quel loro momento.
-Frankie, ti conviene rispondere.- Aveva sospirato
leggermente irritata la rossa.
La più piccola si alzò dal divano, battendo i piedi a terra, e a grandi falcate
prese il cellulare dal cappotto appeso all’attaccapanni vicino l’ingresso.
-Pronto? Mamma che vuoi?... Sì, sono da Cath… no ho cenato mi
sembra ovvio… no, non dormo qui…eh ho capito! Sì lo so, okay ciao.-
Frankie
chiuse la telefonata nervosa, sua madre le aveva interrotte sul più bello,
dannazione!
Sentì due braccia abbracciarla da dietro e un soffice bacio sui capelli.
-Dai Frankie, non ci
pensare, abbiamo tanti altri giorni per stare tutte e due insieme.-
Uno sbuffo
contrariato sfuggì alla mora, che si girò nell'abbraccio.
-Ma Cath! Era la
nostra occasione! Era la MIA occasione per avere la mia prima vol...- la rossa
la interruppe con piccolo bacio a stampo.
-Andiamo, ti riaccompagno
a casa.- Sorrise poi scompigliandole i capelli.
Controvoglia,
entrambe presero cappotto, sciarpa e cappello e uscirono fuori per poi
camminare velocemente alla macchina, misero su un po’ di musica e in poco meno
di dieci minuti erano davanti casa della mora; si salutarono con un altro
piccolo bacio e dandosi così la buonanotte.
~
24/12/12
Cath era contenta del
suo regalo: sì, era finalmente riuscita a trovare quello perfetto per Frankie.
Quella mattina era uscita di casa, di nuovo presto, ma con un’idea ben precisa
su cosa comprare.
**
Frankie stava
incartando il suo ultimo acquisto, non aveva saputo resistere, aveva comprato
quella decorazione in ceramica per l'albero con dipinto su due stelle ed i loro
nomi sotto. Era banale, ma a lei piacevano quel tipo di regali.
~
24/12/2012 - qualche ora più
tardi.
-Mamma
esco! Ci vediamo tra un paio d'ore!- Esclamò la castana intenta ad indossare il
cappotto.
-Mi raccomando, devi arrivare prima dei parenti- Fu l’ultima cosa che ascoltò
prima di prendere la borsa e uscire di casa.
**
-Sì mamma, per cena
tornerò a casa tranquilla.. Mi mancate anche voi.. Okay.. Salutami papà e
Robert.. Te la saluterò, ciao!- La rossa riagganciò con un sorriso sulle
labbra, tornò in camera per guardarsi allo specchio e mettere un po' di matita.
Tempo pochi minuti e
la sua ragazza sarebbe arrivata, si spostò di nuovo nel piccolo soggiorno e
ricontrollò che il pacchetto fosse in ordine e poi si sedette sul divano accendendo
la tv.
Non la guardava seriamente, anzi, saltava di canale in canale non soffermandosi
su nessuno.
Annoiata da questo, la spense di nuovo e prese a giocare con il cellulare fino
a quando il rumore del campanello non la riscosse.
-Arrivo!- Urlò alzandosi
e dirigendosi alla porta.
-Hey rossa!- La
salutò allegramente Frankie facendola ridere.
-Hey anche a te!
Entra che fa freddo.- Le sorrise Cath facendole spazio per farla passare.
La più piccola si
levò il cappotto e la sciarpa, aveva anche arricciato i capelli per
l'occasione, conscia pure che la sua ragazza adorasse vederla coi capelli in
quella maniera.
-Ti saluta mia madre!
Mi sa che appena puoi vorrà vederti di nuovo.-
-Oh! Non vedo l’ora!
Adoro tua madre e poi mi fa sempre i biscotti al cioccolato che mi piacciono.-
Batté le mani entusiasta mentre si sedeva a tavola imitata dalla più grande.
-Ah ah, lo so che tu
stai con me solo per i biscotti.- Si finse offesa la rossa incrociando le
braccia al petto.
-Ops.. Mi hai
scoperta!- Rise Frankie dandole un pizzico sul braccio.
-Ahi! Pazza!-
-Shh, piuttosto! A
che ora arrivano le pizze?-
-Sono già qui, le ho
messe in forno...okay la tua faccia parla chiaro, apparecchia e io le prendo.-
Ridacchiò la rossa alla vista sconvolta della mora: quando si trattava di cibo,
Frankie non guardava in faccia a nessuno.
Pranzarono in tutta
calma e tranquillità facendo battute o parlando di cosa avrebbero fatto in quei
giorni, e mentre finivano e sparecchiavano Cath ricordò alla piccola che
avrebbe dormito anche dalla madre quella sera facendola imbronciare.
-Quindi torni
quando?-
-Più o meno dopo
cena.-
-Così tardi?!-
-Andiamo Frankie!
Sarai così impegnata da non accorgertene neppure!- Le scompigliò i capelli e
andò a sedersi sul divano imitata dalla mora.
-Non dire assurdità
Catherine!- Le fece la linguaccia.
La rossa sussultò
appena al sentire il proprio nome per intero.
-Sono quasi le
quattro, per le sette e mezza devo tornare a casa, ci scambiamo i regali?- La
frase iniziata tranquilla terminò quasi imbarazzata, Frankie era sicura di
essere un po' arrossita.
-Ovvio!- Prese il
pacchetto senza farlo vedere, nascondendolo dietro la schiena.
-Bene! Questo è una
sciocchezza! Ed è più per la casa, aprilo.- Disse velocemente Frankie prendendo
dalla borsa il pacchetto che aveva fatto stamattina.
Cath lo prese confusa
ed iniziò a scartarlo, fissò il regalo con un sorriso sulle labbra.
-È davvero, davvero
carino Frankie! Poi adoro le stelle!- Mentre parlava si era diretta verso
l'albero e aveva appeso quella decorazione.
-Lo so! E ora.. Beh..
Buon Natale Cath.- Le porse l'altro pacchetto guardandosi i piedi.
La rossa scartò con cura l'altro regalo rivelando una piccola scatolina con
dentro una collanina dalla catenina dorata che finiva con un piccolo fiocco
color panna e infine un piccolo ciondolo a forma di cuore; lo prese in mano e
notò che si poteva aprire: all'interno vi era incisa una scritta..
"I will be with you, forever. ~ F"
Alzò la testa di scatto, aveva gli occhi lucidi per l'emozione, senza dire una
parola abbracciò Frankie che aveva lo sguardo fisso sulle mani della rossa.
-È bellissima
Frankie! È stupenda! È un regalo bellissimo! Grazie! Grazie! Grazie!- La
stritolò parlando a raffica.
-Davvero ti piace?-
Chiese soffocando quasi.
-Ovvio! È
meraviglioso!- Sciolse l’abbraccio solo per poterla baciare entusiasta.
-Mi fa piacere! Ero
insicura.- Ridacchiò la mora appena si separarono.
La rossa si agganciò,
dopo due tentativi falliti, la collana al collo con un sorriso a trentadue
denti stampato in faccia:
-Ora tocca al mio.-
Si girò quel poco per prendere il suo pacchetto e porgerlo tremante nelle mani
dell'altra.
Frankie lo prese e lo rigirò un paio di volte prima di scartarlo e aprire lo
scatolino, era una collana color oro chiaro, quasi roseo, ma il ciondolo la
lasciava perplessa.
-
Una chiave?-
-Uhm.. Sì, sono
andata a farla stamattina, l'ho fatta fare più carina esteticamente ma ciò non
toglie che quella è una copia della chiave di casa mia... Se non ti piace
possiamo buttarla e comprare qualcosa che piaccia a te! Volevo davvero
regalarti qualcosa di speciale ma tranquilla posso prend- il discorso senza
respiro fu interrotto dal bacio improvviso della più piccola.
-Grazie Cath, è il regalo più bello che tu possa farmi. Grazie di tutto. Ti
amo.- Le parlò a pochi centimetri di distanza, sentendosi poi asciugare le
lacrime, che dispettosamente le erano uscite, dalle dita dell'altra.
-Ti amo anch'io.-
Le sussurrò prima di coinvolgerla in un altro bacio più profondo
dell'altro.
~Fine~
Note autore:
Per chi fosse curioso, è da queste due
immagini che ho preso ispirazione per i regali..
Spero in vostro commento.
Baci,
Plubuffy.