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Autore: giraffetta    09/02/2013    3 recensioni
-"Se non mi dai il tuo sangue, morirò."
Così, alla fine, l'aveva salvata.
Di nuovo.
Per la seconda volta l'aveva salvata.-
One shot introspettiva su Klaus, di fronte alle parole di una Caroline moribonda.
Spoiler 4x13!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Defeated



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“Se non mi dai il tuo sangue, morirò.”                                                                                                                                        
A quelle parole, Klaus l’aveva guardata sprezzante, imperturbabile, sicuro.
L’avrebbe lasciata morire, l’avrebbe lasciata scivolare via come sabbia tra le mani e così si sarebbe vendicato di Tyler, del suo opporsi ai suoi voleri, del suo rifiuto di obbedirgli quale suo creatore.
Ma, poi, lei lo aveva guardato con quegli occhi così azzurri e penetranti, spenti però dalla sofferenza e dall’agonia che precede la morte e non aveva resistito.
Così, alla fine, l’aveva salvata.                                                                                                                                                  
Di nuovo.
Per la seconda volta l’aveva salvata. Aveva ceduto e le aveva fatto bere il suo sangue, donandole nuova vita, riammettendola al regno dei non-morti.
Non era riuscito a rimanere impassibile di fronte alla vampira moribonda, non era riuscito a lasciarla morire, non era riuscito a chiudere il suo cuore ai sentimenti.
Aveva trascorso mille anni in solitudine affettiva, chiuso a qualsiasi sentimento che non fosse amore e dedizione per la famiglia, la sua famiglia, ed ora sembrava soltanto un patetico ragazzino innamorato.

“Tu sei ferito… significa che c’è una parte di te che è umana.”
Una parte di lui ancora umana. No, impossibile.
Aveva rinnegato la sua umanità decine di volte, aveva spento il suo cuore e gettato alle spalle tutte le promesse di una vita normale, serena, umana.
Aveva riso degli umani, schiocchi burattini in balia di eterne passioni contrastanti, incapaci di riconoscere la vera libertà e la vera felicità.
No, lui non era umano e non meritava l’umanità. Lui voleva solo le tenebre e la disperazione e la morte.
Un mondo perfetto governato solo da istinti, senza freni, senza memoria, senza inibizioni.

“Mi sono trovata a desiderare di dimenticare tutte le cose orribili che hai fatto.”
Dimenticare le cose orribili da lui compiute. Assolutamente impossibile.
Come si può dimenticare il sangue che macchia le sue mani?
Come si può dimenticare il buio che avvolge la sua anima?
Come si può dimenticare la crudeltà che alberga nei suoi occhi?
Come si può dimenticare la morte che lo accompagna ad ogni passo, unica compagna fedele di un’esistenza solitaria?
Non si può.
Chiunque lo guardi, anche lei, non vede altro che morte, distruzione, crudeltà.
Vede marcio, soltanto il marcio che gli corrode il sangue, quel sangue nato da una maledizione che sembra divorargli ogni giorno le viscere, in un instancabile gioco di nascita e morte continua.

“So che sei innamorato di me e chiunque sia capace di amare è capace di trovare la salvezza”                                  
A quelle parole, lui si era sentito morire. Per un attimo, aveva sentito il suo vecchio cuore sgretolarsi miseramente e diventare cenere e ombra.                                                                                                                     
Perché era vero, diamine, lui era innamorato di Caroline, ma non avrebbe potuto averla.
Per mille anni era stato uno spietato cacciatore di sangue e piacere, immorale e crudele, senza preoccupazioni o rimpianti.
E ora era miseramente innamorato.
Perduto.
Lui che per primo aveva rinfacciato agli altri quanto l’amore rende deboli, era il primo a cedervi.
Ma non gli avrebbe permesso di vincere, mai.
Nessuno, nemmeno una vampira bionda con gli occhi color cielo, avrebbe potuto scandagliare la sua anima e restituirgli la purezza e l’amore.
Perché per quelli come lui non ci sarebbe stata redenzione.
Non ci sarebbe stato perdono.
Soltanto una fredda e solitaria cella in cui rinchiudere i miseri brandelli di un cuore troppo spesso calpestato, martoriato, umiliato.
Irrimediabilmente sconfitto.

 

Note:
Dopo aver visto la 4x13 non potevo non scrivere qualcosa su di lui, Klaus. 
In questo episodio l'ho trovato straordinarimanete comunicativo, perfino con i suoi silenzi.
Per questo ho voluto provare a scrivere i suoi pensieri, prendendo spunto dalle frasi rivoltegli da Caroline moribonda.
Spero vi piaccia!

Un bacio, Giraffetta 
 

 
 
 



  
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